25° tappa: RUBARE E ADULTERARE… LA STESSA COSA!

 

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Di Enzo Donnarumma

Insomma,

rubare è voler scansare la propria realtà che, di conseguenza, diviene ostacolo terrificante, fonte primaria di contestazioni: perché la vita è così breve? Perché sono nato in un contesto inferiore alla media? Perché non ho proprio le qualità che vorrei? Perché Dio non mi fornisce i mezzi necessari a ciò che voglio? Perché gli stupidi vanno avanti e mi calpestano?

Alla ricerca di una realtà inesistente, figurata, idealista, parte la mentalità del furto: rubare tempi sottratti ad altro, mezzi non propri, caratteri non propri, sforzi non propri e contesti non propri! Così facendo, la realtà ci viene traumaticamente addosso e, cosa ancor più brutale, noi stessi ci cadiamo addosso, poiché frustrati dall’insoddisfazione di aver forzato una serie di scelte per le quali non siamo fatti, per quanto belle, allettanti e riscattanti.

Noi siamo fatti già per la realtà immediata che ci circonda! Abbiamo già il campo d’azione che ci si addice, se becchiamo l’obiettivo che ci si addice. Quest’obiettivo è AMARE. Non abbiamo altri obiettivi se non robetta che ci intrattiene per un po’ e poi ci lascia malfamati, contenti a metà, mediocremente.

Per AMARE non abbiamo bisogno di mezzi diversi, vite diverse, culture diverse, badget diversi, corpi diversi, lingue, atteggiamenti, competenze, mestieri diversi… a meno che intervengano altri obiettivi nascosti, lungo il percorso della nostra esistenza… allora sì che la nostra fattezza diventa un problema e le nostre ambientazioni diventano tutte sbagliate, insopportabilmente insufficienti. Allora sì che si comincia a maledire un Dio che “Neanche sa mettere al posto giusto le vite giuste”.

Ecco perché la tua vita diventa un inferno: istigato da una serie di storture che il mondo esterno ti viene a promuovere, cominci a desiderare realtà che non ti si addicono. Cominci a soffrire per tanti motivi: perché ti usi male, perché vuoi costringere la tua realtà esterna a girare controvento, perché non è mai abbastanza, perché nessun tuo caro riuscirà mai ad adeguarsi alle tue richieste esorbitanti; infine perché gli obiettivi raggiunti, per quanto appariscenti, ti risultano sempre magri, dopo un po’ di tempo.

Per cui comincerai a progettare altro, altro e altro ancora… ti riempirai di cose e non resterai fedele a nessuna delle scelte che vorresti intraprendere.

E non venirci a dire che non sai che scelta fare, perché a te non manca certo l’inventiva, né un programma, né un indizio, né una vocazione. Anzi, noi ti sbattiamo in faccia una realtà ancor più brutale: tu hai troppo! Hai troppi programmi, vuoi fare troppe cose, hai troppe idee, troppi stili, troppi indizi, troppe vocazioni!

Sai come si chiama questo? Avidità! Il frutto dell’avidità è il nulla, ovvero che non realizzerai un bel niente di ciò che vorresti e che non vorresti, perché non sarai fedele a nessuna scelta.

Sai come si chiama questo? Adulterio!

Benvenuto alla seguente diagnosi che “Io Sono” ti esegue: “Non commettere adulterio”!

Adulterio, adulterare, mischiare, confondere, confondersi, non scegliere, non portare a termine, non identificarsi!

Dramma dell’uomo di sempre: non saper dire un no a un piacere, a un’idea anche bella ma fuori programma; non sapersi concentrare su una sola cosa, una sola scelta. Sotto il miraggio di una poliedrica, ricca, eterogenea personalità, cova il caos dell’esistere, del non sapersi identificare in nulla, del vivere in perenne senso di claustrofobia, a intermittenze, a interferenze, a più facce, a distrazioni. A che risultato? Al niente! Già! Un po’ di questo, un po’ di quello e un po’ dell’altro sai cosa sono? IL NULLA: né questo, né quello, né l’altro!

Sembriamo patetici, ma in realtà sai bene di avere nel cuore una vocazione inarrestabile: una tensione forte alla totalità, alla pienezza, all’infinito. Una fame più che giustificata, dono di Dio stesso, poiché questa altissima prospettiva è fatta per sintonizzarti con Lui. Una vocazione che trova pace non quando mischi di tutto di più, ma quando abbracci UNA VIA e la porti a termine nella totalità, nella pienezza. Una vocazione da noi tutti confusa, purtroppo, con la megalomania, la famelicità, il non volersi perdere nulla.

Nessun adultero è felice. Neanche uno! E i grandi della storia lo sono stati in UNA SOLA COSA! I grandi della storia hanno saputo scegliere. E non solo: i piccoli che ti rendono servizi qualificati, stanne certo, si dedicano fedelmente a UNA, QUELLA cosa.

Questo è ciò che manca a te e a noi tutti: l’essere fedelmente UNA cosa! Questo riempie te, nella tua dimensione di uomo che tende a cose alte, e gli altri, nella loro dimensione di usufruttuari del tuo ruolo fedele, pieno, totale, ben identificato!

Se i tuoi genitori ti hanno cresciuto bene, stanne certo, è perché hanno pensato SOLO a te!

Se un medico ti ha salvato da una malattia mortale, stanne certo, è uno che vive sintonizzato SOLO nella sua professione!

Non fare questo e soffrirai, come stai già facendo! Perché, se non sei così nel lavoro o nelle tue scelte esterne, stà certo che negli aspetti interni della tua persona questa componente c’è ed, ahimè, è la componente che ti fa fare un mucchio di casini!

Noi ti invitiamo al taglio, al taglio della mentalità del desiderio. Ti invitiamo alla vocazione, vocazione all’amore attraverso UNA scelta. Il criterio di scelta non dev’essere solo il piacere o l’autoaffermazione… anzi, ben altro: la scelta attraverso cui ami di più, ami meglio, rendi più felici gli altri. Il modo più a te consono di amare qualcun altro e, meglio ancora, quello che la tua vita ti propone! Eccola la scelta! Sta già lì davanti a te! Così si fa pace con la propria esistenza. Così vanno via incubi, traumi, ripicche, insoddisfazioni e tristezze!

E’ facile scrivere queste chiacchiere, magari ti piacciono anche, ma non riuscirai mica a seguirle già da subito! Essì! In fondo sono anche concetti un po’ scoccianti, no? “Dare l’esclusiva a una sola cosa”, “Scegliere, tagliare… ma divertiamoci un po’! Che fa? Ogni tanto un po’ di sana miscellanea mica fa male?” O no?

Da dove ti viene questa reazione annoiata di fronte all’invito di una scelta coerente? E, se questa scelta pur ti piace, da dove ti viene l’incapacità di seguirla fedelmente, senza disturbarne l’iter con altre interferenze?

Non saremo noi a risponderti, ma la psicologia più fine: dal carattere della tua sessualità!

Non SESSO EROTICO, ma SESSUALITA’! Questa componente che ha la percentuale decisionale più alta nella nostra personalità, nel nostro pensare e agire, perfino nel nostro toccare, prendere, posare e camminare.

SESSUALITA’! Una delle più importanti stanze segrete dei fili del nostro essere; guai se lì qualche filo funzionasse male: funzioneresti male tu! Guai se lì ci fossero dei corti circuiti: la tua persona sarebbe un corto circuito! Guai se lì ci fossero programmazioni sballate, virus, intasamenti o sovraccarichi: si ripercuoterebbero tutti su ogni tassello della tua persona.

Eppure entrando proprio in quella stanza segreta e dando un’occhiata proprio in quel computer troveresti risposte di tanti perché sulla tua incapacità di scegliere, di tagliare un piacere per saper entrar bene in una scelta, di dire un no, di privarti di un obiettivo senza soffrire, di saper sfuggire alla soggezione e alla rivalità, di avere facoltà decisionali non offuscate da alcun inganno.

Ti lasciamo con una semplice domanda: trovi ordinata la tua sessualità?

Non rispondere a noi, perché senz’altro ostenterai un “Sì!” poco obiettivo!

Rispondi a te stesso, perché senz’altro troverai aspetti di te molto molto interessanti e oggetto del nostro prossimo argomento.

Buona riflessione!

 

25° tappa: RUBARE E ADULTERARE… LA STESSA COSA!ultima modifica: 2012-12-20T22:53:00+01:00da meneziade
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