SECONDO VIAGGIO
In Asia Minore, tranne Efeso, e in Grecia.
Paolo si separa da Bàrnaba e si aggrega Sila (o Silvano).
36Dopo alcuni giorni Paolo disse a Bàrnaba: «Ritorniamo a far visita ai fratelli in tutte le città nelle quali abbiamo annunziato la parola del Signore, per vedere come stanno».
37Bàrnaba voleva prendere insieme anche Giovanni, detto Marco,
38ma Paolo riteneva che non si dovesse prendere uno che si era allontanato da loro nella Panfilia e non aveva voluto partecipare alla loro opera.
39Il dissenso fu tale che si separarono l’uno dall’altro; Bàrnaba, prendendo con sé Marco, s’imbarcò per Cipro.
40Paolo invece scelse Sila e partì, raccomandato dai fratelli alla grazia del Signore.
Missione in Licaonia, incontro con Timoteo.
41E attraversando la Siria e la Cilicia, dava nuova forza alle comunità.
16
1Paolo si recò a Derbe e a Listra. C’era qui un discepolo chiamato Timòteo, figlio di una donna giudea credente e di padre greco;
2egli era assai stimato dai fratelli di Listra e di Icònio.
3Paolo volle che partisse con lui, lo prese e lo fece circoncidere per riguardo ai Giudei che si trovavano in quelle regioni; tutti infatti sapevano che suo padre era greco.
4Percorrendo le città, trasmettevano loro le decisioni prese dagli apostoli e dagli anziani di Gerusalemme, perché le osservassero.
5Le comunità intanto si andavano fortificando nella fede e crescevano di numero ogni giorno.
Paolo si aggrega Luca a Tròade. Diario di viaggio di Luca. Paolo lo lascerà a Filippi (16,40) e lo ritroverà colà durante il terzo viaggio (20,5; Gal 4,12-15).
6Attraversarono quindi la Frigia e la regione della Galazia, avendo lo Spirito Santo vietato loro di predicare la parola nella provincia di Asia.
7Raggiunta la Misia, si dirigevano verso la Bitinia, ma lo Spirito di Gesù non lo permise loro;
8cosi, attraversata la Misia, discesero a Tròade.
9Durante la notte apparve a Paolo una visione: gli stava davanti un Macedone e lo supplicava: «Passa in Macedonia e aiutaci!».
10Dopo che ebbe avuto questa visione, subito cercammo di partire per la Macedonia, ritenendo che Dio ci aveva chiamati ad annunziarvi la parola del Signore.
Filippi, città della Macedonia. (Cf Fil, in particolare 1,51; 4,1.15-16).
11Salpati da Tròade, facemmo vela verso Samotràcia e il giorno dopo verso Neàpoli e
12di qui a Filippi, colonia romana e città del primo distretto della Macedonia. Restammo in questa città alcuni giorni;
13il sabato uscimmo fuori della porta lungo il fiume, dove ritenevamo che si facesse la preghiera, e sedutici rivolgevamo la parola alle donne colà riunite.
14C’era ad ascoltare anche una donna di nome Lidia, commerciante di porpora, della città di Tiàtira, una credente in Dio, e il Signore le apri il cuore per aderire alle parole di Paolo.
15Dopo esser stata battezzata insieme alla sua famiglia, ci invitò: «Se avete giudicato ch’io sia fedele al Signore, venite ad abitare nella mia casa». E ci costrinse ad accettare.
16Mentre andavamo alla preghiera, venne verso di noi una giovane schiava, che aveva uno spirito di divinazione e procurava molto guadagno ai suoi padroni facendo l’indovina.
17Essa seguiva Paolo e noi gridando: «Questi uomini sono servi del Dio Altissimo e vi annunziano la via della salvezza».
18Questo fece per molti giorni finché Paolo, mal sopportando la cosa, si volse e disse allo spirito: «In nome di Gesù Cristo ti ordino di partire da lei». E lo spirito parti all’istante.
19Ma vedendo i padroni che era partita anche la speranza del loro guadagno, presero Paolo e Sila e li trascinarono nella piazza principale davanti ai capi della città;
20presentandoli ai magistrati dissero: «Questi uomini gettano il disordine nella nostra città; sono Giudei
21e predicano usanze che a noi Romani non è lecito accogliere né praticare».
22La folla allora insorse contro di loro, mentre i magistrati, fatti strappare loro i vestiti, ordinarono di bastonarli
23e dopo averli caricati di colpi, li gettarono in prigione e ordinarono al carceriere di far buona guardia.
24Egli, ricevuto quest’ordine, li gettò nella cella più interna della prigione e strinse i loro piedi nei ceppi.
Liberazione dei missionari. Nell’ottica dei primi cristiani nutriti delle Scritture, uno sconvolgimento materiale deve necessariamente accompagnare uno sconvolgimento spirituale.
25Verso mezzanotte Paolo e Sila, in preghiera, cantavano inni a Dio, mentre i carcerati stavano ad ascoltarli.
26D’improvviso venne un terremoto così forte che furono scosse le fondamenta della prigione; subito tutte le porte si aprirono e si sciolsero le catene di tutti.
27Il carceriere si svegliò e vedendo aperte le porte della prigione, tirò fuori la spada per uccidersi, pensando che i prigionieri fossero fuggiti.
28Ma Paolo gli gridò forte: «Non farti del male, siamo tutti qui».
29Quegli allora chiese un lume, si precipitò dentro e tremando si gettò ai piedi di Paolo e Sila;
30poi li condusse fuori e disse: «Signori, cosa devo fare per esser salvato?».
31Risposero: «Credi nel Signore Gesù e sarai salvato tu e la tua famiglia».
32E annunziarono la parola del Signore a lui e a tutti quelli della sua casa.
33Egli li prese allora in disparte a quella medesima ora della notte, ne lavò le piaghe e subito si fece battezzare con tutti i suoi;
34poi li fece salire in casa, apparecchiò la tavola e fu pieno di gioia insieme a tutti i suoi per avere creduto in Dio.
35Fattosi giorno, i magistrati inviarono le guardie a dire: «Libera quegli uomini !».
36Il carceriere annunziò a Paolo questo messaggio: «I magistrati hanno ordinato di lasciarvi andare! Potete dunque uscire e andarvene in pace».
37Ma Paolo disse alle guardie: «Ci hanno percosso in pubblico e senza processo, sebbene siamo cittadini romani, e ci hanno gettati in prigione; e ora ci fanno uscire di nascosto? No davvero! Vengano di persona a condurci fuori!».
38E le guardie riferirono ai magistrati queste parole. All’udire che erano cittadini romani, si spaventarono;
39vennero e si scusarono con loro; poi li fecero uscire e li pregarono di partire dalla città.
40Usciti dalla prigione, si recarono a casa di Lidia dove, incontrati i fratelli, li esortarono e poi partirono.
Paolo e Sila a Tessalonica. (1 Ts 1,5-7; 2,14-16).
17
1Seguendo la via di Anfipoli e APollonia: giunsero a Tessalonica, dove c’era una sinagoga dei Giudei.
2Come era sua consuetudine Paolo vi andò e per tre sabati discusse con loro sulla base delle Scritture,
3spiegandole e dimostrando che il Cristo doveva morire e risuscitare dai morti; il Cristo, diceva, è quel Gesù che io vi annunzio.
4Alcuni di loro furono convinti e aderirono a Paolo e a Sila, come anche un buon numero di Greci credenti in Dio e non poche donne della nobiltà.
5Ma i Giudei, ingelositi, trassero dalla loro parte alcuni pessimi individui di piazza e, radunata gente, mettevano in subbuglio la città. Presentatisi alla casa di Giàsone, cercavano Paolo e Sila per condurli davanti al popolo.
6Ma non avendoli trovati, trascinarono Giàsone e alcuni fratelli dai capi della città gridando: «Quei tali che mettono il mondo in agitazione sono anche qui e Giàsone li ha ospitati.
7Tutti costoro vanno contro i decreti dell’imperatore, affermando che c’è un altro re, Gesù».
8Così misero in agitazione la popolazione e i capi della città che udivano queste cose;
9tuttavia, dopo avere ottenuto una cauzione da Giàsone e dagli altri, li rilasciarono.
Breve soggiorno a Berèa. I giudei di Tessalonica, dopo aver obbligato Paolo a lasciare Berèa per Atene, creano con tutta probabilità delle difficoltà per i cristiani della città.
10Ma i fratelli subito, durante la notte, fecero partire Paolo e Sila verso Berèa. Giunti colà entrarono nella sinagoga dei Giudei.
11Questi erano di sentimenti più nobili di quelli di Tessalonica ed accolsero la parola con grande entusiasmo, esaminando ogni giorno le Scritture per vedere se le cose stavano davvero così.
12Molti di loro credettero e anche alcune donne greche della nobiltà e non pochi uomini.
13Ma quando i Giudei di Tessalonica vennero a sapere che anche a Berèa era stata annunziata da Paolo la parola di Dio, andarono anche colà ad agitare e sobillare il popolo.
14Allora i fratelli fecero partire subito Paolo per la strada verso il mare, mentre Sila e Timòteo rimasero in città.
15Quelli che scortavano Paolo lo accompagnarono fino ad Atene e se ne ripartirono con l’ordine per Sila e Timòteo di raggiungerlo al più presto.
Paolo ad Atene. Il discorso davanti all’areòpago, termine che designava sia il supremo tribunale di Atene, sia la collina accanto al Partenone. I greci scambiano per una dea la risurrezione di cui parla loro Paolo.
16Mentre Paolo li attendeva ad Atene, fremeva nel suo spirito al vedere la città piena di idoli.
17Discuteva frattanto nella sinagoga con i Giudei e i pagani credenti in Dio e ogni giorno sulla piazza principale con quelli che incontrava.
18Anche certi filosofi epicurei e stoici discutevano con lui e alcuni dicevano: «Che cosa vorrà mai insegnare questo ciarlatano?». E altri: «Sembra essere un annunziatore di divinità straniere»; poiché annunziava Gesù e la risurrezione.
19Presolo con sé, lo condussero sull’Areòpago e dissero: «Possiamo dunque sapere qual èquesta nuova dottrina predicata da te?
20Cose strane per vero ci metti negli orecchi; desideriamo dunque conoscere di che cosa si tratta».
21Tutti gli Ateniesi infatti e gli stranieri colà residenti non avevano passatempo più gradito che parlare e sentir parlare.
Discorso di Paolo, tipo della sua predicazione ai pagani colti.
22Allora Paolo, alzatosi in mezzo all’Areòpago, disse: «Cittadini ateniesi, vedo che in tutto siete molto timorati degli dèi.
23Passando infatti e osservando i monumenti del vostro culto, ho trovato anche un’ara con l’iscrizione: Al Dio ignoto. Quello che voi adorate senza conoscere, io ve lo annunzio.
24Il Dio che ha fatto il mondo e tutto ciò che contiene, che è signore del cielo e della terra, non dimora in templi costruiti dalle mani dell’uomo
25né dalle mani dell’uomo si lascia servire come se avesse bisogno di qualche cosa, essendo lui che dà a tutti la vita e il respiro e ogni cosa.
26Egli creò da uno solo tutte le nazioni degli uomini, perché abitassero su tutta la faccia della terra. Per essi ha stabilito l’ordine dei tempi e i confini del loro spazio,
27perché cercassero Dio, se mai arrivino a trovarlo andando come a tentoni, benché non sia lontano da ciascuno di noi.
28In lui infatti viviamo, ci muoviamo ed esistiamo, come anche alcuni dei vostri poeti hanno detto: Poiché di lui stirpe noi siamo.
29Essendo noi dunque stirpe di Dio, non dobbiamo pensare che la divinità sia simile all’oro, all’argento e alla pietra, che porti l’impronta dell’arte e dell’immaginazione umana.
30Dopo esser passato sopra ai tempi dell’ignoranza, ora Dio ordina a tutti gli uomini di tutti i luoghi di ravvedersi,
31poiché egli ha stabilito un giorno nel quale dovrà giudicare la terra con giustizia per mezzo di un uomo che egli ha designato, dandone a tutti prova sicura col risuscitarlo dai morti».
Insuccesso di Paolo, nonostante qualche conversione tra cui quella di Dionigi l’areopagita che una tradizione identifica col primo vescovo di Parigi. Questa volta senza esservi costretto, Paolo lascia Atene per Corinto attraverso la via sacra che passava da Eleusi.
32Quando sentirono parlare di risurrezione di morti, alcuni lo deridevano, altri dissero: «Ti sentiremo su questo un’altra volta».
33Così Paolo uscì da quella riunione.
34Ma alcuni aderirono a lui e divennero credenti, fra questi anche Dionigi membro dell’Areòpago, una donna di nome Dàmaris e altri con loro.
Soggiorno di un anno e mezzo a Corinto.
18
1Dopo questi fatti Paolo lasciò Atene e si recò a Corinto.
2Qui trovò un Giudeo chiamato Aquila, oriundo del Ponto, arrivato poco prima dall’Italia con la moglie Priscilla, in seguito all’ordine di Claudio che allontanava da Roma tutti i Giudei. Paolo si recò da loro
3e poiché erano del medesimo mestiere, si stabilì nella loro casa e lavorava. Erano infatti di mestiere fabbricatori di tende.
I giudei rifiutano di credere in Gesù, ad eccezione di Crispo che Paolo battezza (iCor 1,14). L’apostolo si rivolge quindi ai pagani, in questa città che passava per una delle più corrotte dell’impero. Il Signore rassicura Paolo ricordandogli che se l’uomo «pianta e irriga», Dio solo fa crescere (1Cor 3,6).
4Ogni sabato poi discuteva nella sinagoga e cercava di persuadere Giudei e Greci.
5Quando giunsero dalla Macedonia Sila e Timòteo, Paolo si dedicò tutto alla predicazione, affermando davanti ai Giudei che Gesù era il Cristo.
6Ma poiché essi gli si opponevano e bestemmiavano, scuotendosi le vesti, disse: «Il vostro sangue ricada sul vostro capo: io sono innocente; da ora in poi io andrò dai pagani».
7E andatosene di là, entrò nella casa di un tale chiamato Tizio Giusto, che onorava Dio, la cui abitazione era accanto alla sinagoga.
8Crispo, capo della sinagoga, credette nel Signore insieme a tutta la sua famiglia; e anche molti dei Corinzi, udendo Paolo, credevano e si facevano battezzare.
9E una notte in visione il Signore disse a Paolo: «Non aver paura, ma continua a parlare e non tacere,
10perché io sono con te e nessuno cercherà di farti del male, perché io ho un popolo numeroso in questa città».
11Così Paolo si fermò un anno e mezzo, insegnando fra loro la parola di Dio.
Davanti al tribunale di Gallione. Secondo un’iscrizione scoperta a Delfi, questo funzionario romano fu proconsole nel 52; ciò permette di datare con una certa sicurezza il soggiorno di Paolo a Corinto (1Cor 2,1-5 e 1,14-17), e quindi la maggior parte dei suoi spostamenti precedenti e seguenti.
12Mentre era proconsole dell’Acaia Gallione, i Giudei insorsero in massa contro Paolo e lo condussero al tribunale dicendo:
13«Costui persuade la gente a rendere un culto a Dio in modo contrario alla legge».
14Paolo stava per rispondere, ma Gallione disse ai Giudei: «Se si trattasse di un delitto di un’azione malvagia, o Giudei, io vi ascolterei, come di ragione.
15Ma se sono questioni di parole o di nomi o della vostra legge, vedetevela voi; io non voglio essere giudice di queste faccende».
16E li fece cacciare dal tribunale.
17Allora tutti afferrarono Sòstene, capo della sinagoga, e lo percossero davanti al tribunale ma Gallione non si curava affatto di tutto ciò.
Ritorno ad Antiochia di Siria.
18Paolo si trattenne ancora parecchi giorni, poi prese congedo dai fratelli e s’imbarcò diretto in Siria, in compagnia di Priscilla e Aquila. A Cencre si era fatto tagiare i capelli a causa di un voto che aveva fatto.
19Giunsero a Efeso, dove lasciò i due coniugi, ed entrato nella sinagoga si mise a discutere con i Giudei.
20Questi lo pregavano di fermarsi più a lungo, ma non acconsentì.
21Tuttavia prese congedo dicendo: «Ritornerò di nuovo da voi, se Dio lo vorrà» quindi partì da Efeso.
22Giunto a Cesarèa, si recò a salutare la Chiesa di Gerusalemme e poi scese ad Antiòchia.
TERZO VIAGGIO MISSIONARIO
Di nuovo in Asia minore, compresa Èfeso, poi in Grecia e a Gerusalemme.
Missione in Galazia e Frigia. (1Cor 16,1).
23Trascorso colà un po’ di tempo, partì di nuovo percorrendo di seguito le regioni della Galazia e della Frigia, confermando nella fede tutti i discepoli.
Soggiorno ad Efeso, allora una delle più belle città dell’impero, capitale della provincia romana d’Asia; Paolo voleva recarvisi fin dal suo primo viaggio (16,6) e non fa che passarvi durante il secondo (18,20).
Arrivo e attività di Apollo, giudeo di Alessandria che da Efeso si recherà a Corinto. Paolo parla di lui in lCor 1,12 e 3,5-6, ma anche in 16,21. Lo ricorda tra i suoi collaboratori al termine della sua vita (Tt 3,12).
24Arrivò a Èfeso un Giudeo, chiamato Apollo, nativo di Alessandria, uomo colto, versato nelle Scritture.
25Questi era stato ammaestrato nella via del Signore e pieno di fervore parlava e insegnava esattamente ciò che si riferiva a Gesù, sebbene conoscesse soltanto il battesimo di Giovanni.
26Egli intanto cominciò a parlare francamente nella sinagoga. Priscilla e Aquila lo ascoltarono, poi lo presero con sé e gli esposero con maggiore accuratezza la via di Dio.
27Poiché egli desiderava passare nell’Acaia, i fratelli lo incoraggiarono e scrissero ai discepoli di fargli buona accoglienza. Giunto colà, fu molto utile a quelli che per opera della grazia erano divenuti credenti;
28confutava infatti vigorosamente i Giudei, dimostrando pubblicamente attraverso le Scritture che Gesù è il Cristo.
Paolo e i discepoli di Giovanni.
19
1Mentre Apollo era a Corinto, Paolo, attraversate le regioni dell’altopiano, giunse a Efeso. Qui trovò alcuni discepoli
2e disse loro: «Avete ricevuto lo Spirito Santo quando siete venuti alla fede?». Gli risposero: «Non abbiamo nemmeno sentito dire che ci sia uno Spirito Santo».
3Ed egli disse: «Quale battesimo avete ricevuto?». «Il battesimo di Giovanni», risposero.
4Disse allora Paolo: «Giovanni ha amministrato un battesimo di penitenza, dicendo al popolo di credere in colui che sarebbe venuto dopo di lui, cioè in Gesù».
5Dopo aver udito questo, si fecero battezzare nel nome del Signore Gesù
6e, non appena Paolo ebbe imposto loro le mani, scese su di loro lo Spirito Santo e parlavano in lingue e profetavatio.
7Erano in tutto circa dodici uomini.
Fondazione della comunità di Efeso. Soggiorno di due anni a Efeso, dove Paolo scrive la prima lettera ai Corinzi (1 Cor) e, probabilmente, le lettere ai Filippesi e ai Galati.
8Entrato poi nella sinagoga, vi poté parlare liberamente per tre mesi, discutendo e cercando di persuadere gli ascoltatori circa il regno di Dio.
9Ma poiché alcuni si ostinavano e si rifiutavano di credere dicendo male in pubblico di questa nuova dottrina, si staccò da loro separando i discepoli e continuò a discutere ogni giorno nella scuola di un certo Tiranno.
10Questo durò due anni, col risultato che tutti gli abitanti della provincia d’Asia, Giudei e Greci, poterono ascoltare la parola del Signore.
Gli esorcisti giudei. Notiamo con meraviglia che gli stessi segni compiuti da Cristo nel Vangelo di Luca, vengono qui attribuiti a Paolo. Alcuni pensano che si debba vedere in questa analogia l’importanza crescente che Luca attribuisce a questo apostolo.
11Dio intanto operava prodigi non comuni per opera di Paolo,
12a1 punto che si mettevano sopra i malati fazzoletti o grembiuli che erano stati a contatto con lui e le malattie cessavano e gli spiriti cattivi fuggivano.
13Alcuni esorcisti dmbulanti giudei si provarono a invocare anch’essi il nome del Signore Gesù sopra quanti avevano spiriti cattivi, dicendo: «Vi scongiuro per quel Gesù che Paolo predica».
14Facevano questo sette figli di un certo Sceva, un sommo sacerdote giudeo.
15Ma lo spirito cattivo rispose loro: «Conosco Gesù e so chi è Paolo, ma voi chi siete?».
16E l’uomo che aveva lo spirito cattivo, slanciatosi su di loro, li afferrò e li trattò con tale violenza che essi fuggirono da quella casa nudi e coperti di ferite.
17Il fatto fu risaputo da tutti i Giudei e dai Greci che abitavano a Efeso e tutti furono presi da timore e si magnificava il nome del Signore Gesù.
18Molti di quelli che avevano abbracciato la fede venivàno d confessare in pubblico le loro pratiche magiche
19e un numero considerevole di persone che avevano esercitato le arti magiche portavano i propri libri e li bruciavano alla vista di tutti. Ne fu calcolato il valore complessivo e trovarono che era di cinquantamila dramme d’argento.
20Così la parola del Signore cresceva e si rafforzava.
Decisione di andare a Roma. A Efeso Paolo annuncia per la prima volta l’intenzione di andare a Roma (iCor 16,1-9). Intanto il suo soggiorno si prolunga: durerà tre anni.
21Dopo questi fatti, Paolo si mise in animo di attraversare la Macedonia e l’Acaia e di recarsi a Gerusalemme dicendo: «Dopo essere stato là devo vedere anche Roma».
22Inviati allora in Macedonia due dei suoi aiutanti, Timòteo ed Erasto, si trattenne ancora un po’ di tempo nella provincia di Asia.
La sommossa degli orefici, cui Paolo allude forse in 2Cor 1,8.
23Verso quel tempo scoppiò un gran tumulto riguardo alla nuova dottrina.
24Un tale, chiamato Demetrio, argentiere, che fabbricava tempietti di Artèmide in argento e procurava in tal modo non poco guadagno agli artigiani,
25li radunò insieme agli altri che si occupavano di cose del genere e disse: «Cittadini, voi sapete che da questa industria proviene il nostro benessere;
26ora potete osservare e sentire come questo Paolo ha convinto e sviato una massa di gente, non solo di Efeso, ma si può dire di tutta l’Asia, affermando che non sono dèi quelli fabbricati da mani d’uomo.
27Non soltanto c’è il pericolo che la nostra categoria cada in discredito, ma anche che il santuario della grande dea Artèmide non venga stimato più nulla e venga distrutta la grandezza di colei che l’Asia e il mondo intero adorano».
28All’udire ciò s’infiammarono d ira e si misero a gridare: «Grande è l’Artèmide degli Efesini!».
29Tutta la città fu in subbuglio e tutti si precipitarono in massa nel teatro, trascinando con sé Gaio e Aristarco macèdoni, compagni di viaggio di Paolo.
30Paolo voleva presentarsi alla folla, ma i discepoli non glielo permisero.
31Anche alcuni dei capi della provincia, che gli erano amici, mandarono a pregarlo di non avventurarsi nel teatro.
32Intanto, chi gridava una cosa, chi un’altra; l’assemblea era confusa e i più non sapevano il motivo per cui erano accorsi.
33Alcuni della folla fecero intervenire un certo Alessandro, che i Giudei avevano spinto avanti, ed egli, fatto cenno con la mano, voleva tenere un discorso di difesa davanti al popolo.
34Appena s’accorsero che era Giudeo, si misero tutti a gridare in coro per quasi due ore: «Grande è l’Artèmide degli Efesini!».
35Alla fine il cancelliere riuscì a calmare la folla e disse: «Cittadini di Èfeso, chi fra gli uomini non sa che la città di Èfeso è custode del tempio della grande Artèmide e della sua statua caduta dal cielo?
36Poiché questi fatti sono incontestabili, è necessano che stiate calmi e non compiate gesti inconsulti.
37Voi avete condotto qui questi uomini che non hanno profanato il tempio, né hanno bestemmiato la nostra dea.
38Perciò se Demetrio e gli artigiani che sono con lui hanno delle ragioni da far valere contro qualcuno, ci sono per questo i tribunali e vi sono i proconsoli: si citino in giudizio l’un l’altro.
39Se poi desiderate qualche altra cosa, si deciderà nell’assemblea ordinaria.
40C’è il rischio di essere accusati di sedizione per l’accaduto di oggi, non essendoci alcun motivo per cui possiamo giustificare questo assembramento».
41E con queste parole sciolse l’assemblea.
SOGGIORNO IN MACEDONIA E IN GRECIA
Paolo lascia Efeso, attraversa la Macedonia dove scrive probabilmente la seconda lettera ai Corinti, poi raggiunge la Grecia dove passerà tre mesi dell’inverno a Corinto (cf 2Cor 2,12-17 e 7,5-7).