VANGELO SECONDO MARCO 6

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Terzo annunzio della passione.

Gesù è in viaggio verso Gerusa­lemme e i discepoli intuiscono che qualcosa di grave sta per ac­cadere al loro maestro (Mt 20,17-19; Lc 18,31-33).

32Mentre erano in viaggio per salire a Gerusalemme, Gesù camminava davanti a loro ed essi erano stupiti; coloro che veni­vano dietro erano pieni di timore. Prendendo di nuovo in di­sparte i Dodici, cominciò a dir loro quello che gli sarebbe acca­duto:

33«Ecco, noi saliamo a Gerusalemme e il Figlio dell’uomo sarà consegnato ai sommi sacerdoti e agli scribi: lo condanne­ranno a morte, lo consegneranno ai pagani,

34lo scherniranno, gli sputeranno addosso, lo flagelleranno e lo uccideranno; ma dopo tre giorni risusciterà».

La domanda dei figli di Zebedèo.

Ancora una volta si manifesta l’incomprensione dei discepoli. Gesù li invita a condividere la sua sorte. L’immagine del calice ritorna costantemente nella Bibbia come simbolo della sofferenza (Is 51,57; Ger 25,16-17; Ez 23,32; Sal 75,9; Mt 20,20-23 e nota).

35E gli si avvicinarono Giacomo e Giovanni, i figli di Zebedèo, dicendogli: «Maestro, noi vogliamo che tu ci faccia quello che ti chiederemo».

36Egli disse loro: «Cosa volete che io faccia per voi?». Gli risposero:

37«Concedici di sedere nella tua gloria uno alla tua destra e uno alla tua sinistra».

38Gesù disse loro: «Voi non sapete ciò che domandate. Potete bere il calice che io be­vo, o riceve re il battesimo con cui io sono battezzato?». Gli ri­sposero: «Lo possiamo».

39E Gesù disse: «Il calice che io bevo anche voi lo berrete, e il battesimo che io ricevo anche voi lo ri­ceverete.

40Ma sedere alla mia destra o alla mia sinistra non sta a me concederlo; è per coloro per i quali è stato preparato».

Servire

costituisce il principio fondamentale della società dei credenti in Gesù (Is 53,10-12; Mt 20,24-28; Lc 22,24-27).

41All’udire questo, gli altri dieci si sdegnarono con Giacomo e Giovanni.

42Allora Gesù, chiamatili a sé, disse loro: «Voi sape­te che coloro che sono ritenuti capi delle nazioni le dominano, e i loro grandi esercitano su di esse il potere.

43Fra voi però non è così; ma chi vuol essere grande tra voi si farà vostro servitore,

44e chi vuol essere il primo tra voi sarà il servo di tutti.

45Il Figlio dell’uomo infatti non è venuto per essere servito, ma per servi­re e dare la propria vita in riscatto per molti».

Il cieco di Gerico.

E’ necessario che Gesù apra gli occhi dei disce­poli perché essi comprendano la sua passione (Mt 20,29-34; Lc 18,35-43).

46E giunsero a Gèrico. E mentre partiva da Gèrico insieme ai discepoli e a molta folla, il figlio di Timèo, Bartimèo, cieco, se­deva lungo la strada a mendicare.

47Costui, al sentire che c’era Gesù Nazareno, cominciò a gridare e a dire: «Figlio di Davide, Gesù, abbi pietà di me!».

48Molti lo sgridavano per farlo tace­re, ma egli gridava più forte: «Figlio di Davide, abbi pietà di me!».

49Allora Gesù si fermò e disse: «Chiamatelo!». E chia­marono il cieco dicendogli: «Coraggio! Alzati, ti chiama!».

50Egli, gettato via il mantello, balzò in piedi e venne da Gesù.

51Allora Gesù gli disse: «Che vuoi che io ti faccia?». E il cieco a lui: «Rabbunì, che io riabbia la vista!».

52E Gesù gli disse: «Va’, la tua fede ti ha salvato». E subito riacquistò la vista e prese a seguirlo per la strada. Albani_TheAnnunciation.jpg

Ingresso trionfale in Gerusalemme.

Gesù viene salutato come il discendente di Davide venuto a restaurare il regno dei suoi ante­nati. Il seguito del racconto mostrerà che egli non è venuto a questo scopo (Sal 118,25-26; Mt 21,1-11 e nota; Lc 19,28-38; Gv 12,12-16).

11

1Quando si avvicinarono a Gerusalemme, verso Bètfage e Betània, presso il monte degli Ulivi, mandò due dei suoi discepoli

2e disse loro: «Andate nel villaggio che vi sta di fronte, e subito entrando in esso troverete un asinello legato, sul quale nessuno è mai salito. Scioglietelo e conducetelo.

3E se qualcu­no vi dirà: Perché fate questo? rispondete: Il Signore ne ha bi­sogno, ma lo rimanderà qui subito».

4Andarono e trovarono un asinello legato vicino a una porta, fuori sulla strada, e lo sciol­sero.

5E alcuni dei presenti però dissero loro: «Che cosa fate, sciogliendo questo asinello?».

6Ed essi risposero come aveva detto loro il Signore. E li lasciarono fare.

7Essi condussero l’a­sinello da Gesù, e vi gettarono sopra i loro mantelli, ed egli vi montò sopra.

8E molti stendevano i propri mantelli sulla strada e altri delle fronde, che avevano tagliate dai campi.

9Quelli poi che andavano innanzi, e quelli che venivano dietro gridavano: Osanna! Benedetto colui che viene nel nome del Signore!

10Benedetto il regno che viene, del nostro padre Davide! Osanna nel più alto dei cieli!

11Ed entrò a Gerusalemme, nel tempio. E dopo aver guardato ogni cosa attorno, essendo ormai l’ora tarda, uscì con i Dodici diretto a Betània.

Il fico sterile.

L’albero che non produce frutto rappresenta il tempio di Gerusalemme destinato a scomparire. Il mondo antico cede il posto a quello nuovo (Os 9,16; Ger 8,13; Mt 21,18-19 e nota).

12La mattina seguente, mentre uscivano da Betània, ebbe fa­me.

13E avendo visto di lontano un fico che aveva delle foglie, si avvicinò per vedere se mai vi trovasse qualche cosa; ma giun­tovi sotto, non trovò altro che foglie. Non era infatti quella la stagione dei fichi.

14E gli disse: «Nessuno possa mai più man­giare i tuoi frutti». E i discepoli l’udirono.

I venditori cacciati dal tempio.

Gesù mostra che l’atrio cui han­no accesso i pagani è anch’esso sacro come lo spazio riservato agli ebrei. Gesù vuole l’instaurazione di un mondo religioso nuovo, in cui non esista nessuna segregazione (Is 56,7; Mt 21,12-17 e nota; Lc 19,45-48; Gv 2,14-16).

15Andarono intanto a Gerusalemme. Ed entrato nel tempio, si mise a scacciare quelli che vendevano e comperavano nel tem­pio; rovesciò i tavoli dei cambiavalute e le sedie dei venditori di colombe

16e non permetteva che si portassero cose attraverso il tempio.

17Ed insegnava loro dicendo: «Non sta forse scritto: La mia casa sarà chiamata casa di preghiera per tutte le genti? Voi invece ne avete fatto una spelonca di ladri!».

18L’udirono i sommi sacerdoti e gli scribi e cercavano il modo di farlo morire. Avevano infatti paura di lui, perché tutto il popo­lo era ammirato del suo insegnamento.

19Quando venne la sera uscirono dalla città.

Il fico seccato.

La fede nell’onnipotenza di Dio è capace di tra­sformare il mondo (Mt 21,20-22).

20La mattina seguente, passando, videro il fico seccato fin dalle radici.

21Allora Pietro, ricordatosi, gli disse: «Maestro, guarda: il fico che hai maledetto si è seccato».

22Gesù allora disse loro: «Abbiate fede in Dio!

231n verità vi dico: chi dicesse a questo monte: Lèvati e gettati nel mare, senza dubitare in cuor suo ma credendo che quanto dice avverrà, ciò gli sarà accordato.

24Per questo vi dico: tutto quello che domandate nella preghiera, ab­biate fede di averlo ottenuto e vi sarà accordato.

25Quando vi mettete a pregare, se avete qualcosa contro qualcuno, perdo­nate, perché anche il Padre vostro che è nei cieli perdoni a voi i vostri peccati».

[26].


L’autorità di Gesù.

Instaurando il regno dell’amore, egli riceve tutto il suo potere da Dio (Mt 21,23-27 e nota; Lc 20,1-8).

27Andarono di nuovo a Gerusalemme. E mentre egli si aggira­va per il tempio, gli si avvicinarono i sommi sacerdoti, gli scribi e gli anziani e gli dissero:

28«Con quale autorità fai queste cose? O chi ti ha dato l’autorità di farlo?».

29Ma Gesù disse loro: «Vi farò anch’io una domanda e, se mi risponderete, vi dirò con quale potere lo faccio.

30Il battesimo di Giovanni veniva dal cielo o dagli uomini? Rispondetemi».

31Ed essi discutevano tra sé dicendo: «Se rispondiamo “dal cielo”, dirà: Perché allora non gli avete creduto?

32Diciamo dunque “dagli uomini”?». Pe­rò temevano la folla, perché tutti consideravano Giovanni co­me un vero profeta.

33 Allora diedero a Gesù questa risposta: «Non sappiamo». E Gesù disse loro: «Neanch’io vi dico con quale autorità faccio queste cose».

Parabola dei vignaioli omicidi.

I vignaioli sono qui i sommi sa­cerdoti e i dottori della legge. La vigna (Israele) sarà affidata ad altri. Il figlio unico è Gesù Cristo (Is 5,1-7; Sal 118,22-23; Mt 21,33-46 e nota; Lc 20,9-19).

Albani_TheRestoFTheFlightIntoEgypt.jpg12

1Gesù si mise a parlare loro in parabole: «Un uomo piantò una vigna, vi pose attorno una siepe, scavò un torchio, costruì una torre, poi la diede in affitto a dei vignaioli e se ne andò lontano.

2A suo tempo inviò un servo a ritirare da quei vi­gnaioli i frutti della vigna.

3Ma essi, afferratolo, lo bastonarono e lo rimandarono a mani vuote.

4Inviò loro di nuovo un altro servo: anche quello lo picchiarono sulla testa e lo coprirono di insulti.

5Ne inviò ancora un altro, e questo lo uccisero; e di molti altri, che egli ancora mandò, alcuni li bastonarono, altri li uccisero.

6Aveva ancora uno, il figlio prediletto: lo inviò loro per ultimo, dicendo: Avranno rispetto per mio figlio!

7Ma quei vignaioli dissero tra di loro: Questi è l’erede; su, uccidiamolo e l’eredità sarà nostra.

8E afferratolo, lo uccisero e lo gettarono fuori della vigna.

9Che cosa farà dunque il padrone della vigna? Verrà e sterminerà quei vignaioli e darà la vigna ad altri.

10Non avete forse letto questa Scrittura: La pietra che i costruttori hanno scartata è diventata testata d’angolo;

11dal Signore è stato fatto questo ed è mirabile agli occhi nostri?».

12Allora cercarono di catturarlo, ma ebbero paura della folla; avevano capito infatti che aveva detto quella parabola contro di loro. E, lasciatolo, se ne andarono.

Il denaro con l’iscrizione di Cesare.

Il suo impero passerà. I di­scepoli sono cittadini di un regno che non passa (3,6; Mt 22,15-22 e nota; Lc 20,20-26).

13Gli mandarono però alcuni farisei ed erodiani per coglierlo in fallo nel discorso.

14E venuti, quelli gli dissero: «Maestro, sap­piamo che sei veritiero e non ti curi di nessuno; infatti non guardi in faccia agli uomini, ma secondo verità insegni la via di Dio. E’ lecito o no dare il tributo a Cesare? Lo dobbiamo dare o no?».

15Ma egli, conoscendo la loro ipocrisia, disse: «Perché mi tentate? Portatemi un denaro perché io lo veda».

16Ed essi glie­lo portarono. Allora disse loro: «Di chi è questa immagine e l’i­scrizione?». Gli risposero: «Di Cesare».

17Gesù disse loro: «Rendete a Cesare ciò che è di Cesare e a Dio ciò che è di Dio». E rimasero ammirati di lui.

Domande sulla risurrezione.

La morte non potrebbe mai essere un limite alla fedeltà di Dio per i suoi eletti (Dt 25,5; Es 3,6; Mt 22,23-33 e nota; Lc 20,27-40).

18Vennero a lui dei sadducei, i quali dicono che non c’è risurre­zione, e lo interrogarono dicendo:

19«Maestro, Mosè ci ha la­sciato scritto che se muore il fratello di uno e lascia la moglie senza figli, il fratello ne prenda la moglie per dare discendenti al fratello.

20C’erano sette fratelli: il primo prese moglie e morì senza lasciare discendenza;

21allora la prese il secondo, ma mo­rì senza lasciare discendenza; e il terzo egualmente,

22e nessuno dei sette lasciò discendenza. Infine, dopo tutti, morì anche la donna.

23Nella risurrezione, quando risorgeranno, a chi di loro apparterrà la donna? Poiché in

sette l’hanno avuta come mo­glie».

24Rispose loro Gesù: «Non siete voi forse in errore dal momento che non conoscete le Scritture, né la potenza di Dio?

25Quando risusciteranno dai morti, infatti, non prenderanno moglie né marito, ma saranno come angeli nei cieli.

26A riguar­do poi dei morti che devono risorgere, non avete letto nel libro di Mosè, a proposito del roveto, come Dio gli parlò dicendo: Io sono il Dio di Abramo, il Dio di Isacco e di Giacobbe?

27Non è un Dio dei morti ma dei viventi! Voi siete in grande errore».

Il comandamento dell’amore.

Troviamo in questo brano l’unico dottore della legge approvato e incoraggiato da Gesù. Le cita­zioni provengono da Dt 6,4-5; Lv 19,18; Dt 4,35 e 6,4; 1 Sam 15,22; Am 5,21; Sal 40,7-9 (Mt 22,34-40 e nota; Lc 10,25-28).

28Allora si accostò uno degli scribi che li aveva uditi discutere, e,visto come aveva loro ben risposto, gli domandò: «Qual è il primo di tutti i comandamenti?».

29Gesù rispose: «Il primo è: Ascolta, Israele. Il Signore Dio nostro è l’unico Signore;

30amerai dunque il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza.

31E il secondo è questo: Ame­rai il prossimo tuo come te stesso. Non c’è altro comandamento più importante di questi».

32Allora lo scriba gli disse: «Hai det­to bene, Maestro, e secondo verità che Egli è unico e non v’è altri all’infuori di lui;

33amarlo con tutto il cuore e con tutta la mente e con tutta la forza e amare il prossimo come se stesso val più di tutti gli olocausti e i sacrifici».

34Gesù, vedendo che ave­va risposto saggiamente, gli disse: «Non sei lontano dal regno di Dio». E nessuno aveva più il coraggio di interrogarlo.

Il Cristo figlio e signore di Davide.

Il regno di Gesù è diverso da quello di Davide (Sal 110,1; Mt 22,42-46 e nota; Lc 20,41-44).

35Gesù continuava a parlare, insegnando nel tempio: «Come mai dicono gli scribi che il Messia è figlio di Davide?

36Davide stesso infatti ha detto, mosso dallo Spirito Santo: Disse il Signore al mio Signore: Siedi alla mia destra, finché io ponga i tuoi nemici come sgabello ai tuoi piedi.

37Davide stesso lo chiama Signore: come dunque può essere suo figlio?». E la numerosa folla lo ascoltava volentieri.

Apostrofe contro gli scribi avidi di onori. (Mt 23,6-7; Lc 20,45-47 e 11,43).

38Diceva loro mentre insegnava: «Guardatevi dagli scribi, che amano passeggiare in lunghe vesti, ricevere saluti nelle piazze,

39avere i primi seggi nelle sinagoghe e i primi posti nei banchet­ti.

40Divorano le case delle vedove e ostentano di fare lunghe preghiere; essi riceveranno una condanna più grave».

VANGELO SECONDO MARCO 6ultima modifica: 2010-11-12T21:04:00+01:00da meneziade
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