VANGELO SECONDO LUCA COMMENTATO 7

d2681036f6291eecfccbb89d6b408494_medium.jpg16

1Diceva anche ai discepoli: «C’era un uomo ricco che aveva un amministratore, e questi fu accusato dinanzi a lui di sperperare i suoi averi.

2Lo chiamò e gli disse: Che è questo che sento dire di te? Rendi conto della tua amministrazione, per­ché non puoi più essere amministratore.

3L’amministratore dis­se tra sé: Che farò ora che il mio padrone mi toglie l’ammini­ strazione? Zappare, non ho forza, mendicare, mi vergogno.

4So io che cosa fare perché, quando sarò stato allontanato dal­l’amministrazione, ci sia qualcuno che mi accolga in casa sua.

5Chiamò uno per uno i debitori del padrone e disse al primo:

6Tu quanto devi al mio padrone? Quello rispose: Cento barili d’olio. Gli disse: Prendi la tua ricevuta, siediti e scrivi subito cinquanta.

7Poi disse a un altro: Tu quanto devi? Rispose: Cen­to misure di grano. Gli disse: Prendi la tua ricevuta e scrivi ot­tanta.

8Il padrone lodò quell’amministratore disonesto, perché aveva agito con scaltrezza. I figli di questo mondo, infatti, ver­so i loro pari sono più scaltri dei figli della luce.

9Ebbene, io vi dico: Procuratevi amici con la disonesta ricchez­za, perché, quand’essa verrà a mancare, vi accolgano nelle di­more eterne.

10Chi è fedele nel poco, è fedele anche nel molto; e chi è diso­nesto nel poco, è disonesto anche nel molto.

11Se dunque non siete stati fedeli nella disonesta ricchezza, chi vi affiderà quella vera?

12E se non siete stati fedeli nella ric­chezza altrui, chi vi darà la vostra?

13Nessun servo può servire a due padroni: o odierà l’uno e ame­rà l’altro oppure si affezionerà all’uno e disprezzerà l’altro. Non potete servire a Dio e a mammona».

Contro i farisei, amici del denaro.

14I farisei, che erano attaccati al denaro, ascoltavano tutte que­ste cose e si beffavano di lui.

15Egli disse: «Voi vi ritenete giusti davanti agli uomini, ma Dio conosce i vostri cuori: ciò che è esaltato fra gli uomini è cosa detestabile davanti a Dio.

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Una svolta essenziale della storia. (Mt 11,12-13).

16La Legge e i Profeti fino a Giovanni; da allora in poi viene an­nunziato il regno di Dio e ognuno si sforza per entrarvi.

La legge non passerà. (Mt 5,18).

17È più facile che abbiano fine il cielo e la terra, anziché cada un solo trattino della Legge.

Indissolubilità del matrimonio. Queste istruzioni sono in com­pleta contraddizione con la legge di Mosè (Mt 5,32 e 19,9; Mc 10,11-12).

18Chiunque ripudia la propria moglie e ne sposa un’altra, com­mette adulterio; chi sposa una donna ripudiata dal marito, commette adulterio.

Il ricco cattivo e il povero Lazzaro o la superiorità dei segni spi­rituali.

19C’era un uomo ricco, che vestiva di porpora e di bisso e tutti i giorni banchettava lautamente.

20Un mendicante, di nome Laz­zaro, giaceva alla sua porta, coperto di piaghe,

21bramoso di sfamarsi di quello che cadeva dalla mensa del ricco. Perfino i cani venivano a leccare le sue piaghe.

22Un giorno il povero morì e fu portato dagli angeli nel seno di Abramo. Morì anche il ricco e fu sepolto.

23Stando nell’inferno tra i tormenti, levò gli occhi e vide di lontano Abramo e Lazzaro accanto a lui.

24Allora gridando disse: Padre Abramo, abbi pietà di me e manda Lazzaro a intingere nell’acqua la punta del dito e bagnarmi la lingua, perché questa fiamma mi tortura.

25Ma Abramo rispo­se: Figlio, ricordati che hai ricevuto i tuoi beni durante la vita e Lazzaro parimenti i suoi mali; ora invece lui è consolato e tu sei in mezzo ai tormenti.

26Per di più, tra noi e voi è stabilito un grande abisso: coloro che di qui vogliono passare da voi non possono, né di costi si può attraversare fino a noi.

27E quegli re­plicò: Allora, padre, ti prego di mandarlo a casa di mio padre,

28perché ho cinque fratelli. Li ammonisca, perché non vengano anch’essi in questo luogo di tormento.

29Ma Abramo rispose: Hanno Mosè e i Profeti; ascoltino loro.

30E lui: No, padre Abramo, ma se qualcuno dai morti andrà da loro, si rav­vederanno.

31Abramo rispose: Se non ascoltano Mosè e i Pro­feti, neanche se uno risuscitasse dai morti saranno persuasi».

Lo scandalo. (Mt 18,6-7; Mc 9,42).

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1Disse ancora ai suoi discepoli: «È inevitabile che avvengano scandali, ma guai a colui per cui avvengono.

2E’ meglio per lui che gli sia messa al collo una pietra da mulino e venga gettato nel mare, piuttosto che scandalizzare uno di questi pic­coli.

3State attenti a voi stessi!

Perdonare sempre. (Mt 8,15; 21,22).

Se un tuo fratello pecca, rimproveralo; ma se si pente, perdo­nagli.

4E se pecca sette volte al giorno contro di te e sette volte ti dice: Mi pento, tu gli perdonerai».

Potenza della fede. Nulla le è impossibile (Mt 17,20; 21,21; Mc 11,23).

5Gli apostoli dissero al Signore:

6«Aumenta la nostra fede!». Il Signore rispose: «Se aveste fede quanto un granellino di sena­pa, potreste dire a questo gelso: Sii sradicato e trapiantato nel mare, ed esso vi ascolterebbe.

Servire senza attendere ricompensa. (Gb 22,3).

7Chi di voi, se ha un servo ad arare o a pascolare il gregge, gli dirà quando rientra dal campo: Vieni subito e mettiti a tavola?

8Non gli dirà piuttosto: Preparami da mangiare, rimboccati la veste e servimi, finché io abbia mangiato e bevuto, e dopo mangerai e berrai anche tu?

9Si riterrà obbligato verso il suo servo, perché ha eseguito gli ordini ricevuti?

10Così anche voi, quando avrete fatto tutto quello che vi è stato ordinato, dite: Siamo servi inutili. Abbiamo fatto quanto dovevamo fare».

Il lebbroso samaritano. Oriundo di una regione ostile ed eretica (cf leprescrizioni concernenti i lebbrosi in Lv 13,45-46; 14,1-32).

11Durante il viaggio verso Gerusalemme, Gesù attraversò la Samaria e la Galilea.

12Entrando in un villaggio, gli vennero in­contro dieci lebbrosi i quali, fermatisi a distanza,

13alzarono la voce, dicendo: «Gesù maestro, abbi pietà di noi!».

14Appena li vide, Gesù disse: «Andate a presentarvi ai sacerdoti». E men­tre essi andavano, furono sanati.

15Uno di loro, vedendosi gua­rito, tornò indietro lodando Dio a gran voce;

16e si gettò ai pie­di di Gesù per ringraziarlo. Era un Samaritano.

17Ma Gesù os­servò: «Non sono stati guariti tutti e dieci? E gli altri nove dove sono?

18Non si è trovato chi tornasse a render gloria a Dio, al­l’infuori di questo straniero?». E gli disse:

19«Alzati e va’; la tua fede ti ha salvato!».

Il regno di Dio è in mezzo a noi. (Mt 3,2; 4,17).

20Interrogato dai farisei: «Quando verrà il regno di Dio?», ri­spose:

21«Il regno di Dio non viene in modo da attirare l’atten­zione, e nessuno dirà: Eccolo qui, o: eccolo là. Perché il regno di Dio è in mezzo a voi!».

Il giorno del figlio dell’uomo

descritto con linguaggio apocalitti­co. Egli verrà senza far colpo. I discepoli, anche se testimoni di eventi che i profeti hanno desiderato vedere, non afferrano ciò che avviene dentro e in mezzo a loro. Verrà il giorno in cui vor­ranno rivedere il Cristo e non lo potranno (Gen 6-8; 19,1-29; Dn 9,2; Mt 14,27-41 e nota).

22Disse ancora ai discepoli: «Verrà un tempo in cui desiderere­te vedere anche uno solo dei giorni del Figlio dell’uomo, ma non lo vedrete.

23Vi diranno: Eccolo là, o: eccolo qua; non andateci, non seguiteli.

24Perché come il lampo, guizzando, brilla da un capo all’altro del cielo, così sarà il Figlio dell’uomo nel suo giorno.

25Ma prima è necessario che egli soffra molto e ven­ga ripudiato da questa generazione.

26Come avvenne al tempo di Noè, così sarà nei giorni del Figlio dell’uomo:

27mangiavano, bevevano, si ammogliavano e si maritavano, fino al giorno in cui Noè entrò nell’arca e venne il diluvio e li fece perire tutti.

28Come avvenne anche al tempo di Lot: mangiavano, bevevano, compravano, vendevano, piantavano, costruivano;

29ma nel giorno in cui Lot uscì da Sòdoma piovve fuoco e zolfo dal cielo e li fece perire tutti.

30Così sarà nel giorno in cui il Figlio dell’uomo si rivelerà.

31In quel giorno, chi si troverà sulla ter­razza, se le sue cose sono in casa, non scenda a prenderle; così chi si troverà nel campo, non torni indietro.

32Ricordatevi della moglie di Lot.

33Chi cercherà di salvare la propria vita la perde­rà, chi invece la perde la salverà.

34Vi dico: in quella notte due si troveranno in un letto: l’uno verrà preso e l’altro lasciato;

35due donne staranno a macinare nello stesso luogo: l’una verrà presa e l’altra lasciata».

[36].

37Allora i discepoli gli chiesero: «Dove, Signore?». Ed egli disse loro: «Dove sarà il cadavere, là si raduneranno anche gli avvoltoi».

LorschGospelsFolio72vChristInMajesty.jpgIl potere infallibile della preghiera. Nell’ambiente sociale di quel tempo la vedova è una persona senza appoggi (Is 1,17; 1,23; Gb 31,16; cf Mt 7,7).

18

1Disse loro una parabola sulla necessità di pregare sem­pre, senza stancarsi:

2«C’era in una città un giudice, che non te­meva Dio e non aveva riguardo per nessuno.

3In quella città c’era anche una vedova, che andava da lui e gli diceva: Fammi giustizia contro il mio avversario.

4Per un certo tempo egli non volle; ma poi disse tra sé: Anche se non temo Dio e non ho ri­spetto di nessuno,

5poiché questa vedova è così molesta le farò giustizia, perché non venga continuamente a importunarmi».

6il Signore soggiunse: «Avete udito ciò che dice il giudice di­sonesto.

7E Dio non farà giustizia ai suoi eletti che gridano giorno e notte verso di lui, e li farà a lungo aspettare?

8Vi dico che farà loro giustizia prontamente. Ma il Figlio dell’uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra?».

Il vero posto degli uomini di fronte al Signore. (Mt 6,1; 23,28).

9Disse ancora questa parabola per alcuni che presumevano di esser giusti e disprezzavano gli altri:

10«Due uomini salirono al tempio a pregare: uno era fariseo e l’altro pubblicano.

11Il fari­seo, stando in piedi, pregava così tra sé: O Dio, ti ringrazio che non sono come gli altri uomini, ladri, ingiusti, adùlteri, e nep­pure come questo pubblicano.

12Digiuno due volte la settimana e pago le decime di quanto possiedo.

13Il pubblicano invece, fermatosi a distanza, non osava nemmeno alzare gli occhi al cielo, ma si batteva il petto dicendo: O Dio, abbi pietà di me peccatore.

14Io vi dico: questi tornò a casa sua giustificato, a differenza dell’altro, perché chi si esalta sarà umiliato e chi si umilia sarà esaltato».

Ritornare bambini. (9,47; Mt 19,13-15; Mc 10,13-16).

15Gli presentavano anche i bambini perché li accarezzasse, ma i discepoli, vedendo ciò, li rimproveravano.

16Allora Gesù li fece venire avanti e disse: «Lasciate che i bambini vengano a me, non glielo impdite perché a chi è come loro appartiene il re­gno di Dio.

17 In verità vi dico: Chi non accoglie il regno di Dio come un bambino, non vi entrerà».

Il pericolo delle ricchezze. (Es 20,12-16; Dt 6,16-17; 10,25-28; Mt 19,16-29 e nota; Mc 10,17-30 e nota).

18Un notabile lo interrogò: «Maestro buono che devo fare per ottenere la vita eterna?».

19Gesù gli rispose: «Perché mi dici buono? Nessuno è buono, se non uno solo, Dio.

20Tu conosci i comandamenti: Non commettere adulterio, non uccidere, non rubare, non testimoniare il falso, onora tuo padre e tua madre».

21Costui disse: «Tutto questo l’ho osservato fin dalla mia giovi­nezza».

22Udito ciò, Gesù gli disse: «Una cosa ancora ti manca: vendi tutto quello che hai, distribuiscilo ai poveri e avrai un te­soro nei cieli; poi vieni e seguimi».

23Ma quegli, udite queste parole, divenne assai triste, perché era molto ricco.

24Quando Gesù lo vide, disse: «Quant’è difficile, per coloro che possiedo­no ricchezze entrare nel regno di Dio.

25E più facile per un cammello passare per la cruna di un ago che per un ricco entra­re nel regno di Dio!».

26Quelli che ascoltavano dissero: «Allora chi potrà essere salvato?».

27Rispose: «Ciò che è impossibile agli uomini, è possibile a Dio».

28Pietro allora disse: «Noi abbiamo lasciato tutte le nostre cose e ti abbiamo seguito».

29Ed egli rispose: «In verità vi dico, non c’è nessuno che abbia lasciato casa o moglie o fratelli o genitori o figli per il regno di Dio,

30che non riceva molto di più nel tem­po presente e la vita eterna nel tempo che verrà».

jesus_mary__martha.jpgTerzo annunzio della passione. (Mt 20,17-19; Mc 10,32-34).

31Poi prese con sé i Dodici e disse loro: «Ecco, noi andiamo a Gerusalemme, e tutto ciò che fu scritto dai profeti riguardo al Figlio dell’uomo si compirà.

32Sarà consegnato ai pagani, schernito, oltraggiato, coperto di sputi

33e, dopo averlo flagel­lato, lo uccideranno e il terzo giorno risorgerà».

34Ma non com­presero nulla di tutto questo; quel parlare restava oscuro per loro e non capivano ciò che egli aveva detto.

Il cieco di Gerico.

La fede permette di entrare in relazione con Dio (Mt 20,29-34; Mc 10,46-52).

35Mentre si avvicinava a Gèrico, un cieco era seduto a mendica­re lungo la strada.

36Sentendo passare la gente, domandò che cosa accadesse.

37Gli risposero: «Passa Gesù il Nazareno!».

38Allora incominciò a gridare: «Gesù, figlio di Davide, abbi pietà di me!».

39Quelli che camminavano avanti lo sgridavano, perché tacesse; ma lui continuava ancora più forte: «Figlio di Davide, abbi pietà di me!».

40Gesù allora si fermò e ordinò che glielo conducessero. Quando gli fu vicino, gli domandò:

41«Che vuoi che io faccia per te?». Egli rispose: «Signore, che io riab­bia la vista».

42E Gesù gli disse: «Abbi di nuovo la vista! La tua fede ti ha salvato».

43Subito ci vide di nuovo e cominciò a se­guirlo lodando Dio. E tutto il popolo, alla vista di ciò, diede lo­de a Dio.

Zaccheo. Il contatto con Dio viene offerto a chi si distacca da tutto ciò che ha commesso in passato (la legge condannava il la­dro di bestiame a versare un indennizzo pari al quadruplo del­l’animale rubato: Es 21,37; 2Sam 12,6).

19

1Entrato in Gèrico, attraversava la città.

2Ed ecco un uomo di nome Zaccheo, capo dei pubblicani e ricco,

3cercava di vedere quale fosse Gesù, ma non gli riusciva a causa della folla, poiché era piccolo di statura.

4Allora corse avanti e, per poterlo vedere, salì su un sicomoro, poiché doveva passare di là.

5Quando giunse sul luogo, Gesù alzò lo sguardo e gli disse: «Zaccheo, scendi subito, perché oggi devo fermarmi a casa tua».

61n fretta scese e lo accolse pieno di gioia.

7Vedendo ciò, tutti mormoravano: «E’ andato ad alloggiare da un peccatore!».

8Ma Zaccheo, alzatosi, disse al Signore: «Ecco, Signore, io do la metà dei miei beni ai poveri; e se ho frodato qualcuno, resti­tuisco quattro volte tanto».

9Gesù gli rispose: «Oggi la salvezza è entrata in questa casa, perché anch’egli è figlio di Abramo;

10i1 Figlio dell’uomo infatti è venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto».

Parabola delle mine. È indispensabile la valorizzazione dei doni di Dio e la partecipazione dell’uomo all’evoluzione del mondo (Mt 25,14-30; 2,38ss).

11Mentre essi stavano ad ascoltare queste cose, Gesù disse an­cora una parabola perché era vicino a Gerusalemme ed essi credevano che il regno di Dio dovesse manifestarsi da un mo­mento all’altro.

12Disse dunque: «Un uomo di nobile stirpe partì per un paese lontano per ricevere un titolo regale e poi ri­tornare.

13Chiamati dieci servi; consegnò loro dieci mine, di­cendo: Impiegatele fino al mio ritorno.

14Ma i suoi cittadini lo odiavano e gli mandarono dietro un’ambasceria a dire: Non vo­gliamo che costui venga a regnare su di noi.

15Quando fu di ri­torno, dopo aver ottenuto il titolo di re, fece chiamare i servi ai quali aveva consegnato il denaro, per vedere quanto ciascuno avesse guadagnato.

16Si presentò il primo e disse: Signore, la tua mina ha fruttato altre dieci mine.

17Gli disse: Bene, bravo servitore; poiché ti sei mostrato fedele nel poco, ricevi il potere sopra dieci città.

18Poi si presentò il secondo e disse: La tua mi­na, signore, ha fruttato altre cinque mine.

19Anche a questo disse: Anche tu sarai a capo di cinque città.

20Venne poi anche l’altro e disse: Signore, ecco la tua mina, che ho tenuta riposta in un fazzoletto;

21avevo paura di te che sei un uomo severo e prendi quello che non hai messo in deposito, mieti quello che non hai seminato.

22Gli rispose: Dalle tue stesse parole ti giudi­co, servo malvagio! Sapevi che sono un uomo severo, che pren­do quello che non ho messo in deposito e mieto quello che non ho seminato:

23perché allora non hai consegnato il mio denaro a una banca? Al mio ritorno l’avrei riscosso con gli interessi.

24Disse poi ai presenti: Toglietegli la mina e datela a colui che ne ha dieci.

25Gli risposero: Signore, ha già dieci mine!

26Vi di­co: A chiunque ha sarà dato; ma a chi non ha sarà tolto anche quello che ha.

27E quei miei nemici che non volevano che di­ventassi loro re, conduceteli qui e uccideteli davanti a me».

V. MINISTERO DI GESÙ A GERUSALEMME

ada_gospels_by_meister_der_ada_gruppe_best_qualit_photosculpture-p153569797227322953qdjh_400.jpgIngresso di Gesù a Gerusalemme.

(Sal 118,26; Mt 12,1-11 e no­ta; Mc 11,1-11; Gv 12,12-19).

28Dette queste cose, Gesù proseguì avanti agli altri salendo ver­so Gerusalemme.

29Quando fu vicino a Bètfage e a Betània, presso il monte detto degli Ulivi, inviò due discepoli dicendo:

30«Andate nel villaggio di fronte; entrando, troverete un puledro legato, sul quale nes­suno è mai salito; scioglietelo e portatelo qui.

31E se qualcuno vi chiederà: Perché lo sciogliete?, direte così: Il Signore ne ha bisogno».

32Gli inviati andarono e trovarono tutto come aveva detto.

33Mentre scioglievano il puledro, i proprietari dissero lo­ro: «Perché sciogliete il puledro?».

34Essi risposero: «Il Signore ne ha bisogno».

35Lo condussero allora da Gesù; e gettati i loro mantelli sul pu­ledro, vi fecero salire Gesù.

36Via via che egli avanzava, sten­devano i loro mantelli sulla strada.

37Era ormai vicino alla di­scesa del monte degli Ulivi, quando tutta la folla dei discepoli, esultando, cominciò a lodare Dio a gran voce, per tutti i prodi­gi che avevano veduto, dicendo:

38«Benedetto colui che viene, il re, nel nome del Signore. Pace in cielo e gloria nel più alto dei cieli!».

39Alcuni farisei tra la folla gli dissero: «Maestro, rimprovera i tuoi discepoli».

40Ma egli rispose: «Vi dico che, se questi tace­ranno, grideranno le pietre».

Lamento su Gerusalemme. Gesù predice la sua rovina, simbolo di quella del mondo antico, ispirandosi alla presa di Gerusalem­me da parte dei babilonesi nel 587 a. C. (Is 29,3; 37,33; Os 10,14 ecc.) e a quella di Gerusalemme da parte dei romani nel 70 d. C.

41Quando fu vicino, alla vista della città, pianse su di essa, di­cendo:

42«Se avessi compreso anche tu, in questo giorno, la via della pace. Ma ormai è stata nascosta ai tuoi occhi.

43Giorni verranno per te in cui i tuoi nemici ti cingeranno di trincee, ti circonderanno e ti stringeranno da ogni parte;

44abbatteranno te e i tuoi figli dentro di te e non lasceranno in te pietra su pietra, perché non hai riconosciuto il tempo in cui sei stata vi­sitata».

I venditori cacciati dal tempio.

(Is 56,7; Ger 7,11; Mt 21,12-13; Mc 11,15-18; Gv 2,12-16 e 18-20).

45Entrato poi nel tempio, cominciò a cacciare i venditori,

46dicendo: «Sta scritto: La mia casa sarà casa di preghiera. Ma voi ne avete fatto una spelonca di ladri!».

47Ogni giorno insegnava nel tempio. I sommi sacerdoti e gli scribi cercavano di farlo perire e così anche i notabili del popo­lo;

48ma non sapevano come fare, perché tutto il popolo pende­va dalle sue parole.

Obiezioni dei giudei sull’autorità di Gesù dopo che egli ha cac­ciato i venditori dal tempio (Mt 21,23-27; Mc 11,27-33).

20

1Un giorno, mentre istruiva il popolo nel tempio e an­nunziava la parola di Dio, si avvicinarono i sommi sacerdoti e gli scribi con gli anziani e si rivolsero a lui dicendo:

2«Dicci con quale autorità fai queste cose o chi è che t’ha dato quest’autori­tà».

3E Gesù disse loro: «Vi farò anch’io una domanda e voi ri­spondetemi:

4Il battesimo di Giovanni veniva dal Cielo o dagli uomini?».

5Allora essi discutevano fra loro: «Se diciamo “dal Cielo”, risponderà: “Perché non gli avete creduto?”.

6E se di­ciamo “dagli uomini”, tutto il popolo ci lapiderà, perché è con­vinto che Giovanni è un profeta».

7Risposero quindi di non sa­perlo.

8E Gesù disse loro: «Nemmeno io vi dico con quale au­torità faccio queste cose».

Parabola del vignaioli omicidi. La vigna (Israele) sarà tolta ai suoi capi per essere affidata ad altri (Is 5,2; Sal 118,22; Mt 21,33-46; Mc 12,1-12).

9Poi cominciò a dire al popolo questa parabola: «Un uomo piantò una vigna, l’affidò a dei coltivatori e se ne andò lontano per molto tempo.

10A suo tempo, mandò un servo da quei colti­vatori perché gli dessero una parte del raccolto della vigna. Ma i coltivatori lo percossero e lo rimandarono a mani vuote.

11Mandò un altro servo, ma essi percossero anche questo, lo in­sultarono e lo rimandarono a mani vuote.

12Ne mandò ancora un terzo, ma anche questo lo ferirono e lo cacciarono.

13Disse allora il padrone della vigna: Che devo fare? Manderò il mio unico figlio; forse di lui avranno rispetto.

14Quando lo videro, i coltivatori discutevano fra loro dicendo: Costui è l’erede. Ucci­diamolo e così l’eredità sarà nostra.

15E lo cacciarono fuori del­la vigna e l’uccisero. Che cosa farà dunque a costoro il padrone della vigna?

16Verrà e manderà a morte quei coltivatori, e affi­derà ad altri la vigna». Ma essi, udito ciò, esclamarono: «Non sia mai!».

17Allora egli si volse verso di loro e disse: «Che cos’è dunque ciò che è scritto: La pietra che i costruttori hanno scartata, è diventata testata d’angolo?

18Chiunque cadrà su quella pietra si sfracellerà e a chi cadrà ad­dosso, lo stritolerà».

19Gli scribi e i sommi sacerdoti cercarono allora di mettergli addosso le mani, ma ebbero paura del popo­lo. Avevano capito che quella parabola l’aveva detta per loro.

Il denaro di Cesare. (Mt 22,15-22 e nota; Mc 12,13-17).

20Postisi in osservazione, mandarono informatori, che si finges­sero persone oneste, per coglierlo in fallo nelle sue parole e poi consegnarlo all’autorità e al potere del governatore.

21Costoro lo interrogarono: «Maestro, sappiamo che parli e insegni con rettitudine e non guardi in faccia a nessuno, ma insegni secon­do verità la via di Dio.

22È lecito che noi paghiamo il tributo a Cesare?».

23Conoscendo la loro malizia, disse:

24«Mostratemi un denaro: di chi è l’immagine e l’iscrizione?». Risposero: «Di Cesare».

25Ed egli disse: «Rendete dunque a Cesare ciò che è di Cesare e a Dio ciò che è di Dio».

26Così non poterono co­glierlo in fallo davanti al popolo e, meravigliati della sua rispo­sta, tacquero.

The-Four-Evangelists-Writing-The-Gospels.jpgLa risurrezione dei morti. (Dt 25,5-6; Es 3,6; Mt 22,23-33; Mc 12,18-27).

27Gli si avvicinarono poi alcuni sadducei, i quali negano che vi sia la risurrezione, e gli posero questa domanda:

28«Maestro, Mosè ci ha prescritto: Se a qualcuno muore un fratello che ha moglie, ma senza figli, suo fratello si prenda la vedova e dia una discendenza al proprio fratello.

29C’erano dunque sette fra­telli: il primo, dopo aver preso moglie, mori senza figli.

30Allora la prese il secondo

31e poi il terzo e così tutti e sette; e mori­rono tutti senza lasciare figli.

32Da ultimo anche la donna morì.

33Questa donna dunque, nella risurrezione, di chi sarà moglie? Poiché tutti e sette l’hanno avuta in moglie»;

34Gesù rispose: «I figli di questo mondo prendono moglie e prendono marito;

35ma quelli che sono giudicati degni dell’altro mondo e della ri­surrezione dai morti, non prendono moglie né marito;

36e nem­meno possono più morire, perché sono uguali agli angeli e, es­sendo figli della risurrezione, sono figli di Dio.

37Che poi i mor­ti risorgono, lo ha indicato anche Mosè a proposito del roveto, quando chiama il Signore Dio di Abramo, Dio di Isacco e Dio di Giacobbe.

38Dio non è Dio dei morti, ma dei vivi; perché tut­ti vivono per lui».

39Dissero allora alcuni scribi: «Maestro, hai parlato bene».

40E non osavano più fargli alcuna domanda.

Il Cristo, figlio e signore di Davide. (Sal 110,1; Mt 22,41-45 e nota; Mc 12,35-37).

41Egli poi disse loro: «Come mai dicono che il Cristo è figlio di Davide,

42se Davide stesso nel libro dei Salmi dice: Ha detto il Signore al mio Signore: siedi alla mia destra,

43finché io ponga i tuoi nemici come sgabello ai tuoi piedi?

44Davide dunque lo chiama Signore; perciò come può essere suo figlio?».

Liberarsi dall’influenza dei grandi. (11,43; Mt 23,6s; Mc 12,38-40).

45E mentre tutto il popolo ascoltava, disse ai discepoli:

46«Guardatevi dagli scribi che amano passeggiare in lunghe ve­sti e hanno piacere di esser salutati nelle piazze, avere i primi seggi nelle sinagoghe e i primi posti nei conviti;

47divorano le case delle vedove, e in apparenza fanno lunghe preghiere. Essi riceveranno una condanna più severa».

La generosità del povero. (Mc 12,41-44).

VANGELO SECONDO LUCA COMMENTATO 7ultima modifica: 2011-01-28T17:16:00+01:00da meneziade
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