CAPITOLO IV
CAPITOLO III
L’opera delle anime riparatrici
Il castigo che ci dà salvezza si è abbattuto su di lui; per le sue piaghe siamo stati guariti.» (Is; 53,5)
Egli ha dato la vita per noi; anche noi dobbiamo dare la vita per i fratelli.» (1° Gv. 3)
«E’ irata la giustizia divina… Le anime pie alzino al Cielo le loro preghiere e invocazioni.»
Per comprendere questo capitolo occorre fare un po di luce sul significato e sul ruolo della sofferenza umana – quando è accolta con accettazione d’amore alla volontà divina – occorre penetrare almeno un po’ nel «mistero della croce», iniziatosi con Gesù, Modello di vittima espiatrice. Ne parla Giovanni, per es. nella sua 1° Lettera (versetti qui riportati sotto il titolo di questo capitolo). Notissima è poi la frase di S. Paolo: «Nel mio corpo dà compimento a quella porzione di patimenti che il Cristo mi ha riservato per il bene della Chiesa, che è il suo Corpo mistico.» (Col. 1,24) Nel decorrere dei secoli abbiamo una «inondazione continua» di sofferenze salvifiche… anche descritte e commentate da chi le ha vissute in prima persona con martiri più o meno rivelati. Ricordiamo qui solo quanto disse il nostro pontefice Giovanni Paolo II il 24 maggio 1981, degente all’Ospedale «Gemelli» dopo l’attentato: «La sofferenza accettata in unione con Cristo sofferente ha una sua efficacia impareggiabile per l’attuazione del disegno divino della salvezza… Invito tutti i malati ad unirsi a me nell’offerta a Cristo dei loro patimenti per il bene della Chiesa e dell’umanità…»
§ 1° – Alexandrina vittima riparatrice per ta salvezza
«Ti ho chiesto il tuo corpo per crocifiggerlo e tu hai accettato: me lo hai consegnato… Nota
Era necessario, figlia mia, che vi fosse qualcuno che si lasciasse crocifiggere con questa crocifissione tanto crudele: in questa come in nessun’altra8 dò prova di quanto ho sofferto; tante, tante sofferenze sinora sconosciute! Ho scelto te, sposa amata, perché attraverso te fossero mostrate al mondo.
Guai a lui, se non ti fossi lasciata immolare per lui!
Non ti faccio la richiesta del dolore (di espiazione) solo per udire dalle tue labbra un «sì» pieno di amore e di generosità. Ti chiedo il dolore, dolore, dolore che salva!
Il fuoco delle passioni si è appiccato al mondo: non vi è nessuno che lo spenga; invece di acqua per spegnerlo vi gettano sopra la legna delle iniquità, dei crimini luridi, delle maggiori
Nota: Alexandrina ha rivissuto settimanalmente, nel corpo, nel cuore e nell’anima, la S. Passione dal 1938 sino alla morte (1955).
malvagità per riattizzarlo: le fiamme di fuoco criminoso hanno raggiunto il loro culmine.
La giustizia divina deve cadere su questa terra colpevole. Le tue sofferenze, il tuo amore sono puntelli saldissimi della giustizia di Dio. Offrimi dolore, dolore, dolore doloroso per essere tu ancora una volta il sostegno del mio forte e virtuoso Salazar. Offrimi dolore, offrimi dolore affinché il suo zelo per la tua patria trionfi ancora una volta insieme alla mia Chiesa, di cui egli è stato grande sostegno ed aiuto. Offrimi dolore affinché, per mezzo suo (di Salazar), la Chiesa possa irradiare di più la sua luce, i suoi ragggi luminosi.
Vigilanza, molta vigilanza! Da una parte e dall’altra si tramano lacci mortali… Nota
Lasciati immolare, mia follemente innamorata, mia vittima diletta!»
«Lasciate il peccato, lasciate le vanità, venite al vostro Dio! Vi parla Gesù che è sceso dal Cielo (nell’estasi di Alexandrina), che è sceso per amore, per avvertirvi, per salvarvi.
Nota . Si può intendere dal comunismo e dalla massoneria. Questo Diario è del 21-1-49
Morii sul Calvario, morii per dare la vita, e fu solo per amore.
Venite a questo Calvario (frazione dove abita Alexandrina): immolo la mia vittima, ed è solo per amore… Voglio salvare il mondo, voglio salvare gli uomini, voglio salvare i figli miei.
Si, figlia mia, è grazie a te che io regno nelle anime. Sapessi tu quante trasformazioni, quante conversioni con sincera emenda di vita avvengono presso di te in questa tua cameretta, in questo Calvario dove ti ho collocata, Calvario di dolore e di amore! Quante anime che vi entrarono con Satana in cuore e da qui uscirono portando me, con un dolore profondo e con fermo proposito di emenda! Hanno espulso il demonio e io ho preso il posto nei loro cuori.
Coraggio, mia vittima amata! Il tuo dolore, il tuo martirio non cessano un momento perché neppure per un solo momento le anime cessano di aver bisogno di te.
La tua riparazione, la riparazione che Ci viene fatta (a Gesù e all’Eterno Padre) riesce a far si che le anime non siano condannate eternamente all’inferno, ma non a far si che ai corpi sia risparmiato il tremendo castigo, il grande rigore della giustizia divina.
La terra, la terra colpevole: il cimitero delle anime!
Svegliale, figlia mia, svegliale! Falle risvegliare alla grazia, a Dio, al Cielo.
Il mondo, i peccatori sono sordi. Guariscili con le tue sofferenze, dà loro il balsamo della tua croce.
Povero mondo, senza la vittima piccola ai suoi occhi, ma grande molto grande con tutta la grandezza agli occhi del Cielo!
Chiedi, chiedi, figlia mia! Alza al Cielo le tue mani, fissa in esso i tuoi sguardi: non dubitare della tua preghiera, non dubitare del tuo potere, unita all’Onnipotente. Con Gesù tutto puoi, con Maria tutto puoi.
Io voglio, io voglio, sì, che il grido di invocazione, figlia mia, sia continuo. Abbi coraggio, abbi coraggio!»
Frammenti di dialogo tra Gesiì ed Alexandrina
«O mio Gesù, io non so cosa fare: non posso vedervi soffrire, nè lasciare che le anime si perdano; povera me! Non so nulla e sento che non faccio nulla.»
«Offrimi dolore senza un lamento e con gioia, o figlia mia, figlia mia cara; dammi riparazione…
Dona per i peccatori le tue sofferenze; riparami per tanti sacrilegi; riparami per le iniquità del mondo intero.»
«O mio Gesù, io soffro tutto per vostro amore e per riparare per tutti i crimini, eppure Voi siete sempre ferito: i peccatori non cessano di offendervi!»
«O figlia mia, ma le anime si salvano e per salvarne di più io faccio che molte vengano presso di te. Da’ loro la mia grazia, infondi loro il mio amore.»
Finiamo questo paragrafo con una visione che Alexandrina ha avuto e in cui sono messi in evidenza tre mezzi di salvezza: l’Eucaristia, il Rosario, l’immolazione di Alexandrina stessa, che attira verso il Cielo innumerevoli anime.
Questo brano introduce al paragrafo successivo in cui si considerano molte anime riparatrici, oltre Alexandrina.
Gesù mi diede nelle mani la croce che pendeva dalla corona del Rosario; questa non rimase intrecciata nelle mani come altre volte, ma distesa ed aperta. Qualcuno dal lato opposto la sosteneva.
Gesù si mise in mezzo alla corona, aprendola sempre di più e disse:
«Tieni salda nelle tue mani la croce, stringila bene al tuo cuore: l’umanità intera sta dentro alla corona del Rosario.
Parla, figlia mia, parla alle anime del Rosario e dell’Eucaristia. Il Rosario, il Rosario! L’Eucaristia, il mio Corpo e il mio Sangue! L’Eucaristia, l’Eucaristia con le mie vittime: ecco la salvezza del mondo. Avessi io molte vittime come quella di questo Calvario, con tutta la generosità, con tutto l’eroismo, in un abbandono totale! Ma non le ho.»
In quel momento, senza sapere come, fui sollevata in alto. La croce che avevo nelle mani rimase dietro di me come se io fossi inchiodata su di essa. Il mio cuore divenne un vaso che custodiva sangue. Dai due lati si innalzarono due scale che andavano a terminare ai due estremi del braccio orizzontale. Quella a destra era la scala del Rosario, quella a sinistra era la scala dell’Eucaristia; quella dell’Eucaristia aveva, più o meno a metà, un mazzo di spighe bionde e due grappoli di sola uva.
Le anime salivano, salivano in fretta, riempiendo tutta la larghezza delle scale; passavano dalle estremità del braccio orizzontale della croce dentro al vaso che conteneva il sangue: lì si bagnavano, volavano più in alto ed entravano in Cielo.
Oh, come mi piacerebbe che tutti vedessero questo!
Gesù disse: «Figlia mia, la tua vita è una predica continua: quando parli, quando sorridi, quando piangi e gemi di più, sovraccarica del peso della croce. E’ un vero esempio per i grandi, per gli umili, per i saggi e per i dottori della Chiesa.
Il tuo dolore porta le anime al Rosario e all’Eucaristia. Con il tuo dolore esse salgono quelle due scale di salvezza: dolore e sangue, dolore e croce, croce di salvezza. Esse, già in alto, passano poi ancora attraverso il crogiuolo del tuo martirio; dopo di essersi purificate, dal braccio della croce volano in Paradiso»…
Venne di nuovo Gesù: «Io sono con te e con te si trova mia Madre benedetta. Era lei dalla parte opposta a sostenere la corona del Rosario.
Andiamo dunque a soccorrere il mondo, a salvare i peccatori!
§ 2° – Altre anime giuste, ferventi d’amore e generose, cooperano alla redenzione che continua nei secoli
Alexandrina sente dire dalla Madonna:
«Figlia mia, chiedi a coloro che ami, che ci amino (Gesù e Maria), che soffrano per noi dicendo e ripetendo sempre: “voglio che il mio amore e la mia sofferenza tolgano dai Cuori di Gesù e di Maria tutte le ferite che hanno e che lo stesso amore e la stessa sofferenza siano da Gesù accettate per mezzo di Maria per la salvezza delle anime, per la conversione dei peccatori.”
Dillo, figlia mia: voglio che il mio desiderio sia divulgato.»
Venne la Mamma Addolorata, tutta in pianto…
«Offrimi in questo mese (novembre) le tue sofferenze, le orazioni e i sacrifici, tutto quanto potrai, per portare sollievo alle anime che soffrono nel Purgatorio. Chiedi la stessa cosa in nome mio a coloro che ami e che ti stanno attorno perché facciano salire al Cielo un grande numero di anime che loderanno me e Gesù.
Questa lode sarà per i nostri Cuori tanta gioia che ci fa dimenticare le offese contro di noi.»
(Riprende Gesù)
«Vorrei anime che, a tua somiglianza, continuamente si lasciassero immolare con uguale generosità ed amore… Si riuniscano le anime pie in orazione;1 si accostino ai tabernacoli le anime che mi amano: voglio l’amore dei loro cuori, le preghiere fervorose e ardenti e continua riparazione. Formate nuovi cenacoli:
insegnate, conquistate, predicate la vita di Cristo.
Io sono il Signore, il Signore Gesù, venuto sulla terra per compiere la volontà del Padre mio: è in suo nome che io chiedo riparazione, riparazione ed amore.
Si uniscano i sacerdoti santi, si uniscano tutte le anime a me consacrate, si uniscano le anime veramente pie, alzino al Cielo le loro preghiere e invocazioni.
Si faccia una seminagione di amore puro, di purezza e di riforma di costumi: si faccia una seminagione di grano biondo, di grano dorato.
1Siamo nel luglio del 1950. Da allora molti gruppi di preghiera sono sorti, che costituiscono come una linfa vitale nel tessuto in gran parte inaridito, fossilizzato. Così è stato assecondato questo desiderio di Gesù.
In questo gruppo di anime regna l’amore di Gesù.
O anime amanti del mio divin Cuore, fate tutto per me! Fate che molte anime mi amino ed evitino i loro crimini.
Non fermatevi!
Seminate la semente che vi è stata data attraverso questa vittima (Alexandrina). Andate alla conquista, andate alla conquista, andate alla conquista! Portate anime a migliaia, a milioni al mio divin Cuore che è aperto per riceverle.
Gesù trova gaudio e gioia nelle anime vittime. Gesù trova gaudio e consolazione nelle anime che Lo amano. Presto, presto, venite a Gesù: è Lui che vi chiama.
Gesù vorrebbe infondersi nelle anime e nei cuori, essere in esse fuoco, fuoco, solo amore. Gesù vuole oggi più che mai darsi a conoscere a tutti i suoi figli.
Figlia mia, le anime amiche del Signore non possono dormire nè riposare.
Il mondo, il mondo sta sulla bocca dell’abisso, per non dire sulla bocca dell’inferno.
Allerta, allerta! Le anime amiche di Gesù sorgano, si sveglino!
Bussate, tornate a bussare, martellate e di nuovo martellate, amici miei, amici della mia Causa! Io sono contento (di voi) ma non basta:
non perdete tempo, traete profitto del tempo! Bussate, bussate, martellate, martellate di nuovo!
Che onda, che onda, che mare senza fine di vizi, di iniquità!
Il mondo dorme, il mondo dorme: bussate, bussate, martellate, martellate ancora! Non permettete che il mare dei vizi dia la morte eterna alle anime.
Udite, anime vittime, udite, anime amanti del Signore! Venite presto, venite con urgenza prima che echeggi il tuono della distruzione! Salvate le anime, salvate le anime, ascoltate Gesù, placate la giustizia del Signore!
Povero mondo, senza l’Eucaristia! Povero mondo, senza le mie vittime, senza ostie immolate con me continuamente!
Occhi fissi al Cielo, cuore umile, cuore rassegnato alla volontà santissima di Dio.
Ho sete, chi potrà estinguermela? Ho fame, chi potrà saziarmi?
I cuori puri, i cuori assetati di me, i cuori e le anime riparatrici. Ho sete di amore, ho fame di anime…
Io voglio ricevere e voglio dare, voglio darmi. Voglio dare, dare molto, dare sempre alle anime riparatrici; voglio darmi, darmi interamente alle anime che vogliono possedermi…
Voglio anime immolate giorno e notte, anime eroiche che provino col loro eroismo di voler bene a Gesù, di amarlo e di voler dargli anime.
Grande sapienza, la maggior sapienza ha quell’anima che sa soffrire per Gesù; grande sapienza, la maggior sapienza è amare molto e molto soffrire.
E’ la sapienza che io ricerco, è la sapienza che desidero ardentemente. E’ rara, tanto rara:
non la trovo quasi mai.
Sono così poche le anime che accettano la sofferenza! Sono così poche quelle che mi amano con amore puro e degno di me!
Se la mia vita nelle anime non portasse loro spine e desse loro solo consolazioni, io sarei amato da un maggior numero.
Quale dolore per il mio Cuore: chiedere amore e non riceverlo, chiedere dolore (di riparazione) e non essere ascoltato in questo appello!
Voglio presentare al mio Eterno Padre corpi e anime riparatrici, cuori trasformati in tabernacoli vivi, con ostie immolate ardenti d’amore.
Voglio amore da presentare all’Eterno Padre dicendogli: “Padre, se molti peccatori mi offendono tanto gravemente, molti cuori mi amano con amore generoso, puro, forte, ardente.”
Io voglio dolore da offrire al Padre dicendogli: “Padre mio, ho qui la riparazione di molte anime vittime per riparare per tutti i crimini commessi contro la tua Maestà, per placare così la tua giustizia.
Accetta, o Padre, e dà ai figli del mio sangue la tua misericordia, il tuo perdono!”»