ATTI DEGLI APOSTOLI 3

III. PRIMI ATTI DI PAOLO

 

La vocazione di Saulo. L’incontro con Cristo è talvolta sconvol­gente e può indurre a un cambiamento radicale di vita. Nel caso di Saulo, che prenderà nella comunità il posto che sappiamo, il genere letterario è adeguato alla grandezza dell’avvenimento (cf Dn 10,9; Gal 1,12-17).

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200809240842_04-Duccio_apostoli.jpg1Saulo frattanto, sempre fremente minaccia e strage con­tro i discepoli del Signore, si presentò al sommo sacerdote

2e gli chiese lettere per le sinagoghe di Damasco al fine di essere au­torizzato a condurre in catene a Gerusalemme uomini e donne, seguaci della dottrina di Cristo, che avesse trovati.

3E avvenne che, mentre era in viaggio e stava per avvicinarsi a Damasco, all’improvviso lo avvolse una luce dal cielo

4e cadendo a terra udì una voce che gli diceva: «Saulo, Saulo, perché mi persegui­ti?».

5Rispose: «Chi sei, o Signore?». E la voce: «Io sono Gesù, che tu perseguiti!

6Orsù, alzati ed entra nella città e ti sarà det­to ciò che devi fare».

7Gli uomini che facevano il cammino con lui si erano fermati ammutoliti, sentendo la voce ma non ve­dendo nessuno.

8Saulo si alzò da terra ma, aperti gli occhi, non vedeva nulla. Così, guidandolo per mano, lo condussero a Da­masco,

9dove rimase tre giorni senza vedere e senza prendere né cibo né bevanda.

10Ora c’era a Damasco un discepolo di nome Ananìa e il Signo­re in una visione gli disse: «Anania!». Rispose: «Eccomi, Si­gnore!».

11E il Signore a lui: «Su, va’ sulla strada chiamata Di­ritta, e cerca nella casa di Giuda un tale che ha nome Saulo, di Tarso; ecco sta pregando,

12e ha visto in visione un uomo, di nome Anania, venire e imporgli le mani perché ricuperi la vi­sta».

13Rispose Anania: «Signore, riguardo a quest’uomo ho udito da molti tutto il male che ha fatto ai tuoi fedeli in Gerusa­lemme.

14Inoltre ha l’autorizzazione dai sommi sacerdoti di ar­restare tutti quelli che invocano il tuo nome».

15Ma il Signore disse: «Va’, perché egli è per me uno strumento eletto per por­tare il mio nome dinanzi ai popoli, ai re e ai figli di Israele;

16e io gli mostrerò quanto dovrà soffrire per il mio nome».

17Allora Anania andò, entrò nella casa, gli impose le mani e disse: «Sau­lo, fratello mio, mi ha mandato a te il Signore Gesù, che ti è ap­parso sulla via per la quale venivi, perché tu riacquisti la vista e sia colmo di Spirito Santo».

18E improvvisamente gli caddero dagli occhi come delle squame e ricuperò la vista; fu subito bat­tezzato,

19poi prese cibo e le forze gli ritornarono.

 

Predicazione di Saulo a Damasco, da dove però un complotto dei giudei lo costringe a fuggire. ìn questo momento probabil­mente, bisogna collocare il soggiorno in Arabia, cui fa allusione la lettera ai Galati (Gal 1,16). Saulo torna poi a Damasco, ma è costretto di nuovo a fuggire (per questa fuga, cf 2Cor 11,32-33 e, per la missione universale di Paolo, At 22,16; Rm 15,16-18).

Rimase alcuni giorni insieme ai discepoli che erano a Damasco,

20e subito nelle sinagoghe proclamava Gesù Figlio di Dio.

21E tutti quelli che lo ascoltavano si meravigliavano e dicevano: «Ma costui non è quel tale che a Gerusalemme infieriva contro quelli che invocano questo nome ed era venuto qua precisa­mente per condurli in catene dai sommi sacerdoti?».

22Saulo frattanto si rinfrancava sempre più e confondeva i Giudei resi­denti a Damasco, dimostrando che Gesù è il Cristo.

23Trascorsero così arecchi giorni e i Giudei fecero un complotto per uc­ciderlo;

24ma i loro piani vennero a conoscenza di Saulo. Essi facevano la guardia anche alle porte della città di giorno e di notte per sopprimerlo;

25ma i suoi discepoli di notte lo presero e lo fecero discendere dalle mura, calandolo in una cesta.

 

Prima visita di Saulo a Gerusalemme dopo la sua conversione. (Gal 1,18-19).

26Venuto a Gerusalemme, cercava di unirsi con i discepoli, ma tutti avevano paura di lui, non credendo ancora che fosse un di­scepolo.

27Allora Bàrnaba lo prese con sé, lo presentò agli apo­stoli e raccontò loro come durante il viaggio aveva visto il Si­gnore che gli aveva parlato, e come in Damasco aveva predica­to con coraggio nel nome di Gesù.

28Così egli poté stare con lo­ro e andava e veniva a Gerusalemme, parlando apertamente nel nome del Signore

29e parlava e discuteva con gli Ebrei di lingua greca; ma questi tentarono di ucciderlo.

30Venutolo però a sapere i fratelli, lo condussero a Cesarèa e lo fecero partire per Tarso.

 

IV. NUOVI ATTI DI PIETRO

 

Pietro visita le comunità di Giudea, Galilea e Samaria. Conti­nua a suscitare la vera vita in coloro che incontra. L’autore de­scrive l’azione del primo apostolo utilizzando le immagini con cui si è familiarizzato nella lettura della Bibbia.

31La Chiesa era dunque in pace per tutta la Giudea, la Galilea e la Samaria; essa cresceva e camminava nel timore del Signore, colma del conforto dello Spirito Santo.

 32E avvenne che mentre Pietro andava a far visita a tutti, si recò anche dai fedeli che dimoravano a Lidda.

33Qui trovò un uomo di nome Enea, che da otto anni giaceva su un lettuccio ed era paralitico.

34Pietro gli disse: «Enea, Gesù Cristo ti guarisce; al­zati e rifatti il letto». E subito si alzò.

35Lo videro tutti gli abi­tanti di Lidda e del Saròn e si convertirono al Signore.

36A Giaffa c’era una discepola chiamata Tabità, nome che si­gnifica «Gazzella», la quale abbondava in opere buone e faceva molte elemosine.

37Proprio in quei giorni si ammalò e morì. La lavarono e la deposero in una stanza al piano superiore.

38E poiché Lidda era vicina a Giaffa i discepoli, udito che Pietro si trovava là, mandarono due uomini ad invitarlo: «Vieni subito da noi!».

39E Pietro subito andò con loro. Appena arrivato lo condussero al piano superiore e gli si fecero incontro tutte le vedove in pianto che gli mostravano le tuniche e i mantelli che Gazzella confezionava quando era fra loro.

40Pietro fece uscire tutti e si inginocchiò a pregare; poi rivolto alla salma disse: «Tabità, alzati!». Ed essa aprì gli occhi, vide Pietro e si mise a sedere.

41Egli le diede la mano e la fece alzare, poi chiamò i credenti e le vedove, e la presentò loro viva.

42La cosa si riseppe in tutta Giaffa, e molti credettero nel Si­gnore.

43Pietro rimase a Giaffa parecchi giorni, presso un certo Simone conciatore.

 

LA CONVERSIONE DI CORNELIO

 

Il primo pagano convertito o l’universalismo. Il popolo eletto non è più solo Israele, ma tutto il genere umano. Una visione prepara Pietro a comprendere questa profonda trasformazione (Ez 4,14; Lv 11).

 

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adultere_2.jpg1C’era in Cesarèa un uomo di nome Cornelio, centurio­ne della coorte Italica,

2uomo pio e timorato di Dio con tutta la sua famiglia; faceva molte elemosine al popolo e pregava sem­pre Dio.

3Un giorno verso le tre del pomeriggio vide chiaramente in visione un angelo di Dio venirgli incontro e chiamar­lo: «Cornelio!».

4Egli lo guardò e preso da timore disse: «Che c’è, Signore?». Gli rispose: «Le tue preghiere e le tue elemosi­ne sono salite, in tua memoria, innanzi a Dio.

5E ora manda degli uomini a Giaffa e fa’ venire un certo Simone detto anche Pietro.

6Egli è ospite presso un tal Simone conciatore, la cui ca­sa è sulla riva del mare».

7Quando l’angelo che gli parlava se ne fu andato, Cornelio chiamò due dei suoi servitori e un pio sol­dato fra i suoi attendenti e,

8spiegata loro ogni cosa, li mandò a Giaffa.

9Il giorno dopo, mentre essi erano per via e si avvicinavano alla città, Pietro salì verso mezzogiorno sulla terrazza a pregare.

10Gli venne fame e voleva prendere cibo. Ma mentre glielo pre­paravano, fu rapito in estasi.

11Vide il cielo aperto e un oggetto che discendeva come una tovaglia grande, calata a terra per i quattro capi.

12In essa c ‘era ogni sorta di quadrupedi e rettili della terra e uccelli del cielo.

13Allora risuonò una voce che gli diceva: «Alzati, Pietro, uccidi e mangia!».

14Ma Pietro rispose: «No davvero, Signore, poiché io non ho mai mangiato nulla di profano e di immondo».

15E la voce di nuovo a lui: «Ciò che Dio ha purificato, tu non chiamarlo più profano».

16Questo ac­cadde per tre volte; poi d’un tratto quell’oggetto fu risollevato al cielo.

 

Arrivo degli inviati di Cornelio e partenza di Pietro per Cesa­rea. Comprendendo il senso della visione avuta, Pietro osa ac­cettare l’invito di un romano.

17Mentre Pietro si domandava perplesso tra sé e sé che cosa si­gnificasse ciò che aveva visto, gli uomini inviati da Cornelio, dopo aver domandato della casa di Simone, si fermarono all’in­gresso.

18Chiamarono e chiesero se Simone, detto anche Pie­tro, alloggiava colà.

19Pietro stava ancora ripensando alla visio­ne, quando lo Spirito gli disse: «Ecco, tre uomini ti cercano;

20alzati, scendi e va’ con loro senza esitazione, perché io li ho mandati».

21Pietro scese incontro agli uomini e disse: «Eccomi, sono io quello che cercate. Qual è il motivo per cui siete venu­ti?».

22Risposero: «Il centurione Cornelio, uomo giusto e timo­rato di Dio, stimato da tutto il popolo dei Giudei, è stato av­vertito da un angelo santo di invitarti nella sua casa, per ascol­tare ciò che hai da dirgli».

23Pietro allora li fece entrare e li ospitò. Il giorno seguente si mise in viaggio con loro e alcuni fratelli di Giaffa lo accompagnarono.

24Il giorno dopo arrivò a Cesarèa. Cornelio stava ad aspettarli ed aveva invitato i congiunti e gli amici intimi.

25Mentre Pietro stava per entrare, Cornelio an­dandogli incontro si gettò ai suoi piedi per adorarlo.

26Ma Pie­tro lo rialzò, dicendo: «Alzati: anch’io sono un uomo!».

27Poi, continuando a conversare con lui, entrò e trovate riunite mol­te persone disse loro:

28«Voi sapete che non è lecito per un Giudeo unirsi o incontrarsi con persone di altra razza; ma Dio mi ha mostrato che non si deve dire profano o immondo nes­sun uomo.

29Per questo sono venuto senza esitare quando mi avete mandato a chiamare. Vorrei dunque chiedere: per quale ragione mi avete fatto venire?».

30Cornelio allora rispose: «Quattro giorni or sono, verso quest’ora, stavo recitando la preghiera delle tre del pomeriggio nella mia casa, quando mi si presentò un uomo in splendida veste

31e mi disse: Cornelio, sono state esaudite le tue preghiere e ricordate le tue elemosi­ne davanti a Dio.

32Manda dunque a Giaffa e fa’ venire Simo­ne chiamato anche Pietro; egli è ospite nella casa di Simone il conciatore, vicino al mare.

33Subito ho mandato a cercarti e tu hai fatto bene a venire. Ora dunque tutti noi, al cospetto di Dio, siamo qui riuniti per ascoltare tutto ciò che dal Signore ti è stato ordinato».

 

Discorso di Pietro presso Cornelio. Pietro capisce in questa oc­casione che deve rivolgersi a tutte le nazioni (Mt 28,16-20). Fino a quel momento aveva creduto, come tutti i giudei, alla parziali­tà di Dio verso Israele, eletto, scelto, a preferenza di tutti gli altri popoli (Es 19,5-6; Is 52,7)

34Pietro prese la parola e disse: «In verità sto rendendomi con­to che Dio non fa preferenze di persone,

35ma chi lo teme e pra­tica la giustizia, a qualunque popolo appartenga, è a lui accet­to.

36Questa è la parola che egli ha inviato ai figli d’Israele, re­cando la buona novella della pace, per mezzo di Gesù Cristo, che è il Signore di tutti.

37Voi conoscete ciò che è accaduto in tutta la Giudea, incominciando dalla Galilea, dopo il battesimo predicato da Giovanni;

3cioè come Dio consacrò in Spirito Santo e potenza Gesù di Nàzaret, il quale passò beneficando e risanando tutti coloro che stavano sotto il potere del diavolo, perché Dio era con lui.

39E noi siamo testimoni di tutte le cose da lui compiute nella regione dei Giudei e in Gerusalemme. Essi lo uccisero appendendolo a una croce,

40ma Dio lo ha risu­scitato al terzo giorno e volle che apparisse,

41non a tutto il po­polo, ma a testimoni prescelti da Dio, a noi, che abbiamo man­giato e bevuto con lui dopo la sua risurrezione dai morti.

42E ci ha ordinato di annunziare al popolo e di attestare che egli è il giudice dei vivi e dei morti costituito da Dio.

43Tutti i profeti gli rendono questa testimonianza: chiunque crede in lui ottiene la remissione dei peccati per mezzo del suo nome».

 

Risposta di Cristo all’audace passo di Pietro. I pagani entrano in comunione con Dio come i discepoli dopo la pentecoste (15,8).

44Pietro stava ancora dicendo queste cose, quando lo Spirito Santo scese sopra tutti coloro che ascoltavano il discorso.

45E i fedeli circoncisi, che erano venuti con Pietro, si meravigliavano che anche sopra i pagani si effondesse il dono dello Spirito San­to;

46li sentivano infatti parlare lingue e glorificare Dio.

47Allora Pietro disse: «Forse che si può proibire che siano battezzati con l’acqua questi che hanno ricevuto lo Spirito Santo al pari di noi?».

48E ordinò che fossero battezzati nel nome di Gesù Cri­sto. Dopo tutto questo lo pregarono di fermarsi alcuni giorni.

 

Scandalo dei discepoli di origine giudaica. Pietro deve giustifica­re, a Gerusalemme, la sua condotta. Luca sottolinea l’importan­za dell’avvenimento e il pieno accordo tra Pietro e Paolo su que­sto punto (15; Gal 2,1-9.15-16; At 1,5).

 

11

1Gli apostoli e i fratelli che stavano nella Giudea venne­ro a sapere che anche i pagani avevano accolto la parola di Dio.

2E quando Pietro salì a Gerusalemme, i circoncisi lo rimprove­ravano dicendo:

3«Sei entrato in casa di uomini non circoncisi e hai mangiato insieme con loro!».

4Allora Pietro raccontò per ordine come erano andate le cose, dicendo:

5«Io mi trovavo in preghiera nella città di Giaffa e vidi in estasi una visione: un oggetto, simile a una grande tovaglia, scendeva come calato dal cielo per i quattro capi e giunse fino a me.

6Fissandolo con attenzione, vidi in esso quadrupedi, fiere e rettili della terra e uccelli del cielo.

7E sentii una voce che mi di­ceva: Pietro, àlzati, uccidi e mangia!

8Risposi: Non sia mai, Si­gnore, poiché nulla di profano e di immondo è entrato mai nel­la mia bocca.

9Ribatté nuovamente la voce dal cielo: Quello che Dio ha purificato, tu non considerarlo profano.

10Questo avvenne per tre volte e poi tutto fu risollevato di nuovo nel cie­lo.

11Ed ecco, in quell’istante, tre uomini giunsero alla casa do­ve eravamo, mandati da Cesarèa a cercarmi.

12Lo Spirito mi disse di andare con loro senza esitare. Vennero con me anche questi sei fratelli ed entrammo in casa di quell’uomo.

13Egli ci raccontò che aveva visto un angelo presentarsi in casa sua e dir­gli: Manda a Giaffa e fa’ venire Simone detto anche Pietro;

14egli ti dirà parole per mezzo delle quali sarai salvato tu e tutta la tua famiglia.

15Avevo appena cominciato a parlare quando lo Spirito Santo scese su di loro, come in principio era sceso su di noi.

16Mi ricordai allora di quella parola del Signore che diceva: Giovanni battezzò con acqua, voi invece sarete battezzati in Spi­rito Santo.

17Se dunque Dio ha dato a loro lo stesso dono che a noi per aver creduto nel Signore Gesù Cristo, chi ero io per porre impedimento a Dio?».

18All’udir questo si calmarono e cominciarono a glorificare Dio dicendo: «Dunque anche ai pagani Dio ha concesso che si con­vertano perché abbiano la vita!».

 

2919711994_3c8f1715fa.jpgLa comunità di Antiochia e Bàrnaba.

19Intanto quelli che erano stati dispersi dopo la persecuzione scoppiata al tempo di Stefano, erano arrivati fin nella Fenicia, a Cipro e ad Antiòchia e non predicavano la parola a nessuno fuorché ai Giudei.

20Ma alcuni fra loro, cittadini di Cipro e di Cirène, giunti ad Antiòchia, cominciarono a parlare anche ai Greci, predicando la buona novella del Signore Gesù.

21E la mano del Signore era con loro e così un gran numero credette e si convertì al Signore.

22La notizia giunse agli orecchi della Chiesa di Gerusalemme, la quale mandò Bàrnaba ad Antiò­chia.

23Quando questi giunse e vide la grazia del Signore, si rallegrò e,

24da uomo virtuoso qual era e pieno di Spirito Santo e di fe­de, esortava tutti a perseverare con cuore risoluto nel Signore. E una folla considerevole fu condotta al Signore.

25Bàrnaba poi partì alla volta di Tarso per cercare Saulo e trovatolo lo con­dusse ad Antiòchia.

26Rimasero insieme un anno intero in quel­la comunità e istruirono molta gente; ad Antiòchia per la prima volta i discepoli furono chiamati Cristiani.

ATTI DEGLI APOSTOLI 3ultima modifica: 2010-11-24T18:02:00+01:00da meneziade
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