Descrizione Fisica Di Gesù Secondo Un Contemporaneo, Maria Valtorta E Alcuni Santi

Jesus_Christ.jpgL’anima in Cielo vede Dio, il Creatore dell’universo, tale quale è. Dice San Paolo: Ora vediamo Dio come in uno specchio, in modo enigmatico; ma allora lo vedremo faccia a faccia; ora conosco parzialmente; allora conoscerò come sono conosciuto. Su questa terra conosciamo Dio indirettamente, per mezzo della fede; in Cielo cesserà la fede ed avremo la realtà. Per mezzo della ragione, attraverso il creato assurgiamo al Creatore; la bellezza della luce, del mare, dei fiori, delle creature … ci spinge a pensare: Se tanta bellezza c’è nell’universo, come dev’essere bello Colui che è la fonte di ogni bellezza?

Gesù volle dare un saggio del Paradiso durante la sua vita terrena, però soltanto a tre Apostoli: Pietro, Giacomo e Giovanni. Un giorno Egli li condusse in disparte, sopra un alto monte, sul Tabor, e si trasfigurò alla loro presenza. Le sue vesti divennero sfolgoranti e candidissime come la neve, quali nessun tintore della terra sarebbe capace di fare.

I tre Apostoli, a vedere la bellezza sovrumana del Maestro, furono presi da spavento; rimasero a contemplare estatici, dimentichi di tutto, disposti a rimanere sempre su quel monte.

Gesù Cristo

Descritto da un contemporaneo

Qui sotto viene riportata la Lettera di Publio Lentulo, Governatore della Giudea (antecessore di Pilato), nella quale si descrivono le fattezze di Gesù Cristo all’Imperatore di Roma, tradotta dal latino originale che si conserva dai Signori Cesarini di Roma….

Ho inteso, o Cesare, che desideri sapere quanto ora ti narro: essendo qui un uomo, il quale vive di grandi virtù chiamato Gesù Cristo, dalla gente è detto profeta ed i suoi discepoli lo tengono per divino e dicono, che egli è figlio di Dio Creatore del cielo e della terra, e di tutte le cose che in essa si trovano e sono fatte. In verità, o Cesare, ogni giorno si sentono cose meravigliose di questo Cristo: risuscita i morti, e sana gli infermi con una sola parola.

Uomo di giusta statura, è molto bello di aspetto; ed ha maestà nel Volto, e quelli che lo mirano sono forzati ad amarlo e temerlo.

Ha i capelli color della nocciola ben matura, sono distesi sino alle orecchie e dalle orecchie sino alle spalle sono di color della terra, ma più risplendenti.

Ha nel mezzo della fronte in testa il crin spartito ad usanza dei Nazareni, il Volto senza ruga, o macchia, accompagnato da un colore modesto. Le narici e le labbra non possono da alcuno essere riprese con ragione: la barba è spessa ed ha simiglianza dei capelli, non molto lunga, ma spartita per mezzo.

Il suo mirare è molto spaventoso e grave: ha gli occhi come i raggi del sole e nessuno può guardarlo fisso per lo splendore; e quando ammonisce, si fa amare, ed è allegro con gravità. Dicono che nessuno l’ ha veduto mai ridere, ma bensì piangere. Ha le mani e le braccia molto belle, nella conversazione contenta molti ma si vede di rado: e quando vi si trova, è molto modesto all’aspetto, e nella presenza è il più bell’uomo che si possa immaginare; tutto simile alla madre la quale è la più giovane che siasi mai vista in queste parti.

jesus_christ-1676.jpgPerò se la Maestà tua, o Cesare, desidera di vederlo come negli avvisi passati mi scrivesti, fammelo sapere, che non mancherò subito di mandartelo. Di lettere fa stupire la città di Gerusalemme. Egli non ha studiato giammai con alcun, eppure sa tutte le scienze, cammina scalzo, senza cosa alcuna in testa; molti ne ridono in vederlo, ma in presenza sua nel parlare con lui tremano e stupiscono.

Dicono che un tal uomo non è mai stato veduto, né inteso in queste parti. In verità secondo mi dicono gli ebrei non si è sentito mai di tali consigli, di così grande dottrina, come insegna questo Cristo e molti dei Giudei lo tengono per divino e lo credono; e molti altri me lo querelano con dire che è contro la Maestà tua, o Cesare. Si dice di non aver mai fatto dispiacere ad alcuna persona, ma sì bene tutti quelli che lo conoscono, che l’ hanno provato dicono di aver ricevuto benefizi e sanità.

Però alla Maestà tua, o Cesare, alla tua obbedienza sono prontissimo: quanto mi comandi sarà eseguito. Vale.

Da Gerusalemme Indizione settima, luna undicesima. Della Maestà tua fedelissimo e obbedientissimo.

Publio Lentulo (Governatore della Giudea)

Gli uomini non sanno quanto sia bello Gesù: la bellezza di tutti gli uomini e di tutte le donne riunite in uno è solo un riflesso della sua bellezza, come la luce di tutti i pianeti è un piccolo riflesso della luce del sole.

Gesù è la bellezza ideale. Di più: Gesù è tutta la bellezza possibile sia per la forma del corpo che per la sensibilità psico-fisica, sia per la delicatezza del colorito che per l’incanto degli occhi.

L’incanto dei più dolci occhi umani rispetto all’incanto degli occhi di Gesù è come il bagliore della luna rispetto allo splendore del sole. Suor Josefa Menendez, le cui visioni hanno tutti i segni della veri­dicità, non fa neppure il tentativo di descrivere la bellezza di Gesù; dice solo di averlo sempre visto infinitamente bello, giovane, senza barba.

Fra%20Angelico%20--%20Christ.jpgSe la perdita di un amore umano apporta tanta tristezza, la perdi­ta di Gesù costituisce l’inferno.

La Beata Angela da Foligno narra: « Quando veggo Iddio uomo è tanta la mansuetudine con la quale egli mi attira, che a volte sembra mi dica: “Tu sei io, ed io sono tu”, e veggo, in un abbraccio che tie­ne stretta a lui l’anima mia, i suoi occhi appassionati e la sua faccia placata; e l’emanazione di quegli occhi e di quella faccia è qualche cosa, per così dire, di umanato, scaturito dal divin Cuore e mi riem­pie di una ineffabile esultanza. Se mi è dato di contemplare le mani ed i piedi di Gesù la letizia è tale da non saper dire; e quando veggo il resto del suo castissimo corpo vorrei che la visione non si dile­guasse più, ma anzi mi si mostrasse ancor più. Ed è tanta la violen­za tormentosa del mio desiderio che per me vivere non è se non morire» (Passo 27°).

Altrove la stessa così descrive la sua comunione eucaristica: « Quando mi comunico l’ostia mi si dilata in bocca e non ha sapore di pane, né di carne che si mangi, ma ha il sapore di una carne dol­cissimi colma di quel sapore incognito e soavissimo di carne e con­temporaneamente di una gioia deliziosa, straordinaria, la quale, stra­ripando anche all’esterno, mi fa tremare fortemente » (Passo 25°).

Era questo un assaggio della comunione eterna del Corpo di Cristo che ha in sé ogni diletto e piacere.

S. Margherita Alacoque un giorno fu invitata da Gesù, in un’appa­rizione, ad avvicinarsi a lui; quindi le mostrò il petto e le fece ap­pressare la bocca alla ferita del suo Cuore per succhiarne il Sangue.

Restò lì la Santa parecchio tempo in un’estasi dolcissima e beatifi­cante. Quindi, per l’empito della gioia e del piacere rimase parecchie ore priva di sensi. Rinvenuta, disse di non potere assolutamente de­scrivere l’immensità della gioia provata.

suor Josefa menendez

Jesus-Christ-Risen-Tomb-1LG.jpg&t=1Se vuoi ancora di più, Te lo sacrificherò con gioia! Prendi le mie miserie e consumale, prendi il cuore e l’anima, prendimi, Signore!» Nostro Signore non aspettava che questa offerta per ri­colmarla delle sue divine liberalità. Allora, lasciando scorrere dal suo costato un rivolo di Sangue nel quale il cuore di Josefa fu sommerso: «- Per tutto ciò che mi dai – Egli disse – Io ti do il mio Cuore!» «Ho creduto di non essere più su questa terra! Oggi, Egli era rivestito della tunica candidissima che fa risaltare il Suo Cuore in maniera ineffabile… Il Suo Volto è un sole… Dio mio! che bellezza! Tu rapisci i cuori che Ti conoscono!» Ingenuamente Josefa spiega, nelle righe seguenti, come per meditare sul cielo non le occorresse il libro. «Poiché il cielo stesso era nel mio cuore – ella scrive – altro non desidero che l’Amore e sempre l’Amore!».

L’ho visto così bello che non so ridire… in piedi vestito di bianco, con le mani sosteneva il Suo Cuore immerso in una fornace di fuoco, tutta la persona irraggiava luce vivissima… i capelli sembravano d’oro, gli occhi due diamanti… il volto splendente di quella bellezza che nessuna parola umana può esprimere… non posso dire… perché non so a che cosa paragonarlo!…

– I1 cuore sormontato dalla croce… dalla ferita tutta aperta uscivano fiamme, sembrava un sole… le piaghe delle mani e dei piedi sprigionavano anche esse vive fiamme… apriva le braccia e le stendeva, il Cuore sembrava accendersi sempre di più…

– Gesù è venuto bellissimo… con una tunica di candore sfavillante.

– Bellissimo come sempre ma con una espres­sione di tristezza negli occhi.

– …con aspetto bello e triste, il Cuore larga­mente ferito.

– …così dolce, così buono, talmente Padre che mi è impossibile esprimerlo.

– …con le braccia aperte.

messaggio della Madonna a Medjugorie del 24 luglio 1982:

Al momento della morte si lascia la terra in piena coscienza: quella che abbiamo ora. Al momento della morte si e’ coscienti della separazione dell’anima dal corpo. E sbagliato insegnare alla gente che si rinasce piu’ volte e che l’anima passa in diversi corpi. Si nasce una volta sola e dopo la morte il corpo si decompone e non rivivra’ piu’. Ogni uomo poi ricevera’ un corpo trasfigurato. Anche chi ha fatto molto male durante la vita terrena puo’ andare diritto in Cielo se alla fine della vita si pente sinceramente dei suoi peccati, si confessa e si comunica.

2021204115_m.pngAd ogni anima che entra in Paradiso, alla conversione di un peccatore sulla terra, segue un aumento di felicità nella Corte Celeste, come afferma Gesù: Si fa festa dinanzi agli Angeli di Dio per un peccatore pentito.
Quando sulla terra c’è una festa, la gioia cresce se sono presenti le persone più care. Che gioia a trovarsi in Paradiso con i propri cari! I genitori con i figli, gli amici con gli amici … tutti circonfusi e compenetrati dalla luce che proviene da Dio!

dalla descrizione di Maria Valtorta

Come si muoveva Gesù? Come sorrideva? che timbro di voce aveva?…Che meraviglia, fratelli amati..leggete questa rivelazione della Valtorta!

Gesù col suo sguardo azzurro tanto dolce. Alto biondo e dai lunghi capelli ravviati, dal volto d’un bianco avoriato, dagli occhi azzurri,dall’abito semplice ma maestoso.

l_8e0a393ea4671daac8d22024f092babe.jpg“(…)4 agosto 1945. Nella casa di Cana la festa per la venuta di Gesù è di poco minore di quanto lo fu per le nozze di miracolo. Mancano i suonatori, non ci sono gli invitati, la casa non è inghirlandata di fiori e rami verdi, non ci sono le tavole per i molti ospiti né il maestro di tavola presso le credenze e le idrie colme di vini. Ma tutto è superato dall’amore che ora è dato nella sua giusta forma e misura, ossia non all’ospite, forse anche un poco pa­rente, ma che è sempre un uomo, ma all’Ospite Maestro di cui si conosce e riconosce la vera Natura e si venera la Parola co­me cosa divina. Perciò i cuori di Cana amano con tutti se stessi

il Grande Amico che si è affacciato con la sua veste di lino all’apertura dell’orto, fra il verde della terra e il rosso del tra­monto, abbellendo le cose tutte colla sua presenza, comunican­do la sua pace non solo agli animi a cui rivolge il suo saluto, ma financo alle cose. Veramente sembra che, dovunque si volga il suo occhio az­zurro, si stenda un velo di pace solenne e pur lieta. Purezza e pace fluiscono dalle sue pupille, così come la sapienza dalla sua bocca e l’amore dal suo cuore.

A chi leggerà queste pagine parrà forse impossibile quanto io dico. Eppure lo stesso luogo, che prima della venuta di Gesù era un luogo comune, oppure era un luogo di movimento indaffarato che esclude la pace che si presuppone priva di orgasmi di lavoro, non appena Egli si presenta, si nobilita, e il lavoro stesso prende un che di ordina­to che non esclude la presenza di un pensiero soprannaturale fuso al lavoro manuale. Non so se mi spiego bene.

Gesù non è mai arcigno, neppure nelle ore di maggior di­sgusto per qualche azione che gli accade, ma è sempre maesto­samente dignitoso, e comunica questa dignità soprannaturale al luogo in cui si muove. Gesù non è mai allegrone né piagnu­colone, con faccia squarciata dal riso né ipocondriaca, neppure nei momenti di maggiore letizia o di maggiore sconforto. Il suo sorriso è inimitabile. Nessun pittore lo potrà mai ripe­tere. Sembra sia una luce che gli si emani dal cuore, una luce radiosa nelle ore di maggior letizia per qualche anima che si re­dime o per qualche altra che si avvicina alla perfezione; un sor­riso direi roseo, quando approva le azioni spontanee dei suoi amici o discepoli e gode della loro vicinanza; un sorriso, sempre per stare nei colori, azzurro, angelico, quando si curva sui bam­bini per ascoltarli, per ammaestrarli, per benedirli; un sorriso temperato di pietà quando guarda qualche miseria della carne o dello spirito; infine un sorriso divino quando parla del Padre o della Madre sua, o guarda e ascolta questa Madre purissima.

Non posso dire di averlo visto ipocondriaco neppure nelle ore di maggiore strazio. Fra le torture dell’essere tradito, fra le angosce del sudore di sangue, fra gli spasimi della Passione, se la mestizia sommerge il fulgore dolcissimo del suo sorriso, non è sufficiente a cancellare quella pace che pare un diadema di paradisiache gemme fulgente sulla sua fronte liscia e illumi­nante, della sua luce, tutta la divina persona.

jesus_brown2.jpgE così non posso dire di averlo mai visto abbandonarsi a smodate allegrie. Non alieno ad una schietta risata se il caso lo richiede, riprende su­bito dopo la sua dignitosa serenità. Ma quando ride, ringiova­nisce prodigiosamente, fino ad assumere un volto di giovane ventenne, e pare che il mondo ringiovanisca per la sua bella ri­sata, schietta, sonora, tonata. Non posso ugualmente dire di avergli visto fare affrettata­mente le cose. Sia che parli o che si muova, lo fa sempre con pacatezza pur non essendo mai lento o svogliato. Sarà forse perché, alto come è, può fare passi lunghi senza per questo mettersi a correre per fare molta strada, e ugualmente può raggiungere con facilità oggetti lontani senza avere bisogno di alzarsi per raggiungerli. Certo è che, fin nel suo modo di muo­versi, è signorile e maestoso.

E la voce? Ecco, io sono a momenti due anni che lo sento parlare, eppure delle volte quasi perdo il filo del suo dire tanto mi sprofondo nello studio della sua voce. E il buon Gesù, pa­ziente, ripete ciò che ha detto e mi guarda col suo sorriso di Maestro buono per non fare che nei dettati risultino mutilazio­ni dovute alla mia beatitudine di ascoltarne la voce, gustarla e studiarne il tono e il fascino. Ma dopo due anni ancora non so dire di preciso che tono abbia. Escludo assolutamente il tono di basso, come escludo quello di tenore leggero. Ma sono sempre incerta se sia una potente voce tenorile o quella di un perfetto baritono dalla gamma vo­cale amplissima. Direi che è questo, perché la sua voce prende delle volte delle note bronzee, fin quasi ovattate tanto sono profonde, specie quando parla a tu per tu con un peccatore per riportarlo alla Grazia o indica le deviazioni umane alle turbe; mentre poi, quando si tratta di analizzare e mettere all’indice le cose proibite e scoprire le ipocrisie, il bronzo si fa più chia­ro; e diviene tagliente come schianto di fulmine quando impo­ne la Verità e la sua volontà, fino a giungere a cantare come la­stra d’oro percossa con martello di cristallo quando si eleva inneggiando alla Misericordia o magnificando le opere di Dio; oppure fascia questo timbro di amore per parlare alla Madre e della Madre. Veramente allora è fasciata di amore questa sua voce, di un amore riverenziale di figlio e di un amore di Dio che loda la sua opera migliore. E questo tono, sebbene meno marcato, usa per parlare ai prediletti, ai convertiti o ai bambi­ni. E non stanca mai, neppure nel più lungo discorso, perché è voce che riveste e completa il pensiero e la parola, rendendone la potenza o la dolcezza a seconda del bisogno.

E io resto talora con la penna in mano, ad ascoltare, e poi trovo il pensiero andato troppo avanti, impossibile ad afferrar­si… e li resto, finché il buon Gesù non lo ripete, come fa quan­do sono interrotta per insegnarmi a sopportare pazientemente le cose o le persone moleste, che glielo lascio pensare quanto mi sono moleste quando mi levano dalla beatitudine di ascol­tare Gesù… ..”

Scrive Maria Valtorta –

<< Ieri ero tanto giù e stavo  tanto male che non potevo aggiungere più nulla. Neppure i dolci conforti avuti nella notte fra il 9 e il 10 da Maria, prima e brevemente, poi da Gesù, lungamente. Io piangevo col capo sotto le coperte per non essere udita da Paola e Marta che dormivano con me. Pensavo che fra poche ore non avrei avuto più Paola… e piangevo, desolata. E pregavo. È venuta la Mamma a pregare con me e ad accarezzarmi. Ma è stata poco.

art_1211_5037890.jpg&c=100&w=220&h=220&e=Ha ceduto il posto a Gesù il quale mi ha attirata, col suo braccio sinistro, contro il suo petto, così strettamente che avevo la guancia appoggiata sul suo cuore e sentivo il caldo della carne sua giungere alla mia guancia e udivo il battito regolare e molto robusto del suo cuore. Lo confrontavo col mio, povera carretta traballante e sfinita… Come era perfetto! E Gesù mi lasciava fare. Lasciava che il tepore della sua persona scaldasse il povero passerottino malato, gelato, piangente, e che la musica del suo cuore lo distraesse dal suo tormento. È bello, sa?, riposare così!

Ho visto una riga di luce trapelare dalla veste di lana bianco avorio in corrispondenza della ferita del costato e ho chiesto accennandola: “Perché questa ferita?”, e Gesù piano, fra i miei capelli:

“Per amore di Dio e degli uomini”.

E dopo qualche tempo, senza lasciarmi andare, con la sua destra mi sfiorò il costato dove avevo tanto dolore fra cuore e pleura, e sorridendo chiese: “Perché questa sofferenza?”,

ed io: “Per amore di Dio e degli uomini”.

E Gesù mi ha stretta più forte e mi ha tenuta finché mi sono calmata nel soffrire, quasi assopita sul suo petto, e poi mi ha messa giù come un papà amoroso ed è rimasto lì perché non piangessi più… Come lo guardavo! Come è bello! No, non c’è nessun quadro che gli somigli. Non ci può essere.

Questo, ieri notte. Questa notte, poi, dalle due in poi spasimavo per la pleurite e la febbre. Ho fatto così l’Ora, della Desolata. E mentre contemplavo la Mamma piangente sul Figlio steso sulla pietra dell’unzione,  e guardavo la Maddalena piangente in ginocchio ai piedi del  marmoreo letto funebre, Giovanni ritto e angosciato presso Maria che  guardava con occhi di bambino spaurito e piangente la sua novella Mamma desolata, le altre donne ammucchiate presso l’apertura, i due imbalsamatori nel loro angolo, il mio interno ammonitore mi ha detto:

“Intorno al letto funebre di Gesù sono le rappresentanze di tutto il genere umano.

28241_1348380363810_1660367154_827382_5197511_n.jpg· LaMaddalena è la rappresentanza dell’umanità peccatrice e pentita,

· Giovanni quella dell’umanità pura e consacrata,

· le pie donne quella dei credenti,

· Nicodemo e Giuseppe rappresentano il mondo con le sue nebbie di scienza, di rispetto umano, di dubbio… Vedi? C’è tutto”.

È vero. Non avevo mai notato.

Non ho avuto altro. Gesù, data la gran febbre, mi lascia riposare. Ma non mi abbandona. Oh! è qui! Non è come in aprile che taceva e non si mostrava! Non posso dimenticare il tepore della sua carne, mi pare averne ancora calda la guancia e me la carezzo. E non posso dimenticare il forte toc, toc, toc del suo divino cuore. Il mio Gesù!…>>

Fonte:
Dai dettati e rivelazioni di Maria Valtorta

La cena ha termine. Salgono sulla terrazza dove è un poco di frescura. Il lago è tutto un brillio sotto il quarto di luna. Gesù si siede sull’orlo del muretto e si astrae a guardare quel lago di argento mosso. Gli altri parlano fra di loro a voce sommessa per non disturbarlo. Ma lo guardano come affascinati. Infatti! Come è bello! Tutto aureolato di luna che ne illumina il volto severo e sereno nello stesso tempo, permettendo di studiarne i più lievi particolari, Egli sta colla testa lievemente riversa, appoggiata al tralcio ruvido della vite che sale di lì per stendersi poi sulla terrazza. I suoi occhi lunghi, di un azzurro che nella notte pare quasi color dell’onice, pare riversino onde di pace su tutte le cose. Qualche volta si alzano verso il cielo sereno, sparso d’astri, talaltra si abbassano sulle colline, e più giù, sul lago, altre ancora fissano un punto indeterminato e pare che sorridano ad un loro proprio vedere. I capelli ondeggiano lievi al vento leggero. Con una gamba sospesa a poca distanza dal suolo, l’altra che al suolo si appoggia, sta così, seduto di sbieco, con le mani abbandonate sul grembo, e l’abito bianco pare accentuare il suo candore, farsi quasi d’argento per la luce lunare, mentre le mani lunghe e di un bianco d’avorio sembrano accentuare la loro tinta di vecchio avorio e la loro bellezza virile e pure affusolata. Anche il volto, dalla fronte alta, dal naso diritto, dall’ovale sottile delle guance, che la barba biondo rame allunga, sembra, in questa luce lunare, farsi di avorio vecchio perdendo la sfumatura rosea che nel giorno si nota al sommo delle guance.

41148_1472475266105_1660367154_1142572_4889764_n.jpgMaddalena aumont……..1979……. Qualche secondo dopo, ai piedi della Croce, si è formata una nuvola ovale, come se servisse da piedistallo.

Poi la Croce è scomparsa. Una forma umana ha preso il suo posto, i piedi posavano su quella nuvola. Meravigliosa per i miei occhi e il mio spirito. Non ho mai visto niente di così bello. La sua testa era chinata ver­so di me e le sue mani rivolte a me come per accogliermi.

E ho sentito una voce dolcissima che mi diceva:

Non abbiate paura. Io sono Gesù di Nazaret, il figlio dell’uomo risuscitato. Avrei voluto che tutto si fermasse, che il tempo si fermasse, che non ci fosse più tempo. Affinché tutto il mondo, tutta l’umanità potesse vederlo come io l’ho visto. Vorrei poterlo sempre contemplare, per sempre nel suo splendore, questa meravigliosa luce, questo Gesù d’amore, pieno d’amore, di dolcezza, di bontà, risplendente di luce.

Mai nessuno mi ha parlato così dolcemente. La luce e le parole di Gesù sono incomparabili per dolcezza e per bontà. E poi, Gesù è pieno d’amore. I suoi occhi sono pieni d’amore, di dolcezza, e insieme di tristezza, e la sua voce è di una dolcezza incomparabile. Era meravigliosamente bello. Questa luce era splendente di bellezza. Il suo sguardo è di una meravigliosa bontà e il suo sorriso è dolcissimo. Tutto questo è molto difficile da descrivere, talmente è bello. Il suo sguardo è pieno di bontà, di una dolcezza che non si può spiega­re. Nessuno ha uno sguardo come quello: limpido, più limpido di uno sguardo di un bambino, senza alcuna ruga; eppure i lineamenti sono mar­cati e sembra avere una trentina d’anni. Vedendolo si ha l’impressione che sia insieme carne e spirito; e quale spirito! Purezza, limpidezza, santità traspariscono da tutto il suo corpo.

Poi, quando parla, non cerca, non sbaglia mai, non esita mai: puro e chiaro come la Croce che ho visto, chiarezza senza ombra, freschezza senza rughe, limpidezza senza macchia, impossibile da definire, così impossibile da esprimere come la mia gioia interiore in quella comunio­ne, quando ho sentito, per la prima volta, la sua presenza.

Subito dopo la luce, è apparso Gesù, sorridente, le mani tese verso di me come per accogliermi. Quanto è bello! Quale dolcezza ine­sprimibile

Quale tesoro, quale meravigliosa bellezza scoprivano i miei occhi e il mio spirito in sua presenza! Ogni volta non durava che qualche minuto. Ma quando questi minuti alla presenza di Gesù dureranno un’eternità, oh! Come sarà dolce e bello e meraviglioso questa eternità alla presenza di Gesù, in quella meravigliosa luce. La sua veste è di un bianco abbagliante, è trattenuta in vita da un cordone; la scollatura è arrotondata e un po’ arricciata, ma il collo rimane libero.

Le maniche sono piuttosto larghe, come quelle di un camice sacerdo­tale; non c’è nessuna apertura apparente, per indossarlo o toglierlo.

I capelli abbastanza lunghi ricadono sulle spalle. Le sue mani e il suo volto sono luminosissimi. D’altronde il Signore l’ha detto: le Sue mani e il Suo viso risplendono come il Sole. Ed è proprio così. Tutto ciò è mera­viglioso. Non so se potete comprendermi, ma ci sono delle cose difficili da spiegare.

n1660367154_81064_9476.jpgGesù è rimasto qualche istante in silenzio. Io sono rimasta ad ammirar­lo, ad ammirare questa meraviglia. Attendevo che mi dicesse qualcosa. Le Sue mani e il Suo Viso risplendono come il sole. I suoi vestiti sono di un candore abbagliante.

Si è formato l’alone di luce al posto dell’ostensorio. Poi vedo Gesù. Si presenta come sempre, le mani tese verso me, come per accogliermi.

L’ho ammirato a lungo: è talmente meraviglioso! Mi sorrideva.

Gli ho detto a voce alta:

“Se siete il Cristo, perché non vedo mai le vostre piaghe?”.

(Il Signor Curato mi aveva incaricata di fargli questa domanda).

Continuava a sorridermi.

Quale dolcezza inspiegabile provo in questi momenti: non mi sento più su questa terra.

Gesù ha sollevato la mano destra su di me e mi ha detto:

La Pace sia con voi.

Un momento di silenzio.

Gesù dice senza precisare di ripetere:

Non abbiate alcun dubbio, alzatevi, toccate le mie mani.

Mi sono alzata. Gesù mi ha presentato la sua mano sinistra, poi la destra. Ho dunque preso ogni mano nelle mie due mani.

Gesù dice:

~ Non abbiate più dubbi, uno spirito non ha mani, non ha carne.

Poi sono ritornata al mio posto e mi sono inginocchiata. Ero sempre davanti a lui. Gesù è proprio vivo; gli ho toccato le mani; sono mani di carne come le nostre; sono tiepide; è stato meraviglioso!

Gesù è proprio vivo risorto, di carne. Piangerei per la gioia, una gioia meravigliosa che inonda il mio spirito. resterei senza fine in sua presenza.

Chi non osserva i Comandamenti di Dio e si lascia dominare dalle passioni, ha interesse di dire a sé ed agli altri: « Il Paradiso non c’è! », – perché, ammettendolo, deve necessariamente ammettere anche l’inferno, il che non gli fa comodo.
I più restii a credere al Paradiso sono coloro che vivono nell’impurità. Se si parla di questa verità ai giovanotti ed alle giovani di condotta poco morale ed anche a quelli che convivono senza il Sacramento del Matrimonio, o si arrabbiano, o rispondono con una risatina di scherno, o si allontanano crollando le spalle, ovvero esclamano: Sciocchezze! … Il Paradiso è solo in questa vita! – Sono troppo sensuali e non possono assurgere allo spirituale. L’uomo animale non comprende le cose dello spirito di Dio!

Che esista Iddio, Creatore dell’universo, è certo.

Che sia esistito Gesù Cristo, nessuno lo mette in dubbio, neppure i più insensati storici o filosofi; e poi, venti secoli di storia sono imperniati sul Cristo e l’attuale umanità o crede in Lui o lo combatte.

La vita e gl’insegnamenti di Gesù sono stati e sono tuttora minuziosamente studiati dai più grandi geni. I quattro Vangeli, scritti in diversi luoghi e in diverse lingue dai discepoli di Gesù, concordano perfettamente; i primi lettori del Vangelo, testimoni dei fatti narrati, non poterono impugnare nulla, neppure i più accaniti nemici della dottrina del Cristo. Nessun fatto dell’umanità è cosi solido come la esistenza storica di Gesù.

Alla mia tesi basta un rapido accenno. Gesù disse di essere il Figlio di Dio, uguale all’Eterno Padre, e di essere venuto al mondo per redimerlo dal peccato ed insegnare la via del Paradiso. Fu condannato a morte per questo motivo, quale bestemmiatore. Provò la sua Divinità con la sublimità della sua dottrina, che di certo non aveva appreso nella bottega di Nazaret. Si mostrò padrone di tutti gli elementi della natura, operando ad un semplice cenno innumerevoli e strepitosi miracoli; cambiare l’acqua in vino, moltiplicare i pani, calmare il mare in tempesta, imperare ai demoni, liberare da ogni malattia, chiamare a vita i morti e… risorgere Egli stesso da morte. Gesù con i miracoli intendeva dimostrare che era il Figlio di Dio Incarnato, vero Dio e contemporaneamente vero uomo.

Gesù insegnò la sua celeste dottrina, perfetta sotto tutti gli aspetti, conforme alla retta ragione, apportatrice di vera pace, però richiedente sacrifici, ed anche gravi, quali sarebbero la perfetta purezza anche nei pensieri e l’amore dei nemici.

Gesù parla all’umanità con autorità divina, cioè con sicurezza assoluta; perciò dice: Io sono la via, la verità e la vita! Io sono la luce del mondo; chi segue me, non cammina nelle tenebre, ma avrà la luce di vita!

jesus-christ.jpgDalle rivelazioni del paradiso di maria valtorta

Di fronte al Padre Iddio era Dio Figlio. Nella veste del suo Corpo glorificato su cui splendeva l’abito regale che ne copriva le Membra Ss. senza celarne la bellezza superindescrivibile3. Maestà e Bontà si fondevano a questa sua Bellezza. I carbonchi delle sue cinque Piaghe saettavano cinque spade di luce su tutto il Paradiso e aumentavano lo splendore di questo e della sua Persona glorificata.
Non aveva aureola o corona di sorta. Ma tutto il suo Corpo emanava luce, quella luce speciale dei corpi spiritualizzati che in Lui e nella Madre è intensissima e si sprigiona dalla Carne che è carne, ma non è opaca come la nostra. Carne che è luce. Questa luce si condensa ancor di più intorno al suo Capo. Non ad aureola, ripeto, ma da tutto il suo Capo. Il sorriso era luce e luce lo sguardo, luce trapanava4 dalla sua bellissima Fronte, senza ferite. Ma pareva che, là dove le spine un tempo avevano tratto sangue e dato dolore, ora trasudasse più viva luminosità.
Gesù era in piedi col suo stendardo regale in mano come nella visione che ebbi in gennaio, credo.

Un poco più in basso di Lui, ma di ben poco, quanto può es¬serlo un comune gradino di scala, era la Ss. Vergine. Bella co¬me lo è in Ciclo, ossia con la sua perfetta bellezza umana glori¬ficata a bellezza celeste.

FONTE:

” L’ Evangelo come mi è stato rivelato “

PRIMA VISIONE DI GESÙ

Dopo questa risoluzione venne nell’anima sua la serenità ed il conforto. Essendo cessata la tiepidezza ed incominciato il vero fervore spirituale, Geltrude il 27
gennaio 1281, quando contava ventisei anni, ebbe la prima visione di Gesù.

La Santa così riferisce questa prima visione:Avevo ventisei anni ed era la seconda feria (giorno benedetto per me) che precedeva la vigilia della festa della Purificazione della Madonna. Era sera, dopo Compieta, e Gesù venne a dissipare le tenebre che mi circondavano; cominciò a placarsi il turbamento, che già da un mese stava nel mio cuore. Quella crisi era destinata a rovesciare la fortezza della mia vanagloria e della curiosità letteraria e scientifica, che io avevo innalzato nel mio insensato orgoglio, benché portassi il nome e l’abito di Suora. Pertanto, nell’ora sopra detta, stando in mezzo al dormitorio, vidi davanti a me un Giovane splendente di grazia e di bellezza; poteva avere circa sedici anni ed il suo aspetto era tale che i miei occhi non avrebbero potuto ammirare nulla di più attraente. Con accento di grande bontà Egli mi disse: La tua salvezza non tarderà. perché ti consumi nel dolore?

Beata caterina Emmerich

Eppure, anche così sfigurato, il santo corpo del Signore, simile a un cadavere dissanguato, conservava un’esprimibile luce di maestosa potenza.

Nonostante i maltrattamenti e le atroci torture, il Figlio di Dio restava bello e santo in quel corpo d’Agnello pasquale, immolato sotto il peso dei peccati del mondo.

Il petto di Gesù era alto e ampio, non era villoso come quello di Giovanni Battista.

Le sue ginocchia erano forti e robuste, tipiche di un uomo che ha viaggiato spesso e si è inginocchiato a pregare; le gambe erano lunghe e muscolose. I suoi piedi avevano una forma solida e graziosa, sotto la cui pianta la pelle era divenuta callosa a motivo del molto camminare; le mani erano belle, con dita lunghe e delicate.

Il collo era moderatamente lungo, robusto e muscoloso, la testa non troppo grande, la fronte alta e spaziosa, l’ovale del viso era ben tratteggiato dalla carnagione pallida, simile a quella della santa Vergine. Il suo aspetto era purissimo.

Gesù aveva i capelli bruno dorati, lunghi e ricadenti sul le spalle; la barba non era lunga, ma terminava a punta ed era divisa in due parti sotto il mento.

jesus-painting_1280_x_1024.jpgSanta Teresa d’Avila, ammessa a contemplare per pochi istanti Gesù con il corpo glorioso, scrisse che da quel giorno tutte le persone più affascinanti non le sembravano ormai più deliziose di uno scheletro.

Anche noi, se ci salveremo, siamo destinati a diventare tanto inconcepibilmente belli. Gesù stesso (Mat. 13,43) ci dice: «Nel regno del Padre celeste (cioè in Paradiso) i giusti (ossia i Beati) splenderanno come il sole».

SUOR MARIA D’AGREDA…….. Il corpo di Gesù era assolutamente perfetto e armonioso; il suo aspetto era composto e sereno, bello, piacevole e soave; i suoi capelli, tra il biondo e il castano, erano tagliati pari secondo l’uso di Nazaret; i suoi occhi erano grandi e sommamente graziosi e nobili; la bocca, il naso e le altre parti del suo viso erano ben proporzionate. In tutto, poi, appariva tanto affabile e leggiadro che chiunque lo mirava senza malizia era spinto a rispettarlo e ad amarlo. Inoltre, la sua vista provocava vivo giubilo, con singolare illuminazione delle anime, generava in esse pensieri celesti e produceva altri influssi. Giuda ebbe ai suoi piedi questa persona così incantevole e venerabile, che gli dava inconsuete dimostrazioni di cortesia, peraltro con stimoli più abbondanti di quelli comuni. La sua scelleratezza, però, fu tale che niente poté piegare o ammorbidire il suo cuore di pietra; anzi, si sdegnò della dolcezza di lui e non volle guardarlo in faccia, né porgli attenzione. Dal momento in cui aveva perso la fede e la grazia, infatti, aveva cominciato a provare questo odio contro di lui e contro la sua Madre santissima, e non li fissava mai in volto.

La beatitudine primaria del Paradiso è la visione, il possesso e il godimento di Dio come Egli è. Però vedremo, possederemo, godremo Dio anche in forma umana, perché Gesù è vero Dio e vero Uomo.

Questa gioia possiamo ben comprenderla e incominciare ad assaporarla fin da ora, almeno con la fantasia considerando un po che in Gesu si assommano tutti i veri valori umani che esercitano tanta seduzione nella nostra mente e nel nostro cuore. Su questa terra non possiamo avere un’idea esatta di Gesu Cristo L’avremo soltanto in Paradiso quando la sua visione e la sua compagnia ci renderà felici. Su questa terra possiamo solo farci un’idea analogica.

Qualunque cosa diremo di Gesù è vera, ma resta immensamente inferiore alla realtà. Tutte le perfezioni delle creature sono riflessi delle perfesioni di Gesù, come i raggi della luna sono i riflessi dei raggi del sole. Le creature sono riflessi tenuissimi di Dio perche Lui è infinitamente più grande e più bello, e Gesù è la sua luce (Apoc. 21,23): «La città (cioè il Paradiso) non ha bisogno di luce del sole, né della luce della luna perché la gloria di Dio l’illumina, e la sua lampada è l’Agnello (cioè Gesù)».

Tutti i saggi e gli scienziati del mondo possono appena darci una pallidissima idea della incommensurabile saggezza e scienza di Gesù. Tutte le aurore possono darci una debolissima idea della sua bellezza radiosa. Tutti i colori dei fiori più delicati possono darci solo una minima idea del colore meraviglioso del suo corpo. Tutta la bellezza delle creature umane non può darci una piccolissima idea della sua bellezza. Il 25 gennaio del 1558, festa della Conversione di San Paolo, Santa Teresa d’Avila ebbe una delle più alte visioni della sua vita: «Mentre assistevo alla S. Messa — dice la Santa — mi apparve l’Umanità intera di Gesù. Egli era in quella forma in cui sono soliti dipingerlo risuscitato, ma di una bellezza e maestà incomparabile. Se in Cielo vi fosse soltanto l’immensa bellezza dei corpi gloriosi e in particolare quella dell’Umanità di nostro Signore, il piacere che se ne proverebbe sarebbe veramente indicibile, estasiante».

Gesù rassomiglia a tuti gli uomini buoni, ma è infinitamente migliore. Rassomiglia a tutti gli innamorati della terra, ma Egli è infinitamente più innamorato dei suoi amanti. Rassomiglia a tutte le creature più dolci, ma Egli è infinitamente più dolce. Il profumo del suo corpo rassomiglia a tutti i profumi più delicati della terra, però è immensamente più inebriante. L’incanto dei suoi occhi rassomiglia all’incanto degli occhi più belli delle creature umane, però è immensamente più bello. Tutto questo potrà sembrare una esagerazione o un vuoto retorismo, invece è ancora molto poco. Gesù Cristo è ancora immensamente più bello, più perfetto, più affascinante. Metti in una persona tutta la finezza, tutta la delicatezza, tutta la sensibilità, tutta la bontà, tutto l’amore e la bellezza di tutte le persone umane: Gesù è ancora immensamente di più: Egli è l’essere più bello, più santo, più perfetto che Dio ha potuto concepire e formare. Dio, l’Onnipotente e l’Infinito, il Creatore dell’universo, l’Autore dì tutte le meraviglie delle cose, non può fare niente di più grande e di più bello di Gesù Cristo.

corregio-jesus-christ-christianity.jpgMetti insieme tutte le gioie e le dolcezze, tutti i piaceri del corpo e dello spirito che gustano tutte le persone della terra, ebbene tutta la felicità che dona un solo istante dell’unione con Gesù li sorpassa smisuratamente. La Beata Angela da Foligno, convertitasi, dopo la morte del marito, a 26 anni e consacratasi a Dio, da allora fece una vita santa di preghiere, di penitenze, di opere sante e di virtù eroiche. Fu favorita da Dio di visioni meravigliose che il suo Confessore, sotto sua dettatura, trascrisse nel libro: «Il libro delle mirabili visioni». Ebbe la rarissima fortuna di vedere, ancora in terra, Dio faccia a faccia… Dopo una di tali visioni disse: «Concentrate in uno tutte le gioie e i piaceri che hanno goduto, godono e godranno, sia lecitamente che illecitamente, tutti gli uomini e le donne della terra, dall’inizio alla fine del mondo, ebbene io, in un solo istante della visione di Dio, ho goduto immensamente di più».

Come saremo fieri in Paradiso d’averlo servito, di essergli stati sottomessi, di averlo amato! Ne saremo ricambiati senza misura. Egli terrà ciascuno di noi vicino a sé come se fosse l’unico suo amico più intimo, l’unico suo fratello più caro, l’unico ad amare e da favorire! La moltitudine degli Angeli e dei Beati può essere numerosissìma quanto si vuole, questo non esaurirà mai le effusioni più calde del suo amore per ciascuno di noi, né cesserà mai di ricevere, a sua volta, le manifestazioni più affettuose dell’amore riconoscente di ciascuno di noi. Nel Regno dell’Amore non esistono barriere e ostacoli all’amore! Stiamone certi. Se al presente, ancora inquinati da tante colpe e imperfezioni, il nostro Gesù trova modo di darsi a noi fino a immedesimarsi con ciascuno di noi mediante la S. Comunione, in Paradiso, dove ciascuno di noi è diventato santo e perfetto, si immedesimerà immensamente di più mediante l’unione totale di se stesso con ciascuno dei suoi Beati. O anime tormentate da una grande fame di amore, alzate i vostri occhi al Cielo: lassù potrete amare senza più alcun limite la Persona Umana più degna di essere amata e più capace e desiderosa di corrispondervi.

O Gesù, quale paradiso troveremo nello splendore della tua fronte, nella grazia delle tue labbra, nello scintillìo dei tuoi occhi, nell’incontro del tuo sorriso, nell’armonia sovrana di tutte le tue fattezze e di tutti i tuoi gesti? Quale armonia estasiante sarà la tua voce che ci chiamerà a nome e ci parlerà del tuo amore? Quale trasalimento di amore ci farai provare quando ci ammetterai a stringere, come la Maddalena, cotesti tuoi piedi di Dio glorioso, a coprire di lacrime di riconoscimento costeste tue mani di Redentore risuscitato, a posare come San Giovanni il nostro capo sul tuo cuore di Dio incarnato, ad abbracciarti, ad accarezzarti, a coprirti e ricoprirti di baci, o Sposo divino ed eterno di ciascuna delle tue creature umane? A baciarti la fronte immacolata, i cari occhi, le adorate guance, la bocca deliziosa che possiede le parole di vita eterna, di felicità purissima, paradiso di delizie, sorgente inesauribile di amore, di bontà, di ogni bene: quando dunque potremo immergerci in Te senza più uscirne? Abbandonarci nelle tue braccia di Sposo amabilissimo e amatissimo per non separarci più? Che tutto l’universo, in un unico canto di lode e di gloria, inneggi alla tua bontà che ti fa trovare la tua occupazione e la tua soddisfazione a versare la tua beatitudine in torrenti inesauribili su tutti i Beati per tutta l’eternità!

Valtorta 19 settembre.

b_jesus_nazareth.jpgIeri sera: 18 settembre, soffrivo terribilmente. Era tutta la giornata che soffrivo così ed ero proprio sfinita. Ogni respiro, ogni movimento, anche piccolo, mi era penosissimo e mi obbligava a lamentarmi, io che non mi lamento mai. Tossire poi… avrei preferito una fucilata a un colpo di tosse.

Nell´ora delle cene, ossia dalle 20 alle 21, mentre ero rimasta sola, la mia vista mentale fu beatificata dalla visione di Maria Ss. Cerco di descrivergliela 1. Ma come fare a mostrarle la sua bellezza e i suoi colori?

È vestita di bianco: un abito chiuso alla radice del collo, come fosse arricciato, perché vedo che sul petto la stoffa forma delle molli pieghe che modellano castamente le forme di Maria. Le maniche sono piuttosto strette e lunghe sino al polso. Alla vita una cintura tiene raccolta la veste. Ma non è d´oro e non d´argento. Pare un cordone di seta, uguale di colore e lucentezza alla veste. Non ha fiocchi, non scende sulla veste. La cinge, e basta.

[626] Sul capo un manto della stessa stoffa, leggera ma non velata, della veste. Esso scende lungo le gote di Maria, si accosta al collo come vi fosse costretto da un fermaglio. Un lungo fermaglio, però, perché vedo la gola candidissima di Maria. Insomma sta appoggiato alle spalle e scende lungo l´alto del braccio e i fianchi sino a terra.

Ma come fare a dirle la splendidezza di quella candidissima e semplicissima veste? La neve è grigia e opaca, il giglio è ancora meno bello. Sembra argento divenuto stoffa, tanto il suo bianco splende. Oh! impotenza della parola a descrivere la luce! Solo nel Cielo, e per rivestire Maria, vi può essere quella stoffa di un bianco fosforescente, diamantato, perlaceo, opalino, che è una gemma senza essere gemma né conoscere l´alleanza delle gemme per splendere così!

Vedo l´ovale, piuttosto tondo, del volto di Maria. D´una tinta di avorio come certi petali di magnolia, uguale nel colore a quello [627] del Figlio suo, diverso nella forma che in Gesù è più allungata e magra. Sul viso di fiore solo le labbra e le ciglia sottili, lievemente scure, mettono un colore.

1 Si rivolge al Padre Migliorini.

Gli occhi, non spalancati, ma semi velati dalla palpebra, hanno lo stesso sguardo del Figlio, e hanno il colore azzurro di quelli di Gesù, ma più pallido. Sempre per portare paragone umano, potrei dire che Gesù ha occhi di zaffiro e Maria di turchese. Lo sguardo serio e mesto di Gesù è in Maria di una mestizia però unita al sorriso: il sorriso buono di chi è addolorato, ma vuole consolare e incitare nello stesso tempo.

I capelli sono color del grano maturo o oro zecchino, se più le piace, sempre tendenti al biondo-rosso, ma più biondi che rossi, mentre in Gesù vi è più tendenza al biondo rame.

jesus_20christ_20superstar_1285833414.jpgLe mani lunghe e sottili, dalle dita molto lunghe e affusolate, escono dalle maniche strette col loro polso delicato e bianchissimo. Sono due petali di magnolia uniti in preghiera. Mi sembra debbano odorare di fiore tanto del fiore in boccio hanno l´aspetto.

[628] Nessun monile, assolutamente nessuno. È tutta Maria che è Gemma di una luminosità di alabastro, meglio di opale illuminato internamente da una fiamma. Il suo corpo glorificato emana luce, una dolcissima luce che mi fa proprio pensare ad una lampada ardente davanti al Tabernacolo: una lampada di candido alabastro o, ripeto, di opale.

Non vedo i piedi perché l´abito è tanto lungo che li copre.

Eccole descritta la nostra Mamma.

Mi ha fatto e mi fa compagnia e mi pare che tutto intorno a me divenga luminoso e verginale, e luce e purezza mi scendono in cuore e con esse un gaudio che mi fa piangere di beatitudine.

Credo che se Maria dicesse una parola sola l´anima mia tramortirebbe nell´estasi, perché solo un filo mi trattiene dallo 2 sprofondarmici, e questo solo per vedere la Benedetta e sentirmi baciata dal suo sorriso e dal suo sguardo.

[629] È sera ormai e dico a Gesù: “Signore, non dici nulla oggi?”

Egli risponde che la mia lezione oggi me la dà Maria e che la contemplazione di Lei non richiede altre parole. Infatti il solo vederla insegna la bellezza della purità, della preghiera e del silenzio. Tre grandi cose molto poco e malamente praticate.

In mezzo al mio dolorare fisico e morale mi trovo nella gioia, perché la luce della più bella Stella, di Maria, splende su me e mi è dato fissarla..”

(  Dai Quaderni, ed CEV ) valtorta

Descrizione della Madonna

fatta da Melania Calvat

Melania Calvat è la veggente, dell’apparizione mariana, ufficialmente riconosciuta dalla Chiesa, avvenuta a La Salette, in Francia, nel 1846, (dodici anni prima di quelle di Lourdes) in cui Maria si rivolse in lacrime a 2 piccoli pastorelli, Melania appunto, e Massimino, lamentando la profanazione della Domenica e del nome del figlio Gesù.

<< La Vergine Santissima era molto alta e ben proporzionata. Sembrava essere tanto leggera che sarebbe bastato un soffio a farla muovere, però era immobile e molto stabile. La sua fisionomia era maestosa, imponente come sono i signori di questa terra. Imponeva una timidezza rispettosa, mentre la Sua maestà, che imponeva rispetto misto ad amore, attirava a Lei. Il Suo sguardo era dolce e penetrante, i Suoi occhi sembrava che parlassero con i miei, ma la conversazione proveniva da un profondo e vivo sentimento d´amore verso questa attraente bellezza che mi liquefaceva. La dolcezza del Suo sguardo, l´aria di bontà incomprensibile facevano intendere e sentire che Ella attirava a sé per donarsi. Era un´espressione d´amore che a parole non si può esprimere e nemmeno con le lettere dell´alfabeto. L´abito della Vergine SS. era bianco e argentato, molto splendente. Non aveva nulla di materiale, era fatto di Luce e di Gloria variato e scintillante. Sulla terra non vi sono espressioni né paragoni da poter fare. La Vergine SS. era tutta bella e tutta fatta d´amore. Guardandola, io languivo per fondermi in Lei. Dai Suoi ornamenti, come dalla Sua Persona, da tutto trapelava la maestà, lo splendore, la magnificenza fulgente, celeste, fresca, nuova come una vergine. Sembrava che la parola amore sfuggisse dalle Sue labbra argentee e pure.

14475009.jpgAveva l´apparenza di una mamma affettuosa, piena di bontà, di amabilità, di amore per noi, di compassione e di misericordia. La corona di rose che portava sulla testa era così bella, così brillante da non potersene fare un´idea. Le rose, di diversi colori, non erano di questa terra. Era un insieme di fiori che circondava il capo della Vergine SS. proprio in forma di corona; ma le rose cambiavano e si ricambiavano. Poi, dal centro di ogni rosa, usciva una luce così bella che rapiva, e faceva sì che la loro bellezza risplendesse. Dalla corona di rose uscivano come dei rami d´oro e tanti piccoli fiori misti a brillanti. Il tutto formava un diadema che da solo brillava più del nostro sole terreno. La Vergine portava una preziosissima Croce sospesa al collo. Questa croce sembrava d´oro; dico d´oro per non dire un pezzo d´oro. A volte ho visto degli oggetti dorati con alcune sfumature, ciò che faceva ai miei occhi un effetto più di un semplice pezzo d´oro. Su questa bella Croce piena di luce, vi era il Cristo Nostro Signore con le braccia stese sulla Croce. Quasi alle due estremità della Croce, vi erano da una parte un martello e dall´altra una tenaglia. Il Cristo era color carne naturale ma riluceva con grande splendore, e la luce che usciva da tutto il Suo corpo sembrava come dardi lucentissimi che mi infiammavano il cuore per il desiderio di perdermi in Lui. A volte il Cristo sembrava morto, aveva la testa inclinata e il corpo rilassato, quasi cadesse se non fosse stato trattenuto dai chiodi che lo fissavano sulla Croce. Io ne avevo una viva compassione. Avrei voluto comunicare al mondo intero il Suo amore sconosciuto e infondere nelle anime dei mortali, il più sentito amore e la più viva riconoscenza verso un Dio che non aveva assolutamente bisogno di noi, per essere quello che è, ciò che era e ciò che sempre sarà. E tuttavia, oh amore incomprensibile per l´uomo, si è fatto uomo, ha voluto morire, si morire per poter meglio scrivere nelle nostre anime e nella nostra memoria il pazzo amore che ha per noi. Oh! Come mi sento infelice nel constatare la mia povertà di espressione nel riferire l´amore del Nostro buon Salvatore ha per noi. Ma d´altra parte come siamo felice di poter sentire meglio ciò che non possiamo esprimere.

Altre volte il Cristo sembrava vivo. Aveva la testa dritta, gli occhi aperti e sembrava sulla Croce di Sua volontà. A volte anche pareva che parlasse, sembrava mostrasse che era in Croce per noi, per amor nostro, per attirarci al Suo amore, che ha sempre un nuovo amore per noi. Che il Suo amore dell´inizio, dell´anno 33, è sempre quello di oggi e lo sarà sempre. Mentre mi parlava la Vergine SS. piangeva ininterrottamente. Le sue lacrime cadevano l´una dopo l´altra lentamente, fin sopra le ginocchia, poi, come scintille di luce, sparivano. Erano splendide e piene d´amore, avrei voluto consolarla e non farla piangere ma mi sembrava che Ella avesse bisogno di mostrare le Sue lacrime per meglio manifestare il Suo amore dimenticato dagli uomini. Avrei voluto gettarmi fra le Sue braccia e dirle “Mia buona Madre non piangete, io voglio amarvi per tutti gli uomini della Terra”, ma mi sembrava che mi rispondesse “Ve ne sono molti che non mi conoscono”. Ero fra la morte e la vita vedendo da un lato tanto amore, tanto desiderio di essere amata e dall´altro tanta freddezza e indifferenza. Oh! Madre mia tutta bella e tanto amabile, amore mio, cuore del mio cuore. Le lacrime della nostra tenera Madre, lungi dal diminuire la Sua Maestà di Regina e Sovrana, sembravano invece renderla più bella, più potente, più piena d´amore, più materna, più attraente. Avrei mangiato le Sue lacrime che facevano sobbalzare il mio cuore di compassione e di amore. Veder piangere una madre, ed una tale Madre, senza adoperare tutti i mezzi possibili per consolarla, per cambiare i Suoi dolori in gioia, si può comprendere? Oh! Madre, più che buona, Voi siete stata formata di tutte le prerogative di cui Dio è capace. Voi avete, in un certo senso, esaurito la potenza di Dio. Voi siete buona ed ancora buona della bontà di Dio stesso. Dio formandovi, come Suo capolavoro celeste e terrestre, Si è reso ancora più grande. La Vergine SS. Aveva un grembiule giallo, ma che dico giallo? Aveva il grembiule più luminoso di più soli messi insieme. Non era una stoffa materiale ma un composto di Gloria, e questa Gloria era risplendente di una bellezza che rapiva. Tutto nella Vergine Santissima mi portava ad adorare e ad amare il mio Gesù in tutti i dettagli della Sua vita mortale.

La Vergine SS. Aveva due catene, una un po´ più larga dell´altra. A quella più stretta era sospesa la Croce di cui ho parlato sopra. Queste catene, non posso chiamarle diversamente, erano come raggi di Gloria, di un gran chiarore che variava e scintillava. Le scarpe, poiché così bisogna chiamarle, erano bianche, ma di un bianco argenteo, brillante e attorno vi erano delle rose. Queste rose erano di una bellezza abbagliante e dal centro di ognuna usciva come una fiamma di luce bellissima e gradevolissima. Sulle scarpe vi era un fermaglio d´oro, ma non oro di questo mondo bensì del Paradiso.

La visione della Vergine SS. era di per se un intero Paradiso. Lei aveva con se tutto quanto poteva dare soddisfazione poiché si dimenticava questa Terra. La Madonna era circondata da due luci. La prima a Lei più vicina arrivava fino a noi e brillava con vivissimo splendore. La seconda luce si spandeva un po´ più attorno alla bella Signora e noi ci trovavamo immersi in essa ed era immobile, cioè non brillava e molto più luminosa del nostro sole terrestre. Tutte queste luci non facevano male agli occhi e non affaticavano la vista. Oltre queste luci e tutto questo splendore, vi erano altri fasci di luce o altri raggi di sole come se nascessero dal corpo della Vergine, dai suoi abiti, dappertutto. La voce della bella Signora era dolce, incantava, rapiva e faceva bene al cuore, saziava, appianava ogni ostacolo, calmava, addolciva. Mi sembrava come se volessi sapere e saziarmi della Sua bella voce e il mio cuore pareva ballare o volerLe andare incontro per struggersi in Lei.

Gli occhi della SS. Vergine, nostra tenera Madre, non possono essere descritti da lingua umana. Per parlarne occorrerebbe un serafino, più ancora, occorrerebbe la lingua stessa di Dio, di quel Dio che formò la Vergine Immacolata capolavoro della Sua Onnipotenza. Gli occhi della augusta Maria sembravano mille e mille volte più belli dei brillanti, dei diamanti, delle pietre preziose più ricercate, brillavano come due soli, erano dolci come la stessa dolcezza, limpidi come uno specchio. In quei Suoi occhi si vedeva il Paradiso, attiravano a Lei, sembrava che Ella volesse donarsi e attirare. Più la guardavo, più desideravo guardarla, e più la guardavo più l´amavo e l´amavo con tutte le mie forze. Gli occhi della bella Immacolata erano come la porta di Dio, laddove si vedeva tutto quanto poteva inebriare l´anima. Quando i miei occhi si incontravano con quelli della Madre di Dio e mia sentivo dentro di me una gioiosa rivoluzione d´amore ed una protesta d´amarla e di struggermi d´amore. Guardandoci i nostri occhi a loro modo si parlavano e l´amavo talmente che avrei voluto abbracciarLa proprio nell´intimo stesso di quegli occhi che mi intenerivano l´anima e sembravano attrarla e farla fondere con la Sua. I Suoi occhi comunicavano un dolce tremito a tutto il mio essere e temevo di fare il più piccolo movimento per paura che Le potesse essere minimamente sgradevole. La sola vista dei Suoi occhi sarebbe bastata per costituire il Cielo di un beato, sarebbe bastata per far entrare un´anima nella pienezza della Volontà dell´Altissimo per tutti gli avvenimenti che capitano nel corso della vita mortale. Sarebbe bastata per far fare a quest´anima degli atti di lode, di ringraziamento, di riparazione, di espiazione.

Questa visione da sola concentra l´anima in Dio e la rende come una morta vivente che guarda tutte le cose della terra, anche quelle che sembrano più serie, come se fossero semplici giochi di bambini. L´anima vorrebbe soltanto sentir parlare di Dio e di tutto ciò che riguarda la Sua gloria. Il peccato è il solo male che lei vede sulla terra, se Dio non la sostenesse ne morirebbe di dolore. Amen.>>

Descrizione Fisica Di Gesù Secondo Un Contemporaneo, Maria Valtorta E Alcuni Santiultima modifica: 2011-02-10T20:59:00+01:00da meneziade
Reposta per primo quest’articolo