GIUSEPPE FLAVIO

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Poche righe che si ritrovano in una sua opera costituiscono il più importante
elemento della discussione intono alla effettiva esistenza storica di Gesù.
Pertanto dedichiamo ampio spazio all’argomento
La VITA. Joseph (Giuseppe) Matatias nato intorno al 37 d.C. fu importante
esponente giudeo,. Durante la rivolta antiromana culminata poi con la
distruzione di Gerusalemme del 70 d.C. fu a capo della guarnigione di Jotapata
ma, conquistata questa dai Romani, mentre i suoi compagni si diedero la morte
per non cadere nelle mani dei nemici egli invece si consegnò ai Romani. In
seguito collaborò attivamente con l’esercito romano, divenne un protetto
(cliente) dell’imperatore Tito , ne assunse il patronimico (Flavio) e ricevette
ampie ricompense in terre e ricchezze. (vedi anche: Assedio di Gerusalemme”)
Scrisse quattro opere:
l La guerra giudaica nella quale racconta ampiamente e minuziosamente
della repressione della rivolta guidaica da parte dei Romani fra il 67e il 70 d.
C. in essa parla anche di se stesso e della sua attività in quella vicenda
l Le Antichità giudaica: Storia ebraica da da Abramo al 66 d.C.:
naturalmente l’interesse è soprattutto per l’ultimo periodo che corrisponde
alla dominazione romana e all’età di Gesù
l Autobiografia: nella quale si difende dai suoi detrattori
l Contro Apione: scritto di polemica contro un certo Apione in difesa degli
Ebrei e della loro cultura.
Morì nel 103 d.C.
L’ATTEGGIAMENTO DI GIUSEPPE Fu accusato ai suoi tempi di tradimento
verso la sua gente e anche modernamente è stato messo in risalto il suo
servilismo verso i Romani , e anche i vantaggi economici che seppe ricavare
(vedesi:Vidal-naquet pierre: buon uso del tradimento.Editori riuniti,1994- non
reperibile in rete)
Altri autori hanno però messo in risalto che egli fu persona ragionevole che si
rese conto in tempo e poi constastò di persona il disastro nel quale
precipitavano i Giudei nella loro inutile rivolta contro l’impero. Non rinnegò mai
la sua fede,nè il suo popolo ma vide il posto degli Ebrei solo nell’ambito
dell’impero In effetti possiamo dire che fu contro lo spirito di una rivolta

fanatica, (integralismo o fondamentalismo ,diremmo noi) per sostenere una
integrazione che rispettava la peculiarità religiosa e culturale ebraica.Va poi
notato che in effetti gli Ebrei della diaspora nell’Impero non subirono
persecuzioni e potettero prosperare in pace almeno fino a che il trionfo del
cristianesimo non pose poi altri problemi.
Comunque si voglia giudicare moralmente Giuseppe Flavio a noi interessa pero
notare il suo atteggiamento verso i movimenti messianici. La Giudea dei tempi
di Cristo era scossa da movimenti violenti di rivolta anti romana ,percorsa da
una profonda aspirazione nazional religiosa : sorgevano continuamente in gran
numero dei “messia”,personaggi che affermavano di essere inviati da Dio per
portare i Giudei alla vittoria. In questo clima esplose la rivolta la tragica rivolta
antiromana. Per Giuseppe Flavio i movimenti messianici non sono quindi
espressione del popolo ma bande di criminali e di assassini e sempre come tali
li descrive Giuseppe Flavio.
In questo quadro naturalmente anche la predicazione di Gesù Cristo (ammesso
ovviamente che sia esistita realmente) gli doveva apparire come uno dei tanti
pericolosi movimenti messianici che egll detestava.
Ciò che appare strano è che Giuseppe non parla mai dei Cristiani: se possiamo
dubitare dell’esistenza fisica di Gesù non possiamo certo dubitare dell’esistenza
dei cristiani che alla fine del I secolo erano abbastanza numerosi anche in Roma
e che già ai tempi di Nerone avevano subito una persecuzione. Come mai
l’ebreo Giuseppe pare ignorare completamente questo credo religioso che
nasce dalla sua gente. Non sappiamo
Noi pero azzardiamo l’ipotesi che Giuseppe vedesse il cristianesimo come una
setta del tutto aliena dall’ebraismo, non ne riconoscesse o non volesse
riconoscere cioè affatto il suo legame con l’ebraismo e la considerasse pertanto
al di fuori del suo campo di indagine.
Il problema verrebbe pero risolto almeno parzialmenre se si ritiene autentico il
brano su Gesù come di seguito mostriamo
IL PASSO SU Gesù Nelle antichità Giudaiche, scritte intorno al al 93-94 d.C. noi
troviamo il brano sotto riportato


Ci fu verso questo tempo Gesù, uomo saggio, se pure bisogna chiamarlo uomo: era
infatti autore di opere straordinarie, maestro di uomini che accolgono con piacere la
verità, ed attirò a sé molti Giudei, e anche molti dei greci. Questi era il Cristo. E
quando Pilato, per denunzia degli uomini notabili fra noi, lo punì di croce, non
cessarono coloro che da principio lo avevano amato. Egli infatti apparve loro al terzo
giorno nuovamente vivo, avendo già annunziato i divini profeti queste e migliaia
d’altre meraviglie riguardo a lui. Ancor oggi non è venuta meno la tribù di quelli che,
da costui, sono chiamati Cristiani” (Ant. XVIII, 63-64)


Il brano appare chiaramente interpolato:infatti evidentemente è scritto da un
credente in Cristo e certamente Giuseppe non lo era: pertanto alcuni
concludono che Giuseppe non ha mai scritto di Gesù :essendo egli un attento
osservatore di tutti i movimenti ebraici del I secolo il fatto che egli non parla di
Gesù è la prova inoppugnabile che Gesù non è mai esistito
ASPETTI EPIGRAFICI DEL BRANO Giuseppe scrisse le sue opere in
aramaico dedicandole agli Ebrei d’oriente:probabilmente però egli pur
conoscendo bene il greco (fece da interprete durante la guerra giudaica )
tuttavia non era in grado di scrivere in quella lingua. Le sue opere furono però
subito tradotte in greco e in questa lingua ci sono pervenute.Non abbiamo
quindi l’originale aramaico e non sappiamo fino a che punto la versione greca
fosse ad esso aderente
I testi più antichi che abbiamo del brano risalgono al XI secolo.e tutti riportano
fedelmente lo stesso passo: tuttavia il passo è riportato pero anche da Eusebio
di Cesarea (III secolo d.C.) Un’altra citazione ma non molto chiara in verità si
trova pure in Origene (contra Celsum, III secolo d.C. ) Pertanto il passo appare
molto antico
PASSO AUTENTICO MA EMENDATO Altri critici però ritengono che la
interpolazione non riguardi tutto il brano ma solo alcune parti di esso. Se
riproponiamo il brano togliendo le parti che abbiamo messo in corsivo avremmo


Ci fu verso questo tempo Gesù, uomo saggio, era infatti autore di opere
straordinarie,(o nuove) maestro di uomini che accolgono con piacere la verità,(o le
nuove dottrine) ed attirò a sé molti Giudei, e anche molti dei greci. E quando
Pilato, per denunzia degli uomini notabili fra noi, lo punì di croce, non cessarono
coloro che da principio lo avevano amato. . Ancor oggi non è venuta meno la tribù
di quelli che, da costui, sono chiamati Cristiani” (Ant. XVIII, 63-64)


Abbiamo messo tra parentesi anche possibili varianti di traduzioni dal greco
che attenuano ancora di più l’importanza della figura di Gesù.
Dal punto di vista stilistico e grammaticale il passo non si discosta da quelli
consueti di Giuseppe: le interpolazioni, operate in tempi diversi, invece,
naturalmente comportano delle difformità
Inoltre verrebbe spiegato anche la stranezza di non ricordare dei cristiani, di cui
già prima abbiamo fatto cenno:infatti si parla infatti della “tribu” di coloro che
ancora oggi (siamo intorno alla fine del I secolo),seguono il suo insegnamento
Va anche notato lo strano luogo in cui viene inserito il passo: se un cristiano
avesse voluto inserire il brano lo avrebbe fatto subito dopo il punto nel quale
Giuseppe ricorda il Battista,

IL TESTO ARABO All’inizio degli anni 70 fu fatta conoscere in occidente
un’opera di uno scrittore cristiano del X secolo, un certo Agapito ,vescovo di
Ierapoli in Asia Minore.Si tratta di una opera storica scritta in arabo la quale a
un erto punto richiama, in inciso, il passo di Giuseppe Flavio che stiamo
esaminando.
Il testo, tradotto suona così:


“Similmente dice Giuseppe l’ebreo, poiché egli racconta nei trattati che ha
scritto sul governo dei Giudei: “Ci fu verso quel tempo un uomo saggio che
era chiamato Gesù, che dimostrava una buona condotta di vita ed era
considerato virtuoso (o: dotto), e aveva come allievi molta gente dei Giudei
e degli altri popoli. Pilato lo condannò alla crocifissione e alla morte, ma
coloro che erano stati suoi discepoli non rinunciarono alla sua dottrina e
raccontarono che egli era loro apparso tre giorni dopo la crocifissione ed
era vivo, ed era probabilmente il Cristo del quale i profeti hanno detto
meraviglie”


Nel passo, come si può notare, non appaiono quelle espressioni proprie di un
cristiano che sono presenti nel testo che ci è pervenuto. Il linguaggio è quello di
un non credente in Gesù che riporta quello che i discepoli “dicono”, non quello
che realmente era avvenuto. Il vescovo autore dell’opera non pare interessato o
consapevole del problema dell’esistenza storica di Gesù
In verità il passo si discosta da quello che noi abbiamo, specie perchè riporta la

resurrezione che invece abbiamo escluso dal passo: se ne fa cenno pero nella
interpolazione cristiana: potrebbe essere stata presenta in Giuseppe nella forma
che troviamo della edizione araba. Nel complesso non vi è dubbio che i due
passi sostanzialmente coincidono : si tenga presente che il passo è in arabo
non sappiamo da quale lingua è stata tradotta (forse dall’aramaico originale o
forse chi sa in quante altre lingue è transitato) e che inoltre si tratta di una
citazione e non della trascrizione vera e propria
Quello pero che appare indubitabile è che il testo arabo ci assicura che
nell’opera di Giuseppe si accenna a Gesù effettivamente, al di la della
interpolazione avvenuta in occidente.
TESTIMONIUM FLAVII ? Possiamo allora concludere che le espressioni di
inconfondibile matrice cristiana presenti nel passo siano delle interpolazioni di
un passo realmente esistente nell’opera originale
Ma perchè qualcuno ha pensato di alterare il passo originale di Giuseppe sin dal
IV secolo ?
La risposta di alcuni è perchè si sentiva il bisogno di confermare l’esistenza
reale di Gesù. Ma in nessun modo appare che ,almeno fino al 1800 ,tale
esistenza fosse messa in dubbio come abbiamo precisato all’inizio del nostro
lavoro. Più verosimilmente a qualche sconosciuto amanuense cristiano il testo
di Giuseppe dovette apparire poco rispettoso o meglio falso rispetto alle sue
convinzioni religiose e quindi ritenne doveroso emendarlo e correggerlo senza
certamente poter immaginare nemmeno lontanamente, i problemi che avremmo
provocato. dopo 1500 anni, alla religione nella quale credeva questa sua incauta
manomissione
Da tutto ciò si è ritenuto che il passo di Giuseppe sia una vera e propria
testimonianza (testimonium Flavii) ,sia pura rimaneggiata, dell’esistenza di Gesù
Per altri, invece, permane l’idea che comunque il passo di Giuseppe relativo a
Gesù sia un falso e che non è possibile ricostruire l’originale e pertanto manca
una testimonianza di Giuseppe
IL BRANO SUL BATTISTA In Giuseppe vi è pure un brano che tratta della figura
di Giovanni Battista che ha grande rilevanza nei Vangeli e che quindi in qualche
modo puo avvalorarne la storicità. Lo riportiamo integralmente.


“Ad alcuni dei Giudei parve che l’esercito di Erode fosse stato annientato
da Dio, il quale giustamente aveva vendicato l’uccisione di Giovanni
soprannominato il Battista. Erode infatti mise a morte quel buon uomo
che spingeva i Giudei che praticavano la virtù e osservavano la giustizia
fra di loro e la pietà verso Dio a venire insieme al battesimo; così infatti
sembrava a lui accettabile il battesimo, non già per il perdono di certi
peccati commessi, ma per la purificazione del corpo, in quanto certamente
l’anima è già purificata in anticipo per mezzo della giustizia. Ma quando si
aggiunsero altre persone – infatti provarono il massimo piacere
nell’ascoltare i suoi sermoni – temendo Erode la sua grandissima capacità
di persuadere la gente, che non portasse a qualche sedizione – parevano
infatti pronti a fare qualsiasi cosa dietro sua esortazione – ritenne molto
meglio, prima che ne sorgesse qualche novità, sbarazzarsene prendendo
l’iniziativa per primo, piuttosto che pentirsi dopo, messo alle strette in
seguito ad un subbuglio. Ed egli per questo sospetto di Erode fu mandato
in catene alla già citata fortezza di Macheronte, e colà fu ucciso”. (Ant.
XVIII, 116-119)2.

Mettiamolo a confronto con la narrazione evangelica


Perché Erode, fatto arrestare Giovanni, lo aveva incatenato e messo in
prigione a motivo di Erodiada, moglie di Filippo suo fratello; perché
Giovanni gli diceva: «Non ti è lecito averla». E benché desiderasse farlo
morire, temette la folla che lo considerava un profeta. Mentre si celebrava il
compleanno di Erode, la figlia di Erodiada ballò nel convito e piacque a
Erode ed egli promise con giuramento di darle tutto quello che avrebbe
richiesto. Ella, spintavi da sua madre, disse: «Dammi qui, su un piatto, la
testa di Giovanni il battista». Il re ne fu rattristato ma, a motivo dei
giuramenti e degli invitati, comandò che le fosse data, e mandò a decapitare
Giovanni in prigione.La sua testa fu portata su un piatto e data alla fanciulla,
che la portò a sua madre. E i discepoli di Giovanni andarono a prenderne il
corpo e lo seppellirono. Matteo 141-12


Come si può vedere il racconto evangelico riporta l’episodio della figlia di
Erodiada che invece Giuseppe non riporta e che potrebbe essere poi essere
soltanto una diceria .Viene presentata anche una precisa accusa di violazione
delle leggi giudaiche sul matrimonio che però non doveva certamente essere il
motivo fondamentale del contrasto ma solo la causa scatenante. Il contrasto
prendeva corpo invece nel sospetto di Erode verso tutti coloro che erano zelanti

nell’osservanza della religione per il timore che qualcuno proclamandosi
“messia” mettesse in forse la sua autorità e scatenasse una rivolta
Sostanzialmente pero la figura evangelica di Giovanni Battista viene
confermata dalla storia di Giuseppe.

ALTRI BRANI Vengono anche ricordati da Giuseppe Flavio altri personaggi
citati dagli scritti cristiani:
TEUDA quando era procuratore Cuspio Fade nel 46 d.C si proclamò Messia,
capeggiò una rivolta anti -romana affermando che le acque del Giordano si
sarebbero aperte davanti al suo esercito. Viene citato in Atti,V,35 Le date però,
non sembrano compatibili.
GIUDA Il GALILEO un ennesimo capo che guidò una una ennesima rivolta
antiromana che come al solito fini tragicamente intorno al 45 d.C. ricordato in
Atti V,37
GIACOMO IL MINORE Nelle “Antichità giudaiche” troviamo il seguente passo:


Anano …convocò il sinedrio a giudizio e vi condusse il fratello di Gesù, detto
il Cristo, di nome Giacomo, e alcuni altri, accusandoli di trasgressione della
legge e condannandoli alla lapidazione”Ant. XX, 200)


Il personaggio viene identificato con Giacomo detto poi “il Minore” (per
distinguerlo da un altro Giacomo ) citato negli Atti. Si nota che viene indicato
come “fratello” di Gesù mentre per i cristiani come è noto, Gesù è unigenito. e
ciò esclude che possa trattarsi di una interpolazione cristiana.

GIUSEPPE FLAVIOultima modifica: 2010-10-23T17:40:00+02:00da meneziade
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