L’IMITAZIONE DI CRISTO 1

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Presentazione

Ci sono bevande che si bevono, altre che si sorseg­giano. Ci sono libri che si leggono, altri che si medita­no. L’imitazione di Cristo, un piccolo gioiello di teo­logia ascetica e mistica del tardo Medio Evo, non è da leggere, ma da meditare e sorseggiare. Se si accetta così, può cambiare radicalmente la vita di una persona. Maturato in ambiente monastico, di questo ambiente conserva la fragranza e forse anche certi limi­ti: tratta della perfezione della vita cristiana.

LA VITA CRISTIANA

Nel mondo vi sono tante religioni. Tutte propongo­no dottrine da credere, norme etiche da osservare, culti da tributare: sono tutti tentativi dell ‘uomo di raggiun­gere la Divinità. Anche il Cristianesimo è tutto questo, ma possiede una caratteristica che le altre non hanno: è prima di tutto una vita, è la Vita di Dio nell ‘uomo. In tutte le religioni è l’uomo che si sforza di raggiungere Dio; nel Cristianesimo è Dio che viene incontro all’uo­mo: nell’Uomo Cristo Gesù, il Messia è promesso da millenni al popolo d’Israele. Gesù è nato circa duemila anni fa in un remoto angolo della Palestina. Ma Egli non è solo Uomo, è l’Uomo-Dio. La sua Persona, cioè il principio esisten­ziale che lo fa esistere come membro della famiglia umana e lo rende responsabile del suo agire come uomo, è la Persona stessa del Verbo di Dio, la seconda Persona della Santissima Trinità, l’Autore della Vita. Vissuto nel tempo, in un luogo particolare, come ogni altro uomo, è stato crocifisso, è morto ed è risor­to, per rinascere col Battesimo e rivivere la sua Vita in ogni uomo di buona volontà. Come ogni vita, Gesù, divenuto Vita dell’uomo, nel Cristiano viene concepito, nasce, cresce e raggiunge una sua maturità. Ma, mentre ogni vita alla fine muore, Gesù, morto e risorto, non muore più e pone un germe di Vita Eterna in chi Lo accetta nella sua vita. La perfezione di questa Vita risplende nei Santi, che si sono impegnati a farla crescere fino alla sua pienez­za. L’imitazione di Cristo è una proposta per questa Vita, per un cammino di perfezione. Purtroppo, molti Cristiani non si curano della loro crescita spirituale. Preoccupati di mille altre cose (cf Mt 13,1-23), non permettono che Cristo prenda posses­so della loro vita. Ansiosi di possedere le cose del mondo, di godere gli effimeri piaceri della carne, di apparire grandi nella loro breve comparsa sulla scena della vita, trascurano la vera Vita, che è Dio in noi. I mondani, i libertini, anche se hanno una certa fede, quando si tratta della perfezione cristiana, hanno idee false e confuse. Alcuni, per scusare se stessi, con­siderano quelli che essi chiamano “bigotti” come ipo­criti, falsi, peggiori di chi non va in chiesa, perché – dicono -sotto la maschera della pietà, nascondono vizi e mire ambiziose. Altri considerano la perfezione cristiana un’utopia irrealizzabile e pericolosa. Dicono che basta osservare i Comandamenti, voler bene al prossimo, senza perde­re tempo in chiesa, in minuziose pratiche. Tra le stesse persone che vanno in chiesa ci sono effettivamente molte che s’ingannano sulla vera natura della devozione, perché la fanno consistere in un gran numero di preghiere e pratiche esteriori; nel partecipa­re a numerosi movimenti, talvolta trascurando la fami­glia e i doveri del proprio stato, mentre poi si fanno scrupolo, se non leggono tutte le loro preghiere e devo­zioni che si sono proposte di fare. Molte vanno a Messa, fanno la Comunione ogni giorno, ma mancano facilmente di carità, perdono il tempo in chiacchiere e critiche o davanti alla Tv. Altre si danno a digiuni o mortijfìcazioni fino al punto di compromettere la salute. Altre fanno elemosine, ma nfiutano il perdono o non sopportano i “terzomondia­li”. Altre sanno perdonare, ma non fanno i loro doveri di buoni cittadini, come il pagare le tasse. Altre confondono la devozione con il sentimento; credono di essere fervorose, perché pensano di avere visioni (1e visioni possono venire anche da malattie psi­chiche o dal demonio!). Altre si dedicano ad opere di apostolato, ma trascurano i propri doveri familiari. Altre credono che la santità consista in fenomeni straordinari: anche se qualche Santo li possedeva, non era santo per questo… Finalmente, vi sono gli “atei” che hanno da dire la loro sulla perfezione dei Santi. Per loro, la santità è un puro fenomeno psicoanalitico, riducibile all ‘istinto ses­suale. Il sesso non ha nulla a che fare con la santità. I mistici hanno praticato la castità, secondo il loro stato, in grado eroico. Ma riguardo agli atei, forse basta citare le parole di Gesù: “Non date le cose sante ai cani e non gettate le vostre perle davanti ai porci, perché non le calpestino con le loro zampe e poi si vol­tino per sbranarvi” (Mt 7,6).

L’IMITAZIONE DI CRISTO 1ultima modifica: 2010-08-04T13:37:00+02:00da meneziade
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