Papa Francesco e Rabbino Skorka: sulla religione.

Vaticano, i primi santi di papa Francesco

Papa Francesco

Ritorno ai primi due comandamenti: il primo è «amerai il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore e con tutta la tua anima»; il secondo «amerai il prossimo tuo come te stesso». Gesù afferma che in questi due comandamenti è racchiusa l’intera Legge. Da qui nasce la concezione liberale della religiosità nel tempio e il fatto che possa

esprimersi anche al di fuori di esso. Ci sono azioni che vengono svolte abitualmente nel tempio, come l’adorazione di Dio, la lode, il culto. Ma ce ne sono altre che devono essere realizzate fuori, nella dimensione sociale che la religione comprende. Inizia con un incontro comunitario con Dio, che è vicino e cammina accanto al suo popolo e si sviluppa nel corso della vita con principi etici, religiosi, di fratellanza, ecc. C’è qualcosa che regola il comportamento altrui: la giustizia. Sono convinto che chi venera Dio abbia, in quell’esperienza, un mandato di giustizia per i suoi fratelli. È una giustizia del tutto creativa, perché inventa cose: educazione, sviluppo sociale, attenzione, sollievo e così via. Per questo l’uomo religioso integro è chiamato uomo giusto, perché porta la giustizia agli altri. In questo senso, la giustizia del religioso o della religiosa creano cultura. Non è la stessa cosa la cultura di un’idolatria rispetto alla cultura creata da una donna o da un uomo che adorano Dio vivo. Giovanni Paolo II diceva una cosa molto coraggiosa: una fede che non si fa cultura non è una vera fede. Sottolineava il creare cultura. Nella nostra società di oggi, per esempio, ci sono culture idolatre: ne sono una dimostrazione il consumismo, il relativismo e l’edonismo.

Skorka:

Il culto ha senso quando si è vicini all’altro; se no, non è culto. A chi e a cosa stiamo rendendo culto? Questa è una domanda essenziale. Per questo sostengo sempre che un sacerdote o un rabbino debbano anche camminare nel fango. Il tempio è solo una parte della religione. Il tempio che non si nutre della vita e che non la nutre appartiene al paganesimo.

Bergoglio:

Non ho dubbi sul fatto di camminare nel fango. Oggi i preti non usano più la sottana. Ma un sacerdote appena ordinato lo faceva e alcuni parroci lo criticavano per questo. Allora chiese a un saggio sacerdote: «Non è bene che usi la sottana?» e quello rispose: «Il problema non è se la usi o meno, ma che tu la tiri su quando devi farlo per lavorare con gli altri».

Skorka:

Le religioni sono dinamiche e per non atrofizzarsi devono essere in perenne contatto con ciò che c’è fuori, nel mondo. Quel che resta immutato in una religione sono i suoi valori. In ultima istanza, qualsiasi cultura nasce sulla base delle risposte a tre quesiti: come concepisce Dio, l’uomo e la natura? L’ebraismo afferma che Dio è un essere eterno, che la massima creatura creata da Dio è l’uomo e che la natura è qualcosa che creò dal nulla. Questa è la particolarità del pensiero ebraico rispetto a quello grecoromano in cui c’è sempre stata una teogonia, una mitologia religiosa, dove le divinità litigano, poi arrivano all’Olimpo e infine si intromettono nella vita degli uomini. La novità dell’ebraismo risiede nel fatto di credere a un solo Dio, assolutamente spirituale. Poi segue la rivelazione – come Dio si mostra all’uomo e al popolo d’Israele in particolare – e in seguito viene la Torah, un insieme di principi di diritto che è scritto in forma molto generica. Non è un testo tassativo. Quando qualcuno studia il Talmud, quel che analizza è come i precetti della Torah vengono interpretati dai vari rabbini. Per questo nell’ebraismo

è necessaria una continua evoluzione e una continua crescita. Ora, ripeto, quel che non può cambiare sono alcuni assiomi, i valori. Colui che è soltanto interessato al fatto che nel servizio religioso venga pronunciata una determinata parola, o che la cerimonia si svolga in uno specifico modo – e che resta così legato a una tradizione che è molto importante, ma comunque superficiale se non è accompagnata da una vita di giustizia, amore e rettitudine –, sta optando per l’involucro. Un bel pacchetto privo, però, di un contenuto sostanzioso. Un rabbino chassidico era solito dire: «Io faccio esattamente quel che ha fatto mio padre, nell’essenza ho i suoi stessi valori. Ma mio padre era mio padre e io sono io. La sua esperienza di vita in parte mi serve, ma solo in parte».

Bergoglio:

Anche per me l’essenza di ciò che si conserva risiede nella testimonianza dei padri. Nel nostro caso, in quella degli Apostoli. Nel III e IV secolo si formulano teologicamente le verità di fede rivelate e trasmesse e non negoziabili: l’eredità. Questo non significa che durante la storia, attraverso lo studio e la ricerca, non si faccia luce su queste verità: com’è Gesù, come si presenta la Chiesa, com’è il vero  comportamento cristiano, come sono i Comandamenti. Tutto questo viene arricchito da spiegazioni. Ci sono cose che sono opinabili ma, ripeto, l’eredità non si negozia. Il contenuto di una fede religiosa può essere approfondito dal pensiero umano, ma quando questo approfondimento entra in collisione con l’eredità, allora si tratta di eresia. In ogni caso, le religioni affinano, con il tempo, alcune espressioni, sebbene sia un processo lento per via del vincolo sacro che abbiamo con l’eredità ricevuta. È tale il rispetto, che dobbiamo stare attenti a non sbagliare per la smania di fare in fretta. Un teologo medievale esprimeva così il progresso nella comprensione dell’eredità, della rivelazione ricevuta: «La regola legittima di ogni progresso e la norma corretta di ogni crescita consistono nel fatto che l’eredità venga consolidata attraverso il tempo, che si sviluppi con il passare degli anni, soprattutto quando si tratta di temi di coscienza». Quando ero giovane non si entrava in casa di una coppia di divorziati, ancor meno se i due si erano risposati. Oggi lo stesso Papa chiama a sé la nuova coppia perché partecipi alla vita della Chiesa. Chiede loro di pregare, di lavorare nelle comunità parrocchiali, di occuparsi delle opere di carità. Non si toglie loro il battesimo per il fatto di aver violato un comandamento. Ammetto che il ritmo può non seguire la velocità dei cambiamenti sociali, ma le grandi guide, quelle che cercano la voce del Signore, devono prendersi il tempo necessario per trovare via via le risposte. Si corre anche il rischio che si mescolino interessi economici, culturali, geopolitici. Bisogna saper discernere

(Da: Il cielo e la terra)

 

 

Papa Francesco e Rabbino Skorka: sulla religione.ultima modifica: 2015-04-14T22:49:49+02:00da meneziade
Reposta per primo quest’articolo