VANGELO SECONDO MARCO 5

 

9458-lamentation-for-christ-albrecht-d-rer.jpgIl lievito dei farisei.

I discepoli non comprendono (Ger 5,21; Ez 12,2; Mt 16,5-12 e nota).

14Ma i discepoli avevano dimenticato di prendere dei pani e non avevano con sé sulla barca che un pane solo.

15Allora egli li ammoniva dicendo: «Fate attenzione, guardatevi dal lievito dei farisei e dal lievito di Erode!».

16E quelli dicevano fra loro: «Non abbiamo pane».

17Ma Gesù, accortosi di questo, disse lo­ro: «Perché discutete che non avete pane? Non intendete e non capite ancora? Avete il cuore indurito?

18Avete occhi e non ve­dete, avete orecchi e non udite? E non vi ricordate,

19quando ho spezzato i cinque pani per i cinquemila, quante ceste colme di pezzi avete portato via?». Gli dissero: «Dodici».

20«E quando ho spezzato i sette pani per i quattromila, quante sporte piene di pezzi avete portato via?». Gli dissero: «Sette».

21E disse lo­ro: «Non capite ancora?».

Nuova guarigione di un cieco.

In questo contesto essa rivela il potere di Gesù di aprire gli occhi del discepolo.

22Giunsero a Betsàida, dove gli condussero un cieco pregandolo di toccarlo.

23Allora preso il cieco per mano, lo condusse fuori del villaggio e, dopo avergli messo della saliva sugli occhi, gli impose le mani e gli chiese: «Vedi qualcosa?».

24Quegli, al­zando gli occhi, disse: «Vedo gli uomini, poiché vedo come de­gli alberi che camminano».

25Allora gli impose di nuovo le ma­ni sugli occhi ed egli ci vide chiaramente e fu sanato e vedeva a distanza ogni cosa.

26E lo rimandò a casa dicendo: «Non entra­re nemmeno nel villaggio».

Professione di fede di Pietro.

I discepoli cominciano a compren­dere, ma le folle non sono ancora preparate a ricevere la luce dello Spirito di Gesù (Mt 16,13-20 e nota; Lc 9,18-21).

27Poi Gesù partì con i suoi discepoli verso i villaggi intorno a Cesarèa di Filippo; e per via interrogava i suoi discepoli dicen­do: «Chi dice la gente che io sia?».

28Ed essi gli risposero: «Giovanni il Battista, altri poi Elia e altri uno dei profeti».

29Ma egli replicò: «E voi chi dite che io sia?». Pietro gli rispose: «Tu sei il Cristo».

30E impose loro severamente di non parlare di lui a nessuno.

III. GESÙ CRISTO SERVO SOFFERENTE

Il figlio dell’uomo deve passare attraverso la sofferenza del servo.

L’espressione «figlio dell’uomo» non è chiara. Gesù sembra im­piegarla per preparare l’uso che ne farà riferendosi alla profezia di Daniele 7,13 (cf 14,62; Mt 16,22-23 e nota; Lc 9,43-45).

31E cominciò a insegnar loro che il Figlio dell’uomo doveva molto soffrire, ed essere riprovato dagli anziani, dai sommi sa­cerdoti e dagli scribi, poi venire ucciso e, dopo tre giorni, risu­scitare.

32Gesù faceva questo discorso apertamente. Allora Pie­tro lo prese in disparte, e si mise a rimproverarlo.

33Ma egli, voltatosi e guardando i discepoli, rimproverò Pietro e gli disse: «Lungi da me, satana! Perché tu non pensi secondo Dio, ma se­condo gli uomini».

Condizioni per seguire Gesù.

Condividere la sorte del maestro ed entrare nel suo regno quando verrà dato lo Spirito (Mt 16,24- 28; Lc 9,23-27).

34Convocata la folla insieme ai suoi discepoli, disse loro: «Se qualcuno vuol venire dietro di me rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua.

35Perché chi vorrà salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia e del vangelo, la salverà.

36Che giova infatti all’uomo guadagnare il mondo intero, se poi perde la propria anima?

37E che cosa po­trebbe mai dare un uomo in cambio della propria anima?

38Chi si vergognerà di me e delle mie parole davanti a questa genera­zione adultera e peccatrice, anche il Figlio dell’uomo si vergo­gnerà di lui, quando verrà nella gloria del Padre suo con gli an­geli santi».

16087TheRisenChrist.jpg9 1E diceva loro: «In verità vi dico: vi sono alcuni qui pre­senti, che non morranno senza aver visto il regno di Dio venire con potenza».

La trasfigurazione.

Anticipazione della risurrezione gloriosa (Mt 17,1-8 e nota; Lc 9,28-36).

2Dopo sei giorni, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovan­ni e li portò sopra un monte alto, in un luogo appartato, loro soli. Si trasfigurò davanti a loro

3e le sue vesti divennero splen­denti, bianchissime: nessun lavandaio sulla terra potrebbe ren­derle così bianche.

4E apparve loro Elia con Mosè e discorrevano con Gesù.

5prendendo allora la parola, Pietro disse a Gesù: «Maestro, è bello per noi stare qui; facciamo tre tende, una per te, una per Mosè e una per Elia!».

6Non sapeva infatti che cosa dire, poiché erano stati presi dallo spavento.

7Poi si formò una nube che li avvolse nell’ombra e uscì una voce dalla nube: «Questi è il Figlio mio prediletto; ascoltatelo!».

8E subito guar­dandosi attorno, non videro più nessuno, se non Gesù solo con loro.

Domanda su Elia.

Gesù ordina ai discepoli di non dire a nessu­no ciò che hanno visto, prima della sua risurrezione. E necessa­rio che egli passi attraverso la sofferenza e la morte perché essi comprendano veramente il senso della sua missione (Ml 3,23;1iRe 19,2-10; Is 52,14; 53,4-10; Mt 7,9-13).

9Mentre scendevano dal monte, ordinò loro di non raccontare a nessuno ciò che avevano visto, se non dopo che il Figlio del­l’uomo fosse risuscitato dai morti.

10Ed essi tennero per sé la cosa, domandandosi però che cosa volesse dire risuscitare dai morti.

11E lo interrogarono: «Perché gli scribi dicono che prima deve venire Elia?».

12Egli rispose loro: «Sì, prima viene Elia e ristabilisce ogni cosa; ma come sta scritto del Figlio dell’uomo? Che deve soffrire molto ed essere disprezzato.

13Orbene, io vi dico che Elia è già venuto, ma hanno fatto di lui quello che hanno voluto, come sta scritto di lui».

Nuova guarigione di un indemoniato.

Potere della fede: la fede è condizione indispensabile perché il miracolo abbia luogo (cf Mt 17,19s).

14E giunti presso i discepoli, li videro circondati da molta folla e da scribi che discutevano con loro.

15Tutta la folla, al vederlo, fu presa da meraviglia e corse a salutarlo.

16Ed egli li interrogò: «Di che cosa discutete con loro?».

17Gli rispose uno della folla: «Maestro, ho portato da te mio figlio, posseduto da uno spirito muto.

18Quando lo afferra, lo getta al suolo ed egli schiuma, digrigna i denti e si irrigidisce. Ho detto ai tuoi discepoli di scac­ciarlo, ma non ci sono riusciti».

19Egli allora in risposta, disse loro: «O generazione incredula! Fino a quando starò con voi? Fino a quando dovrò sopportarvi? Portatelo da me».

20E glielo portarono. Alla vista di Gesù lo spirito scosse con convulsioni il ragazzo ed egli, caduto a terra, si rotolava spumando.

21Gesù interrogò il padre: «Da quanto tempo gli accade questo?». Ed egli rispose: «Dall’infanzia;

22anzi, spesso lo ha buttato persino nel fuoco e nell’acqua per ucciderlo. Ma se tu puoi qualcosa, abbi pietà di noi e aiutaci».

23Gesù gli disse: «Se tu puoi! Tutto è possibile per chi crede».

24Il padre del fanciullo rispose ad al­ta voce: «Credo, aiutami nella mia incredulità».

25Allora Gesù, vedendo accorrere la folla, minacciò lo spirito immondo dicen­do: «Spirito muto e sordo, io te l’ordino, esci da lui e non vi rientrare più».

26E gridando e scuotendolo fortemente, se ne uscì. E il fanciullo diventò come morto, sicché molti dicevano: «E’ morto».

27Ma Gesù, presolo per mano, lo sollevò ed egli si alzò in piedi.

28Entrò poi in una casa e i discepoli gli chiesero in privato: «Perché noi non abbiamo potuto scacciarlo?».

29Ed egli disse loro: «Questa specie di demòni non si può scacciare in alcun modo, se non con la preghiera».

Secondo annunzio della passione. (Mt 17,22-23; Lc 9,43-45; Gv 7,1).

30Partiti di là, attraversavano la Galilea, ma egli non voleva che alcuno lo sapesse.

31ìstruiva infatti i suoi discepoli e diceva lo­ro: «Il Figlio dell’uomo sta per esser consegnato nelle mani de­gli uomini e lo uccideranno; ma una volta ucciso, dopo tre gior­ni, risusciterà».

32Essi però non comprendevano queste parole e avevano timore di chiedergli spiegazioni.

Il più grande nel regno dei cieli.

Gesù afferma la sua identifica­zione con ogni essere umano. Notare come questo capitolo sia un modello di ricucitura di brani diversi tipica di Marco. Il ver­setto 36 segue i due precedenti unicamente perché il pensiero del più grande richiama per contrasto quello del bambino (Mt 18,1-5; Lc 9,46-48).

33Giunsero intanto a Cafàrnao. E quando fu in casa, chiese lo­ro: «Di che cosa stavate discutendo lungo la via?».

34Ed essi ta­cevano. Per la via infatti avevano discusso tra loro chi fosse il più grande.

35Allora, sedutosi, chiamò i Dodici e disse loro: «Se uno vuol essere il primo, sia l’ultimo di tutti e il servo di tutti».

36E, preso un bambino, lo pose in mezzo e abbraccian­dolo disse loro:

37«Chi accoglie uno di questi bambini nel mio nome, accoglie me; chi accoglie me, non accoglie me, ma colui che mi ha mandato».

Chi non è contro di noi è per noi.

Da notare l’uso di procedi­menti mnemonici per aiutare a ricordare versetti senza alcun le­game tra loro.

38Giovanni gli disse: «Maestro, abbiamo visto uno che scacciava i demòni nel tuo nome e glielo abbiamo vietato, perché non era dei nostri».

39Ma Gesù disse: «Non glielo proibite, perché non c’è nessuno che faccia un miracolo nel mio nome e subito dopo possa parlare male di me.

40Chi non è contro di noi è per noi.

41Chiunque vi darà da bere un bicchiere d’acqua nel mio nome perché siete di Cristo, vi dico in verità che non perderà la sua ricompensa.

Advent-And-Triumph-Of-Christ-$28detail-2$29-1480.jpgLo scandalo.

In questo brano il fuoco è simbolo della prova (Is 66,24; Mt 18,6-9; Lc 17,1-2).

42Chi scandalizza uno di questi piccoli che credono, è meglio per lui che gli si metta una macina da asino al collo e venga get­tato nel mare.

43Se la tua mano ti scandalizza, tagliala: è meglio per te entrare nella vita monco, che con due mani andare nella Geenna, nel fuoco inestinguibile.

[44].

45Se il tuo piede ti scan­dalizza, taglialo: è meglio per te entrare nella vita zoppo, che esser gettato con due piedi nella Geenna.

[46].

47Se il tuo occhio ti scandalizza, cavalo: è meglio per te entrare nel regno di Dio con un occhio solo, che essere gettato con due occhi nella Geenna,

48dove il loro verme non muore e il fuoco non si estin­gue.

49Perché ciascuno sarà salato con il fuoco.

Il sale.

Questa breve parabola trova posto qui per l’unico motivo che si è parlato di sale nel versetto precedente. Essa significa che il discepolo di Gesù deve avere spirito di sacrificio, di rinuncia (Mt 5,13 e nota; Lc 14,34).

50Buona cosa è il sale; ma se il sale diventa senza sapore, con che cosa lo salerete? Abbiate sale in voi stessi e siate in pace gli uni con gli altri».

Insegnamento sul divorzio.

I diritti e i doveri della donna sono ormai uguali a quelli dell’uomo (Dt 24,1; Gn 1,27 e 2,24; Mt 19,1-9 e nota; Lc 16,18).

10

1Partito di là, si recò nel territorio della Giudea e oltre il Giordano. La folla accorse di nuovo a lui e di nuovo egli l’am­maestrava, come era solito fare.

2E avvicinatisi dei farisei, per metterlo alla prova, gli domandarono: «E’ lecito ad un marito ripudiare la propria moglie?».

3Ma egli rispose loro: «Che cosa vi ha ordinato Mosè?».

4Dissero: «Mosè ha permesso di scrive­re un atto di ripudio e di rimandarla».

5Gesù disse loro: «Per la durezza del vostro cuore egli scrisse per voi questa norma.

6Ma all’inizio della creazione Dio li creò maschio e femmina;

7per questo l’uomo lascerà suo padre e sua madre e i due saranno una carne sola.

8Sicché non sono più due, ma una sola carne.

9L’uomo dunque non separi ciò che Dio ha congiunto».

10Rientrati a casa, i discepoli lo interrogarono di nuovo su questo ar­gomento. Ed egli disse:

11«Chi ripudia la propria moglie e ne sposa un’altra, commette adulterio contro di lei;

12se la donna ripudia il marito e ne sposa un altro, commette adulterio».

Il regno di Dio

è un dono che bisogna saper accogliere con uno spirito di totale sottomissione, come un bambino (Mt 19,13-15; Lc 18,15-17)

13Gli presentavano dei bambini perché li accarezzasse, ma i di­scepoli li sgridavano.

14Gesù, al vedere questo, s’indignò e dis­se loro: «Lasciate che i bambini vengano a me e non glielo im­pedite, perché a chi è come loro appartiene il regno di Dio.

151n verità vi dico: Chi non accoglie il regno di Dio come un bambino, non entrerà in esso».

16E prendendoli fra le braccia e po­nendo le mani sopra di loro li benediceva.

La legge del Regno

è una legge d’amore. Può giungere a chiede­re al discepolo uno spogliamento totale a vantaggio degli altri (Es 20,12-16; Dt 5,16 e 20; Es 21,10; Dt 24,24; Mt 5,48; Lc 6,36; Mt 19,16-22; Lc 18,18-23).

17Mentre usciva per mettersi in viaggio, un tale gli corse incon­tro e, gettandosi in ginocchio davanti a lui, gli domandò: «Mae­stro buono, che cosa devo fare per avere la vita eterna?».

18Gesù gli disse: «Perché mi chiami buono? Nessuno è buono, se non Dio solo.

19Tu conosci i comandamenti: Non uccidere, non commettere adulterio, non rubare, non dire falsa testimonianza, non frodare, onora il padre e la madre».

20Egli allora gli disse: «Maestro, tutte queste cose le ho osser­vate fin dalla mia giovinezza».

21Allora Gesù, fissatolo, lo amò e gli disse: «Una cosa sola ti manca: va’, vendi quello che hai e dàllo ai poveri e avrai un tesoro in cielo; poi vieni e seguimi».

22Ma egli, rattristatosi per quelle parole, se ne andò afflitto, poiché aveva molti beni.

Il pericolo delle ricchezze.

Ricchezze e prosperità non saranno più segni della benedizione di Dio, come abitualmente si pensa­va. Al contrario, si riveleranno di impedimento per entrare nel regno, che rimane sempre un dono divino (Mt 19,23-26; Lc 18,24-27).

23Gesù, volgendo lo sguardo attorno, disse ai suoi discepoli: «Quanto difficilmente coloro che hanno ricchezze entreran­no nel regno di Dio!».

24I discepoli rimasero stupefatti a que­ste sue parole; ma Gesù riprese: «Figlioli, com’è difficile en­trare nel regno di Dio!

25E più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno di Dio».

26Essi, ancora più sbigottiti, dicevano tra loro: «E chi mai si può salvare?».

27Ma Gesù, guardandoli, disse: «Impossibile presso gli uomini, ma non presso Dio! Perché tutto è possibile presso Dio».

La ricompensa e la persecuzione

sono promesse a chi si distacca dalle cose (Mt 19,27-30 e nota; Lc 18,28-30).

28Pietro allora gli disse: «Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito».

29Gesù gli rispose: «In verità vi dico: non c’è nessuno che abbia lasciato casa o fratelli o sorelle o madre o padre o figli o campi a causa mia e a causa del vangelo,

30che non riceva già al presente cento volte tanto in case e fratelli e sorelle e madri e figli e campi, insieme a persecuzioni, e nel fu­turo la vita eterna.

31E molti dei primi saranno ultimi e gli ulti­mi i primi».

VANGELO SECONDO MARCO 5ultima modifica: 2010-11-09T21:00:00+01:00da meneziade
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