VANGELO SECONDO LUCA COMMENTATO 2

775F445C775C5F52.gifI. LA VENUTA DEL SALVATORE GESÙ

Come in Matteo, la venuta di Gesù nel mondo sarà presentata con dei simboli ricchi di poesia, destinati a far comprendere at­traverso le immagini che si tratta di un momento decisivo negli inizi di quella comunicazione tra cielo e terra di cui parla Gio­vanni (1,51). Il Vangelo di Luca si apre con gli episodi dell’infanzia di Gio­vanni Battista e di Gesù. Essi sono abbinati in modo da far spic­care la persona e la missione di Gesù, in contrasto con quella di Giovanni. Questi primi capitoli rivelano una squisita arte lette­raria, ispirata ai modelli degli annunci profetici dell’Antico Te­stamento (Isaia, Malachia, Daniele…) e alle narrazioni bibliche delle origini di Isacco, Sansone, Samuele. Sono frutto di una ri­flessione sviluppatasi in base alle tradizioni conservate in am­bienti giudeo-cristiani. Mirano non tanto a precisare dei fatti, quanto a mettere in risalto la rivelazione anticipata di quello che in essi i discepoli avrebbero intravisto su Gesù e la sua opera so­lo dopo l’illuminazione della pasqua. Non si devono dunque leggere come resoconti stilati nel momento stesso in cui si verifi­cavano i fatti, ma come un’evocazione del mistero di Gesù ac­colto nella fede. Tale evocazione si serve di tutte le risorse della letteratura biblica e della meditazione cristiana posteriore. Le due narrazioni che riguardano l’annuncio di una nascita (Giovanni Battista e Gesù) sono intessute di citazioni bibliche e, ricorrendo a un’usanza classica nell’Antico Testamento, mostra­no che la missione di un uomo che fa avanzare la storia di Israe­le è preparata da un preciso disegno di Dio a favore del suo po­polo. Al realismo dell’apparizione a Zaccaria fa riscontro la di­screzione del messaggio divino che, senza visualizzazione dei fatti, viene trasmesso alla madre di Gesù. Al dubbio molto uma­no del padre di Giovanni si contrappone, una volta che è stata chiarita, la fede senza riserve di Maria. Alla missione del precur­sore, paragonato ad Elia e ripieno di Spirito Santo, fa riscontro la missione del realizzatore, del figlio dell’Altissimo, nato dalla potenza dello Spirito Santo. La scena della visitazione completa il contrasto, ponendo le due madri l’una di fronte all’altra: il bambino dell’una esulta di gioia dinanzi al bambino dell’altra, mentre Maria, nel Magnificat, si esprime a nome dell’intero Israele, che vede spuntare l’aurora della giustizia, dell’ordine, della pace. Anche nella narrazione delle due nascite risaltano i contrasti. Quella di Giovanni viene evocata rapidamente ed è la scena del­la circoncisione, in casa, tra parenti e amici, a comparire in pri­mo piano: Giovanni è l’ultimo profeta dell’Antico Testamento incaricato di preparare la strada del Signore. La nascita di Gesù, lontano dalla propria casa, nella nudità d’una stalla, con ipasto­ri illuminati da Dio, annunzia la missione del nuovo Davide, il pastore che sarà riconosciuto dagli umili (cf 10,21). Della circoncisione c’è solo un accenno. Viene ampiamente svi­luppata, invece, la presentazione al tempio; essa dimostra come Gesù compie, con la sua sottomissione, e supera allo stesso tem­po la legge di Mosè. La sua venuta farà sorgere domande e di­spute insinuando la contraddizione nel più profondo degli spiriti e dei cuori. Anche il cuore di Maria, immagine di Israele, soffri­rà la divisione tra la luce portata da Gesù e gli interrogativi che continuano a sussistere a motivo del modo inaspettato con cui egli risponde alle speranze riposte nel messia. Maria e Giuseppe, quando ritrovano dopo tre giorni il bambino che avevano smarrito, nel sentirlo parlare di Dio come di suo Padre proveranno la stessa meraviglia che sperimenteranno le donne e i discepoli il mattino di pasqua, davanti alla tomba vuo­ta e alla manifestazione inattesa della vita nuova, della presenza inafferrabile e dell’autorità irresistibile del Crocifisso risorto. In tal modo i due primi capitoli di Luca si collegano direttamente agli ultimi tre. Le origini di Gesù si modellano già sul dramma della passione e della risurrezione, costituendo quell’unica realtà che non finisce mai di appassionare gli uomini e di nutrire i cre­denti.

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1Poiché molti han posto mano a stendere un racconto degli avvenimenti successi tra di noi,

2come ce li hanno trasmessi co­loro che ne furono testimoni fin da principio e divennero mini­stri della parola,

3così ho deciso anch’io di fare ricerche accura­te su ogni circostanza fin dagli inizi e di scriverne per te un re­soconto ordinato, illustre Teòfilo,

4perché ti possa rendere con­to della solidità degli insegnamenti che hai ricevuto.

Annunzio della nascita di Giovanni Battista.

Avviene probabil­mente nell’anno 4 a. C. Zaccaria fa parte delle classi sacerdotali incaricate periodicamente di rinnovare la brace e di bruciare l’incenso sull’altare del tempio. Erode, detto il Grande, ha re­gnato dal 37 al 4 a. C. Elisabetta era sterile, come già lo erano state Sara (Gen 18,11), la madre di Sansone (Gdc 13,2) e Anna, madre di Samuele (1Sam 1,5-8; Is 49,1 e 5; Ger 1,5; Dn 8,16 e 9,21; Gen 17,19; Es 30,7; Ml 3,23-24).

5A1 tempo di Erode, re della Giudea, c’era un sacerdote chia­mato Zaccaria, della classe di Abia, e aveva in moglie una di­scendente di Aronne chiamata Elisabetta.

6Erano giusti davàn­ti a Dio, osservavano irreprensibili tutte le leggi e le prescrizio­ni del Signore.

7Ma non avevano figli, perché Elisabetta era sterile e tutti e due erano avanti negli anni.

8Mentre Zaccaria officiava davanti al Signore nel turno della sua classe,

9secondo l’usanza del servizio sacerdotale, gli toccò in sorte di entrare nel tempio per fare l’offerta dell’incenso.

10Tutta l’assemblea del popolo pregava fuori nell’ora dell’in­censo.

11Allora gli apparve un angelo del Signore, ritto alla de­stra dell’altare dell’incenso.

12Quando lo vide, Zaccaria si tur­bò e fu preso da timore.

13Ma l’angelo gli disse: «Non temere, Zaccaria, la tua preghiera è stata esaudita e tua moglie Elisa­betta ti darà un figlio, che chiamerai Giovanni.

14Avrai gioia ed esultanza e molti si rallegreranno della sua nascita,

15poiché egli sarà grande davanti al Signore; non berrà vino né bevande inebrianti, sarà pieno di Spirito Santo fin dal seno di sua madre

16e ricondurrà molti figli d’Israele al Signore loro Dio.

17Gli camminerà innanzi con lo spirito e la forza di Elia, per ricon­durre i cuori dei padri verso i figli e i ribelli alla saggezza dei giusti e preparare al Signore un popolo ben disposto».

18Zaccaria disse all’angelo: «Come posso conoscere questo? Io sono vecchio e mia moglie è avanzata negli anni».

19L’angelo gli ri­spose: «Io sono Gabriele che sto al cospetto di Dio e sono stato mandato a parlarti e a portarti questo lieto annunzio.

20Ed ec­co, sarai muto e non potrai parlare fino al giorno in cui queste cose avverranno, perché non hai creduto alle mie parole, le quali si adempiranno a loro tempo».

21Intanto il popolo stava in attesa di Zaccaria, e si meravigliava per il suo indugiare nel tempio.

22Quando poi uscì e non poteva parlare loro, capirono che nel tempio aveva avuto una visione. Faceva loro dei cenni e restava muto.

23Compiuti i giorni del suo servizio, tornò a casa.

24Dopo quei giorni Elisabetta, sua moglie, concepì e si tenne nascosta per cinque mesi e diceva:

25«Ecco che cosa ha fatto per me il Signo­re, nei giorni in cui si è degnato di togliere la mia vergogna tra gli uomini».

01visitazionedimaria.jpg&t=1L’annunciazione.

Avviene sei mesi più tardi a Nàzaret, piccolo agglomerato senza storia e senza prestigio, che non viene mai nominato nella Bibbia. Le citazioni sono di Sof 3,14; ìs 7,14; e 2Sam 7,1; Es 40,35; Nm 19,18; Gn 18,14.

26Nel sesto mese, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret,

27a una vergine, promes­sa sposa di un uomo della casa di Davide, chiamato Giuseppe. La vergine si chiamava Maria.

28Entrando da lei, disse: «Ti sa­luto, o piena di grazia, il Signore è con te».

29A queste parole ella rimase turbata e si domandava che senso avesse un tale sa­luto.

30L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai tro­vato grazia presso Dio.

31Ecco concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù.

32Sarà grande e chiamato Figlio del­l’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre

33e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine».

34Allora Maria disse all’angelo: «Come è possibile? Non cono­sco uomo».

35Le rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te, su te stenderà la sua ombra la potenza dell’Altissimo. Colui che nascerà sarà dunque santo e chiamato Figlio di Dio.

36Vedi: anche Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia, ha concepito un figlio e questo è il sesto mese per lei, che tutti di­cevano sterile:

37nulla è impossibile a Dio».

38Allora Maria dis­se: «Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto». E l’angelo partì da lei.

La visitazione.

Maria rende visita alla cugina Elisabetta; Maria ha creduto, al contrario di Zaccaria che ha dubitato (Gdc 5,24; Gdt 13,18).

39In quei giorni Maria si mise in viaggio verso la montagna e raggiunse in fretta una città di Giuda.

40Entrata nella casa di Zaccaria, salutò Elisabetta.

41Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino le sussultò nel grembo. Elisabetta fu piena di Spirito Santo

42ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo!

43A che debbo che la madre del mio Signore venga a me?

44Ecco, appe­na la voce del tuo saluto è giunta ai miei orecchi, il bambino ha esultato di gioia nel mio grembo.

45E beata colei che ha creduto nell’adempimento delle parole del Signore».

Il Magnificat.

Maria canta le «grandi cose» fatte da Dio, ispiran­dosi a tutto il filone poetico dell’Antico Testamento, in particola­re al cantico di Anna (ISam 1,11 e 2,1-10), di Isaia (29,19; 4,18-19), dei salmi (89, 98, 103, 107, 111) e Giobbe (12,19 e 5,11).

46Allora Maria disse: «L’anima mia magnifica il Signore

47e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore,

48perché ha guardato l’umiltà della sua serva. D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata.

49Grandi cose ha fatto in me l’Onnipotente e Santo è il suo nome:

50di generazione in generazione la sua misericordia si stende su quelli che lo temono. 51Ha spiegato la potenza del suo braccio, ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore;

52ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili;

53ha ricolmato di beni gli affamati, ha rimandato a mani vuote i ricchi.

54Ha soccorso Israele, suo servo, ricordandosi della sua misericordia,

55come aveva promesso ai nostri padri, ad Abramo e alla sua discendenza, per sempre».

56Maria rimase con lei circa tre mesi, poi tornò a casa sua.

Nascita e circoncisione di Giovanni Battista.

Otto giorni dopo la nascita di un bambino, aveva luogo la circoncisione, segno del­l’alleanza con Dio (Lv 12,3).

57Per Elisabetta intanto si compì il tempo del parto e diede alla luce un figlio.

58I vicini e i parenti udirono che il Signore aveva esaltato in lei la sua misericordia, e si rallegravano con lei.

59All’ottavo giorno vennero per circoncidere il bambino e vole­vano chiamarlo col nome di suo padre, Zaccaria.

60Ma sua ma­dre intervenne: «No, si chiamerà Giovanni».

61Le dissero: «Non c’è nessuno della tua parentela che si chiami con questo nome». 62Allora domandavano con cenni a suo padre come vo­leva che si chiamasse.

63Egli chiese una tavoletta, e scrisse: «Giovanni è il suo nome». Tutti furono meravigliati.

64In quel medesimo istante gli si aprì la bocca e gli si sciolse la lingua, e parlava benedicendo Dio.

65Tutti i loro vicini furono presi da ti­more, e per tutta la regione montuosa della Giudea si discorre­va di tutte queste cose.

66Coloro che le udivano, le serbavano in cuor loro: «Che sarà mai questo bambino?» si dicevano. Dav­vero la mano del Signore stava con lui.

1137001486937.jpgIl Benedictus si ispira soprattutto a: Sal 41; 72; 105; 106; 111; Lv 26,42; Is 40,3; Ml 3,1; IS 9,1; 42,67.

67Zaccaria, suo padre, fu pieno di Spirito Santo, e profetò di­cendo:

68«Benedetto il Signore Dio d’Israele, perché ha visitato e redento il suo popolo,

69e ha suscitato per noi una salvezza potente nella casa di Davide, suo servo,

70come aveva promesso per bocca dei suoi santi profeti d’un tempo:

71salvezza dai nostri nemici, e dalle mani di quanti ci odiano.

72Così egli ha concesso misericordia ai nostri padri e si è ricordato della sua santa alleanza,

73de1 giuramento fatto ad Abramo, nostro padre,

74di concederci, liberati dalle mani dei nemici, di servirlo senza timore,

75in santità e giustizia al suo cospetto, per tutti i nostri giorni.

76E tu, bambino, sarai chiamato profeta dell’Altissimo perché andrai innanzi al Signore a preparargli le strade,

77per dare al suo popolo la conoscenza della salvezza nella remissione dei suoi peccati,

78grazie alla bontà misericordiosa del nostro Dio, per cui verrà a visitarci dall’alto un sole che sorge per rischiarare quelli che stanno nelle tenebre e nell’ombra della morte e dirigere i nostri passi sulla via della pace».

Giovanni Battista si ritira nella solitudine sull’esempio di Isac­co, di Ismaele (Gen 21,8), di Sansone (Gdc 13,24-25) e di Sa­muele (1Sam 2,21).

80Il fanciullo cresceva e si fortificava nello spirito. Visse in re­gioni deserte fino al giorno della sua manifestazione a Israele.

Nascita di Gesù a Betlemme la città di Davide (Sof 16,1-4), pro­babilmente nell’anno 25 del regno di Augusto, imperatore di Roma dal 30 a.C. al 14 d.C.

2

1In quei giorni un decreto di Cesare Augusto ordinò che si facesse il censimento di tutta la terra.

2Questo primo censimen­to fu fatto quando era governatore della Siria Quirinio.

3Andavano tutti a farsi registrare, ciascuno nella sua città.

4Anche Giuseppe, che era della casa e della famiglia di Davide, dalla città di Nàzaret e dalla Galilea salì in Giudea alla città di Davi­de, chiamata Betlemme,

5per farsi registrare insieme con Maria sua sposa, che era incinta.

6Ora, mentre si trovavano in quel luogo, si compirono per lei i giorni del parto.

7Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo depose in una mangiatoia, perché non c’era posto per loro nell’albergo.

La visita dei pastori.

Matteo ha presentato l’omaggio dei re; Lu­ca è più sensibile a quello dei poveri.

8C’erano in quella regione alcuni pastori che vegliavano di not­te facendo la guardia al loro gregge.

9Un angelo del Signore si presentò davanti a loro e la gloria del Signore li avvolse di luce. Essi furono presi da grande spavento,

10ma l’angelo disse loro: «Non temete, ecco vi annunzio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo:

11oggi vi è nato nella città di Davide un salvato­re, che è il Cristo Signore.

12Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, che giace in una mangiatoia».

13E subito apparve con l’angelo una moltitudine dell’esercito cele­ste che lodava Dio e diceva:

14«Gloria a Dio nel più alto dei cieli e pace in terra agli uomini che egli ama».

15Appena gli angeli si furono allontanati per tornare al cielo, i pastori dicevano fra loro: «Andiamo fino a Betlemme, vedia­mo questo avvenimento che il Signore ci ha fatto conoscere».

16Andarono dunque senz’indugio e trovarono Maria e Giusep­pe e il bambino, che giaceva nella mangiatoia.

17E dopo averlo visto, riferirono ciò che del bambino era stato detto loro.

18Tutti quelli che udirono, si stupirono delle cose che i pastori dice­vano.

19Maria, da parte sua, serbava tutte queste cose meditan­dole nel suo cuore.

20I pastori poi se ne tornarono, glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto, com’era stato detto loro.

1946256456.gif&t=1La circoncisione. Il nome di Gesù vuol dire: il Signore salva:

21Quando furon passati gli otto giorni prescritti per la circonci­sione, gli fu messo nome Gesù, come era stato chiamato dal­l’angelo prima di essere concepito nel grembo della madre.

La presentazione di Gesù al tempio

Dopo la purificazione di Ma­ria. Gesù, in quanto primogenito, viene presentato al tempio di Gerusalemme per essere riscattato (Es 13,2 e 12-13; Lv 12,2-8).

22Quando venne il tempo della loro purificazione secondo la Legge di Mosè, portarono il bambino a Gerusalemme per of­frirlo al Signore,

23come è scritto nella Legge del Signore: ogni maschio primogenito sarà sacro al Signore;

24e per offrire in sa­crificio una coppia di tortore o di giovani colombi, come pre­scrive la Legge del Signore.

Il Cantico di Simeone. (Is 52,10; 42,6; 46,13; 49,6).

25Ora a Gerusalemme c’era un uomo di nome Simeone, uomo giusto e timorato di Dio, che aspettava il conforto d’Israele;

26 lo Spirito Santo che era sopra di lui, gli aveva preannunziato che non avrebbe visto la morte senza prima aver veduto il Mes­sia del Signore.

27Mosso dunque dallo Spirito, si recò al tem­pio; e mentre i genitori vi portavano il bambino Gesù per adempiere la Legge,

28 lo prese tra le braccia e benedisse Dio:

29«Ora lascia, o Signore, che il tuo servo vada in pace secondo la tua parola;

30perché i miei occhi han visto la tua salvezza,

31preparata da te davanti a tutti i popoli,

32luce per illuminare le genti e gloria del tuo popolo Israele».

La profezia di Simeone su Gesù: è un segno offerto alla fede (Is 12,33).

33Il padre e la madre di Gesù si stupivano delle cose che si dice­vano di lui.

34Simeone li benedisse e parlò a Maria, sua madre: «Egli è qui per la rovina e la risurrezione di molti in Israele, se­gno di contraddizione

35perché siano svelati i pensieri di molti cuori. E anche a te una spada trafiggerà l’anima».

Profezia di Anna.

Annunzia che il bambino reca la salvezza de­finitiva a coloro che l’attendono.

36C’era anche una profetessa, Anna, figlia di Fanuèle, della tri­bù di Aser. Era molto avanzata in età, aveva vissuto col marito sette anni dal tempo in cui era ragazza,

37era poi rimasta vedo­va e ora aveva ottantaquattro anni. Non si allontanava mai dal tempio, servendo Dio notte e giorno con digiuni e preghiere.

38Sopraggiunta in quel momento, si mise anche lei a lodare Dio e parlava del bambino a quanti aspettavano la redenzione di Gerusalemme.

Ritorno a Nazaret.

39Quando ebbero tutto compiuto secondo la legge del Signore, fecero ritorno in Galilea, alla loro città di Nàzaret.

40Il bambino cresceva e si fortificava, pieno di sapienza, e la grazia di Dio era sopra di lui.

Gesù insegna nel tempio.

A dodici anni Gesù, divenuto figlio della Legge, deve da allora in poi seguirne tutte le prescrizioni, in primo luogo recarsi a Gerusalemme per la pasqua (Es 12,1-28; Dt 16,5). La sua prima parola è di dichiarare che la sua filia­zione supera ogni comprensione umana (lSam 2,26).

41I suoi genitori si recavano tutti gli anni a Gerusalemme per la festa di Pasqua.

42Quando egli ebbe dodici anni, vi salirono di nuovo secondo l’usanza;

43ma trascorsi i giorni della festa, mentre riprendevano la via del ritorno, il fanciullo Gesù rimase a Gerusalemme, senza che i genitori se ne accorgessero.

44Credendolo nella carovana, fecero una giornata di viaggio, e poi si misero a cercarlo tra i parenti e i conoscenti;

45non avendolo trovato, tornarono in cerca di lui a Gerusalemme.

46Dopo tre giorni lo trovarono nel tempio, seduto in mezzo ai dottori, mentre li ascoltava e li interrogava.

47E tutti quelli che l’udivano erano pieni di stupore per la sua intelligenza e le sue rispo­ste.

48A1 vederlo restarono stupiti e sua madre gli disse: «Figlio, perché ci hai fatto così? Ecco, tuo padre e io, angosciati, ti cer­cavamo».

49Ed egli rispose: «Perché mi cercavate? Non sapeva­te che io devo occuparmi delle cose del Padre mio?».

50Ma essi non compresero le sue parole.

VANGELO SECONDO LUCA COMMENTATO 2ultima modifica: 2011-01-16T16:39:00+01:00da meneziade
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