9° tappa: UNA VITA NON VANA!

IconofJesusChrist.jpgQuale cifra di vittime sazierà la fame di perversione di un serial killer? Nessuna!

Quale cifra di furti sazierà un ladro? Nessuna!

Quale cifra di esibizionismi sazierà un egocentrico? Nessuna!

Quale cifra di tradimenti sazierà il bisogno d’infedeltà coniugale? Nessuna!

Quale cifra di complimenti sazierà un complessato? Nessuna!

Quale cifra di vendette sazierà un arrabbiato? Nessuna!

Quale cifra di bottiglie svuotate sazierà un alcolizzato? Quale cifra di partite sazierà un giocatore d’azzardo? Quale cifra di atti sessuali sazierà un perverso? Nessuna!

Quale cifra di traguardi sazierà la tua fame di giustizia, i tuoi complessi, le tue frustrazioni, le tue insicurezze, i tuoi arrivismi?… Nessuna!

Caro amico, stai perseguendo scopi che non ti sazieranno mai! Resterai sempre là, condannato a una fame eterna e il primo passo che ti chiede Dio per aderire ad una vita diversa è capire che sei un affamato e non lo sai, le ingiustizie che hai subito ti hanno affamato di un’eterna fame da verme solitario che solo Lui può saziare.

C’è fame insaziabile nelle insoddisfazioni che trasformano un cuore insoddisfatto in un operatore eterno di scempi. Il primo passo per una grande stretta di mano con “Io Sono” è constatare che sei un affamato, un dipendente, un piccolo operatore di scempi quotidiani; scempi piccoli, di lieve entità, ma che alimentano la tua tristezza e la deriva del tuo contesto. Scempi che non saprai mai riparare.

Il tuo problema principale non sono i tuoi atti, i tuoi passamontagna, i tuoi idoli, ma la fame insaziabile che li genera. Fame che Lui sa riempire davvero.

Caro amico, non sappiamo se te ne sei accorto, ma non stiamo facendo altro che parlarti dei “Dieci Comandamenti”. Tutto qua! Mistero svelato! Queste tappe non sono di nostra origine, ma provengono dritti dalla Parola di Dio.

Mosè vive la sua prima porzione di esistenza recluso in una realtà distorta… come la tua. Sperimenta una tappa familiare non perfetta… come la tua… ha a che fare con una posizione pregna di passamontagna da indossare… come te. Stanco di una vita da Principe d’Egitto, in cui tenta invano di recludere un bisogno di pienezza, comincia a manifestare cenni di squilibrio e insoddisfazione… come te. Catturato dal proprio idolo di giustizia, uccide, compie un atto di caos… come te. Amareggiato da se stesso, decide di abbandonare i passamontagna, alla ricerca della sue autentiche radici… come ti abbiamo proposto di fare. Immediatamente “Io Sono” gli si rivela, accordandogli una missione, malgrado i suoi disagi di insicurezza e balbuzie. Stanco di nasconderli con vergogna, Mosè si fida di un Dio che ne accetta i limiti e, addirittura, ci conta… come vuol fare con te, se ammetti di essere stanco di nascondere al mondo i tuoi limiti.

Catapulta lui e il popolo di Israele in un deserto, incarnazione del nulla cui gli ebrei vollero fuggire chiedendo asilo all’Egitto… lo stesso deserto da cui vuoi fuggire tu, chiedendo asilo alle tue false basi; un deserto che invece ti si chiede di affrontare con coraggio e “fede”.

Infine “Io Sono” propone la possibilità di un ingresso in una terra di latte e miele, accompagnato dalla Parola di Dio, i Comandamenti.

Di questi comandamenti, noi, in modo indolore, te ne abbiamo esaminati finora due e mezzo:

Il primo: “Io sono il Signore tuo Dio, Colui che ti libera dalla terra d’Egitto, dalla condizione servile.” “Io Sono” si annuncia a te sia come Colui che è, che come Uno capace di liberarti dal tuo Egitto di schiavitù, quello in cui hai sperato invano protezione e libertà, ma che non ti da altro che una immensa piramide di mattoni da costruire con affanno e sciupio di vita, sulla cui vetta non c’è nulla.

Il secondo: “Non ti farai idolo né immagine alcuna di quanto è lassù nel cielo, né di quanto è quaggiù sulla terra, né di quanto è nelle acque sotto la terra. Non ti prostrerai davanti a loro e non li servirai”. “Io Sono” ti annuncia il bidone che le tue immagini delle cose, le idolatrie in cui stai a immaginare i tuoi riscatti, ti riservano inevitabilmente.

Il terzo: “Non nominare il mio nome invano”. “Io Sono”, qui, vuol farsi conoscere da te per com’è, affinché tu sappia a Chi ti rivolgerai e non invano.

Bada bene, non ipotizzare questo cammino come una serie di interpretazioni forzate della Scrittura, perché non lo è: questo cammino scruta i comandamenti secondo termini e significati della più antica e fedele tradizione ebraica. E il significato autentico dei comandamenti è proprio questo! Tutto ciò di cui ti stiamo già parlando: una serie di tristi verità, ahimè, correttissime, su di te e su tutti; verità che stupirono i profeti per una grande Sapienza di fondo, sapienza tanto declamata nell’Antico Testamento e da Cristo stesso.

Ora è il momento di approfondire il terzo.

Stiamo conoscendo “Io Sono”: Uno che ci ama, il Solo che ci vuole così come siamo, che non ci abbandona neanche laddove Lo uccidiamo, Uno che, se cominci a fidarti di Lui, ti si rivela eccome, pronto a darti una missione di vita, la sola che sazierà la tua fame di vita e che potrà riempirti il cuore di una pienezza di gioia.

Bene! Il terzo comandamento ti diagnostica una vita che finora non hai mai vissuto fino in fondo, accontentandoti di una manciata di superfici. Parliamoci chiaro: quanto hai vissuto fino in fondo il senso delle tue giornate, di ogni novità gradevole o amara che ti si è prospettata? Preso dalle tue ansie, quanto finora ti sei goduto di ogni colore e sapore delle tue cose? Quanto hai gustato fino in fondo i tuoi rapporti con la tua gente? “Fino in fondo”, attenzione: “completamente”! Caro amico… mai! “Quasi mai”, ecco!

Inoltre, quanto sei stato gustato fino in fondo da qualcuno? Quanto la gente entra in tutto te stesso, gustando le tue bellezze e le tue amarezze, vivendoti con una presenza viva, profonda?… “Quasi mai”. Quanto, in misura di pienezza, si vive di sé, della vita e degli altri? Un corno, oggi più che mai!

Quante volte qualcuno ti incrocia per strada-magari neppure ricorda il tuo nome-ma, dopo aver rispettato la forma di un saluto, ti congeda per l’urgenza delle sue cose, dei suoi idoli! Te ne accorgi che non ricorda come ti chiami, vero? Quante volte riassumi in poche parole le paranoie che stai vivendo, timoroso di stancare, di scocciare il tuo ascoltatore, timoroso dei suoi occhi già distratti dopo pochi minuti! Te ne accorgi che non ti si ascolta a fondo, vero? Quante volte la gente scompare, seppur educatamente e in forma corretta, dopo essersi servita di te, di qualcosa che potevi darle. Te ne sei accorto, vero? Quante volte ci si ferma all’antipasto! Quante volte qualcuno ti insegna l’amara verità che sei solo! Quanti rapporti si vivono invano! Quanti nomi si pronunciano invano! Quante volte ci si stringe la mano invano e ci si frequenta invano! Quante vite si vivono invano!

Ecco qua! La lezione del mondo: assaporarsi senza mordersi, restare incompleti con un po’ di tutto e un po’ di niente; vivere invano! Una lezione che hai imparato benissimo, ora che gli esempi suddetti appartengono anche al tuo stile! Magnifico! Ma queste cose non c’entrano con la tua infelicità, vero? Per carità! Che te ne frega della gente? La gente ti lascia a piedi! Ormai non hai bisogno degli altri, t’interessa solo la riuscita delle tue cose, cose in cui ti sei lanciato per strappare qualcosa a qualcuno, per comprarti un rapporto, per guadagnarti un consenso, per premiarti uno sforzo, eccetera eccetera.

E, dicci, con Dio? Che rapporto hai con Dio? Un rapporto diverso da quelli che hai con gli altri e loro con te? Per caso L’hai mai chiamato, talvolta, solo per salutarLo, per sapere come sta? Per chiedergli un caffè, sapere in cosa puoi esserGli utile? CHE RAZZA DI RAPPORTO HAI TU CON DIO, CON TUO PADRE, DICCI! TU CHE MANGI E BEVI QUOTIDIANAMENTE FAME E SETE CHE GLI ALTRI TI LASCIANO IN QUALCOSA CHE NON RIESCONO MAI A FARE PER TE, QUALE GRAN RAPPORTO VUOI COSTRUIRTI CON UN DIO CHE INTERPELLI SOLO PER LE COSE TUE? UN RAPPORTO CHE STA LI’ A GIUDICARE LA SUA PRESENZA O ASSENZA NELLE TUE COSETTE? DOV’E’ QUESTO DIO CHE NON VEDI? TE LO CHIEDI SPESSO, VERO? TE LO DICIAMO NOI: NEL TUO STESSO DIMENTICATOIO!

Fratello, con lacrime agli occhi Costui ti sta implorando da una vita di entrare in una relazione con Lui di quelle che tu non hai mai saputo intrecciare con nessuno: un’amicizia piena, sincera, onnipresente, stretta, di quelle su cui puoi contare sempre, di quelle che non ti deluderanno mai, di quelle che hai sempre sperato in qualcuno, di quelle talmente complici al punto da rischiare per te.

Ti è mai capitato di sperimentare la bellezza di un grande atto di amicizia, quando qualcuno si è messo in gioco per te, ha rischiato per te, ha perfino mentito con te pur di difendere la tua causa, rischiando la sua reputazione? Bene! Lui ti propone un rapporto con Lui talmente bello da dimostrarti che con Te Lui ha queste intenzioni. Si è già messo in gioco per te, ha già sciupato la Sua reputazione circa 2000 anni fa, si è addirittura fatto massacrare per te. Ecco! Lui, prima di chiederti, fa! Prima di proporti, dimostra! Ecco la ragione per cui vale la pena il tuo salto nel buio: la certezza che con te Lui fa sul serio, si lancia in una totale complicità con te fino a morire… ancor prima di proporti amicizia.

Ora… rischierai qualcosa per Lui? Non è l’ennesimo bidone ciò che ti si sta chiedendo di fare, ma un semplice atto: la tua disponibilità a lasciarLo fare, la fede con cui ti si chiede di abbandonare i tuoi idoli e la tua vita di superficie, cominciando ad entrare in una vita vera, profonda. Una vita speciale che ha bisogno di una serie di tuoi “No!”, i “No”che Lui ti proporrà di fare… stanne certo, di “No!” ne disse a dismisura per te, 2000 anni fa, e non pretende da te quel livello ineguagliabile di rinunce. Pretende un tuo piccolo atto di fiducia, quello che ti permetterà di stringerGli la mano: “Piacere, me!”, “Io Sono, piacere mio! Andiamo insieme diretti alla felicità? Vuoi venire con Me in quest’avventura bellissima?”. Fratello, fidati di Costui: noi ti diciamo che Costui ti sta chiamando a una vita alta, una vita della Sua stazza, del Suo livello, una vita da brivido, da uomo pieno; un’avventura che tu ora non conosci ancora, ma che serba glorie meravigliose, le uniche che ti riempiranno.

Ecco! “Non nominare il mio nome invano”: Non rimpicciolirLo in una polizza assicurativa contro gli infortuni, non recludere la possibilità di un rapporto meraviglioso, non sciuparne il concetto e le possibilità, non trattarLo come l’ennesima delle tue cose a metà. Lui non t’inganna come i tuoi idoli, non t’accontenta in superficie, non scherza; in Lui o si fa pienezza… o nulla! Lui è magnifico proprio per questo motivo ed ecco la ragione del Suo assenteismo nelle tue cose a metà, nei tuoi atti di superficie: ti rispetta troppo per mentirti, per lasciarti credere che ti basti qualche toppa e una manciata di cosette tue. Fidati, poiché una delle tante cose che Lui comincerà a regalarti sarà proprio un profondo cambiamento delle tue relazioni con gli altri, con tutti; un modo profondo, pieno, di vivere ogni respiro e ogni colore; un palato sensibile al gusto di ogni attimo della tua vita e della tua gente. Ma, ti ripetiamo, queste saranno solo alcune delle gioie che Lui sta per prepararti: il meglio dovrà ancora arrivare!

9° tappa: UNA VITA NON VANA!ultima modifica: 2012-03-19T13:36:00+01:00da meneziade
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