CARLO MARIA MARTINI – REGOLA DI VITA DEL CRISTIANO 2 e 3

 

Capitolo secondo

TRADITIO: I DONI DI DIO CHE CI SONO TRASMESSI NELLA CHIESA

20120831_mar12.jpg12. Il Vangelo e lo Spirito, regola di vita

La regola di vita del cristiano è il Vangelo del Signore Gesù, vissuto nella grazia dello Spirito Santo effuso nei nostri cuori, a gloria di Dio Padre: «Tutto è Cristo per noi” (S. Ambrogio, La verginità, 16, 99), «Finché sono in via, sono di Cristo; quando sarò giunto, sarò del Padre; ma dappertutto per mezzo di Cristo e sotto di Lui” (Id., La fede, V, 12, 150). In quanto è lo Spirito a rendere presente in noi il Signore Gesù, è anche lo Spirito – Maestro interiore – ad insegnare a ciascuno che lo ascolti la regola del cammino d’ogni giorno: «Siamo segnati da Dio nello Spirito. Come infatti moriamo in Cristo per rinascere, così anche siamo segnati dallo Spirito per poterne portare lo splendore, l’immagine e la grazia” (Id., Lo Spirito Santo, I, 6, 79). Alle domande vere non rispondiamo noi, ma ci è data risposta lì dove Dio ha parlato nel silenzio, cioè nella croce di Cristo.

13. L’evento del battesimo

La regola di vita semplice e grande, che è il Vangelo del Signore Gesù, ci viene consegnata nel momento del battesimo e viene accolta da noi in quello stesso momento mediante la professione di fede, con cui noi, o i nostri genitori, padrini e madrine, a nome nostro, abbiamo dichiarato di credere in Dio Padre, nel Figlio Suo Gesù Cristo, morto per i nostri peccati e risorto per la nostra salvezza, e nello Spirito Santo, che è Signore e dà la vita e ci aiuta a camminare in Dio finché il Suo volto sia pienamente manifestato in noi nella Sua gloria. È dunque nel battesimo che veniamo accolti nel cuore della Trinità e la vita e l’amore dei Tre sono comunicati al nostro cuore.

14. La Tradizione vivente

L’evento del battesimo ci inserisce così al tempo stesso nella vita della Trinità e nella Tradizione vivente della Chiesa, che per noi è quella della Chiesa di Sant’Ambrogio e di San Carlo, identica a quella di tutte le altre Chiese. La fede ricevuta e professata nel battesimo illumina le domande vere del cuore e ci permette di trovare risposte capaci disostenerci nella vita e di fronte alla morte. In questa fede possiamo comprendere qual è la vocazione profonda di ciascuno di noi, quali le condizioni per discernere e vivere la volontà di Dio. Questa stessa fede ci fa capire che siamo chiamati a essere figli di Dio e a vivere come tali, ci insegna il cammino delle beatitudini evangeliche, che ci rendono simili a Gesù, Figlio del Padre.

15. La “Traditio Symboli”

Nel Simbolo della fede noi professiamo di credere in Dio: il “credere in” vuol dire l’atto dell’incondizionata adesione e dedizione della vita e del cuore a Lui, l’affidamento senza riserve alle tre Persone divine che sono l’unico Dio, l’ingresso vitale e trasformante nel dialogo del loro eterno amore. Ogni volta che nella liturgia professiamo il Credo siamo chiamati ad affidare incondizionatamente al Mistero santo di Dio le nostre domande, le nostre inquietudini, la nostra fatica di vivere e la nostra paura di morire. In modo particolare la nostra Chiesa ambrosiana rinnova questa solenne accoglienza della fede nella celebrazione annuale della Traditio Symholi, nel sabato precedente la Domenica delle Palme.

16. Il tesoro delle Scritture

Insieme con il Simbolo il battezzato accoglie la pienezza dei tesori della Chiesa contenuti nelle Sacre Scritture, ispirate dallo Spirito Santo, «che ha parlato per mezzo dei profeti». Tutte le Scritture danno testimonianza su Gesù e vanno interpretate a partire dal mistero della Sua morte e risurrezione. La venerazione e la conoscenza amorosa delle Scritture, insegnata da Sant’Ambrogio a Sant’Agostino, fa parte dell’identità di ogni battezzato e cresce con lui per tutta la sua esistenza. La Parola di Dio sta al principio della nostra vita di fede e continuamente la nutre e la rinnova. Essa è la sorgente che illumina le domande del cuore e rigenera le forze nel cammino. Da essa estraiamo continuamente “cose nuove e cose antiche» (Mt 13, 52), in essa penetriamo “le cose nascoste fin dalla fondazione del mondo» (Mt 13, 35), perché: “in principio è la Parola».

17. Il silenzio contemplativo

Per accogliere la Parola occorre coltivare il silenzio contemplativo, la capacità di rientrare nel nostro intimo, di ritrovare il centro di noi stessi, vincendo l’ansietà e la fretta che ci divorano e fermandoci ad ascoltare le domande vere per ricevere su di esse la luce del Dio che parla. Così faceva Maria di fronte agli eventi sconcertanti e imprevisti che la coinvolgevano. La “dimensione contemplativa della vita” ci è necessaria per cominciare un autentico cammino di fede e perseverare in esso in mezzo alle vicende tumultuose che segnano la nostra esistenza, ai turbamenti e alle contraddizioni che attraversano il nostro cuore.

18. La liturgia e l’Eucaristia, “culmine e fonte”

La Parola si fa carne del Signore nell’Eucaristia, centro di tutta la nostra comunità e della sua missione. Il Signore Gesù, che ha detto «Attirerò tutti a me”, continua ad attrarre a sé l’universo e tutti gli uomini e le donne della nostra terra per unirli a sé nel suo dono al Padre. Egli si offre a noi sotto le specie della debolezza e dell’insignificanza come pane di vita che ci sostiene nel cammino, facendosi compagno compassionevole della nostra fatica di vivere:

«non temete… io sono con voi tutti i giorni”.

È nella liturgia che la Chiesa, accogliendo il dono di Dio, si lascia accogliere nel seno del mistero trinitario. Nella celebrazione liturgica tutto viene ricevuto dal Padre per il Figlio nello Spirito ed insieme tutto è offerto al Padre per Cristo nell’unità del Consolatore. La “liturgia delle ore”, fedelmente ricevuta e trasmessa nella tradizione ambrosiana come “diurna laus”, santifica il tempo, riconducendolo alla sorgente eterna, grembo e patria di ogni nostro agire, mentre nella celebrazione dei sacramenti è l’intero scandirsi della vita e della storia umana che viene raggiunto e plasmato dalla Grazia che salva. In particolare, la Parola si fa carne del Signore nell’Eucaristia, culmine e fonte di tutta la vita della Chiesa, centro della comunità e della sua missione…

19. Il senso della vita

Dalla fede professata, nutrita dalla Parola di Dio e dall’Eucaristia, emerge quel senso della vita, che si può sintetizzare nella frase di Sant’Ambrogio: «Tutto è Cristo per me”. Il cristiano è colui che sempre e dappertutto si sforza di essere con Cristo e di vivere per Cristo nella sequela di Lui. Questo significa vincere il senso di vuoto e di insignificanza che tante volte ci tenta e confessare con la vita Colui che sconvolge continuamente le nostre attese e proprio così dà pace al nostro cuore inquieto. Egli ci sussurra dalla croce: “Sarai con me in Paradiso!” e ci dà così la speranza certa che un giorno saremo con Lui.

20. Tu sei il mio tutto!

Accogliendo sempre di nuovo il dono di Dio, vorrei confessare insieme con te la gratitudine e la gioia che esso suscita in me, nonostante me stesso e tutte le mie povertà:

Mio Dio, tu sei il mio tutto!

Ti adoro,

Ti amo con tutto il cuore,

Ti ringrazio di avermi creato

e di avermi chiamato

ad essere Tuo figlio in Gesù Cristo

per mezzo del battesimo,

facendomi membro vivo di questa Chiesa ambrosiana,

conservandomi fino a questo momento nel Tuo amore

per la grazia dello Spirito Santo.

Ti offro la mia confessione di lode, 

piena di gratitudine e di speranza, 

e desidero vivere

secondo la fede ricevuta nel battesimo, 

pregando, amando, soffrendo e morendo 

come ha vissuto, amato, pregato, sofferto 

ed è morto per noi

il Tuo Figlio Gesù Cristo,

nel quale anch’io sono Tuo figlio,

come Tu mi sei Padre in Gesù, mio Signore, 

nello Spirito di verità e di amore,

nella comunione della Chiesa cattolica, 

vissuta in questa Chiesa di Milano.

 

 

Capitolo terzo

RECEPTIO: 
L’ACCOGLIENZA DEI DONI RICEVUTI

3158667088.jpg21. Il soggetto della “Receptio”

Chi sono io che ricevo questi doni di Dio? Un uomo che sente la fatica della condizione umana, segnata dall’ingiustizia e dalla fragilità, dall’inadeguatezza e dall’incompetenza; un essere fragile e in ricerca, che ho descritto nella prima parte di questa Regola (Interrogatio) e che sempre ha bisogno di essere sostenuto, nutrito, rianimato dalla misericordia e dalla salvezza che ci sono date in Gesù Cristo.

22. La “Receptio” anzitutto nella preghiera

Questi doni, ricevuti nella Traditio, sono gratuiti, immeritati e inattesi. Il luogo in cui questa gratuità si manifesta, in cui i doni di Dio ci raggiungono nell’oggi e cambiano il nostro cuore è anzitutto la preghiera, sia personale che liturgica. Bisogna però cominciare con qualcosa di molto semplice: le preghiere del mattino e della sera e quelle brevi invocazioni durante la giornata C’Signore, aiutami!”; “Signore, abbi pietà di me!”…) che ci “attaccano” a Dio quando stiamo scivolando sulla parete ripida della quotidianità.

23. Che cosa è la preghiera?

La preghiera è anzitutto risposta alla Parola di Dio che per prima mi interpella e che mi raggiunge nella mia debolezza, ma anche nel mio silenzio e nella mia disponibilità all’ascolto. La preghiera è lasciarsi accogliere nel mistero santo, andando per Cristo nello Spirito al Padre: il cristiano più che pregare un Dio, straniero e lontano, prega in Dio, prega nascosto con Cristo nella Trinità, sorgente e grembo di vita. Quando preghi, allora, più che pensare di essere tu ad amare Dio, lasciati amare da Lui, docilmente, ciecamente, tutto abbandonandoti in Lui, tutto affidando a Lui, in spirito di lode e di rendimento di grazie. Chiediti con me: trovo dei momenti in cui mi metto a tu per tu con Dio, lo ascolto, mi apro a Lui?

24. Preghiera, Sacramenti, Parola, Carità

Da sempre, e sul modello ispirato da Sant’Ambrogio, la Chiesa milanese ha dato grande importanza alla celebrazione dei divini misteri, preceduta e seguita dalla proclamazione del messaggio di salvezza nell’annuncio e nella catechesi e al tempo stesso ricca di frutti di carità vissuta. Preghiera, Parola, Sacramenti, esercizio della carità costituiscono così il tessuto della Receptio, il terreno nel quale riceviamo ogni giorno nella Chiesa i tesori della rivelazione divina e li accogliamo nel nostro cuore inquieto e resistente.
In particolare, l’unità del Mistero proclamato, celebrato e vissuto viene sperimentata attraverso la preghiera della liturgia delle ore, “diurna laus” ricevuta dalla ininterrotta testimonianza della fede dei nostri Padri, in cui tutta la vita del cristiano è custodita con Cristo in Dio e il tempo santificato in ogni sua espressione. Questa preghiera liturgica della Chiesa è nutrimento prezioso del cammino della santità, da raccomandare ad ogni battezzato.

25. La Parola accolta nella “Lectio divina”

Aiuto indispensabile per vivere nella concretezza del nostro tempo la vocazione cristiana è l’ascolto perseverante della Parola di Dio, che apre il cuore a ringraziare Dio dei Suoi doni nel dialogo della fede, fa riconoscere e discernere nel pentimento i peccati che appesantiscono la vita quotidiana e consente di riconoscere le vie di Dio per noi e di rinnovare il nostro sì alla Sua chiamata. Nasce così la Lectio divina che riceve con attenzione e riverenza le parole e i gesti del Figlio (lectio: lettura), in essi ricerca il messaggio perenne che viene dal silenzio del Padre (meditatio: meditazione) e si offre all’azione dello Spirito per entrare nel cuore della Trinità (contemplatio: contemplazione) e imparare a vivere e a scegliere secondo Gesù Cristo, Parola del Padre, Unto dallo Spirito (actio: azione). Sarai felice se ti impegnerai a fare la Lectio possibilmente ogni giorno.

26. La Scuola della Parola

La Scuola della Parola è stata voluta per aiutare in particolare i giovani a fare la Lectio divina e così ad accogliere il grande dono che il Signore ci ha fatto comunicandosi a noi nella rivelazione e a discernere la Sua volontà sulla nostra vita.

27. La vita sacramentale

«Tu ti sei mostrato a me faccia a faccia, o Cristo: io ti trovo nei tuoi sacramenti» (Sant’Ambrogio, Apologia del profeta Davide, 12, 58): nei Sacramenti è Cristo che si fa presente e viene ad incontrare la vita dei cristiani e la storia in cui essi sono posti. Nella parte precedente (Traditio) abbiamo già ricordato il posto fondante del battesimo e la posizione centrale dell’Eucaristia. Qui richiamerò brevemente qualche altro aspetto della vita sacramentale.

28. Il sacramento della penitenza

Decisiva per il discernimento della volontà di Dio su ciascuno è la purezza di cuore: “Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio» (Mt 5,8). Chiedo perciò a te che leggi questa Regola di vita di celebrare con fiducia il sacramento della riconciliazione o penitenza, nel quale riconoscere gli innumerevoli doni del Padre nel cammino della tua esistenza (confessio laudis), confessare umilmente ciò che non va nella tua vita, ciò che tu vorresti che non ci fosse stato e che non ci fosse oggi (confessio vitae) e professare la tua fede nella infinita e sempre presente misericordia del Padre che ti perdona per la parola della Chiesa (confessio fìdei). Ti consiglio di rinnovare frequentemente questo incontro con il Padre della misericordia attraverso il ministero di riconciliazione nella Chiesa.

29. L’accompagnamento spirituale

L’incontro costante con una guida spirituale, saggia ed esperta nelle cose di Dio, anche al di là del sacramento della penitenza, è sostegno prezioso nel cammino di santità vissuto nel quotidiano. La vita di tanti nostri santi ambrosiani lo dimostra.

30. La confermazione

Se la regola di vita del cristiano è anzitutto il dono dello Spirito, si comprende quanto sia importante il sacramento della confermazione, in cui il sigillo del Consolatore rende il credente capace di testimoniare in pienezza il dono di Dio nelle diverse situazioni della vita: “Hai ricevuto il sigillo spirituale, lo spirito di sapienza e di intelletto, spirito di consiglio e di virtù, spirito di conoscenza e di pietà, spirito del santo timore: conserva quanto hai ricevuto. Ti ha segnato Dio Padre, ti ha confermato Cristo Signore e lo Spirito come pegno si è dato al cuore del tuo cuore.- (Sant’Ambrogio, Sui misteri, 7, 42).

31. Vita secondo lo Spirito

Chiedo perciò a tutti i figli della Chiesa ambrosiana di valorizzare al massimo nella loro vita questo sacramento dello Spirito, sia che lo abbiano già ricevuto, sia che si stiano preparando ad esso. Vivere secondo lo Spirito significa lasciarsi guidare dal dono di Dio, confortati e sostenuti in ogni situazione dalla cel1ezza della presenza fedele di Gesù, che non viene mai meno alle Sue promesse. Lo Spirito Santo attualizza nel tempo la vicinanza del Signore Gesù e lo fa vivere per la fede nei nostri cuori, aiutandoci ad esprimere la conformità a Cristo ricevuta in dono nel battesimo.

32. La Messa domenicale

Chi ascolta fedelmente la Parola e si lascia condurre dallo Spirito si dispone a celebrare con frutto nel giorno del Signore l’Eucaristia, che ci fa Chiesa, perché riattualizza nella nostra vita e nella storia il dono della nuova alleanza. Questo incontro domenicale è stato vissuto come fondante, e perciò come indispensabile, fin dalla Chiesa degli Apostoli: oggi, in un contesto di secolarizzazione, è più che mai necessario.
E una più frequente partecipazione, anche durante la settimana, alla mensa della Parola e del Pane di vita aiuterà straordinariamente la crescita della fede, della speranza e della carità e ci farà passare attraverso il deserto dell’incredulità contemporanea con animo sereno e volto gioioso.

33. I sacramenti della comunione ecclesiale

All’esigenza di porre la propria vita al servizio della comunità risponde in modo particolare il dono che il Signore ci ha fatto nei sacramenti del servizio della comunione, che sono l’ordine e il matrimonio. Attraverso di essi la grazia divina soccorre e consacra i vincoli che si stabiliscono nell’ambito della comunità. Perciò questi due sacramenti conferiscono una missione specifica al servizio dell’edificazione del popolo di Dio.

34. Il discernimento vocazionale

Al discernimento della vocazione di ogni battezzato in rapporto sia a queste due forme sacramentali sia a ogni scelta significativa e seria della vita la Chiesa ambrosiana dedica particolari energie. Ogni persona infatti si realizza se riesce a capire e a vivere il disegno unico che Dio ha su di lei. È necessario perciò che tutti i fedeli riconoscano l’importanza decisiva del discernimento vocazionale e si adoperino perché ciascun battezzato possa crescere nella comprensione della chiamata di Dio e nella realizzazione fedele del progetto del Signore, nella scelta della vocazione alla famiglia o della vita consacrata o della missione presbiterale.

35. Scambio tra le diverse vocazioni

Ritengo una vera grazia, da coltivare e promuovere, lo scambio di doni e di ricchezze spirituali che si può realizzare tra diverse vocazioni nella Chiesa, in particolare tra le varie forme di vita consacrata mediante la professione dei consigli evangelici e gli altri ministeri presbiterali, diaconali e laicali. Questo scambio si attua nel dialogo, nella collaborazione e nella preghiera comune.

36. Il sacramento dei malati

Alla debolezza e fragilità della creatura umana nel tempo della malattia grave e dell’infermità prolungata viene incontro ancorauna volta il Signore nel sacramento dell’unzione degli infermi. Esso manifesta la vittoria del Signore sul peccato e sulle sue conseguenze. Gesù infatti «andava attorno per le città e i villaggi… curando ogni malattia e infermità” (Mt 9, 35). Anche agli Apostoli è dato il potere di «scacciare gli spiriti immondi e di guarire ogni sorta di malattie e d’infermità” (Mt 10, 1).

37. Il valore salvifico del dolore

Riscoprire nella nostra vita ecclesiale il significato di questo sacramento porta anche a riflettere più in generale sul valore salvifico del dolore, vissuto in Cristo e con Lui per la salvezza del mondo. La compassione fattiva e discreta verso i sofferenti, la solidarietà per aiutarli a vivere essi stessi con fede il loro dolore sono aspetti decisivi di questa riscoperta della nostra crescita nella sequela di Gesù umile, povero e crocifisso.

38. Dalla “Receptio” un modo di essere Chiesa oggi

Così la nostra Chiesa di Milano si sforza di recepire i doni del Signore per mostrare che anche in una società tecnicizzata e urbanizzata è possibile promuovere comunità che vivano il Vangelo nella semplicità e nella gioia. Questi doni sono per tutti i nostri battezzati, ai quali dobbiamo offrire cammini semplici di vita secondo lo Spirito perché continui a fiorire quella “santità popolare” che tanti frutti ha dato e continua a dare fino ai nostri giorni. Ti invito perciò a pregare così con me:

Signore Gesù,

Tu sai come io avverto

la fatica della condizione umana,

il peso dell’ingiustizia e della fragilità, 

dell’inadeguatezza e della paura di amare: 

grazie per essermi venuto incontro

nella Tua Parola e nei Sacramenti;

grazie per avermi accolto con Te

nel cuore del Padre,

attirandomi nello Spirito

a vivere il deserto fecondo della preghiera, 

dove parli al cuore del mio cuore.

Fa’ che io sappia ricevere sempre

con attenzione e riverenza le Tue parole, 

per entrare attraverso di esse

nel mistero santo di Dio,

e camminare nei sentieri del silenzio, 

sotto la guida e nel conforto dello Spirito. 

Aiutami ad attingere continuamente 

l’acqua viva della Tua grazia

alle sorgenti sacramentali della Chiesa,

e donami l’umiltà e la docilità di cuore 

perché accetti di lasciarmi guidare

con fiducia e con amore

da chi mi offri come maestro e pastore 

nelle vie della fede.

Rendimi vigile e attento

nel discernimento della volontà del Padre, 

perché io possa in tutto

portare a compimento

la vocazione con cui da sempre Lui

mi ha voluto e mi ha amato.

Nell’ora del dolore e della prova

donami la certezza di non essere solo, 

ma di saperTi e volerTi vicino,

per vivere con Te la mia offerta

nella sequela umile e fiduciosa di Te. 

E fa’ che da questa accoglienza 

perseverante e fedele dei Tuoi doni 

io sia generato sempre di nuovo 

come figlio della luce,

e sappia percorrere

con i miei compagni di fede e di vita 

cammini di santità,

che facciano di noi il Tuo popolo 

risplendente di luce e di speranza.

CARLO MARIA MARTINI – REGOLA DI VITA DEL CRISTIANO 2 e 3ultima modifica: 2013-03-02T19:59:00+01:00da meneziade
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