UN ANNUNCIO

fede.jpgLe cose proprio non vanno bene… oppure vanno, ma non come dovrebbero… insomma, la vita non è proprio il massimo. Però ci accontentiamo, visto che c’è chi sta peggio!Questo il responso medio riguardo alla vita di ognuno!

Stupisce come questo discorso, spesso, infastidisca. Ma siamo in pochi ad ammetterlo veramente, poichè l’orgoglio protegge l’uomo dalla verità. L’orgoglio ottura le orecchie, rende l’uomo sordo ad ogni stimolo esterno volto a richiamare l’attenzione sui propri fallimenti. Non vuoi ammettere, caro amico, che la tua condizione esistenziale vive numerosi fallimenti, disillusioni, paure, tamponamenti, ripieghi, rattoppi, autoconvinzioni, rancori, traumi… cose alle quali noi ovviamo con un disperato tentativo di poter dire “Tutto sommato non posso lamentarmi!”. Questo “Tutto sommato” ti va stretto, amico mio: nel tuo cuore echeggia un bisogno irrinunciabile di pienezza, perchè l’uomo è fatto così: non si accontenta, brama la pienezza, il grosso, la vittoria, l’infinito. Il fatto che tu sia seduto a leggere queste righe testimonia che tu già vivi un “Tutto sommato non posso lamentarmi!”… eppure, malgrado ti sia molto difficile riconoscerlo… non ti basta.

Saresti avvantaggiato nel riconoscerti in questa insoddisfazione… tuttavia provo ad immaginare un cuore restio a concordare, un cuore pronto a ribattere: “Uffa! La solita nenia. Non abbiamo abbastanza problemi, vogliamo crearcene altri”… no, amico, non stiamo creando problemi: li hai già e sono proprio questi.

Sei libero di rinunciare a questa lettura, ne hai diritto. Però la parte più vera di te sa benissimo che, qualora oggi tu sia di buon umore, un non nulla può sconquassarti l’equilibrio. Un piccolo insulto, o un imprevisto può farti sbuffare e incollerire. E allora? Non vedi quanto sudiamo per strappare alla vita… nient’altro che un delicato equilibrio da custodire, affinchè non vada immediatamente stravolto da uno stress e una collera pronti a invadere il nostro animo? Quale felicità? Dov’è la felicità? Non esiste…

E, nel caso tu dovessi essere un tipo irremovibile ai problemi, tranquillo, sereno davanti a ogni cosa… il classico carattere che invidia lo stressato… beh, peggio! Con decine di probabilità hai indurito il cuore. Sei diventato irreattivo, pur di non soffrire. Hai rinunciato a una parte di te, quella emozionale, quella sensibile.

Arroganza! Il sapore apparente di queste parole, che vorrebbero pretendere di parlare di te senza neppure conoscerti. Pensa quel che vuoi, amico, ne hai pieno diritto, ma sta’ certo che queste parole toccano tutti, te incluso. Hanno toccato anche me, perchè l’uomo è così: un recipiente infinito destinato a sentirsi sempre vuoto, tentando di colmarsi di ogni minima cosa, allettante o meno, da sgraffignare alla vita e a chiunque capiti sotto le nostre mani.

Vivi in un misto di attriti e conti non pagati nei confronti della vita. Hai vissuto dei traumi che già in tenera età ti hanno dato un pessimo benvenuto al mondo. Hai perso le prime gare con gli altri. Hai provato la noia di vivere in un contesto che non corrisponde per nulla a quello che sognavi, anche se non sognavi nulla di che. Hai vissuto l’incomprensione e la delusione degli uomini a te più cari. Hai vissuto l’amara perdita di una persona importante, quella perdita che ti ha fatto dire “Dio, dove sei adesso?”. Hai sperimentato l’insopportabilità del prossimo e i fardelli che gli altri ti pongono sulle spalle, non appena sei entrato un pò di più in loro. Hai sperimentato la pazienza, la sopportazione, l’amarezza, la tristezza… e, infine, ce l’hai fatta, non è così? Hai imparato dalle mazzate della vita come scansarti i problemi, come tamponarli o come combatterli. I luoghi comuni, norme di esperienza saggia dei padri, ti hanno insegnato quelle sapienti genialate su come strapparti quelle piccole soddisfazioni che ti sei preso per poter avere qualcosa di te da raccontare con vanto a qualcuno, pur di dire al mondo “Io esisto!”.

Quei luoghi comuni non servono a un tubo, amico, e il risultato è che tutto ciò che finora ti ho detto riguardo al tuo vissuto (sarai senz’altro concorde con me di aver vissuto almeno alcune delle piccole tristezze poco fà elencate), tutto ciò che di triste hai provato, nel tuo cuore non si è spento affatto. E’ lì, in te, pronto a gestire e dirigere i tuoi atti, pronto a sfoderare tutte le tue più impazzite armi di difesa verso i pali contro cui hai sbattuto mentre eri al buio. Questi i tuoi stratagemmi con i quali ti fai avanti verso la vita, verso il futuro. Questa la sapienza tua e dei tuoi padri, questa la cultura che tramanderai ai tuoi figli o amici: come difendersi, come strappare piccole soddisfazioni alla vita… già, perchè la felicità è fatta di piccoli attimi, la vera felicità non esiste, è un’utopia. Altro luogo comune mendace e perdente, sulla bocca della maggioranza!

La minoranza, invece, sostiene che la felicità vive in quei traguardi irraggiungibili destinati solo a pochi raccomandati o fortunati, figli di gente che conta o pochi furbi che sanno muoversi e riescono a conquistarsi ingegnosamente quella posizione di gloria riservata a pochi eletti.

Il resto è mediocrità. Chi si accontenta gode. Altra sciocchezza, amico! Ci hanno insegnato un mucchio di sciocchezze con le quali speriamo di colmare un infinito vuoto che solo un’infinita pienezza potrebbe colmare. E, ti conviene tenerlo presente, ogni uomo vive questo dramma profondo nel suo cuore, che lo sappia o no! E, se non sono i luoghi comuni a stordirne il dolore, lo è qualche altra novità volta a distrarti da questa sensazione di fallimento e mediocrità: fare sport, appassionarsi a una squadra o a un tipo di musica o romanzi, cinema, teatro, politica, bellezza, sesso o quant’altro. Attenzione, lungi da me condannare tali nobili attività, ma la verità è che spesso esse valgono come distrazione dall’angoscia esistenziale verso cui io, con un pessimo italiano e con molta poca grazia, ti sto richiamando.

Ce l’hai anche tu quest’angoscia, caro amico. Se vorrai ammetterlo, le prossime righe potranno valerti almeno come ottimo spunto di un’appassionata ricerca di un tesoro mai avuto. In caso contrario, evita la lettura di questo noioso post: per te è solo lettera morta!

Perdona la mia presuntuosa sfacciataggine, caro amico, ma non sono capace di usare termini migliori. Non sono un grande autore di parole, nè un ammaliatore di folle. Sono me stesso. Tuttavia ho avuto la fortuna di capire delle cose decisive per la mia vita, per le vite di tutti. Dei chiari contenuti che rendono gli uomini davvero uguali in alcuni atteggiamenti e scelte di base. Sì, ho capito veramente e ringrazio con la mia stessa vita coloro che mi hanno aiutato a capire cos’è la vita, chi sono io, chi sei tu, di cos’è fatto quel vuoto incolmabile tipico di ogni essere umano, cosa può davvero riempirlo, cosa vogliamo davvero noi tutti senza saperlo. Caro amico, tu hai le tue personalissime, uniche sfaccettature della tua persona e delle tue esigenze, come ognuno di noi. Tuttavia (lo stesso Freud concorda!), una serie di moventi comuni a tutta l’umanità determinano i nostri pensieri, i nostri atti e le loro conseguenze sulla nostra (misera) vita.

La buona notizia che ti porto è che la felicità esiste, amico, io l’ho conosciuta e sto spendendo tutta la mia vita per sprofondarci sempre più e metterla a conoscenza di chiunque, a buon diritto di tutti!

Parlerò, nei prossimi post, di dettagli e spunti per avvicinarla a pieno titolo. Non sarà psicologia spicciola e mediocre, come forse stai immaginando, nè sarà alta sapienza da libroni accademici, nè tantomeno roba da comprare o scrutare assuefacendosi ai soliti gironi settari New Age che gravano attorno a santoni e guru che, Citizen al polso, vengono a proporti iscrizioni e partecipazioni settarie.

Nulla di tutto ciò. Io e te forse non ci conosceremo mai, non avremo mai a che fare insieme. Saranno solo riflessioni, parole semplicissime capaci di aprire gli occhi, capire segreti che da sempre urlano nelle nostre vite, ansiosi di esser carpiti, ma che, stranamente, nessuno da solo riesce a carpire.

Riflessioni, parole semplicissime che, nel corso della storia dell’umanità, sono state seguite da alcuni che ci hanno creduto; costoro hanno testimoniato con parole e con la loro stessa vita di provare una pienezza, una realizzazione, una felicità, una conoscenza delle cose magnifica. Altro che soldi, gloria, soddisfazioni e quant’altro. Costoro hanno garantito che tale tesoro è davvero accessibile a tutti… e il sottoscritto, che fino a qualche anno fa si riteneva un depresso inguaribile, è perfettamente d’accordo!

Avrai sufficiente curiosità da passare ogni tanto su questo blog, se pur solo per verificare quest’invasato cos’ha di sciocco da dirti? Se avrai questo briciolo di voglia, ti aspetto nei prossimi blog. In cambio io ti assicuro tutta la mia umiltà, cura, attenzione e dedizione su come poter ottemperare a questo difficile compito che mi è stato consigliato di svolgere e farò tutto il possibile per esserne in grado.

UN ANNUNCIOultima modifica: 2011-11-14T10:29:00+01:00da meneziade
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