VANGELO SECONDO MARCO 3

ArtBook__050_050__TriumphalEntry____.jpg

Le folle al seguito di Gesù.

Gesù non vuole essere riconosciuto come figlio di Dio o come il Cristo (8,1 O) prima della sua pas­sione (14,61-62 e 15,39; Mt 12,15-16; 4,25; Lc 6,17-19).

7Gesù intanto si ritirò presso il mare con i suoi discepoli e lo se­guì molta folla dalla Galilea.

8Dalla Giudea e da Gerusalemme e dall’Idumea e dalla Transgiordania e dalle parti di Tiro e Si­done una gran folla, sentendo ciò che faceva, si recò da lui.

9Allora egli pregò i suoi discepoli che gli mettessero a disposi­zione una barca, a causa della folla, perché non lo schiacciasse­ro.

10Infatti ne aveva guariti molti, così che quanti avevano qualche male gli si gettavano addosso per toccarlo.

11Gli spiriti immondi, quando lo vedevano, gli si gettavano ai piedi gridan­do: «Tu sei il Figlio di Dio!».

12Ma egli li sgridava severamente perché non lo manifestassero.

Scelta dei Dodici:

fra di loro c’è probabilmente anche un vecchio zelota, avversario di Roma (Mt 10,1-4 e nota; Lc 6,12-16 e 9,54).

13Salì poi sul monte, chiamò a sé quelli che egli volle ed essi an­darono da lui.

14Ne costituì Dodici che stessero con lui

15e an­che per mandarli a predicare e perché avessero il potere di scacciare i demòni.

16Costituì dunque i Dodici: Simone, al qua­le impose il nome di Pietro;

17poi Giacomo di Zebedèo e Gio­vanni fratello di Giacomo, ai quali diede il nome di Boanèr­ghes, cioè figli del tuono;

18e Andrea, Filippo, Bartolomeo, Matteo, Tommaso, Giacomo di Alfeo, Taddeo, Simone il Cananeo

19e Giuda Iscariota, quello che poi lo tradì.

Quel che dicono i parenti di Gesù: è pazzo.

20Entrò in una casa e si radunò di nuovo attorno a lui molta fol­la, al punto che non potevano neppure prendere cibo.

21Allora i suoi, sentito questo, uscirono per andare a prenderlo; poiché dicevano: «E’ fuori di sé».

Quel che dicono i dottori della legge:

è indemoniato (Mt 12,24- 32; Lc 11,15-23; 12,10).

22Ma gli scribi, che erano discesi da Gerusalemme, dicevano: «Costui è posseduto da Beelzebùl e scaccia i demòni per mezzo del principe dei demòni».

23Ma egli, chiamatili, diceva loro in parabole: «Come può satana scacciare satana?

24Se un regno è diviso in se stesso, quel regno non può reggersi;

25se una casa è divisa in se stessa, quella casa non può reggersi.

26Alla stessa maniera, se satana si ribella contro se stesso ed è diviso, non può resistere, ma sta per finire.

Gesù ha regolato i conti con lo spirito-del-male

prima di dare inizio alla sua opera (Mt 12,29-30 e nota; Lc 11,21-23).

27Nessuno può entrare nella casa di un uomo forte e rapire le sue cose se prima non avrà legato l’uomo forte; allora ne sac­cheggerà la casa.

Il peccato contro lo Spirito

consiste nell’attribuire allo spirito-del-male le opere che Gesù compie mediante lo Spirito Santo (Mt 12,30-32 e nota; Lc 12,10).

281n verità vi dico: tutti i peccati saranno perdonati ai figli degli uomini e anche tutte le bestemmie che diranno;

29ma chi avrà bestemmiato contro lo Spirito Santo, non avrà perdono in eter­no: sarà reo di colpa eterna».

30Poiché dicevano: «E’ posseduto da uno spirito immondo».

I veri parenti di Gesù. (3,2]; Mt 12,46-50 e nota; Lc 8,19-2]).

31Giunsero sua madre e i suoi fratelli e, stando fuori, lo manda­rono a chiamare.

32Tutto attorno era seduta la folla e gli disse­ro: «Ecco tua madre, i tuoi fratelli e le tue sorelle sono fuori e ti cercano».

33Ma egli rispose loro: «Chi è mia madre e chi sono i miei fratelli?».

34Girando lo sguardo su quelli che gli stavano seduti attorno, disse: «Ecco mia madre e i miei fratelli!

35Chi compie la volontà di Dio, costui è mio fratello, sorella e ma­dre».

LE PARABOLE DI GESÙ

Parabola del seminatore.

La mietitura verrà in proporzione alle disposizioni di cuore di coloro che accolgono Gesù (Mt 13,1-9; Lc 8,4-8).

14955-the-ascension-of-christ-pietro-perugino.jpg4

1Di nuovo si mise a insegnare lungo il mare. E si riunì at­torno a lui una folla enorme, tanto che egli salì su una barca e là restò seduto, stando in mare, mentre la folla era a terra lun­go la riva.

2ìnsegnava loro molte cose in parabole e diceva loro nel suo insegnamento:

3«Ascoltate. Ecco, uscì il seminatore a seminare.

4Mentre seminava, una parte cadde lungo la strada e vennero gli uccelli e la divorarono.

5Un’altra cadde fra i sassi, dove non c’era molta terra, e subito spuntò perché non c’era un terreno profondo;

6ma quando si levò il sole, restò bruciata e, non avendo radice, si seccò.

7Un’altra cadde tra le spine; le spi­ne crebbero, la soffocarono e non diede frutto.

8E un’altra cad­de sulla terra buona, diede frutto che venne su e crebbe, e rese ora il trenta, ora il sessanta e ora il cento per uno».

9E diceva: «Chi ha orecchi per intendere intenda!».

Perché Gesù ricorre alle parabole.

L’insegnamento di Gesù e della chiesa va a vuoto se non si riesce a vedere la potenza di Dio nella missione che ha Gesù di instaurare il suo regno tra gli uo­mini (Is 6,9-10; Lc 4,33; Mt 13,10-16 e nota; Lc 8,9-10).

10Quando poi fu solo, i suoi insieme ai Dodici lo interrogavano sulle parabole. Ed egli disse loro:

11«A voi è stato confidato il mistero del regno di Dio; a quelli di fuori invece tutto viene esposto in parabole,

12perché: guardino, ma non vedano, ascoltino, ma non intendano, perché non si convertano e venga loro perdonato».

Spiegazione allegorica della parabola del seminatore.

I discepoli non comprendono (Mt 13,18-23; Lc 8,11-15).

13Continuò dicendo loro: «Se non comprendete questa parabo­la, come potrete capire tutte le altre parabole?

14Il seminatore semina la parola.

15Quelli lungo la strada sono coloro nei quali viene seminata la parola; ma quando l’ascoltano, subito viene satana, e porta via la parola seminata in loro.

16Similmente quelli che ricevono il seme sulle pietre sono coloro che, quando ascoltano la parola, subito l’accolgono con gioia,

17ma non han­no radice in se stessi, sono incostanti e quindi, al sopraggiunge­re di qualche tribolazione o persecuzione a causa della parola, subito si abbattono.

18Altri sono quelli che ricevono il seme tra le spine: sono coloro che hanno ascoltato la parola,

19ma so­praggiungono le preoccupazioni del mondo e l’inganno della ricchezza e tutte le altre bramosie, soffocano la parola e questa rimane senza frutto.

20Quelli poi che ricevono il seme su un ter­reno buono, sono coloro che ascoltano la parola, l’accolgono e portano frutto nella misura chi del trenta, chi del sessanta, chi del cento per uno».

Parabola della lampada.

Il silenzio che Gesù impone riguardo ai miracoli deve impedire, secondo Marco, che egli sia ricono­sciuto come il Cristo o il figlio di Dio prima della sua passione (cf nota a 9,9). Il mistero nascosto nelle parabole verrà in segui­to svelato a tutti (Lc 8,16-18; Mt 10,26).

21Diceva loro: «Si porta forse la lampada per metterla sotto il moggio o sotto il letto? O piuttosto per metterla sul lucerniere?

22Non c’è nulla infatti di nascosto che non debba essere manife­stato e nulla di segreto che non debba essere messo in luce.

23Se uno ha orecchi per intendere, intenda!».

Parabola della misura. (Mt 7,2; 13,12; Lc 6,38; 8,18).

24Diceva loro: «Fate attenzione a quello che udite: Con la stes­sa misura con la quale misurate, sarete misurati anche voi; anzi vi sarà dato di più.

25Poiché a chi ha, sarà dato e a chi non ha, sarà tolto anche quello che ha».

ArtBook__047_047__ChristAndTheChildren____.jpgParabola del seme che cresce. Immagine del giudizio.

26Diceva: «Il regno di Dio è come un uomo che getta il seme nella terra;

27dorma o vegli, di notte o di giorno, il seme germo­glia e cresce; come, egli stesso non lo sa.

28Poiché la terra pro­duce spontaneamente, prima lo stelo, poi la spiga, poi il chicco pieno nella spiga.

29Quando il frutto è pronto, subito si mette mano alla falce, perché è venuta la mietitura».

Il grano di senapa.

Il regno di Dio si estenderà a tutte le nazioni (Ez 31,6; Dn 4,9 e 18; Mt 13,31-32; Lc 13,18-29).

30Diceva: «A che cosa possiamo paragonare il regno di Dio o con quale parabola possiamo descriverlo?

31Esso è come un granellino di senapa che, quando viene seminato per terra, è il più piccolo di tutti semi che sono sulla terra;

32ma appena semi­nato cresce e diviene più grande di tutti gli ortaggi e fa rami tanto grandi che gli uccelli del cielo possono ripararsi alla sua ombra».

Conclusione sulle parabole.

Disponibilità a intendere e ad ap­profondire la Parola (Mt 13,34-35).

33Con molte parabole di questo genere annunziava loro la pa­rola secondo quello che potevano intendere.

34Senza parabole non parlava loro; ma in privato, ai suoi discepoli, spiegava ogni cosa.

La tempesta sedata.

Gesù domina gli elementi scatenati, così co­me Dio suole fare nella Bibbia (Sal 89; 93; 107; Mt 8,23-27 e no­ta; Lc 8,22-25).

35In quel medesimo giorno, verso sera, disse loro: «Passiamo all’altra riva».

36E lasciata la folla, lo presero con sé, così co­m’era, nella barca. C’erano anche altre barche con lui.

37Nel frattempo si sollevò una gran tempesta di vento e gettava le on­de nella barca, tanto che ormai era piena.

38Egli se ne stava a poppa, sul cuscino, e dormiva. Allora lo svegliarono e gli disse­ro: «Maestro, non t’importa che moriamo?».

39Destatosi, sgri­dò il vento e disse al mare: «Taci, calmati!». Il vento cessò e vi fu grande bonaccia.

40Poi disse loro: «Perché siete così paurosi? Non avete ancora fede?».

41E furono presi da grande timore e si dicevano l’un l’altro: «Chi è dunque costui, al quale anche il vento e il mare obbediscono?».

I porci di Gerasa.

Da notare: le tombe erano considerate luoghi impuri, e cambiare il nome di qualcuno voleva dire acquistare potere su di lui. La Decàpoli era un insieme di località dotate di una certa autonomia dopo l’occupazione di Pompeo, nel 63. Erano abitate in gran parte da pagani (Mt 8,28-34 e nota; Lc 8,26-39).

5

1lntanto giunsero all’altra riva del mare, nella regione dei Gerasèni.

2Come scese dalla barca, gli venne incontro dai se­polcri un uomo posseduto da uno spirito immondo.

3Egli aveva la sua dimora nei sepolcri e nessuno più riusciva a tenerlo lega­to neanche con catene,

4perché più volte era stato legato con ceppi e catene, ma aveva sempre spezzato le catene e infranto i ceppi, e nessuno più riusciva a domarlo.

5Continuamente, not­te e giorno, tra i sepolcri e sui monti, gridava e si percuoteva con pietre.

6Visto Gesù da lontano, accorse, gli si gettò ai pie­di,

7e urlando a gran voce disse: «Che hai tu in comune con me, Gesù, Figlio del Dio altissimo? Ti scongiuro, in nome di Dio, non tormentarmi!».

8Gli diceva infatti: «Esci, spirito immondo, da quest’uomo!».

9E gli domandò: «Come ti chiami?». «Mi chiamo Legione, gli rispose, perché siamo in molti».

10E prese a scongiurarlo con insistenza perché non lo cacciasse fuori da quella regione.

11Ora c’era là, sul monte, un numeroso branco di porci al pa­scolo.

12E gli spiriti lo scongiurarono: «Mandaci da quei porci, perché entriamo in essi».

13Glielo permise. E gli spiriti immon­di uscirono ed entrarono nei porci e il branco si precipitò dal burrone nel mare; erano circa duemila e affogarono uno dopo l’altro nel mare.

14I mandriani allora fuggirono, portarono la notizia in città e nella campagna e la gente si mosse a vedere che cosa fosse accaduto.

15Giunti che furono da Gesù, videro l’indemoniato seduto, ve­stito e sano di mente, lui che era stato posseduto dalla Legione, ed ebbero paura.

16Quelli che avevano visto tutto, spiegarono loro che cosa era accaduto all’indemoniato e il fatto dei porci.

17Ed essi si misero a pregarlo di andarsene dal loro territorio.

18Mentre risaliva nella barca, colui che era stato indemoniato lo pregava di permettergli di stare con lui.

19Non glielo permise, ma gli disse: «Va’ nella tua casa, dai tuoi, annunzia loro ciò che il Signore ti ha fatto e la misericordia che ti ha usato».

20Egli se ne andò e si mise a proclamare per la Decàpoli ciò che Gesù gli aveva fatto, e tutti ne erano meravigliati.

tintoretto_christ.jpgLa figlia di Giàiro e la donna inferma

(in stato di impurità lega­le: Lv 15,25). Il potere di Gesù si estende oltre le frontiere della vita. E’ da notare ancora la presenza degli apostoli che saranno i più legati alla risurrezione (Mt 9,18-26 e nota; Lc 8,40-46).

21Essendo passato di nuovo Gesù all’altra riva, gli si radunò at­torno molta folla, ed egli stava lungo il mare.

22Si recò da lui uno dei capi della sinagoga, di nome Giàiro, il quale, vedutolo, gli si gettò ai piedi

23e lo pregava con insistenza: «La mia figlio­letta è agli estremi; vieni a imporle le mani perché sia guarita e viva».

24Gesù andò con lui. Molta folla lo seguiva e gli si strin­geva intorno.

25Or una donna, che da dodici anni era affetta da emorragia

26e aveva molto sofferto per opera di molti medici, spendendo tutti i suoi averi senza nessun vantaggio, anzi peggiorando,

27udito parlare di Gesù, venne tra la folla, alle sue spalle, e gli toccò il mantello. Diceva infatti:

28«Se riuscirò anche solo a toccare il suo mantello, sarò guarita».

29E subito le si fermò il flusso di sangue, e sentì nel suo corpo che era stata guarita da quel male.

30Ma subito Gesù, avvertita la potenza che era uscita da lui, si voltò alla folla dicendo: «Chi mi ha toccato il mantello?».

31I di­scepoli gli dissero: «Tu vedi la folla che ti si stringe attorno e di­ci: Chi mi ha toccato?».

32Egli intanto guardava intorno, per vedere colei che aveva fatto questo.

33E la donna impaurita e tremante, sapendo ciò che le era accaduto, venne, gli si gettò davanti e gli disse tutta la verità.

34Gesù rispose: «Figlia, la tua fede ti ha salvata. Va’ in pace e sii guarita dal tuo male».

35Mentre ancora parlava, dalla casa del capo della sinagoga vennero a dirgli: «Tua figlia è morta. Perché disturbi ancora il Maestro?».

36Ma Gesù, udito quanto dicevano, disse al capo della sinagoga: «Non temere, continua solo ad aver fede.».

37E non permise a nessuno di seguirlo fuorché a Pietro, Giacomo e Giovanni, fratello di Giacomo.

38Giunsero alla casa del capo della sinagoga ed egli vide trambusto e gente che piangeva e ur­lava.

39Entrato, disse loro: «Perché fate tanto strepito e piange­te? La bambina non è morta, ma dorme».

40Ed essi lo derideva­no. Ma egli, cacciati tutti fuori, prese con sé il padre e la madre della fanciulla e quelli che erano con lui, ed entrò dove era la bambina.

41Presa la mano della bambina, le disse: «Talità kum», che significa: «Fanciulla, io ti dico, alzati!».

42Subito la fanciulla si alzò e si mise a camminare; aveva dodici anni. Essi furono presi da grande stupore.

43Gesù raccomandò loro con insistenza che nessuno venisse a saperlo e ordinò di darle da mangiare.

VANGELO SECONDO MARCO 3ultima modifica: 2010-11-05T20:03:00+01:00da meneziade
Reposta per primo quest’articolo