VENITE A ME… (Richiami di Gesù) 2

 

CAPITOLO II

draft_lens1296731module7878190photo_Constantine-stanze-conversion.jpgL’umanità non ascolta

“…invece di voltarmi la faccia mi voltarono le spalle . Questo è il popolo che non ascolta la voce del Signore suo Dio, nè accetta la correzione…” (Ger. 7, 24-28)

“…rattristato per la durezza dei loro cuori…” (Mc 3,5)

«Voglio anime! Le vedo fuggire. Il mio dolore è infinito…»

§ 1°- Aexandrina impersona l’umanità peccatrice

«Vieni al tuo Dio, al tuo Signore che ti ha creata per sé.»

Quale voce tanto triste e piena di tenerezza! Io, come se non lo udissi, lo lasciavo abban­donato e correvo pazzamente verso i piaceri del mondo.

Quale dolore, quale tristezza, quella di Gesù!

«Basta, basta, figlia mia! La tua iniquità è ver­gognosa, è nauseante.

Dove corri con questa marcia tanto affrettata? Verso l’inferno.

Esso ti aspetta a porte aperte…

Cambia strada! E’ questa che percorri nella corsa tempestosa delle passioni che ti conduce là. Férmati, férmati! Non fare più un passo sulla strada della perdizione:

non è questa che ti ho scelta.»

Il Signore non poteva più sopportare la mia indifferenza e la mia durezza.

Egli mi chiamava, ma io fuggivo, non volevo udirlo, non cambiavo vita.

Di più: volevo respingerlo lontano, molto lontano.

«Non sei più mia figlia! Mi hai disprezzato e hai preferito Satana a me: a lui appartieni.

Ti sei venduta per i piaceri e le passioni. Disgraziata vendita, triste preferenza: disgra­ziato il figlio che vende suo padre per accondi­scendere alla carne, ai suoi appetiti!»

Sentivo che mani immonde mi stringevano la gola e il Signore mi diceva:

«Satana è il tuo Signore! Hai espulso me perché ti possedesse lui. Egli vuole installarti corpo e anima nella sua dimora che è l’inferno:

sei degna di esso. Le tue passioni sregolate te lo hanno fatto meritare.

Convértiti! Ascolta la voce del tuo Dio: lascia­mi di nuovo prendere possesso del tuo cuore affinché tu possa essere degna della mia dimora celeste, affinché io ti possa installare là.»

Io rimasi sempre nella disperazione, ma senza voler udire la voce del Signore.

Egli, molto contristato, singhiozzava amaramente nel mio cuore.

«Vieni, séguimi! La mia via è difficile, ma non vi è altro che ti prenda se non il mio amore e, di tanto in tanto, trovi dolcezza. In quella della perdizione ti prendono la melma, il fango, i tuoi appetiti,

le passioni disordinate: è perché tu ti dànni.

Rialzati, séguimi!»

L’afflizione che io sentivo non era per la paura del Signore che mi sgridava, perché era uno sgridare con dolcezza: sgridava come chi invita.

Mi causava una tremenda afflizione il dolore che il mio Gesù sentiva per la durezza del mio cuore: io non mi muovevo al pentimento; vole­vo restare nelle tenebre, avvolta nella melma e nel putridume.

«Non vedi che per te diedi tutto il mio sangue e la vita? Fu morte in croce e in mezzo a sofferenze le più atroci… Preferisci un vile piacere, soddisfare le tue passioni, alle tenerezze del tuo Dio che ti ha creata, che ti ama tanto? Preferisci l’inferno o il Cielo?

§ 2° – Gesù rivolge le sue lagnanze ad Aexandrina, come a sua sposa e vittima riparatrice

«Io chiamo le anime.

Mi voltano le spalle, non vogliono udire la mia voce.

Le lascio in balia delle passioni. »

Ma tu implorami tanto, che ancora ne soccor­rerai molte.

Vivi nei miei tabernacoli; invocami per i pec­catori.

Il mio Cuore sta nei tabernacoli angosciato:

io chiamo i peccatori in tutti i modi: infelici! Sono sordi alla mia voce divina, sono ciechi alla luce del loro Dio.

Io piango perché i peccatori dormono nel peccato e grido notte e giorno: svegliatevi, riai­zatevi, uscite da lì!

Ma non mi odono: è sonno mortale. Hanno continuato la loro vita di crimini sul­l’onda sregolata delle passioni.

Le anime tiepide non si sono infervorate.

Le anime che mi amavano si sono arrestate nel loro amore.

Io sono triste, sono triste, figlia mia: è grande, infinita la mia tristezza, e così il mio dolore.

Ho freddo, sono gelato: è caduto su di me il gelo dei cuori tiepidi; sono cadute su di me le onde delle passioni e dei vizi.

Che rivolta, che rivolta contro il Cielo: l’ini­quità contro Dio, i figli contro il Padre!

E’ necessario, è urgente porre termine alle tempeste dei vizi.

Povero mondo, povero mondo! Non ascolta la voce del suo Dio, non accoglie la richiesta di Gesù.

Venite a me, amatemi! Non peccate più! Presto, presto! Questo invito è di Gesù, presto, presto…

Ah, per quanti questo invito arriva troppo tardi! Ho chiamato, ho invitato, ho preavvisato in tempo. Quanti e quanti hanno già ricevuto la giustizia di mio Padre! E perché? Perché non hanno prestato attenzione alla voce divina, all’invito del Cielo.

Già cadde la giustizia e più ancora cadrà. Già milioni di peccatori sono stati castigati e altri milioni di peccatori stanno per esserlo.

Io voglio un mondo di grazia, di purezza e di amore. Il mondo non dà retta alle mie richieste.

Voglio anime, voglio anime!

Le vedo fuggire. Il mio dolore è infinito…

Quanto è bello, quanto è bello il Cielo, figlia mia!

Parlane alle anime: di’ loro quanto devono soffrire, quanto devono evitare il peccato ed amare il mio divin Cuore per meritarlo. E’ bello il Cielo, figlia mia, oh, come è bello!..

Con quale dolore, con quale pena io dico che il Cielo è bello, perché i miei figli, i miei cari figli non vogliono goderlo! La mia tristezza è grande, il mio dolore è infinitamente grande: i miei figli, i miei cari figli non vogliono il Cielo, non vogliono godere di me!

Le passioni, le passioni sregolate li portano al rifiuto di un Cielo bello, di un Cielo trionfante, di una eternità di gaudio.

Parla alle anime, mia colomba bella, istruiscile nelle cose del Signore; metti nei loro cuori l’orrore per il peccato, quanto più ti è possibile. Parla loro, parla loro del mio amore. Di’ loro che le voglio per me…

(da un’estasi cantata) «Vieni, figlio mio, prendi la tua croce. Vieni, figlio mio, segui i miei passi. Vieni a chiedere perdono al tuo Gesù, al tuo Gesù, al tuo Gesù!»

«Chiamo, invito, ma il mio invito non è accet­tato.

Chiamo, voglio perdonare, ma i peccatori, il mondo intero, non accetta il mio perdono!»

Finiamo con 4 frammenti di dialogo tra Gesù ed Alexandrina.

«O figlia mia, se il mondo si affrettasse, se i peccatori si convertissero, se vi fosse un rinno­vamento di vita, quante anime riceverebbero il perdono, quanti castighi sarebbero risparmiati a questa povera umanità!

Ma no, non c’è da sperare. Che incendio di vizi, che mare agitatissimo di passioni!

E non odono affatto la voce del loro Dio, non prestano affatto attenzione a Colui che chiama, che chiama ed avverte con amore di padre.»

«O Gesù, continuate ad avvertire sempre! Guardate solo alla vostra misericordia infinita!

Io ho molta pena per Voi; non Vi posso vedere soffrire; ma le anime, le anime, ah, se si perdono eternamente! Le amo tanto perché in loro vedo solo Voi.»

Improvvisamente si illuminò il luogo dove mi trovavo.

Davanti a me apparvero Gesù e la Mamma tenendosi per mano. Staccarono le mani ed entrambi, con gli occhi fissi al Cielo, mi addita­rono con la mano destra i loro Cuori che aveva­no visibili al centro del petto – scena che mai più dimenticherò – Tanto il Cuore di Gesù quanto quello della Mamma erano cerchiati di molte spine dalle quali cadevano molte molte gocce di sangue.

La mia ansia di raccogliere nel mio petto tutte quelle gocce di sangue era infinita.

O Gesù, Mamma, non voglio che cada al suolo neppure una di queste gocce di valore infinito!»

Gesù parlò: «Figlia mia, ti abbiamo additato i nostri Cuori sofferenti, così sofferenti per farti comprendere la crudeltà degli uomini, la gravità dei loro crimini.

Fissiamo il Cielo per mostrarti che stiamo anche noi chiedendo all’Eterno Padre l’allonta­namento della sua giustizia e ancora una volta la misericordia ed il perdono per l’umanità.» (siamo nell’agosto del 54)

Non può più essere trattenuta la giustizia del Signore. Affréttati, figlia mia, a diffondere il messaggio di afflizione di Gesù.

Che l’umanità si prostri con fervore davanti all’immagine della Regina del Cielo, della Regina del mondo, chiedendole che sia ancora una volta la Regina della pace, la Signora della vitto­ria.»

«O Gesù, io sono confusa. Farò quello che mi ordinate, ma temo che non mi crederanno.»

«Anche a me molti non hanno creduto e molti mi hanno denigrato, pur sapendomi risu­scitato e vittorioso.»

Mi apparve Gesù insieme alla Mamma, in grandezza naturale. I loro vestiti e il manto viola scuro, i loro volti tristissimi e i loro aspetti pure tristissimi mi causarono la più profonda, la più grande agonia…

«Figlia mia, stiamo contemplando il mondo; guardiamo il Portogallo, guardiamo le Nazioni:

che corruzione, che iniquità, che veleno crimi­noso!

Ho tanto chiesto, ho tanto invitato, attraverso le tue labbra, a venire al mio divin Cuore in una completa emenda di vita! Ho chiesto io, ha chie­sto mia Madre benedetta: non siamo stati ascol­tati!»

Prostrata davanti a Gesù e alla Mamma, chie­si loro: «Aspettate, Gesù, aspettate, Mamma! Alzate le vostre mani divine verso l’Eterno Padre, sostenete per altro tempo la sua giustizia! Lasciate che il Portogallo, l’umanità facciano penitenza!…

Gesù, Mamma, perdonate, perdonate… Dimenticate le nostre ingratitudini. Perdonate ancora una volta!»

«Chiedi, figlia mia! Chiedi, figlia nostra! Chiedi, chiedi, chiedi!» dicevano Gesù e la Mamma nello stesso tempo, mentre mi accarez­zavano.

CAPITOLO III

L’opera delle anime riparatrici

Il castigo che ci dà salvezza si è abbattuto su di lui; per le sue piaghe siamo stati guariti.» (Is; 53,5)

Egli ha dato la vita per noi; anche noi dobbiamo dare la vita per i fratelli.» (1° Gv. 3)

«E’ irata la giustizia divina… Le anime pie alzino al Cielo le loro preghiere e invocazioni.»

Per comprendere questo capitolo occorre fare un po di luce sul significato e sul ruolo della sofferenza umana – quando è accolta con accettazione d’amore alla volontà divina – occorre penetrare almeno un po’ nel «mistero della croce», iniziatosi con Gesù, Modello di vit­tima espiatrice. Ne parla Giovanni, per es. nella sua 1° Lettera (ver­setti qui riportati sotto il titolo di questo capitolo). Notissima è poi la frase di S. Paolo: «Nel mio corpo dà compimento a quella porzione di patimenti che il Cristo mi ha riservato per il bene della Chiesa, che è il suo Corpo mistico.» (Col. 1,24) Nel decorrere dei secoli abbiamo una «inondazione continua» di sofferenze salvifiche… anche descritte e commentate da chi le ha vissute in prima persona con martiri più o meno rivelati. Ricordiamo qui solo quanto disse il nostro pontefice Giovanni Paolo II il 24 maggio 1981, degente all’Ospedale «Gemelli» dopo l’attentato: «La sofferenza accettata in unione con Cristo soffe­rente ha una sua efficacia impareggiabile per l’attuazione del disegno divino della salvezza… Invito tutti i malati ad unirsi a me nell’offerta a Cristo dei loro patimenti per il bene della Chiesa e dell’umanità…»

§ 1° – Alexandrina vittima riparatrice per ta salvezza

«Ti ho chiesto il tuo corpo per crocifiggerlo e tu hai accettato: me lo hai consegnato… Nota

Era necessario, figlia mia, che vi fosse qual­cuno che si lasciasse crocifiggere con questa crocifissione tanto crudele: in questa come in nessun’altra8 dò prova di quanto ho sofferto; tante, tante sofferenze sinora sconosciute! Ho scelto te, sposa amata, perché attraverso te fos­sero mostrate al mondo.

Guai a lui, se non ti fossi lasciata immolare per lui!

Non ti faccio la richiesta del dolore (di espia­zione) solo per udire dalle tue labbra un «sì» pieno di amore e di generosità. Ti chiedo il dolore, dolore, dolore che salva!

Il fuoco delle passioni si è appiccato al mondo: non vi è nessuno che lo spenga; invece di acqua per spegnerlo vi gettano sopra la legna delle iniquità, dei crimini luridi, delle maggiori

Nota: Alexandrina ha rivissuto settimanalmente, nel corpo, nel cuore e nell’anima, la S. Passione dal 1938 sino alla morte (1955).

malvagità per riattizzarlo: le fiamme di fuoco cri­minoso hanno raggiunto il loro culmine.

La giustizia divina deve cadere su questa terra colpevole. Le tue sofferenze, il tuo amore sono puntelli saldissimi della giustizia di Dio. Offrimi dolore, dolore, dolore doloroso per essere tu ancora una volta il sostegno del mio forte e virtuoso Salazar. Offrimi dolore, offrimi dolore affinché il suo zelo per la tua patria trionfi ancora una volta insieme alla mia Chiesa, di cui egli è stato grande sostegno ed aiuto. Offrimi dolore affinché, per mezzo suo (di Salazar), la Chiesa possa irradiare di più la sua luce, i suoi ragggi luminosi.

Vigilanza, molta vigilanza! Da una parte e dall’altra si tramano lacci mortali… Nota

Lasciati immolare, mia follemente innamora­ta, mia vittima diletta!»

«Lasciate il peccato, lasciate le vanità, venite al vostro Dio! Vi parla Gesù che è sceso dal Cielo (nell’estasi di Alexandrina), che è sceso per amore, per avvertirvi, per salvarvi.

Nota . Si può intendere dal comunismo e dalla massone­ria. Questo Diario è del 21-1-49

Morii sul Calvario, morii per dare la vita, e fu solo per amore.

Venite a questo Calvario (frazione dove abita Alexandrina): immolo la mia vittima, ed è solo per amore… Voglio salvare il mondo, voglio sal­vare gli uomini, voglio salvare i figli miei.

Si, figlia mia, è grazie a te che io regno nelle anime. Sapessi tu quante trasformazioni, quante conversioni con sincera emenda di vita avven­gono presso di te in questa tua cameretta, in questo Calvario dove ti ho collocata, Calvario di dolore e di amore! Quante anime che vi entraro­no con Satana in cuore e da qui uscirono por­tando me, con un dolore profondo e con fermo proposito di emenda! Hanno espulso il demonio e io ho preso il posto nei loro cuori.

Coraggio, mia vittima amata! Il tuo dolore, il tuo martirio non cessano un momento perché neppure per un solo momento le anime cessano di aver bisogno di te.

La tua riparazione, la riparazione che Ci vie­ne fatta (a Gesù e all’Eterno Padre) riesce a far si che le anime non siano condannate eterna­mente all’inferno, ma non a far si che ai corpi sia risparmiato il tremendo castigo, il grande rigore della giustizia divina.

La terra, la terra colpevole: il cimitero delle anime!

Svegliale, figlia mia, svegliale! Falle risveglia­re alla grazia, a Dio, al Cielo.

Il mondo, i peccatori sono sordi. Guariscili con le tue sofferenze, dà loro il balsamo della tua croce.

Povero mondo, senza la vittima piccola ai suoi occhi, ma grande molto grande con tutta la grandezza agli occhi del Cielo!

Chiedi, chiedi, figlia mia! Alza al Cielo le tue mani, fissa in esso i tuoi sguardi: non dubitare della tua preghiera, non dubitare del tuo potere, unita all’Onnipotente. Con Gesù tutto puoi, con Maria tutto puoi.

Io voglio, io voglio, sì, che il grido di invoca­zione, figlia mia, sia continuo. Abbi coraggio, abbi coraggio!»

Frammenti di dialogo tra Gesiì ed Alexan­drina

«O mio Gesù, io non so cosa fare: non posso vedervi soffrire, nè lasciare che le anime si per­dano; povera me! Non so nulla e sento che non faccio nulla.»

«Offrimi dolore senza un lamento e con gioia, o figlia mia, figlia mia cara; dammi riparazione…

Dona per i peccatori le tue sofferenze; riparami per tanti sacrilegi; riparami per le iniquità del mondo intero.»

«O mio Gesù, io soffro tutto per vostro amore e per riparare per tutti i crimini, eppure Voi siete sempre ferito: i peccatori non cessano di offen­dervi!»

«O figlia mia, ma le anime si salvano e per salvarne di più io faccio che molte vengano presso di te. Da’ loro la mia grazia, infondi loro il mio amore.»

Finiamo questo paragrafo con una visione che Alexandrina ha avuto e in cui sono messi in evidenza tre mezzi di salvezza: l’Eucaristia, il Rosario, l’immolazione di Alexandrina stessa, che attira verso il Cielo innumerevoli anime.

Questo brano introduce al paragrafo succes­sivo in cui si considerano molte anime riparatri­ci, oltre Alexandrina.

Gesù mi diede nelle mani la croce che pen­deva dalla corona del Rosario; questa non rima­se intrecciata nelle mani come altre volte, ma distesa ed aperta. Qualcuno dal lato opposto la sosteneva.

Gesù si mise in mezzo alla corona, aprendola sempre di più e disse:

«Tieni salda nelle tue mani la croce, stringila bene al tuo cuore: l’umanità intera sta dentro alla corona del Rosario.

Parla, figlia mia, parla alle anime del Rosario e dell’Eucaristia. Il Rosario, il Rosario! L’Eucari­stia, il mio Corpo e il mio Sangue! L’Eucaristia, l’Eucaristia con le mie vittime: ecco la salvezza del mondo. Avessi io molte vittime come quella di questo Calvario, con tutta la generosità, con tutto l’eroismo, in un abbandono totale! Ma non le ho.»

In quel momento, senza sapere come, fui sollevata in alto. La croce che avevo nelle mani rimase dietro di me come se io fossi inchiodata su di essa. Il mio cuore divenne un vaso che custodiva sangue. Dai due lati si innalzarono due scale che andavano a terminare ai due estremi del braccio orizzontale. Quella a destra era la scala del Rosario, quella a sinistra era la scala dell’Eucaristia; quella dell’Eucaristia aveva, più o meno a metà, un mazzo di spighe bionde e due grappoli di sola uva.

Le anime salivano, salivano in fretta, riem­piendo tutta la larghezza delle scale; passavano dalle estremità del braccio orizzontale della croce dentro al vaso che conteneva il sangue: lì si bagnavano, volavano più in alto ed entravano in Cielo.

Oh, come mi piacerebbe che tutti vedessero questo!

Gesù disse: «Figlia mia, la tua vita è una pre­dica continua: quando parli, quando sorridi, quando piangi e gemi di più, sovraccarica del peso della croce. E’ un vero esempio per i gran­di, per gli umili, per i saggi e per i dottori della Chiesa.

Il tuo dolore porta le anime al Rosario e all’Eucaristia. Con il tuo dolore esse salgono quelle due scale di salvezza: dolore e sangue, dolore e croce, croce di salvezza. Esse, già in alto, passano poi ancora attraverso il crogiuolo del tuo martirio; dopo di essersi purificate, dal braccio della croce volano in Paradiso»…

Venne di nuovo Gesù: «Io sono con te e con te si trova mia Madre benedetta. Era lei dalla parte opposta a sostenere la corona del Rosario.

Andiamo dunque a soccorrere il mondo, a salvare i peccatori!

§ 2° – Altre anime giuste, ferventi d’amore e generose, cooperano alla redenzione che continua nei secoli

Alexandrina sente dire dalla Madonna:

«Figlia mia, chiedi a coloro che ami, che ci amino (Gesù e Maria), che soffrano per noi dicendo e ripetendo sempre: “voglio che il mio amore e la mia sofferenza tolgano dai Cuori di Gesù e di Maria tutte le ferite che hanno e che lo stesso amore e la stessa sofferenza siano da Gesù accettate per mezzo di Maria per la salvez­za delle anime, per la conversione dei peccato­ri.”

Dillo, figlia mia: voglio che il mio desiderio sia divulgato.»

Venne la Mamma Addolorata, tutta in pian­to…

«Offrimi in questo mese (novembre) le tue sofferenze, le orazioni e i sacrifici, tutto quanto potrai, per portare sollievo alle anime che sof­frono nel Purgatorio. Chiedi la stessa cosa in nome mio a coloro che ami e che ti stanno attorno perché facciano salire al Cielo un grande numero di anime che loderanno me e Gesù.

Questa lode sarà per i nostri Cuori tanta gioia che ci fa dimenticare le offese contro di noi.»

(Riprende Gesù)

«Vorrei anime che, a tua somiglianza, conti­nuamente si lasciassero immolare con uguale generosità ed amore… Si riuniscano le anime pie in orazione;1 si accostino ai tabernacoli le anime che mi amano: voglio l’amore dei loro cuori, le preghiere fervorose e ardenti e continua riparazione. Formate nuovi cenacoli:

insegnate, conquistate, predicate la vita di Cristo.

Io sono il Signore, il Signore Gesù, venuto sulla terra per compiere la volontà del Padre mio: è in suo nome che io chiedo riparazione, riparazione ed amore.

Si uniscano i sacerdoti santi, si uniscano tutte le anime a me consacrate, si uniscano le anime veramente pie, alzino al Cielo le loro preghiere e invocazioni.

Si faccia una seminagione di amore puro, di purezza e di riforma di costumi: si faccia una seminagione di grano biondo, di grano dorato.

1Siamo nel luglio del 1950. Da allora molti gruppi di preghiera sono sorti, che costituiscono come una linfa vitale nel tessuto in gran parte inaridito, fossilizzato. Così è stato assecondato questo desiderio di Gesù.

In questo gruppo di anime regna l’amore di Gesù.

O anime amanti del mio divin Cuore, fate tutto per me! Fate che molte anime mi amino ed evitino i loro crimini.

Non fermatevi!

Seminate la semente che vi è stata data attra­verso questa vittima (Alexandrina). Andate alla conquista, andate alla conquista, andate alla conquista! Portate anime a migliaia, a milioni al mio divin Cuore che è aperto per riceverle.

Gesù trova gaudio e gioia nelle anime vit­time. Gesù trova gaudio e consolazione nelle anime che Lo amano. Presto, presto, venite a Gesù: è Lui che vi chiama.

Gesù vorrebbe infondersi nelle anime e nei cuori, essere in esse fuoco, fuoco, solo amore. Gesù vuole oggi più che mai darsi a conoscere a tutti i suoi figli.

Figlia mia, le anime amiche del Signore non possono dormire nè riposare.

Il mondo, il mondo sta sulla bocca dell’abis­so, per non dire sulla bocca dell’inferno.

Allerta, allerta! Le anime amiche di Gesù sor­gano, si sveglino!

Bussate, tornate a bussare, martellate e di nuovo martellate, amici miei, amici della mia Causa! Io sono contento (di voi) ma non basta:

non perdete tempo, traete profitto del tempo! Bussate, bussate, martellate, martellate di nuovo!

Che onda, che onda, che mare senza fine di vizi, di iniquità!

Il mondo dorme, il mondo dorme: bussate, bussate, martellate, martellate ancora! Non per­mettete che il mare dei vizi dia la morte eterna alle anime.

Udite, anime vittime, udite, anime amanti del Signore! Venite presto, venite con urgenza prima che echeggi il tuono della distruzione! Salvate le anime, salvate le anime, ascoltate Gesù, placate la giustizia del Signore!

Povero mondo, senza l’Eucaristia! Povero mondo, senza le mie vittime, senza ostie immo­late con me continuamente!

Occhi fissi al Cielo, cuore umile, cuore rasse­gnato alla volontà santissima di Dio.

Ho sete, chi potrà estinguermela? Ho fame, chi potrà saziarmi?

I cuori puri, i cuori assetati di me, i cuori e le anime riparatrici. Ho sete di amore, ho fame di anime…

Io voglio ricevere e voglio dare, voglio darmi. Voglio dare, dare molto, dare sempre alle anime riparatrici; voglio darmi, darmi interamen­te alle anime che vogliono possedermi…

Voglio anime immolate giorno e notte, anime eroiche che provino col loro eroismo di voler bene a Gesù, di amarlo e di voler dargli anime.

Grande sapienza, la maggior sapienza ha quell’anima che sa soffrire per Gesù; grande sapienza, la maggior sapienza è amare molto e molto soffrire.

E’ la sapienza che io ricerco, è la sapienza che desidero ardentemente. E’ rara, tanto rara:

non la trovo quasi mai.

Sono così poche le anime che accettano la sofferenza! Sono così poche quelle che mi amano con amore puro e degno di me!

Se la mia vita nelle anime non portasse loro spine e desse loro solo consolazioni, io sarei amato da un maggior numero.

Quale dolore per il mio Cuore: chiedere amore e non riceverlo, chiedere dolore (di ripa­razione) e non essere ascoltato in questo appel­lo!

Voglio presentare al mio Eterno Padre corpi e anime riparatrici, cuori trasformati in tabernacoli vivi, con ostie immolate ardenti d’amore.

Voglio amore da presentare all’Eterno Padre dicendogli: “Padre, se molti peccatori mi offen­dono tanto gravemente, molti cuori mi amano con amore generoso, puro, forte, ardente.”

Io voglio dolore da offrire al Padre dicendo­gli: “Padre mio, ho qui la riparazione di molte anime vittime per riparare per tutti i crimini commessi contro la tua Maestà, per placare così la tua giustizia.

Accetta, o Padre, e dà ai figli del mio sangue la tua misericordia, il tuo perdono!”»

VENITE A ME… (Richiami di Gesù) 2ultima modifica: 2010-12-26T19:13:00+01:00da meneziade
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