3° tappa: MA SE FOSSE VERO?

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Caro amico, si è dovuti essere un po’ duri con te finora e non gratuitamente, ma per sola necessità di esortarti ad esser nudo davanti al fatto principale attorno a cui si muove la nostra ricerca del tesoro nascosto.

Ti ricordiamo che sei libero di lasciar perdere queste letture, se non vi riconosci qualcosa che può appartenerti.

Noi ne dubitiamo, perché la nostra esperienza che, man mano, ci sta avviando verso una vita piena, d’alto livello, è partita da un’amara constatazione: aver cercato la pace dei sensi in cose che, per quanto belle, non sono state in grado di concedercela.

Abbiamo cominciato, invece, a puntare su un cavallo che si sta rivelando sempre più destinato a vincere la corsa della vita.

La storia, secondo gli esiti della nostra ricerca, è stata puntellata da personaggi che hanno scoperto la felicità, ma con sorpresa abbiamo constatato che nove di essi, su dieci, hanno scommesso sul nostro stesso cavallo. Bene, questo cavallo vincente è Dio!

Dichiarazione alquanto forte, la nostra, poiché l’argomento Dio è forse il più conteso e tormentato da scontri di fazioni opposte: credenti fervidi, credenti spiccioli, laici, scettici, atei, aprioristi, ecc.

Nella sua eterna insicurezza di fondo, l’uomo nasce nel bisogno d’un appoggio, di una corda cui legarsi. Il termine greco Pistis, il termine ebraico Aman (Da cui Amen), parole collegate ai concetti racchiusi nell’italiano Fede, esprimono due realtà, due ancore: essere legati a una buona certezza e essere ben saldi sul terreno su cui si cammina.

Non è forse la ricerca di queste due condizioni a muovere le tue perplessità, le tue scelte, i tuoi atti? Pensaci bene! Forse non abbiamo tutti i torti a pensare questo di te, come di ogni uomo.

In questa chiave di lettura ognuno ha fede: puoi non aver fede in Dio, in Cristo, ma non puoi non aver fede in qualcosa cui speri solidità, basatezza, certezza, una fune cui aggrapparti. Se non hai queste cose, fratello, immediatamente le cerchi in giro, abbracciando qualsiasi cosa dietro cui speri queste componenti… possano essere persone, attività, realizzazioni e quant’altro.

E’ dal 1700 circa che l’uomo, accusando di menzogna e dittatura le umane istituzioni di fede, ha inserito l’affrancamento religioso nel suo vivere.

Questo suo percorso lo sta conducendo alle più disparate ipotesi ateistiche, tutte in profonda contraddizione tra loro se non su un punto: negare a più non posso la possibile storicità di Dio.

Dio è quasi al centro degli attacchi dell’uomo d’oggi; Egli è sotto processo davanti a una calca di umanità che lo incolpa d’assenteismo e bugia. Dio ci ha illuso: ci promette cose che non fa. Dio lascia morire innocenti, non castiga i colpevoli, non concede pace all’uomo in terra, lo circonda di tensioni e insidie, magari divertendosi sulle nostre collere. Dio non ci dona la felicità che cerchiamo e, assente, lascia trionfare la nostra rovina. Che razza di Dio! Rifiutiamolo, questo Dio cinico le cui promesse ben leggiamo nella bella realtà d’oggi! Quel Dio che tace davanti alla disperata domanda che l’uomo, nei panni del prefetto Ponzio Pilato, gli porge: “Cos’è la Verità?”. Nessuna risposta, vero? Chi tace acconsente. E allora in croce! A morte Dio! Cancelliamo quest’illusione che non si rispecchia in nulla di concreto!

C’è un fatto imbarazzante, però: un gruppo di persone chiamate Apostoli e un’altra folta schiera di 500 persone, quasi 2000 anni fa, testimoniarono a rischio di morte di averlo toccato, redivivo, dopo averlo visto compiere prodigi, annunciare Parole talmente sapienti che perfin’oggi non se ne spiega l’intuizione, dopo averlo visto profetare fatti realmente accaduti e morire imbarazzantemente. Costoro testimoniarono tali avvenimenti, predetti secoli prima dai profeti, al cospetto di una marea di contemporanei di Cristo, gente che avrebbe immediatamente potuto smentirne l’attendibilità, gettare del ridicolo sulle testimonianze di quest’invasati e lasciandoli innocuamente liberi: a che serve uccidere dei poveri stupidi, palesemente allucinati?

Questo fatto è una brutta pietruzza nella scarpa di chi vuol farsi promotore dell’era della scienza… ma nessun problema: smentiamo questo fatto! Ecco nascere un mucchio di ipotesi, tutte in contrasto tra loro pur di smentire la storicità di Gesù: quattro vangeli scritti tardivamente a ricordi sbiaditi, liberi di inventare; Gesù sarebbe stato un leader politico, o un comune fariseo, o un esseno; le invenzioni biografiche su di Lui avrebbero forzatamente avverato le profezie messianiche; la Sua stessa esistenza storica sarebbe da discutere e far risalire a presunti plagi a miti preesistenti (Horus, Osiride, Mitra, Zoroastro, ecc).

Basta cliccare su Youtube per vedere quanto queste ipotesi, spacciate per vere sulla base di nessuna prova, invadano le menti dell’uomo d’oggi, il quale non aspetta altro per poter dire: “Finalmente ci siamo liberati di questo Dio ingiusto!”.

Noi abbiam vissuto anni in questa condizione di totale assenza di Dio: “La vita è nelle nostre mani, perciò strappiamoci da essa quanto riusciamo, almeno per divertirci un po’ o accontentarci d’uno straccio di senso in questo conto alla rovescia!”

Abbiamo cercato attimi di felicità in mille piste, ma non abbiamo trovato la vera, stabile felicità. Le soddisfazioni di cui vantarci sono subito terminate in ricordi sbiaditi, dopo esser state magari contese dall’invidia degli “amici” e poi scartate da una vita che cambia, dal nuovo. Le certezze che speravamo in qualcuno o qualcosa tacevano tutte davanti all’inspiegabilità di un imprevisto che bruciava tutto. Le piccole fortune sudate comunque non rispondevano alle nostre speranze. Per non parlare, poi, di ciò che non ci spettava, di tutto ciò di cui il nostro vicino usufruiva alle spalle della nostra collera. Però chi si accontenta gode, vero? Ecco qua! Altro che felicità!…

Ma se fosse vero? Se questo Dio esistesse davvero? Se ci fosse qualcosa, dietro il Suo apparente assenteismo, che non abbiamo ancora compreso, tesi come siamo verso risposte facili? Quel Dio che si presentò a Mosè col provocatorio nome Io Sono (Incredibile smacco profetico allo scetticismo d’oggi!); quel Dio capace di liberarmi dalla schiavitù del mio Egitto (Il tuo Egitto qual è? Sei convinto di non averne uno?); quel Dio d’una terra di latte e miele promessa al mio cuore; quel Dio che più del mio migliore amico mi resta fedele malgrado i miei continui abbandoni; quel Dio che mi reputa a Sua immagine e somiglianza, quel Dio che volle nascere nella più misera stalla del mio cuore, che volle crescere nella mia stessa miseria, camminare scalzo sul mio stesso suolo arido; quel Dio che volle aprirmi gli occhi dalla cecità a patto che io credessi in Lui; quel Dio che, in tutto il mio fetore da morto putrefatto, mi chiamò ad uscire con orgoglio da quello splendido sepolcro imbiancato e pallido in cui speravo di proteggere la mia magra figura; quel Dio che compì il più grande atto d’amore verso me gettandosi fino in fondo nella croce più marcia e fetida che vivo ogni giorno nelle derisioni altrui, negli abbandoni dei miei amici fedeli, nei tradimenti, nelle condanne più spietate alla mia persona, nelle dolorose infermità fisiche mie e dei miei cari, nella morte che prima o poi mi toccherà; quel Dio che mi dimostrò con la Sua resurrezione che la mia vita continuerà; quel Dio capace di garantirmi tutto questo e molto, molto di più, a patto che io ci creda ma ci credo o no? E se provassi a crederci o, almeno, a interessarmene?

E tu? Sei certo di aver creduto davvero a questo Dio, prima di scartarlo dai tuoi cavalli, su uno dei quali pur stai scommettendo la tua vita?

Amico, parlo a te sia che tu sia ateo, sia che tu sia un credente dalle magre risposte; anzi, specialmente nel secondo caso, perché se credi in Dio e ancora non hai toccato con mano il tatto di una profonda gioia… spiacente, tu Dio non lo conosci bene!

Ho creduto in Dio fino a pochi anni fa, eppure non lo conosevo! Credevo di sapere quanto basti per esser cristiano… non ne sapevo una mazza, pur avendo divorato libri ed enciclopedie sull’argomento, pur avendo frequentato ambienti religiosi a raffiche! Poi d’un tratto mi fu presentato come per la prima volta… te ne parlo con lacrime agli occhi… me ne innamorai, fratello. Mantenne la promessa, mi si rivelò per com’è, mi presentò un percorso che rispose alla grande a tutte le mie domande, tutte! Poi mi fece capire che se tenessi tutto per me sarei un ladro. Perciò eccoci qui a testimoniare!

Testimoniamo di esser persone incamminate verso una pienezza grossa, persone che sorridono davanti a tutto, che non si privano di nulla, che non vivono sotto legge ma nella massima scoperta del proprio vero essere. Persone che t’invitano almeno alla semplice curiosità di conoscere un po’ questo cavallo vincente… e, sta’ certo, vince!

T’interessa la felicità, a costo di mettere un po’ in secondo piano i tuoi paletti difensivi e le convinzioni su cui adegui la tua esistenza?

O preferirai scartare a priori quest’ipotesi dalla tua vita, annoiato da queste solite prediche ammuffite, pur di conservarti le tue fighe posizioni su te stesso e il mondo, pur di continuare a “quagliare”?

Scegli!

Possano, intanto, le nostre prossime parole essere all’altezza di questo enorme compito molto, molto più grande delle nostre competenze: annunciarti una vita incredibilmente bella!

3° tappa: MA SE FOSSE VERO?ultima modifica: 2011-11-20T10:34:00+01:00da meneziade
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