26° tappa: LA QUANTITA’ O LA QUALITA’?

jesus-at.jpgQuantificarsi, non qualificarsi, ecco una gran menzogna che sin dagli albori dell’umanità offende la nostra libertà. L’indole dell’uomo è stata sballata da questa inconscia realtà: un po’ di tutto, un po’ di niente.

Perché avere un’amante è sbagliato nei confronti non solo del proprio partner, ma soprattutto di se stessi? Verifichiamo solo alcuni intralci che il tradimento arreca ad entrambi:

IL PROPRIO PARTNER

Il tradimento offende il diritto del partner alla fedeltà, la sua indole alla unicità per qualcuno; mette in seria discussione la sua completezza, la sua bastabilità; lo proietta verso un disperato metro di paragone tra le proprie potenzialità e quelle di un terzo incomodo, istigato dalla triste menzogna che un altro lo superi; gli demolisce la fiducia nell’amore, la sua delicata capacità di contare su qualcuno; gli mette in seria discussione il diritto ad avere limiti, ad essere amato così com’è; lo proietta nel meccanismo della paura, della diffidenza, del cinismo, della continua difesa… realtà, queste, che lesioneranno la coppia, anche se si riconcilierà: una comunità in cui regna sfiducia, paura, diffidenza, complesso di mediocrità e collera è una comunità che di fatto non potrà funzionare; altrettanto per un matrimonio, per un’amicizia e per qualsivoglia relazione.

Tutto ciò ammesso che il proprio partner si accorga dell’avvenuto tradimento. Nel caso ciò non accada, il partner avvertirà comunque i buchi di una parziale presenza del compagno, parte della cui attenzione andrà inevitabilmente verso l’amante.

SE STESSI

Il tradimento-fisico o anche solo immaginifico-devia la propria totalità nella scelta compiuta, riserva parte di attenzioni ed energie da spendere altrove; frantuma gli obiettivi, ne inserisce altri, rende ovvio e inefficace il proprio partner, confonde gli iter, indebolisce la propria volontà, stordisce la propria persona in un vortice di distrazioni da appagamento in appagamento.

Tutto ciò non solo marchia a fuoco la nostra felicità, ma, peggio ancora, presuppone una serie di sforzi che da subito procurano seri e delicati strappi muscolari alle nostre capacità: un’amante è comunque una persona, per cui, chiaramente, devi averne cura, va telefonato, curato, gli va dedicato un pensiero, una parola; un amante è una realtà nascosta, per cui gli va dedicato una serie di occultazioni, segretezze, sdoppiamenti… ecco il risultato: sdoppiato, occultato, segreto, frantumato, stanco, privato di un traguardo, vuoto. Amara sensazione che vive il traditore! Sensazione, ahimè, che spesso neppure sa di provare, immerso nel suo stordimento che lo fa scappare da se stesso, da quest’angoscia di fondo.

Non fermarti, caro traditore, continua ostinatamente nelle tue molteplicità! Guai se ti fermi solo un attimo a dare un’occhiata al tuo cuore: cinismo, frammentazione, perdita d’ogni punto fermo, vertigini, incapacità… ma per l’amor del cielo!

La vita è tutta così, vero? Un forse incerto da coprire con una serie di sforzi per cui non siamo fatti, che strappano i tessuti muscolari del nostro cuore, dal cui affanno è meglio scappare andandosi a stordire finchè non siamo così stanchi da poterci addormentare senza pensare e svegliarci con qualcosa di urgente per cui correre, PERCHE’ RIFLETTERE FA MALE!

Conosci questa sensazione? Anche se non tradisci il tuo partner, non puoi negare che questa è la sensazione del secolo e che riguarda anche te.

Che questa sensazione sia frutto d’una gran menzogna evince dal fatto che non ti si addice e, soprattutto, che tu non le addici, perché non sai provarla, ti fa male, non sai viverci, non ne hai le capacità! Non sai avere più strade, non sai avere due cuori, non sai resistere a tanti sforzi; questa palestra non ti fortifica, ti disintegra: non è la tua palestra!

Vertigini, terreno che ti manca sotto i piedi e un mucchio di stanchezza! Ecco il frutto dell’adulterio. Tutto ciò perché è “piacevole” fare più cose, cambiare discorso, girare altrove, farsi una passeggiata verso altro…

Adulterare è mischiare, contaminare, biforcarsi, tagliarsi in più obiettivi le cui esigenze ti cadono addosso. Un cuore tagliato da una lamina affilata, incapace di ricongiungersi.

L’esempio del tradimento d’amore ben rende quest’atteggiamento, ma non è il solo caso. Altri continui tradimenti, meno eclatanti e perciò più subdoli, ogni giorno effettuiamo nelle nostre scelte, procurandoci proprio le suddette sensazioni: frantumazione, sforzo e vertiginosa ingestibilità.

Il peccato uccide proprio perché lo si compie mentre si dovrebbe compiere altro! Lo schema del tempo in cui Dio ci ha inserito ha in sé proprio questa arte: un minuto non ne ha uno parallelo, può andar speso in una sola cosa.

Adulterio è non immergersi nella necessità che quel minuto richiede, perché si vuol girare altrove, perché un altro gusto immediato si fa sentire.

Se un chirurgo ti eseguisse un intervento delicato in siffatto stato, quante probabilità avresti di svegliarti? E cos’è la vita se non un intervento delicato al mondo?

Bene! Avendo tu senz’altro compreso ciò di cui parliamo, non sono necessari altri esempi e possiamo andare al dunque.

“Non commettere atti impuri”. Una Parola che ricorda il tuo essere “uno”, una parola che sa finalmente svegliarti da una grave menzogna: “Più cose fai, più sei”.

ArtBook__028_028__AngelGabrielAppearsToMary____.jpgNon è vero che la persona brillante è chi fa molte cose, chi sa parlare di tutto, chi ti trovi ovunque ti giri, chi emerge in tanti contesti. Costui, benché attiri la tua stima e la tua invidia, è molto spesso una persona frantumata, vittima delle suddette sensazioni, schiava del concetto di “quantità”: avere tanto, fare tanto, conoscere tanto, provare tanto. No! I tuttologi non hanno mai fatto un goal in nulla!

Facci caso: le persone ricordate dalla memoria popolare brillano in una sola cosa, da uno sportivo a uno scienziato, da uno scrittore a un artista. “Una cosa”, come te!

“Quantità” è un concetto che, malgrado tu possa riuscire anche a porre in atto, non ti soddisfa! Questo concetto vale anche per chi sceglie una sola strada, ma agisce con lo schema della quantità!

Ecco la vera contraddizione, ad esempio, del prostituirsi: quantificare il proprio corpo in soldi! Diamine, ma che prezzo ha il corpo di un uomo? Tu vali 30 euro? O 100? O 1000? O 10.000? Non esiste cifra che valorizzi un corpo e il cuore di una prostituta sincera lo sa fin troppo bene!

Ecco un errore non così dissimile in chi cerca il piacere professionale: più sei caro più la tua professione vale… questa è una menzogna! Quanto vale una visita medica che ti preverrà un tumore? 100 euro? 1000? 10.000? Non c’è cifra valida con cui pagare una vita salva! Non c’è quantità che esprima il valore di un tuo lavoro svolto in pienezza!

Quanto mai la quantità ha soddisfatto qualcuno? Questa è una menzogna atroce che i mass media ti propinano per istigarti a soddisfare la “loro” quantità!

“Bello, affascinante, sexy, agile, intelligente, colto, esperto, sensibile, profondo, simpatico, piacevole e primo”… fatiche estenuanti il cui esito è frantumazione, dispersione, vertigine, vuoto!

Oggi noi inneggiamo la “qualità”! Tu sei uno, sei fatto per una sola cosa, in essa va immersa la tua totalità. Ogni altro obiettivo che ti distrae dal tuo, fosse il più innocente e alto, diventa inopportuno, ingombrante, fuorviante, snervante, frantumante e disperante. Dovrà esser compito d’un altro, non tuo; e quest’altro dovrà compierlo con totalità!

Non crediamo ti sia difficile riconoscere giustizia in questo concetto; immaginiamo tuttavia che ti risulti faticoso e che utilizzerai i luoghi comuni più famosi per bocciarne la fattibilità: “E’ difficile”, “C’è chi non ne è capace”, “Ogni tanto ci vuole”, “Basta fare le cose con la giusta misura”

No, caro amico, il discorso è proprio un altro: tu sarai davvero felice SOLO se riuscirai a configurarti in questa prospettiva e solo così, in punto di morte, sarai soddisfatto, pronto a salutare questa vita per compierti nella successiva!

Il problema serio è un altro e si divide in due fasi:

1- Ma qual è la mia vera scelta, l’unica cosa in cui devo spendermi? Se proprio devo rinunciare al resto, non vorrei mai confondermi e tagliare proprio con la scelta giusta!

2- Perché non riesco a tagliare col resto e, man mano che ci provo, mi faccio prendere da mille altre cose e non porto a termine un bel niente?

Domande che chi sa porsi dimostra di avere buon senso critico, di stare sulla buona riflessività.

Aspetti che non dovrai perderti nel prossimo post.

Buona riflessione!

26° tappa: LA QUANTITA’ O LA QUALITA’?ultima modifica: 2013-02-03T16:37:37+01:00da meneziade
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