“Intervista” a Gesù di Nazaret

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“Intervista” a Gesù di Nazaret, l’uomo giusto.

Risponde il teologo Carlo Molari
“L’azione di Dio e l’amore di Dio si esprimono nella storia umana quando diventano azioni di uomini”
Rabbi, di lei sappiamo ciò che dicono i vangeli. Si riconosce in queste immagini?
Sì. Nei vangeli ci sono molte immagini della mia vita e della predicazione del regno di Dio.
Nessuna di esse corrisponde pero alla mia realtà piena. Ognuna mette in luce un particolare aspetto della mia vita. Bisogna tener presente tutti e 4 i vangeli per ricostruire ciò che e accaduto. Pure gli scritti apocrifi sono utili.
Dal suo insegnamento e dalla sua predicazione nei secoli si è formato un grande movimento di credenti. E soddisfatto di loro?
Il compimento sarà solo alla fine dei tempi, quando Dio sarà tutto in tutti. La soddisfazione sarà
solo allora al termine del cammino quando la storia sarà compiuta.
Il suo insegnamento e il suo messaggio li ritiene ancora validi per l’uomo tecnologico di oggi?
Assolutamente si. L.’essenza del vangelo, che e la scoperta dell’amore di Dio, è un messaggio
eterno. In questa stagione storica dove le scoperte scientifiche e l’incontro tra culture si sono
sviluppate in forme mai vissute prima si richiede una capacita di amore che non si e ancora
sviluppata nell’umanità. Per questo il vangelo conserva un’attualità straordinaria.
Eppure il suo insegnamento oggi appare meno desiderabile di qualche anno fa…
Non direi. Nel mondo ci sono moltitudini di persone che si riferiscono al vangelo Non bisogna
guardare solo alle chiese storiche, ma anche a tutti i movimenti che stanno sorgendo. Ci sono ebrei
che scoprono il valore del vangelo, anche se non entrano nelle chiese storiche.
Come le sembra il mondo di oggi?
È un mondo che ha fatto un cammino notevole, dove ci sono tante ricchezze, ma anche tante
ingiustizie. Si sono sviluppali strumenti tecnici notevolissimi, ma non ci sono le qualità spirituali
necessarie per gestirli. È un tempo di grandi speranze e di grandi attese, ma anche di molli rischi,
perché l’umanità potrebbe autodistruggersi. È per questo che il mio messaggio d’amore appare più
che necessario.
…È un tempo migliore o peggiore rispetto a 2000 anni fa…
Sicuramente migliore. Forme di schiavitù, di dipendenza e di povertà diffuse sono scomparse
completamente. Persone destinate alla morte precoce o prematura ora sono curate. Nell’ambito della comunità dei discepoli vi sono iniziative di solidarietà e di fraternità straordinarie che 2000 anni fa erano impensabili. L’umanità ha fatto un passo avanti notevole.
La sua parabola terrena si è conclusa in modo poco glorioso, nel senso che l’hanno messa in croce con l’accusa di essersi proclamato figlio di Dio. Che ci dice?
Nell’orizzonte sapienziale di quel tempo la qualifica di figlio di Dio indicava l’uomo giusto, che
pone la sua fiducia in Dio Padre del popolo eletto. Ai romani non interessava nulla la qualifica di
Messia. L’accusa fondamentale che mi è stata rivolta era di disturbatore dell’ordine pubblico. Era
un’accusa sulla stessa linea di condanna di Giovanni Battista, che creava timori per il movimento
che aveva suscitato. I romani e le autorità religiose di Gerusalemme erano molto sensibili di fronte a questi movimenti di richiamo alla fedeltà all’azione di Dio nella storia, che si richiamavano al regno di Dio.
Quel Dio per cui lei ha speso la vita e di cui ha parlato nessuno l’ha visto. Dove trovarlo e
incontrarlo?

Nell’esercizio dell’amore fraterno, non c’è altro luogo. L’azione di Dio e l’amore di Dio si esprimono
nella storia umana quando diventano azioni di uomini. È il principio fondamentale dell’incarnazione
che ha riassunto bene l’evangelista Giovanni nel Prologo. L’azione del Padre per essere efficace
nella storia degli uomini deve diventare carne umana, cioè gesto, pensiero, scelta umana. Anche
l’epilogo della croce risponde a questa necessità.
Quindi anche chi si dichiara non credente, ma ama non è così lontano da Dio.
Questo è certo. Soprattutto se quell’amore ha le caratteristiche della gratuità, della creatività,
dell’oblatività e dell’universalità. Quell’amore è il riflesso reale dell’amore di Dio. Non è
l’appartenenza alle strutture ecclesiali, né la dichiarazione del proprio modo di pensare e di credere
che rende possibile il compimento e la salvezza, ma l’espressione concreta dell’amore di Dio nella
propria esistenza, quindi nelle proprie scelte e nei propri gesti.
I suoi seguaci dicono che lei è risorto. Può spiegare all’uomo di oggi » che cosa vuol dire?
Risorgere vuol dire pervenire alla forma definitiva di esistenza umana. Quell’ energia che il
corpo condensa nella morte può giungere a una qualità di vita straordinariamente ricca di una nuova dimensione di esistenza. Quello che allora veniva descritto come ripresa del corpo, oggi può essere descritto, ma non è ancora una formula definitiva, come l’acquisizione di una nuova qualità di esistenza che l’energia condensata nel corpo può raggiungere.
Può spiegare in poche parole il cuore del suo messaggio e del suo insegnamento?
Il cuore è la fiducia in Dio, cioè l’abbandonarsi senza riserve in quella forza arcana che alimenta la
storia umana, in quella potenza dell’amore che sta alla radice della nostra esistenza. Abbandonarsi
con tale fiducia da saperla riesprimere nella propria vita. In sintesi si può affermare che i fondamentalidell’esistenza del cristiano sono la fede come abbandono fiducioso nell’azione del Padre, l’attesa dello Spirito e il riesprimere l’amore del Padre in dono di vita ai fratelli,
I suoi seguaci di oggi sono fedeli a questo insegnamento?
Molto limitatamente. D’altra parte sono appena 2000 anni che è iniziato lo sviluppo storico di
questa avventura. E 2000 anni per cambiamenti di questo tipo sono pochi, quindi c’è ancora molto
cammino da fare.
In questo cammino proporrebbe qualche aggiustamento?
Molti cambiamenti avverranno fra non molto tempo nella vita dei discepoli, perché le strutture
mentali, dottrinali e disciplinari che costituivano un solido riferimento per la vita di fede, oggi sono
insufficienti, inadeguate, per cui occorre attendersi un cambiamento profondo nello stile di vita dei
cristiani.
Nel pluralismo culturale, le religioni e anche gli atei in che rapporto si pongono con il suo
messaggio?

II messaggio dell’amore è per tutti. Quindi tutti possono accoglierlo. Tutta l’umanità ha bisogno
d’imparare ad amare in quel modo. Per accogliere il messaggio dell’amore di per sé non è necessario appartenere alle strutture ecclesiali storiche. Il rapporto di fondo è sui valori essenziali.
I discepoli del vangelo devono diventare testimoni di questa possibilità che tutti possono pervenire a quel tipo di amore. La funzione delle comunità ecclesiali è proprio quella di mostrare la possibilità
di un amore e di una fraternità inedita, oggi necessaria perché la storia umana possa continuare.
D’altra parte le ricchezze che le diverse religioni e anche le culture laiche hanno fatto fiorire sono
anch’esse e-spressione di quella forza arcana che è la Parola di Dio, che è la forza del suo spirito.
Per cui anche i discepoli devono imparare qualcosa nel dialogo con le altre religioni, che sono
riflesso della stessa parola eterna e dello stesso Spirito che opera nel mondo fin dalla creazione.
Antonio Denanni
(pubblicato in Indiocesi.it – periodico di cultura religiosa dell’Ufficio scuola della diocesi di
Pinerolo – Settembre 2008 Anno 4. n 4 Settembre 2008)

“Intervista” a Gesù di Nazaretultima modifica: 2010-10-11T17:00:05+02:00da meneziade
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