L’IMITAZIONE DI CRISTO 7

james-caviezel-in-la-passione-di-cristo-38251.jpgCapitolo undicesimo

POCHI AMANO LA CROCE DI GESÙ

1Gesù ha, ora, molti che amano il suo Regno celeste, ma pochi che portano la sua Croce. 2Ha molti che desiderano la consolazio­ne, ma pochi che desiderano la tribolazione. 3Trova parecchi compagni di mensa, ma pochi compa­gni di astinenza. 4Tutti desiderano godere con Lui, ma pochi sono dispo­sti a soffrire qualche cosa per Lui. 5Molti seguono Gesù fino allo spezzare del pane, ma pochi fino a bere il calice della Passione. 6Molti ammirano i suoi miracoli, ma pochi Lo seguono nell’ignominia della crocifissione. 7Molti amano Gesù fino a tanto che non sorgono con­trarietà. 8Molti Lo lodano e Lo benedicono finché ne ricevono consolazioni. 9Ma se Gesù si nasconde e per un poco li lascia soli, o si lamentano o cadono in un eccessivo scoramento. 10Quelli, però, che amano Gesù per Gesù, e non per una loro personale consolazione, Lo benedicono in ogni tri­bolazione ed in ogni affanno del cuore, come nella pie­nezza delle consolazioni. 11Ed anche se Gesù non volesse mai dare loro una con­solazione, continuerebbero, tuttavia, a lodarLo sempre, e sempre vorrebbero renderGli grazie. 12Oh! Quanto è potente l’amore per Gesù, se è puro, se non è inquinato da alcun proprio interesse o dall’amore di se stessi. 13Non si dovrebbero chiamare tutti mercenari, quelli che cercano sempre consolazioni? 14Non mostrano, forse, d’amare più se stessi che Cristo, coloro che hanno sempre a mente i loro vantaggi o i loro guadagni? 15Dove si potrà trovare uno che sia disposto a servire Dio senza mercede? 16Raramente si trova qualcuno tanto spiritualmente ele­vato, da voler essere spogliato di tutto. 17In realtà, un vero povero di spirito, distaccato da ogni creatura, chi lo troverà? “Sarebbe prezioso come le cose portate dagli ultimi confini della terra” (Prv 31,10). 18Se un uomo desse ai poveri tutte le sue sostanze, sarebbe ancora nulla. 19E se facesse gran penitenza, sarebbe ancora poco. 20E se avesse imparato tutte le scienze, sarebbe ancora lontano dalla mèta. 21E se possedesse grande virtù e ferventissimo spirito di pietà, gli mancherebbe ancora molto: cioè, l’unica cosa che gli è estremamente necessana. 22Che cosa, dunque? Che, abbandonato tutto, abbando­ni anche se stesso, esca totalmente da se stesso e non conservi neppure un briciolo dell’amore di sé. 23E quando avrà compiuto tutto quello che la coscienza gli ordina di compiere, sia consapevole di non aver compiuto nulla. 24Non dia importanza a ciò che pure possa essere molto apprezzato, ma sinceramente si professi servo inutile, come dice la Verità: “Quando avrete fatto tutto quello che vi é stato ordinato, dite: siamo servi inutili” (Lc 17,10). 25Allora sì, che uno potrà essere davvero povero e nudo nello spirito e potrà dire con il Profeta: “Sono solo ed infelice” (Sal 24,16). 26Eppure, nessuno è più ricco, nessuno più potente, nes­suno più libero di quest’uomo, che sa abbandonare se stesso e tutte le cose, e mettersi all’ultimo posto.

Note al capitolo 11° 10“Quelli che amano Gesù per Gesù,  Lo benedicono in ogni tribola­zione ed in ogni affanno del cuore, come nella pienezza delle consolazio­ni”. Molti vorrebbero conciliare l’amore a Cristo con l’amore al mondo. Ma Gesù l’ha detto chiaro: “Nessuno può servire a due padroni…” (Mt 6,24). D’altra parte, Gesù ha sacrificato la sua vita per noi e, se vogliamo essere suoi, dobbiamo anche sacrificare la nostra vita per Lui.

Capitolo dodicesimo

LA VIA MAESTRA DELLA SANTA CROCE

1Sembrano dure a molti queste parole: “Rinnega te stesso, prendi la tua croce e segui Gesù” (Mt 16,24). 2Ma molto più duro sarà sentire, un giorno, quella sentenza inesorabile: “Via, lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno” (Mt 25,41). 3Ma coloro che ascoltano ora volentieri la parola della Croce e la seguono, non temeranno di sentire in quel momento quella dell’eterna dannazione. 4Ci sarà nel cielo questo segno della Croce, quando il Signore verrà a giudicare. 5Allora, tutti i servi della Croce, che in vita si confor­marono al Crocifisso, s’accosteranno con grande fidu­cia a Cristo giudice. 6Perché, dunque, temi di prendere sulle tue spalle la Croce, per mezzo della quale si ascende al Regno? 7Nella Croce è la salvezza, nella Croce è la vita, nella Croce è la difesa dai nostri nemici, dalla Croce sgorga la soavità celeste, nella Croce è la forza della mente, nella Croce è la gioia dello spirito: nella Croce è la pie­nezza della virtù, nella Croce è la perfezione della santità. 8Non c’è per l’anima salvezza, non c’è speranza di vita  eterna, se non nella Croce. 9Prendi, dunque, la tua croce e segui Gesù, ed arriverai alla vita eterna. 10Egli ti ha preceduto “portando la Croce” (Gv 19,17), ed è morto sulla Croce per te, perché anche tu porti la tua e desideri di morirvi sopra. 11lnfatti, se sarai morto insieme con Lui, con Lui avrai parimenti la vita; e se Gli sarai stato compagno nella sofferenza, lo sarai pure nella gloria. 12Ecco, dunque: tutto dipende dalla croce e tutto consi­ste nel morirvi; e non c’è altra via per giungere alla vita ed alla vera pace interiore, se non la via della santa croce e della mortificazone quotidiana. 13Va’ dove vuoi, cerca quello che vuoi, ma non troverai, in alto, una via più sublime né, in basso, una via più sicura di quella della santa croce. 14Predisponi pure ed ordina tutto secondo il tuo volere e le tue vedute, ma non troverai altro che dover sempre patire qualche cosa, volentieri o no; e così, troverai sempre la croce. 15lnfatti, o proverai dolori nel corpo o dovrai soffrire pene spirituali nell’anima. 16Talora sarai abbandonato da Dio, talora t’affliggerà il prossimo; quel che è peggio, sarai spesso di peso a te stesso. 17E tuttavia, non potrai trovare rimedio che ti liberi o conforto che ti dia sollievo: bisogna che tu soffra fino a che Dio lo vorrà. 18Dio, infatti, vuole che tu impari a soffrire dolori senza conforti, che ti sottometta pienamente a Lui e che per mezzo della sofferenza tu diventi più umile. 19Nessuno sente tanto viva nel cuore la Passione di Cristo, quanto colui al quale sia toccato di patire qual­che cosa di simile. 20La croce, dunque, è sempre pronta e ti aspetta dapper­tutto. 21Non puoi sfuggirla, dovunque tu corra a rifugiarti, perché, in qualunque luogo giungerai, tu porterai te stesso e troverai sempre te stesso. 22Volgi lo sguardo in alto od in basso, fuori o dentro di te: dappertutto troverai la croce; e dappertutto è neces­sario che tu porti pazienza, se vuoi avere la pace inte­riore e meritare il premio eterno. 23Se porti la croce di buon animo, essa a sua volta por­terà te e ti condurrà alla sospirata mèta, dove, cioè, avrà fine la sofferenza, che quaggiù non avrà mai termine. 24Se, invece, la porti di malavoglia, ti crei un peso che ti sarà più grave; e tuttavia, bisogna che tu lo regga. 25Se scansi una croce, ne troverai senza dubbio un’altra e, forse, più pesante. 26Credi tu di poterti sottrarre a ciò che nessuno tra i mortali mai poté evitare? Quale Santo fu in questo mondo senza croce e senza tribolazione? 27Nemmeno Gesù Cristo, Signor nostro, finché visse, fu un’ora sola senza i dolori della Passione. “Bisognava – disse – che il Cristo patisse, risorgesse dai morti ed entrasse, così, nella sua gloria” (Lc 24,26). 28E come vuoi tu cercare un’altra via, diversa da quella maestra, che è la via della Santa Croce? 29Tutta quanta la vita di Cristo fu croce e martirio; e tu cerchi per te riposo e gioia? 30Sbagli, sbagli se cerchi cosa diversa dal patire tribola­zioni, perché tutta questa vita mortale è piena di mise­ria e segnata tutt’intorno da croci. 31E quanto più uno sarà salito in alto nella vita dello spi­rito, tanto più pesanti saranno le croci che troverà, per­ché la pena del suo esilio cresce insieme con l’amore di Dio. 32Costui, però, sebbene così provato da molteplici affli­zioni, non manca di sollievo e di conforto, perché sente che, sopportando la sua croce, cresce per lui un frutto grandissImo. 33lnfatti, mentre si sottopone spontaneamente alla croce, tutto il peso della tribolazione gli si tramuta in fiducia di conforto divino. 34E quanto più la carne è macerata dall’afflizione, tanto più lo spirito rinvigorisce per la grazia interiore. 35E qualche volta, anzi, si sente così sostenuto nel desi­derare tribolazioni ed avversità per amore di conformar­si alla Croce di Cristo, che non vorrebbe trovarsi senza dolore e tribolazione, perché è convinto d’essere tanto più accetto a Dio, quanto più numerosi e gravosi sono i sacrifici che potrà sopportare per Lui. 36Ciò, però, non è effetto di virtù umana, ma della Grazia di Cristo, la quale nella nostra fragile carne può ed opera tali prodigi, che l’uomo intraprende ed ama con spirito di fervore quello da cui, per natura, aborre e rifugge. 37Non è secondo la natura umana portare la croce, amare la croce, mortificare il corpo e ridurlo in schiavitù; fug­gire gli onori, sopportare di buon animo le offese, disprezzare se stesso e desiderare d’essere disprezzato; soffrire con proprio danno ogni genere di contrarietà e non desiderare in questo mondo alcuna prosperità. 38Se guardi soltanto a te stesso, non potrai fare, da solo, nulla del genere. 39Ma se confidi nel Signore, te ne sarà data la forza dal Cielo, e il mondo e la carne s’assoggetteranno al tuo comando. 40E neppure temerai il diavolo, tuo nemico infernale, se ti sarai armato di fede e se avrai come insegna la Croce di Cristo. 41Disponiti, dunque, da buono e fedele servo di Cristo, a portare con coraggio la Croce del Signore tuo, crocifis­so per amore tuo. 42Preparati a sopportare molte avversità e disagi di vario genere in questa misera vita, perché così sarà per te dovunque sarai; e questo, di fatto, troverai in qualunque angolo sia andato a nasconderti. 43Bisogna che sia così. Non c’è rimedio o scappatoia dalle tribolazioni dei mali e dal dolore, se non quello d’aver pazienza con te stesso. 44Bevi con avidità il calice del Signore, se desideri esserGli amico e aver parte con Lui. 45Per le consolazioni, rimettiti a Dio: ne disponga Lui, come meglio Gli sarà piaciuto. 46Ma per parte tua, sii disposto a sopportare le tribola­zioni e considerale come grandissime consolazioni, “perché le sofferenze del momento presente non sono paragonabili alla gloria futura” (Rm 8,18) che ti pro-cureranno, anche se tu, da solo, potessi sopportarle tutte. 47Quando sarai giunto a questa disposizione, cioè che la sofferenza ti sia dolce e saporosa per amore di Cristo, allora pensa di stare bene con te stesso, perché hai tro­vato il paradiso in terra. 48Ma finché la sofferenza ti pesa e cerchi d’evitarla, tu sarai sempre come un arnmalato, e la tribolazione, da cui rifuggi, ti verrà dietro dovunque tu vada. 49Se, invece, ti adatti a quello che è tuo dovere, cioè a patire e a morire, ti sentirai presto meglio e troverai pace. 50Anche se tu fossi rapito al terzo Cielo come Paolo, non potresti, per questo, ritenerti al sicuro dal sopportare alcuna contrarietà. “Io – disse Gesù – gli mostrerò quanto dovrà soffrire per il mio nome” (At 9,16). 51Dunque, non ti resta che soffrire, se vuoi amare Gesù ed essere suo servo in eterno. 52Oh, fossi tu degno di patire qualche cosa per il nome di Gesù! Quanto grande gloria sarebbe per te, quanta esultanza ne avrebbero tutti i Santi di Dio, e quanta edi­ficazione ne ricaverebbe il tuo prossimo! 53Tutti fanno l’elogio della pazienza, ma pochi sono quelli che vogliono patire. 54Sarebbe ben giusto che tu patissi un poco, per Cristo, quando molti sopportano sacrifici più gravosi per il mondo. 55Tieni per certo che tu devi condurre una vita che sia un continuo morire a te stesso. E quanto più uno muore a se stesso, tanto più comincia a vivere per Dio. 56Nessuno diventa idoneo a comprendere le cose celesti, se prima non si sia assoggettato a sopportare per Cristo le avversità. 57Niente è più gradito a Dio, niente è per te più salutare in questo mondo, che soffrire volentieri per Cristo. 58E se spettasse a te la scelta, dovresti desiderare di sop­portare le sofferenze per Cristo, piuttosto che d’essere allietato da molte consolazioni, perché, così, saresti più simile a Cristo e più conforme a tutti i Santi. 59lnfatti, il merito nostro ed il profitto della nostra con­dizione spirituale non consistono nell’abbondanza delle soavi consolazioni, ma piuttosto nella sopportazione delle pesanti difficoltà e pene. 60E se ci fosse stato qualche cosa di meglio e di più utile della sofferenza per la salvezza degli uomini, Cristo cer­tamente ce lo avrebbe indicato con la parola e con l’e­sempio. 61lnfatti, e ai discepoli che Lo seguivano e a tutti quelli che desiderano seguirLo, rivolge chiaramente l’esorta­zione a portare la croce, e dice: “Se qualcuno vuole seguirmi, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua” (Mt 16,24). 62Dunque: lette attentamente e meditate tutte queste cose, la conclusione finale sia questa, che “è necessario attraversare molte tribolazioni per entrare nel Regno di Dio”(At 14,21).

FINE DEGLI AMMOMMENTI CHE CONDUCONO ALLA VITA INTERIORE.

Note al Capitolo 12° 1Sembrano dure a molti queste parale: “Rinnega te stesso, prendi la tua croce esegui Gesù” (Mt 16,24). Gesù è morto in croce. Da quel momen­to, assieme alla morte, alla sofferenza, al sangue, la Croce è una delle parole che evocano la nostra salvezza. La Croce non è più ignominia, ma titolo di gloria, per Cristo e per i cristiani. Nello stesso tempo, rimane uno “scandalo per i Giudei e follia per i pagani” (1 Cor 1,23). Il cristiano dovrebbe dire con l’Apostolo: “Quanto a me, non ci sia altro vanto che nella Croce del Signore nostro Gesù Cristo, per mezzo della quale il mondo per me è stato cracifisso, come io per il mondo” (Gal 6,14). 48“Finché la sofferenza ti pesa e cerchi d’evitarla, tu sarai sempre come un ammalato, e la tribolazione, da cui rifuggi, ti verrà dietro dovunque tu vada”. La croce è come l’ombra: se tu cerchi di sfuggirla, ti rincorre e ti fa impazzire dalla disperazione; se tu l’affronti coraggiosamente, fuggirà da te… Se poi, con S. Francesco, dirai: “Tanto è il bene che mi aspetto, che ogni pena mi è diletto”, la croce diventerà per te la gioia suprema. Cosi è avvenuto, nel centro dell’Africa, ad un lebbroso che camminava sui moncherini delle mani e dei piedi, senza naso nè bocca, e gridava:  “Guardatemi! Sono un mostro! Vado a pezzi! Ma io sono felice, perché Cristo in me è intero, ed in Lui trovo la mia felicità!”.

L’IMITAZIONE DI CRISTO 7ultima modifica: 2010-08-10T13:55:00+02:00da meneziade
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