STORIA E MITO

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STORIA E MITO
LA FIGURA DI GESU’ è sempre stata oggetto di dispute. Nell’ambito cristiano si è sempre discusso della sua natura (questioni cristologiche); per gli Ebrei è un falso profeta, per i Mussulmani un vero profeta ma male interpretato, per i pagani e poi per i non credenti un impostore o anche un “uomo giusto” ma mitizzato e divinizzato dai suoi seguaci.

Fino al 1800 però mai si era dubitato della sua effettiva esistenza storica . Con lo sviluppo però della critica storica, con la ricerca della “fonte” ci si avvide o, meglio,si prese coscienza di un fatto che era sempre stato conosciuto: di Gesù non abbiamo alcuna notizia da fonte non cristiana.

Più precisamente, abbiamo solo un piccolo passo di Giuseppe Flavio, storico ebreo non cristiano che parla di Gesù ma appare chiaro che il passo è una antica interpolazione, segno questo che già nell’antichità si sentiva il bisogno di confermare l’esistenza storica di Gesù.
In un contesto di aspra polemica anticristiana si diffuse la teoria MITICA dell’origine del Cristianesimo: la maggior parte degli storici concluse che Gesù non era mai esistito veramente, ma che si trattava di un MITO creato in una certa cerchia di persone e in seguito, magari in buona fede
o al fin di bene , trasformato in avvenimenti reali.
TEORIA MITICA in un certo ambiente ebraico in fervida attesa di un Messia, cominciarono a circolare delle sentenze, delle massime, delle parabole. Man mano esse vennero attribuite a un personaggio insistente ma del nome comune,Gesù e quindi si cominciò anche a inventare fatti
della sua vita. In seguito poi si misero per iscritto alcuni di questi racconti e si ebbero i quattro Vangeli composti appunto di “fatti” e di “sentenze” e che furono poi in seguito ampiamente rimaneggiati. Altro materiale andò a formare altri Vangeli, quelli che poi furono definiti apocrifi che in parte ci sono pervenuti ,in parte sono andati perduti.
Non si tratta propriamente di una impostura, di un imbroglio deliberato ma di un processo naturale molto comune nella storia, specie nella nascita delle religioni: la mancanza di uno spirito critico (che è cosa propriamente moderna ) fa si gli uomini credano facilmente a quello che viene raccontato, e con il tempo racconti fantastici vengono presi per veri.
I “fatti” narrati vanno allora interpretati non come descrizioni di avvenimenti reali ma come “simboli” di verita etico-religiose, “miti” appunto, come facciamo con i miti pagani: il ratto di Proserpina allude alle vicende delle stagioni, la punizione di Prometeo rappresenta la sete di conoscenza dell’uomo, magari la leggenda di Edipo simboleggia pulsioni incosce.
Si cerca, quindi, la interpretazione di ciascun passo evangelico attingendo alla cultura, alla mentalità, alle attese del tempo.
Abbiamo molte varianti di questa teoria con atteggiamenti di ogni gradazione sia positiva che negativa nei confronti del Cristianesimo. Si trovano poi infiniti collegamenti più meno verosimili con ogni sorta di avvenimenti e aspetti culturali dell’epoca veri o presunti.
Qualche esempio:l’Incarnazione rappresenta la divinizzazione dell’uomo, l’ultima cena rimanda a riti iniziatici orientali in cui ci si ciba magicamente delle carni di un dio. la resurrezione è la rinascita dell’uomo alla verità.
In questa sede non si intende entrare nel merito del valore, del significato storico del cristianesimo, nè delle interpretazioni che si possono dare alla predicazione evangelica ma solo fare il punto sul dibattito , da un punto di vista strettamente scientifico, sulla questione storica, ormai più che secolare: effettivamente è vissuto nel primo secolo della nostra una uomo di nome Gesù detto il Cristo?

STORIA E MITOultima modifica: 2010-10-17T17:21:00+02:00da meneziade
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