VANGELO DI TOMMASO 3

Jesus_Christ_535.jpg43.) Gesù disse: – Molte volte voi avete desiderato di ascoltare queste parole che io vi dico, e non avete nessun altro da cui udirle. Verranno i giorni in cui mi cercherete e non mi troverete¹. 1) Cfr. Lc. XVII 22; Jo. VII 34 (VIII 21; XIII 33).

44.) Gesù disse: – I farisei e gli scribi hanno ricevuto le chiavi della conoscenza, ma essi le hanno nascoste: non hanno saputo entrare essi stessi, né hanno lasciato entrare quelli che lo desideravano¹. Ma voi siate astuti come i serpenti e puri come le colombe². 1) Cfr. Mt. XXIII 13 e specialmente Lc. XI 52 in cui ricorre la stessa espressione: «le chiavi della conoscenza». 2) Cfr. Mt. X 16 in cui però la sentenza, che in Tommaso è una regola di condotta per chi è nella via della gnosi (acutezza di mente e purezza di costumi), ha (in Matteo) il carattere di una massima (poco confacente agli insegnamenti di Gesù) consigliante prudenza e astuzia onde evitare condanne.

45.) Gesù disse: – Un ceppo di vite è stato piantato fuori del Padre, e poiché esso non ha attecchito sarà strappato dalle radici e perirà¹. 1) Cfr. Mt. VII 19; XV 13 e soprattutto Jo. XV 1-6.

46.) Gesù disse: – A chi ha verrà dato, ma a chi non ha verrà tolto anche il poco che possiede¹. 1) Cfr. Mt. XIII 12: Lc. VIII 18. Con diverso significato la sentenza è stata poi messa a conclusione della parabola delle «mine» (Mt. XXV 29; Lc. XIX 26) e con altro significato ancora è in Mc. IV 25.


47.) Gesù disse: – Siate viandanti!¹ 1) L. Moraldi traduce «Siate transeunti!». Esortazione ad avviarsi per la via della gnosi. Per Tommaso l’uomo perfetto è il «solitario», qui sembra sia presente la condizione sociale del predicatore itinerante. La solitudine consiste soprattutto nella separazione dalla famiglia e nell’assenza di vincoli terreni, poiché l’uomo appartiene originariamente al cielo. Sperimentando ora la prigionia del corpo, la sua anima deve cercare il dialogo col cielo. È anche implicito il concetto dell’homo viator come in Hebr. XI 13b-16.

48) I suoi discepoli gli domandarono: – Chi sei tu che ci dici queste cose? – Da ciò che vi dico non riconoscete chi sono?¹ In verità siete diventati simili ai Giudei: essi infatti o amano l’albero e ne detestano il frutto, o amano il frutto e detestano l’albero². 1) Anche in Jo. VIII 25 la medesima perplessità dei discepoli: «Chi sei tu?» Lo stesso versetto di Giovanni dà, in forma affermativa, la risposta che Tommaso esprime come interrogazione retorica: «Sono per l’appunto quello che vi sto dicendo». 2) Legata com’è alle parole precedenti, la massima non può che riferirsi all’incoerenza dei Giudei i quali, pur amando Dio (l’albero), non riconoscono che Gesù ne sia il Figlio (frutto), oppure, pur apprezzando le opere di Gesù non lo ritengono Figlio di Dio.

49) Gesù disse: – Chiunque bestemmia contro il Padre, gli sarà perdonato, e chiunque bestemmia contro il Figlio, gli sarà perdonato; ma chi bestemmia contro lo Spirito non sarà mai perdonato, né sulla terra né in cielo¹. 1) Mc. III 28-29; Mt. XII 31-32; Lc. XII 10. Ma solo l’ultimo è vicino al concetto di Tommaso, a quanto pare dal versetto che precede immediatamente queste parole nel suo Vangelo: «Chi mi avrà rinnegato davanti agli uomini, ecc.» (Lc. XII 9).

50.) Gesù disse: – Non si raccoglie uva dai rovi e non si raccolgono fichi dagli spini: essi non danno frutto. L’uomo buono dal suo forziere trae fuori cose buone; l’uomo malvagio dal cattivo forziere che è nel suo cuore ne trae fuori di cattive e ne dice di cattive: poiché cose cattive egli ricava dall’abbondanza che c’è nel suo cuore¹. 1) Lc. VI 44-45 conserva in forma quasi identica questo logion di Gesù, e nello stesso ordine. Matteo lo ha spezzettato, utilizzando ciascun moncone a scopi diversi (VII 16-17; XII 35; XII 34b).

51.) Gesù disse: – Da Adamo fino a Giovanni Battista non c’è stato nessuno, tra coloro che sono nati da donna, più grande di Giovanni Battista. Ma, affinché gli occhi non si ingannino, io ho però detto che chiunque tra di voi si fa piccolo conoscerà il Regno e diventerà più grande di Giovanni Battista¹. 1) Mt. XI 11; Lc. VII 28. Secondo alcuni (Craveri in primis) l’aggiunta di Tommaso: «affinché gli occhi non si ingannino» dovrebbe significare: «affinché non vi fermiate alle apparenze e riteniate che egli fosse il Logos atteso» (cfr. Jo. I 19-23).


52.) Gesù disse: – È impossibile per un uomo cavalcare due cavalli e tendere due archi, ed è impossibile per un servo servire due padroni: altrimenti egli rispetterà l’uno e sarà insolente con l’altro. Nessun uomo beve vino vecchio e contemporaneamente desidera bere vino nuovo; e non si versa vino nuovo in otri vecchi, per timore che essi scoppino, né si mette vino vecchio in otri nuovi, perché essi non lo guastino. E non si cuce una toppa vecchia su di un vestito nuovo, perché si produrrebbe uno strappo¹. 1) Il paragrafo ha ancora attinenza con quanto precede: un’eco della polemica tra i mandei, seguaci di Giovanni Battista, e i seguaci di Gesù. Anche nei sinottici Mc. II 21-22; Mt. IX 16-17 e Lc. V 36-38 (39), quella che costituisce la seconda parte di questo paragrafo («vino negli otri, toppa nel vestito») riguarda tale polemica. La prima parte («servire due padroni») è stata invece spostata in Mt. VI 24 e Lc. XVI 13 a commentare l’impossibilità di seguire Dio e Mammona.

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53.) Gesù disse: – Se due sono in pace tra di loro in una stessa casa, essi potranno dire a una montagna: «Spostati!», ed essa si sposterà¹. 1) Anche Mt. XVIII 19 dichiara la presenza della Chiesa dove «due sono d’accordo». L’espressione è invece utilizzata ad altri fini da Mc. III 25; Mt. XII 25 e Lc. XI 17. Quanto alla seconda parte del paragrafo («la fede che dà la forza di spostare montagne») cfr. Mt. XVII 20 e XXI 21; Mc. XI 23; Lc. XVII 6.

54.) Gesù disse: – Beati voi, solitari ed eletti, perché troverete il Regno! Infatti da esso voi siete usciti e in esso tornerete di nuovo¹. 1) Il paragrafo ripete i concetti esposti anche in altri punti di questo Vangelo: della perfezione («gli eletti») della solitudine e del ritorno all’anima, caduta nella materia, al mondo iperuranio. (Cfr. Jo. XIV 23).

55.) Gesù disse: – Se vi domandano: «Di dove siete venuti?», rispondete: «Siamo venuti dalla Luce, dove la luce si è originata da se stessa. Essa è sorta e si è manifestata nella nostra immagine»¹. Se vi domandano: «Che cosa siete voi?», rispondete: «Noi siamo i figli e gli eletti del Padre Vivente»². Se vi domandano: «Quale segno del vostro Padre è in voi?», rispondete loro: «È un movimento e una quiete»³. 1) Tutte le religioni uraniche, come il cristianesimo, identificano nel cielo luminoso il loro Dio. Secondo gli gnostici, nell’atto di manifestarsi, per emanazione, Dio (dimora della luce) diventa Luce (=illuminazione): Luce nata dalla Luce, Lumen de Lumine (cfr. 1Jo. I 5). Che poi le anime abbiano origine da questa Luce e in essa debbano tornare rientra nella dottrina neoplatonica delle emanazioni. Allo stato iniziale (prima di entrare nella materia) e allo stato finale (al loro ritorno nell’iperuranio) le anime sono pure «immagini» o «idee». 2) Cfr. Rom. IX 26 (=Os. I 10). Invece in Lc. XVI 8; Jo. XII 36; Eph. V 8; 1Tess V 5 si parla di «figli della Luce». Inoltre in Jo. XVII 14, 16 è detto degli apostoli («i perfetti»): «essi non sono di questo mondo».

3) Al concetto dell’Empireo come quiete e immobilità assoluta, segno di perfezione aliena da ogni perturbamento, si associa l’idea di Dio (che in esso ha sede e con esso si identifica) come Primo Motore. Le anime portano in sé, in quanto esistono, il segno di questo moto che le ha create e della quiete perfetta a cui aspirano di tornare. Sul concetto di «riposo in Dio» si veda Hebr. IV 1-11, che però deriva da Ps. XV 8-11.

56.) I discepoli gli dissero: – Quando verrà il riposo per coloro che sono morti, e quando verrà il nuovo mondo? – Ed egli disse loro: – Ciò che voi attendete è già venuto, ma voi non lo riconoscete¹. 1) La prima parte del paragrafo si ricollega a quanto precede. Per la seconda cfr. Jo. V 25-29, 43a e, per la somiglianza dei vocaboli, anche Mt. XVII 11-12.

57.) I discepoli gli dissero: – Ventiquattro profeti hanno parlato in Israele, ed essi tutti hanno parlato di te. Ed egli disse: – Voi avete dimenticato Colui che è vivo davanti a voi e avete parlato di morti!¹. 1) Cfr Jo. I 45; V 39-40.

58.) I discepoli gli dissero: – Può essere utile o no la circoncisione? – Ed egli disse loro: – Se fosse utile, il loro Padre li avrebbe generati circoncisi già dalla madre. Ma la sola circoncisione in ispirito è veramente utile¹. 1) Cfr. Rom II 25-29; 1Cor. VII 10; Gal. V 6; Col. II 11.

59.) Gesù disse: – Beati i poveri, perché vostro è il Regno dei Cieli!¹. 1) L’identità di questa beatitudine con quella di Lc. VI 20 conferma che tale doveva essere la formula originaria, e quella di Mt. V 3 «Beati i poveri di spirito» è un’alterazione posteriore, per cancellare ogni traccia di ebionismo.

60.) Gesù disse: – Colui che non odierà il padre e la madre non potrà divenire mio discepolo, e i suoi fratelli e le sue sorelle, e (non) prenderà la sua croce come me, non sarà degno di me¹. 1) Cfr. Mt. X 37-38; Lc. XIV 26-27 e anche Mc. VIII 34; Mt. XVI 24; Lc. IX 23.

61.) Gesù disse: – Colui che ha conosciuto il mondo ha trovato un cadavere, e chi ha trovato un cadavere, il mondo non è degno di lui¹. 1) L’anima umana è imprigionata nel corpo come in una tomba, da quando è scesa nella materia («ha conosciuto il mondo»), ma essendo spirituale non è degna di continuare a rimanere in essa. Cfr. Rom. VI 3-6 e VIII 5-11.

62.) Gesù disse: – Il Regno del Padre è simile a un uomo che getta il buon seme. Di notte è venuto il suo nemico e ha seminato zizzania in mezzo al buon seme. Ma l’uomo non ha loro permesso di strappare la zizzania. Ha detto loro: «Per timore che voi strappiate la zizzania e strappiate insieme anche il frumento». Poiché nel giorno della mietitura la zizzania sarà riconoscibile e si strappa e si brucia sul fuoco¹. 1) Cfr. Mt. XIII 24-30

63.) Gesù disse: – Beato l’uomo che ha sofferto: egli ha trovato la vita!¹ 1) Questa beatitudine non si trova tra quelle dei sinottici; ma l’idea che la sofferenza sia una forma di purificazione è frequente nel cristianesimo.

64.) Gesù disse: – Volgete lo sguardo al Vivente, finché siete vivi, affinché non moriate e cerchiate di vederlo e non possiate vederlo!¹ 1) Il «Vivente» è Gesù (cfr. l’Incipit) in quanto, come eone spirituale, non è «cadavere» nella materia. Anche il «vivi» riferito ai discepoli va preso in senso simbolico: essi sono già sulla via della perfezione e del distacco dalla materia, ma potrebbero ricadervi, se obliassero gli insegnamenti di Gesù.

65.) Un samaritano portava un agnello, andando in Giudea. Egli disse ai suoi discepoli: – Perché costui fa cosi riguardo all’agnello? – Essi gli dissero: – Perché egli lo ucciderà e lo mangerà. Ma egli disse loro: – Non lo mangerà finché è vivo, ma se lo avrà ucciso ed esso sarà divenuto cadavere. Essi dissero: – In nessun altro modo potrà farlo! – Ed egli disse loro: – Anche voi cercate dunque un posto per voi stessi nella Quiete, affinché non diventiate cadaveri e non siate mangiati¹. 1) La conclusione del paragrafo ci indica che esso va collegato al precedente: un’esortazione del Vivente perché i discepoli aspirino a Dio (la «Quiete») e non si lascino di nuovo seppellire nella materia. Di conseguenza la parabola del Samaritano e dell’agnello va intesa in questo senso: il Samaritano rappresenta la potenza del male, l’eone decaduto, il Principe di questo mondo (cfr. Jo. VIII 48) che non può far male a chi è «vivo» (l’agnello), lo divora invece se si impadronisce di lui, rendendolo cadavere. Sul simbolismo dell’agnello come discepolo di Gesù le testimonianze sono numerose: cfr. Mt. X 16 e Lc. X 3 («come agnelli tra i lupi»); Mt. XVIII 12-14 e Lc. XV 4-7 («la pecorella smarrita»), ecc.

66.) Gesù disse: – Due riposeranno sopra un letto: uno morirà, l’altro vivrà¹. 1) Lc. XVII 34 e per analogia di concetto Mt. XXIV 40-41.

67.) Disse Salomè: – Chi se tu, uomo, e di chi sei (figlio)?, tu che hai preso posto nel mio giaciglio e mangi alla mia tavola?¹ Gesù le disse: – Io sono Colui che viene da Colui che mi è uguale: quello che mi è dato (è) delle cose di mio Padre². – Io sono tua discepola!³ – Per questo io dico: chi si troverà Uno sarà inondato di luce, chi sarà diviso verrà avvolto nelle tenebre.4 1) Che sia una donna a interrogare Gesù non è una novità nel Vangelo di Tommaso (cfr. § 24). Una Salomè al seguito di Gesù è ricordata in Mc. XV 40 e XVI 1: forse la stessa che Mt. XX 20 sgg. e XXVII 56 indicano come madre dei fratelli Zebedei. Molto più di frequente Salomè, discepola di Gesù, è nominata negli apocrifi (Vangelo degli Egiziani, Pistis Sophia, Vangelo di Mani). Epifanio, Haer. 78, 8 e Ancor. 60, chiama con questo nome una delle sorelle di Gesù. Qui l’argomento del paragrafo è, come ai §§. 27, 28, 35 e 113, l’invito all’unità, e specialmente, come al § 53, la dichiarazione della forza che dà la fede, «se due sono in pace tra di loro», condizione qui simboleggiata dal «dormire nello stesso giaciglio e mangiare alla stessa tavola». 2) Cfr. Mt. XI 27; Lc. X 22; Jo. III 34-35; V 19-20; VI 38-39; VIII 28-29; XII 49; XV 24; XVII 7 e in particolare, per il loro concetto di identità fra Dio e Gesù, Jo. X 30 e XIV 10. 3) Ricorda la professione di fede di Maria di Bethania in Jo. XI 27. 4) Cfr. §§. 27 e 29.

68.) Gesù disse: – Io rivelo i miei misteri a coloro che sono degni dei miei misteri1. Quello che fa la tua destra, lo ignori la tua sinistra². 1) Cfr. 1Cor. II 6-8; 2Cor. XII 4b; Col. I 26. 2) Cfr. Mt. VI 3. Ma qui non è un’esortazione a fare l’elemosina «in segreto», bensí a mantenere il segreto dei misteri rivelati.

69.) Gesù disse: – C’era un uomo ricco che aveva molti averi. Egli disse: «Userò dei miei averi per seminare e mietere e piantare alberi e riempire i granai di raccolto, affinché io non manchi di nulla». Queste cose egli pensava in cuor suo. Ma quella notte egli morí¹. Chi ha orecchi per intendere intenda!² 1) Lc. XII 16-21 2) Cfr. sopra, la nota 2 del § 8

VANGELO DI TOMMASO 3ultima modifica: 2010-09-20T20:40:00+02:00da meneziade
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