CARLO MARIA MARTINI. PREGHIERA CON L’EVANGELISTA LUCA.

 

2-Evangelista_Luca.jpgNel settembre 1980 l’Arcivescovo di Milano indirizzava al clero e ai fedeli della diocesi ambrosiana la sua prima lettera pastorale dal titolo: “La dimensione contemplativa della vita” La risonanza che ebbe indicava che era la risposta ad una attesa e nacquero iniziative un po’ ovunque.

Un gruppo di giovani dell’Azione Cattolica chiese all’Arcivescovo di insegnare loro a pregare, pregando insieme a loro. Così è cominciata la scuola di preghiera in Duomo, il primo giovedì di ogni mese, che si è conclusa nel giugno del 1981. Questi giovani hanno desiderato offrire a tutti la loro esperienza con l’Arcivescovo raccogliendo in un volumetto le meditazioni.

Non si tratta quindi di un libro sulla preghiera, ma di una preghiera vissuta: ciò spiega l’immediatezza di queste pagine. Non si è nemmeno cambiato il tono colloquiale, perché avremmo tradito quello che è avvenuto in Duomo.

Le meditazioni qui raccolte erano precedute da canti e da letture bibliche. Alla Parola di Dio faceva seguito un tempo di silenzio e, per chi lo desiderava, il sacramento della penitenza. Si terminava con una preghiera comunitaria. Tutto questo non si può trasmettere.

Perché allora questa pubblicazione? Per due motivi. Da un po’ di tempo vengono editi molti libri sulla preghiera. Ciò significa che sta nascendo la consapevolezza che se la chiesa ha sempre bisogno di rinnovarsi, di {p8 tempi di riforma, ha ancora più bisogno che venga, e duri a lungo, il tempo della contemplazione.

Spesso però si leggono libri che parlano della preghiera come di una scienza da acquisire con i propri sforzi, oppure parlano solo dei metodi di preghiera. Al termine della lettura ci si può ritrovare smarriti in sentieri complicati: e il desiderio di imparare a pregare rimane ancora una volta deluso.

Qui, invece, l’Arcivescovo prega, con semplicità, ad alta voce e trasmette una vita. La preghiera, infatti, si identifica con la vita, anzi, si identifica con la fede in Cristo. La fede è dono ed insieme partecipazione alla fede di Gesù nel Padre; la preghiera cristiana è dono ed insieme partecipazione alla preghiera di Gesù al Padre.

Cristo è il solo Orante e ci invita ad entrare nella sua preghiera, immedesimandoci in lui attraverso il suo Spirito che in noi prega e ci rende capaci di preghiera. Non è vero, come a volte diciamo, che non sappiamo pregare: fatti oranti nel Battesimo, dobbiamo prendere coscienza che lo Spirito è dentro di noi e dice: “Abba, Padre”.

La preghiera è allora una stupenda avventura, un cammino che inizia da quando siamo bambini. Il bimbo che si commuove davanti a Gesù Crocifisso, prega: è lo Spirito Santo che lo fa pregare. La capacità intuitiva del piccolo di fronte alle cose di Dio è un movimento dello Spirito, presente in lui con il Padre e con il Figlio.

Ogni cristiano, però, ha una sua personale e irrepetibile vocazione di preghiera: ciascuno è chiamato ad essere orante in Cristo ma in un modo particolare.

Oggi si tende, inconsapevolmente, a dimenticare questa realtà. La presa di coscienza postconciliare della preghiera liturgica e comunitaria fa spesso dimenticare la dimensione personale dei singoli. La preghiera comunitaria non può esaurire la preghiera di un cristiano. Perché: “prima ancora che parola, prima ancora {p9 che pensiero formulato, la preghiera è percezione della realtà che immediatamente fiorisce nella lode, nell’adorazione, nel ringraziamento, nella domanda di pietà a colui che è la fonte dell’essere” (La dimensione contemplativa della vita, p. 22).

“Davanti al Padre, che è la sorgente della mia vita e il mio traguardo, davanti al dramma di un destino che è giocato una volta per tutte, davanti al sì e ai no che decidono della mia sorte eterna, ci sto io, non il gruppo, la classe, la comunità. Non sono solo perché lo Spirito domanda in me e per me ciò che io non so chiedere e il mio Salvatore mi sta accanto, mi avvince a sé, mi partecipa i suoi sentimenti filiali. Ma nessuno può sostituirmi in questa impresa.

Anche se vivo, decido, prego in una comunità di fratelli che mi sostiene, mi rianima e spiritualmente mi dilata, resto sempre io in definitiva, a correre il rischio della decisione, ad affrontare l’avventura difficile ed inebriante della vita di preghiera” (ib’, pp. 25-26).

L’Arcivescovo, nella sua preghiera in Duomo, ci fa comprendere con limpidezza tutto questo.

CARLO MARIA MARTINI.jpgC’è un secondo motivo. Gesù, il solo Orante, riassume in sé tutte le preghiere dell’Antico Testamento e tutte quelle dopo di lui. Perché la preghiera è un mistero di incarnazione, è un mistero che tende a radicarsi in noi assumendoci nella sua dimensione misteriosa e trasformandoci. Non si può giungere alla consapevolezza di essere in Cristo degli oranti se non partiamo dalla Parola di Dio. Di fronte alla Parola di Dio noi siamo ottusi e opachi: abbiamo occhi e non vediamo, orecchie e non udiamo. Recitare un Salmo o ripetere il Magnificat non è ancora preghiera se non diventa ascolto e risposta al Dio che parla per primo.

La Parola di Dio non è semplicemente uno “spunto” per la preghiera: è già preghiera.{p10 Le meditazioni dell’Arcivescovo sono assai illuminanti al proposito. Esse sono la rilettura, fatta nella sua vita, di alcune preghiere bibliche: il suo modo di pregarle apre a ciascuno di noi orizzonti profondi e sconfinati.

A conclusione degli incontri del Duomo l’Arcivescovo ha detto che per lui “è stata una delle esperienze più belle dell’anno” in cui ha sentito “la chiesa come chiesa”

Possa questa raccolta aiutare chi legge a crescere nella coscienza che la chiesa è se stessa soprattutto quando prega e che, come cristiani, esistiamo o scompariamo con la preghiera.

INTRODUZIONE

Desideriamo percorrere insieme un “itinerario di preghiera” con il Vangelo di Luca perché Luca è l’evangelista che più ci parla della preghiera. La preghiera che Gesù faceva sul far del giorno, in un luogo deserto (4,#42), oppure la preghiera di notte, sulla montagna (6,#12), e la preghiera durante il Battesimo.

Il Vangelo di Luca parla anche della nostra preghiera: racconta la parabola dell’amico importuno (11,#5-8), quella della vedova e del giudice disonesto (18,#1-8) per dirci che è necessario pregare sempre, senza stancarci.

Oltre a queste indicazioni, Luca presenta degli esempi di preghiera: su questi esempi noi rifletteremo. Sono tre preghiere di Gesù: l’inno di giubilo, la preghiera di Gesù nell’orto, la preghiera di Gesù sulla croce. Tre preghiere degli uomini: il Magnificat della Vergine, la preghiera di Simeone e la preghiera del cristiano, il “Padre nostro”. Da ultimo rifletteremo su una preghiera della comunità cristiana, riportata da Luca negli Atti degli Apostoli.

Prima di incominciare a pregare dobbiamo renderci conto delle difficoltà particolari che può incontrare la nostra preghiera, di ciò che può impedire al nostro spirito di essere in sintonia con lo Spirito di Dio.

Una difficoltà che io sento molto, in questi giorni, è il pensiero delle sofferenze di tanti nostri fratelli. E, ancora di più, il pensiero di coloro che, di fronte agli avvenimenti dolorosi, restano turbati nella loro fede e si domandano perché Dio non interviene.{p12 Questa, ed altre difficoltà che possiamo sentire, credo vadano superate portando tutto ciò che abbiamo dentro, nella preghiera, perché altrimenti la nostra non sarebbe una preghiera vera, ma artificiale e separata dalla vita. Nel silenzio e davanti a Dio, esprimiamo ciò che proviamo, la stessa difficoltà di metterci di fronte a lui e nel conoscere il Dio che si è rivelato in Gesù crocifisso.

Possiamo iniziare dicendo: “Signore, Dio misterioso, noi ti conosciamo così poco! A volte, poi, abbiamo l’impressione di conoscerti ancora meno. Ci sembra di lottare con te, come Giacobbe lottò con l’Angelo; ci sembra di lottare con l’immagine che abbiamo di te. Non possiamo comprenderti, non riusciamo a capirti.

O Signore, svela il tuo Volto, manifesta a noi il Volto del tuo Figlio crocifisso. Fa che in questo Volto noi possiamo capire qualcosa delle sofferenze che si abbattono su tanta parte dell’umanità. Fa che possiamo conoscerti come tu veramente sei, nel tuo Figlio crocifisso per noi, nella sua morte, nella sua agonia e nella sua risurrezione nella vita”.

Amen.

 

CARLO MARIA MARTINI. PREGHIERA CON L’EVANGELISTA LUCA.ultima modifica: 2013-06-01T22:03:00+02:00da meneziade
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