VENITE A ME… (Richiami di Gesù) 4

CAPITOLO IV

f2a5c0a398a09163e9253210.L._SL500_AA300_.jpgL’amore di Gesù

«il Signore è buono e grande nell’amore.» (salmo 99)

«Io, quando sarò elevato da terra, attirerò tutti a me.» (Gv. 12,32)

«Venite a me voi tutti…»

«Il mondo, il mondo, le anime, le anime sono tanto lontane dal conoscere e dall’amare Gesù!

Il mio dolore è infinito, come infinito è il mio divino amore.

Amai, amai, amai tanto sino a dare il sangue e la vita. E non sono corrisposto!

Sono così poche le anime che soffrono di buona volontà, che si abbracciano alla croce; sono così poche le anime che battono i cammini pietrosi e calcano le mie spine!

Ascoltate, ascoltate! Udite la voce afflitta di Gesù!

Cercate Gesù, le sue cose, la sua legge; lasciate il peccato, lasciate il mondo, lasciate Satana.

Andate incontro a Gesù, perché Egli va alla vostra ricerca, andate incontro a Gesù: Egli va, corre sempre sempre alla vostra ricerca.

Gesù avverte, Gesù parla nel cuore e sulle labbra della sua vittima

(Alexandrina che in estasi riceve le comuni­cazioni di Gesù).

Gesù è tra voi come in un’altra ora era tra gli apostoli: riempitevi delle sue grazie, dei suoi tesori, del suo amore.

Io sono triste, triste, piango di dolore, sono ferito dai peccati del mondo.

Si parla tanto dell’amore di Gesù, della sua dottrina, di tutta la sua opera; ma amarlo, obbedirgli, compiere fedelamente i precetti del Signore, non è cosa tanto frequente, non è cosa che avviene spesso come parrebbe: vi è pietà inquinata, vi è amore nauseante…

Il Cuore divino di Gesù trabocca d’amore, lancia come faville su tutta la terra:

su tutti i cuori e tutte le anime le stesse fiamme, lo stesso incendio d’amore.

E’ padre, è padre buono: vuole darsi, darsi e fare che tutti i figli suoi ardano nelle stesse fiam­me, nello stesso incendio d’amore…

Voglio amore da tutti i cuori; tutti i cuori siano miei; voglio possedere tutti i cuori.

Lavorate, lavorate! Gesù lo vuole. Lavorate, lavorate perché vi sia una riforma completa, una vita nuova, una vita totalmente di Cristo.

Udite, figli miei, udite il grido del Cuore divi­no che vi ama!

Sono assetato di amore e non posso essere amato, essendo offeso come sono.

Il mio divin Cuore è fuoco che brucia, fuoco che consuma; il mio divin Cuore è amore: ama e non è amato, ama e chiede amore, ama ed è mendico d’amore…

Gesù va come uccellino che non può posar­si, che non può riposare. Gesù va folle d’amore a chiedere amore a tutti i cuori.

Sono tanto dolci e nello stesso tempo estre­mamente dolorosi gli inviti di Gesù; ascoltatelo!

E’ Lui con tutto il suo amore, con tutta la tenerezza del suo divin Cuore.

Io sono amore che consuma e con la stessa intensità voglio essere consumato.

Come la farfalla impazzita gira attorno alla fiamma, così il mio Cuore va attorno ai cuori a bussare alla loro porta. La farfalla ama tanto tanto sino a consumarsi, a dare la vita.

Io amo di più, molto di più, infinitamente di più. E soffro, soffro tanto perché non mi vengo­no aperte le porte dei cuori, perché non mi dànno posto nelle loro dimore.

Se non fossi Dio, morirei di dolore.

Alcuni mi rigettano perché sono pervertiti: le loro coscienze incallite mi rifiutano completa­mente; altri non mi dànno ancora retta perché vogliono continuare nelle loro passioni disordi­nate: l’inferno, l’inferno è aperto per loro; altri mi rifiutano perché non mi conoscono; altri, di più ancora, non mi lasciano entrare perché non vogliono soffrire: vogliono fiori ma senza spine, vogliono gioie senza che siano intercalate da tri­stezze.

Io sono Gesù e, in quanto Gesù, vengo a chiedere, vengo a mendicare. Ascoltate, acco­gliete questo Mendicante divino! Vengo treman­te di freddo: voglio riscaldarmi nei vostri cuori:

datemi amore, fate che io sia amato.

Gesù scende dal Cielo in terra (nell’estasi di Alexandrina): scende per amore, con tutta la follia d’amore per voi.

Sono pochi, molto pochi coloro che traggono profitto dalle mie grazie. Io sono sceso per amore e tutto faccio per amore alle vostre anime.

Guai a chi non trae profitto dalle mie grazie! Guai a coloro che lasciano passare la mia divina voce come soffio d’aria che sparisce!

Accogliete la richiesta di Gesù: non peccate più!

Evitate più che potete attorno a voi tutto quanto è offesa fatta a Gesù e a sua Madre be­nedetta.

Ascoltate, non peccate più! Amate questo Cuore divino cerchiato di spine, trafitto da tanti pugnali!

Gesù è tutto dolcezza, tutto amore, tutto carità; Gesù usa misericordia verso tutti coloro che lo offendono. Io sono bontà, sono miseri­cordia, sono perdono.

Ascoltate: sono perdono e sono giustizia.

Venite a me tutti, venite al mio Cuore divino. Non peccate per non essere condannati eterna­mente…

Venite, o peccatori, venite a riposarvi nell’o­ceano immenso del mio Cuore, venite a guarire le piaghe fatte con l’alimento di erbe guaste!

Sapeste quanto vi amo! E sapeste la gloria che ho preparata per voi in Cielo!

Venite al mio divin Cuore a prendere balsa­mo per le vostre ferite. Io voglio guarirvi e dimenticarmi del molto che mi avete offeso.

Voglio guarirvi, sanare le vostre anime.

Venite a me voi tutti che avete errato: voglio perdonarvi. Venite a me, cuori impietriti, venite a riscaldarvi, ad incendiarvi nella fornace arden­te del mio divin Cuore; venite ad arroventarvi, a modellarvi sul Modello divino: su Gesù!

Il Cuore divino e poi aperto più che mai verso le anime che soffrono e Lo amano: seguono qui accenni al meraviglioso scambio d’amore tra Gesù e l’anima, tra il Creatore e la creatura.

«Venite a me voi tutti che soffrite ed entrate nel mio divin Cuore.

Venite a me voi tutti che desiderate ardente­mente amarmi e bevete a questa fonte che non si esaurisce!

Io sono amore, amore, infinitamente amore, eternamente amore.

Venite a me voi tutti e anche consolate il mio divin Cuore: ditemi continuamente che mi ama­te e chiedetemi continuamente il mio amore.

Ho tanta fame, tanta fame e sete delle anime: saziatemi, saziatemi, riempite il mio divin Cuore con il vostro amore, così come io con il mio amore riempio il vostro cuore.

Mi dò, mi dò tutto alle anime. Incendio nelle mie fiamme i cuori assetati del mio amore.»

«Ascoltate, state attenti: è Gesù che parla (durante l’estasi pubblica di Alexandrina), è Gesù che chiede, è Gesù che piange.

Parla per essere ascoltato; chiede per essere esaudito; piange perché le sue lacrime vi com­muovano.

Ascoltate, state attenti: preparatevi alla batta­glia! Armatevi con la grazia, la preghiera, la penitenza.

L’umanità, la povera umanità! I peccatori, i poveri peccatori!

Desiderereste non avere occhi per non vede­re, orecchi per non udire, cuore per non sentire, nè ragione per non comprendere.

Preparatevi, preparatevi, se volete essere salvi!

o figlia mia, figlia mia, ah, quanto doloroso è questo sfogo!

Ascoltate! Ho creato il Cielo per vostro gau­dio, l’inferno per punizione. Venite a me, non peccate più! Non lasciate perdere una sola goc­cia del mio divin sangue.

Ascoltate: preparatevi alla battaglia! Riempi­tevi di Gesù per essere forti…

«Quante anime fuorviate, quanti scandali, quanta fede perduta!

Come sono triste! Più triste di quando cam­minavo verso la morte.

Quando salivo al Calvario camminavo triste come uomo, ma la mia anima andava gioiosa perché andava a salvare i miei figli.

Ora vedo la maggior parte di loro morti per il peccato, in grave pericolo di perdersi eterna­mente…

Il mio divin Cuore non ha ora, come sul Calvario, un solo soldato che lo apra, che gli configga la lancia: ora sono milioni e milioni di peccatori che lo feriscono cosi…

Non vi è dolore pari al mio dolore; non vi è dolore pari a quello di mia Madre benedetta: il suo immacolato Cuore soffre nel vedere soffrire il mio Cuore. Non vi è dolore, non vi è dolore pari al mio dolore.

Soffro per i luridi crimini del mondo; soffro perché non sono amato, non sono amato. Sono sempre offeso, sempre offeso.

Quale cecità quella dell’umanità, quella della povera umanità! Basta, basta coi crimini, basta, basta con tanto peccare!

Férmati, férmati, cieco immondo! Non vedi che schiacci il mio Cuore?

Férmati, non vedi che lo ferisci e lo fai spriz­zare sangue con tutta l’abbondanza?

Férmati, non sputare più sul mio divino Volto; non vedi che sono tuo padre?»

Alexandrina ha la visione dei Cuori di Gesù e di Maria, mentre sente Gesù dirle:

«Ecco qui i Cuori del tuo Gesù e della tua cara Mamma. Vedi come il mondo è ingrato e crudele, vedi quanto sono feriti! Entrambi hanno la croce:

le medesime spine, le medesime spade li feriscono, il medesimo amore li avvince, i medesimi vincoli li legano.»

Gesù mi presentò davanti i due Cuori molto uniti. La croce del suo Cuore raggiungeva entrambi i Cuori, trafitti da una parte all’altra da acutissime spine e spade, allacciati con lacci dorati; erano tanto feriti!

Quale pena veder soffrire così Gesù e la Mamma!

Abbiamo visto che sovente anche Gesù, non solo l’Eterno Padre, chiama «figli miei» gli uomini, conside­randoli «redenti», quindi «rinati» mediante la sua Croce, ossia «figli del suo Sangue».

I brani che seguono mettono in particolare risalto l’atteggiamento di Gesù con amore di padre.

«Con quale dolore, figlia mia, io e mia Madre benedetta contempliamo dal Cielo la terra! Che iniquità, che corruzione! Non sono io che abbandona i peccatori: sono essi che mi scacciano.

Io non bado al fatto di vederli macchiati, nè al fatto che mi offendono molto: li chiamo con la mia tenerezza, dolcezza e bontà di padre.

Non mi ascoltano!

Fa’ che essi mi prestino attenzione, fa’ che mi amino.

Il mondo continua ad offendermi.

Io mi comporto con lui come un padre che dapprima invita suo figlio con tenerezza, con dolcezza ed amore ad emendarsi e, non otte­nendo nulla, è costretto a castigarlo.

O mondo, povero mondo, se non ascolti la mia chiamata!

Alexandrina ha avuto una visione di distru­zioni.

«La distruzione che hai vista è un nulla rispet­to a quella che vi sarà (siamo nel marzo 1948).

Si pecca come mai si peccò: il castigo sarà come mai fu.

Soccorri, figlia mia, soccorri le anime!

Io sono padre e castigo per richiamare e per non punire ed uccidere eternamente..

Figlia mia, sarà così e tra pochissimo: il Cielo distruggerà la terra;

sarà così e tra pochissimo, se i peccatori non si riconcilieranno con me;

sarà così e tra pochissimo, se il mio divino amore non distruggerà il vizio, l’iniquità, il cri­mine.

Io sono padre che ama e vuole essere amato; sono padre che ama, avverte e vuole perdonare.

Io sono tutta tenerezza, io sono tutto amore, sono tutto amore; ma non posso lasciare ignora­re che sono giustizia, sono giustizia. Sono padre che ama e castigo sempre perché i miei figli sempre mi fuggono.

Attenzione! Non rilassatevi, figli miei! Non avete tempo per guardare indietro.

Il Padre che avverte vi ama più di tutti i padri della terra. Il Signore che vi chiama vuoi darvi il suo Regno.

Neppure l’amore di tutti i padri della terra messi insieme può uguagliare il suo.

Dove si potrà trovare nel mondo un padre tanto tenero, tanto pieno di compassione, tanto amante, misericordioso e pieno di amore come me?

E dove si potranno trovare figli tanto ingrati, tanto crudeli e criminali come i miei?

Sono tanto ferito! Il mio divin Cuore sangui­na: scorre a fiotti il sangue da tanto grandi feri­te.

Ma anche così, procuro tutti i mezzi di sal­vezza, faccio di tutto per condurli a me e dar loro entrata in questo Cuore divino, che tanto li ama.

Ho percorso il mondo, ho bussato a tutti i cuori affinché ricevessero le mie grazie e accet­tassero la mia croce per salvare con essa tanto grande numero di anime traviate, prigionire di Satana…

Dove c’è un padre che ama come Gesù? Quale padre potete mostrare, che perdoni come Gesù?

Siccome io non posso essere uguagliato da nessun altro padre, soffro come nessun padre della terra soffre. Soffro, soffro e il mio divin Cuore sanguina.

Venite a me, figli miei, venite a me, figliolini del mio sangue divino!

Figliolini, figliolini: parola tenera! Figliolini, figliolini: parola amorosa uscita dal Cuore di Dio attraverso le labbra della grande vittima di que­sto Calvario (Alexandrina che si consuma nella frazione detta Calvario).

Gesù vive e non morrà mai.

Gesù vive e dà la sua vita:

Gesù vuole che le anime vivano con Lui eter­namente…

Venite a me, venite a me, figli miei! Venite a me che solo per amore vi ho creati, solo per amore vi ho dato il Cielo!

Nel momento in cui busso al cuore del figlio che ha ferito il mio Cuore:

(estasi cantata)

«Vieni a me, figlio mio…

Vieni al Cuore, vieni al Cuore del Signore!

Del Signore che è tuo, che è tuo!…»

Nel seguente brano sono indicati i requisiti per essere degni figli di Dio.

«Udite, figli miei. Sarete miei figli, se mi amerete e seguirete la mia legge. Sarete benedetti da mio Padre. Ardete nel mio amore! Vi darò tutte le grazie.

Sarete miei figli, se professerete la mia legge.

Sarete miei figli, se per amore porterete la vostra croce. Sarete miei figli, se per amore a me sarete apostoli del bene.»

E per finire il seguente brano di un’estasi pubblica.

«Gesù ha aperto i suoi cammini con tutto lo splendore; come il sole con tutti i suoi raggi, rivela la luce divina.

Vedete, ascoltate la voce di Gesù! Vedete il suo amore, ascoltate la sua chiamata! Miracolo, miracolo!

Gesù regna, Gesù trionfa. Quale dolcezza ha il Cuore tenerissimo di Gesù! quale follia quella del suo amore!

Si dannano solo quelli che non vogliono salvarsi.

Ecco la chiamata di Gesù; e, per molti, l’ultima…

VENITE A ME… (Richiami di Gesù) 4ultima modifica: 2010-12-29T19:23:00+01:00da meneziade
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