CONVERGENZE RELIGIOSE

La ricerca spirituale, ad onta della dilagante tendenza mondana alla dipendenza nei confronti dei beni di consumo materiali indotta dal media e dal mercato, esprime un rinnovato vigore, anche se con caratteri che si distinguono dalle forme tradizionali. Un aspetto di queste nuove forme di spiritualità è dato dalla prevalenza degli aspetti unitivi, universali, transconfessionali. È questo, del resto, un tema all’ordine del giorno anche in una realtà religiosa forte, sotto l’aspetto istituzionale e dottrinale, come la stessa Chiesa cattolica. Se da un lato la recente dichiarazione “Dominus Jesus”, della Congregazione per la Dottrina della Fede, fino a pochi anni fa diretta dal cardinal Ratzinger, ha precisato l’unicità della via di salvezza attraverso la Chiesa di Cristo, anche se secondo forme che non si riducono solo a quelle visibili, d’altro lato è altrettanto continua e intensa l’azione ecumenica e la collaborazione con le altre religioni. In tale contesto si colloca questo libro. Breton è un sacerdote cattolico che pratica da 25 e da 15 insegna il buddhismo “zen” ed in senso specifico lo “zazen”, che comporta la posizione seduta classica di meditazione. Spiega che l’incontro tra queste due tradizioni costituisce un arricchimento sotto il profilo spirituale, umanitario, psicologico. E sul piano dottrinale non sembra produrre difficoltà. “Posso affermare – dice – che nessun cristiano ha perduto la fede, anzi, essa si è consolidata. È fuori di dubbio che lo “zazen” può essere un modo eccellente per aiutare il cristiano a vivere il vangelo in tutto il suo rigore, senza isolarlo dal mondo, può aiutarlo a conoscersi meglio, ad essere più presente a sé e agli altri”.

Esiste, quindi, una dimensione della coscienza di sé e della comunicazione interpersonale, persino del rapporto con il divino, che nel buddhismo “zen” trova una sua interpretazione in termini tali da consentire una convergenza che prescinde dalle diversità teologiche che sono comunque notevoli, nei confronti con il cattolicesimo e le altre confessioni religiose, in genere meno complesse concettualmente. Il tipo di postura, di esercitazione psicofisica, di raccoglimento, rappresenta una realtà propedeutica dell’esperienza religiosa, ma anche un elemento che la favorisce nelle fasi ulteriori, più specifiche. Breton fa numerosi esempi. Si richiama anzitutto alla tradizione mistica della tradizione cattolica, dai padri della Chiesa ai santi che hanno sviluppato lo spirito contemplativo, come San Bernardo di Chiaravalle, San Giovanni della Croce. In tale prospettiva il rapporto con il corpo, con i suoi ritmi, la sua posizione, è certamente un dato che favorisce nelle procedure previste dallo “zazen” la concentrazione, la meditazione.

Anche sul piano propriamente morale e spirituale,  si deve evidenziare una convergenza tra lo “zen” e il cattolicesimo. Nel campo dell’accoglienza, ad esempio, nella trasformazione degli atteggiamenti in ordine all’attività meditativa, persino di preghiera. Gli esercizi dello “zazen” favoriscono il dono di sé agli altri, la disponibilità nei loro confronti, l’unione spirituale. Si chiede Breton se lo “zazen” possa anche essere una forma di preghiera, rispondendo in sostanza che ha un valore propedeutico di purificazione. Avverte però che il cristiano va in ogni caso oltre, nel mistero della salvezza.

CONVERGENZE RELIGIOSEultima modifica: 2011-03-19T12:15:00+01:00da meneziade
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