EGOCENTRISMO DALL’INFANZIA

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di Enzo Donnarumma

“L’uomo al centro dell’universo”. Questo lo slogan con cui siamo soliti riassumere la complessa e rivoluzionaria ideologia con cui il Rinascimento effondeva il suo spirito culturale innovativo presso intellettuali e artisti del XV secolo.
Rinascimento. Che curiosa coincidenza! Rinascere… L’ironia del linguaggio a volte tradisce involontariamente grandi verità, se si considera che la psiche di un uomo appena nato considera se stesso davvero il centro dell’universo, ostentando tale convinzione fino a che il trauma degli altri lo introduca al concetto di società: tuo fratello o i tuoi compagni d’asilo pretendono di avere la tua stessa importanza e, spesso, riescono ad essere persino più importanti di te nell’esser dati ragione quando litigate, nel ricevere più considerazione o più affetto di te.
Puoi essere alquanto fortunato se dietro questi traumi riesci a intelligere il concetto di giustizia, ma se ciò non avviene le prime sensazioni di depressione cominciano a farsi strada nel tuo mondo emotivo, poiché il mondo ti mette da parte, non ti preferisce, ti considera il secondo, insomma non sei più il centro dell’universo. Fine del rinascimento! Stai crescendo, ti stai perdendo nel labirinto di un formicaio di gente come te che in qualche modo cerca di spalleggiarsi per avere gli avanzi di quella posizione di centralità, nella cui bambagia, anni prima, comprendesti che piangere faceva correre mamma e papà per appagare le tue mancanze e i tuoi desideri.
Che cos’era l’ego nei tuoi primi anni di vita? Quell’ego attraverso cui volevi a tutti i costi avere un giocattolo, senza concederlo a nessuno, per poi lasciarlo a terra dopo averne esaurito la curiosità o il divertimento che ti trasmetteva. Quell’ego che ti ingelosiva quando qualcosa veniva dato nelle mani di tuo fratello o tua sorella, divenendo automaticamente fattore di pretesa da parte tua. Quell’ego che suscitava rancore nel tuo giovane cuore nel momento in cui, per qualche motivo, un genitore non ti dava attenzione. Quell’ego innato che faceva di te la cosa davvero più importante di tutto, più degli altri, l’unica cosa che davvero esistesse.
L’esperienza punisce puntualmente l’ego. Più o meno va sempre così. Esso comincia ad avvertire il sapore amaro della punizione in una critica rivolta a un tuo difetto fisico, in un coetaneo dell’altro sesso non attratto da te, in un riscontro negativo dell’opinione pubblica di un tuo sfoggio di qualità, nell’accusa di esser buoni a nulla, in un’offesa impunita che ti viene inferta da un tuo simile o superiore, nel non guadagnarsi la posizione di capobranco di un gruppo.
Traumi su traumi celati dietro esperienze comuni e meno comuni. Evidentemente, ad esempio, colui che in una comunità è considerato più brutto della media avrà più occasioni di sperimentare l’amarezza di un pugno allo stomaco dell’ego in uno sfacciato “Sei brutto!”; traumi di un vissuto più problematico della media possono maggiormente umiliare l’ego fino a metterlo in condizione di suggerirti che sei diverso dagli altri, unico in qualche modo in meglio (genio incompreso) o in peggio (“Sono una nullità!”).
Parlare in questo modo è alquanto rischioso: si può peccare di superficialità accomunando troppo le infinite sfaccettature dell’esperienza traumatica dell’uomo.
Tuttavia, non volendo simulare un trattato di psicologia, è innegabile esperienza di tutti subire delle profonde ferite all’ego che condizioneranno emozioni e scelte per tutta la vita, nel momento in cui scenderà, nel campo di battaglia dell’esistenza, un guerriero con armatura resistente, armato di spada tagliente e dall’abile contrattacco: l’egocentrismo.
Siamo onesti una buona volta nel chiedere a noi stessi fin quando le nostre vocazioni culturali, professionali, affettive e di tutto il nostro essere siano veramente giustificate solo dalla sincera e coerente passione, o invece condizionate anche da un certo senso di rivalsa sociale nel voler riaffermare se stessi in un mondo che ci ha messo in secondo piano.
Fin quando, dietro i tuoi sogni nel cassetto, non si cela la riconquista di quella gloria che ti spetta e che un mondo di nemici in competizione ti ha strappato?
Fin quando, dietro un parere che esprimi in una discussione, non si cela un desiderio fine a se stesso di stupire gli altri che va oltre il sincero obiettivo di confrontarsi alla ricerca della verità; un desiderio di sfoggio incurante della verità, al punto di calpestarla.
Fin quando, dietro le tue lamentele di una vita sacrificata, dietro la tua impeccabile onestà o educazione non si cela il bisogno di procurarti stima dal prossimo?
Fin quando non cerchi dietro il tutto la riconquista dell’ego perduto?
Quali sono le conseguenze di un vivere egocentrico? Consentimi, ne sono tante, spesso disastrose, tra cui l’angoscia di non sentirti ancora soddisfatto dopo aver raggiunto la tua meta, ammesso che tu ci riesca; oppure la distorsione della realtà, la quale pare ruotare solo intorno a te, oppure pare prendersi gioco di te come un tiranno dispettoso; oppure non saper entrare nella vita sperimentandola così com’è, con imparzialità, ma soffrendone pateticamente come in un sogno opaco velato di continui affanni, amarezze e fatiche spese cercando di comprare a caro prezzo ciò che, in realtà, forse, non ti appagherà mai!
Non parliamo ancora dei danni che arrecherai agli altri; in fondo, stiamo parlando nell’ottica dell’egoismo e mi pare coerente parlare solo delle tue, di scontentezze!
Già, perché in tutto ciò, intanto, sei diventato egoista.
Che cos’è l’egoismo? Di certo è una forma mentis che distorce la realtà: non è possibile che ogni volta che tu ti accanisca contro qualcuno, lamentandoti per torti economici o di scorrettezza umana, tu abbia sempre ragione, gli altri siano sempre in errore. Mai dibatti con qualcuno a suo favore e tuo svantaggio…mai! Puoi esser tu l’unico al mondo ad aver ragione? Certo, se sei egoista, poiché la morfina dell’egoismo distorce le percezioni della vita e non riesci più a vederla così com’è veramente.
“Ciechi”,”Voi che non vedete”,”hai una trave nell’occhio”…le parole di Gesù di Nazareth vogliono segnalarti questa condotta di vita.

EGOCENTRISMO DALL’INFANZIAultima modifica: 2010-12-26T22:50:02+01:00da meneziade
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