I primi scritti sul Volto di Cristo hanno per argomento la bellezza e la sofferenza del Volto di Gesù e sono dei Santi Padri.
Essi commentano il versetto del Salmo 44,3: “Bellissimo fra tutti i figli degli uomini Gesù fù bello e glorioso ad un tempo, come apparve nel giorno della trasfigurazione sul Tabor: bello e sofferente, vittima innocente per i peccati del mondo.
La proibizione delle immagini, come si ha dalla storia, ebbe origine per l’eccessivo timore d’idolatria. Tale paura svanì gradatamente e il culto delle immagini rifiorì quando il Concilio di Nicea (A. 787), giustificò solennemente il culto delle sacre immagini.
Da quel tempo inizia l’era aurea del Sacro Volto di Cristo e se ne dilata e approfondisce la devozione per tutta la Cristianità.
A Lucca, in Toscana, si dà il nome di Santo Volto, a un Crocifisso in legno intagliato, la cui figura di una meravigliosa bellezza è oggetto particolare della pubblica venerazione. Sono mille e duecento anni che si onora il Santo Volto.
Questo Crocifisso viene attribuito a Nicodemo che fu discepolo del Divin Maestro e con Giuseppe d’Arimatea lo calò dalla Croce dopo la Sua morte e gli rese gli onori della sepoltura.
Avendo Nicodemo esercitato l’arte d’intagliatore si accinse a riprodurre coll’intaglio il mistero dell’Uomo-Dio sospeso ed elevato in Croce. Per riprodurre la forma del Cristo non doveva che riferirsi alle sue recenti memorie. Egli aveva reso gli estremi uffici al corpo adorabile del Redentore, lo aveva toccato con le sue mani, staccato dalla croce e deposto nel sepolcro. I lineamenti del Divin Crocifisso contuso e sfigurato dalla morte e dai patimenti, erano restati profondamente impressi nella sua memoria. Egli volle rappresentarlo come lo aveva veduto con i suoi occhi. La tradizione racconta che avendo terminate le altri parti del Crocefisso, ad eccezione del capo, il valente artista si sentì in difficoltà a modellare questa parte del Corpo Divino che era la più importante di tutte. Certamente egli aveva nello spirito e nel cuore i lineamenti incancellabili del suo diletto Maestro, tuttavia disperava di uscirne bene e allora ricorse a una fervorosa preghiera. Improvvisamente fu preso dal sonno e quando si svegliò corse a guardare il suo lavoro e con grande meraviglia e commozione constatò che il Volto era stato modellato e condotto a termine “dalla mano di un Angelo”. Esso è meravigliosamente intagliato e riproduce la Maestà, il dolore e la misericordia dell’Uomo-Dio sulla Croce.
Un santo Vescovo piemontese, Gualfredo, che dimorò a lungo in Palestina ebbe la rivelazione della misteriosa Immagine del Redentore, e per sottrarla agli infedeli la imbarcò su una nave la quale, per ragioni misteriose si fermò in direzione di Lucca dove è tuttora venerata nella cattedrale. E’ ben noto che i fedeli ricevessero molte grazie e venissero salvati nei pericoli e nelle calamità.
La devozione al Volto Santo di Lucca non è che l’espressione dell’amore dei nostri fedeli all’umanità di Cristo sofferente.
Egli è in Croce e dalla Croce guarda amorevolmente i Suoi figli e li consola, li sostiene nei travagli della vita, negli immancabili patimenti, nella lotta quotidiana contro le forze del male.
La devozione al Volto Santo di Gesù è antica quanto la Chiesa, perché nata dalla contemplazione del Crocifisso.
Da Santa Geltrude e Santa Matilde a Santa Teresa di Gesù Bambino, da S. Francesco alla Beata Angela da Foligno e S. Maria Maddalena De’ Pazzi, da Santa Gemma Galgani alla Serva di Dio Suor Maria Saint-Pierre carmelitana di Tours e il Servo di Dio Leone Papin Dupont. Ancor oggi però non mancano le anime pie, generose ed eroiche, che imitano e ripetono l’affettuoso gesto della Veronica, recando conforto a Gesù, col ricambio d’amore, riparando con la propria immolazione a tante iniquità.
Tra queste: la Serva di Dio Madre Maria Pierina de Micheli, figlia dell’Immacolata Concezione di Buenos Aires, la Venerabile Madre Maria Pia Mastena, fondatrice della Congregazione delle Religiose del Santo Volto, la Serva di Dio Suor Maria Concetta Pantusa e Madre Flora, il Beato Padre Gaetano Catanoso, il Servo di Dio Padre Abbate Don Ildebrando Gregori.