14° tappa: CHIARIRE I RUOLI!

rociconrisenchrist.jpgOggi va tanto di moda confondere un po’ tutto, miscelarlo in un calderone informe e proporlo come una vita colorata in cui si può fare un po’ di tutto, ma in realtà non si fa proprio nulla. Una vita in cui ce n’è un po’ per tutti, ognuno propenso a coprire i propri vuoti esistenziali cucendosi un bel mucchio di toppe, un po’ questo un po’ quello, un po’ di errori allettanti e un po’ di moralismi… così… tutto insieme. Non ti perdi nulla, più o meno, no? E non ti sfiora in mente l’idea che, invece, ti perdi praticamente tutto, a cominciare dalla pienezza di una sola cosa ben vissuta in cui lanciarsi e gustarne il massimo.

Una vita in cui tutto è tergiversabile, sdoganabile, a seconda di come vedi le cose. Non c’è bene, non c’è male, dipende da come la vedi… Bene, ora ti diamo una bella bastonata in testa, vogliamo vedere se non ti fai male!… o no? E allora, caro amico, C’E’ quel che ti fa bene, C’E’ quel che ti fa male! Non è così relativo come certo intellettualismo d’avanguardia alla Umberto Eco vuol farti credere! Questo relativismo, purtroppo, ti sta facendo fare solo sciocchezze, decontestualizzando ogni cosa.

Non sono relativi i ruoli! Ci son ruoli precisi che ogni rapporto ha: campi d’azione e confini! Un amico non potrà mai farti da padre: mancherà al suo ruolo di amico e non azzeccherà mai un ruolo che non gli è dato!

Ecco un’importante verità da contemplare: entrare bene nell’esattezza dei ruoli. Un padre è padre e basta, un amico è tale e basta, un insegnante, un cugino, un parente, un collaboratore, sono tali e basta!

Quale assurda prigione ti stiamo propinando, vero? Non è più carino invece aprirsi a un bel medley di atteggiamenti, tutti quelli che ti viene di avere? Ma certo, fare “quello che ti viene”, questa è libertà e se non questa, cos’altro? Menzogna! Menzogna spudorata tipica di questi maledetti tempi, i cui burattinai fanno affari sui caos che ti pubblicizzano! Te la stai bevendo tutta. E invece no! Entrare nell’esattezza dei ruoli non vuol certo dire ingabbiarsi ma, al contrario, “liberarsi”! Liberarsi dall’inspiegabilità dei mali che ti affliggono, cui sembri non avere colpe! Liberarsi dagli eterni perché di un dramma che ti colpisce malgrado tu ce l’abbia messa tutta per evitarlo! Liberarsi dall’eterna metà con cui riescono tutti i tuoi sacrificati obiettivi! Vuoi che le tue scelte vadano bene o preferisci che ti vengano addosso, pur di non sentirti violentato da una così piccola proposta di conoscere campi d’azione e confini dei tuoi ruoli?

Parte tutto da qui!

Oggi va così di moda mettersi questo vanitoso passamontagna di madre-amica: “Io e mia figlia abbiamo un rapporto meraviglioso: ci diciamo tutto!”. Fu così che Maddalena ebbe in odio il padre, divorziò due volte e divenne anoressica. Complimenti! Bel rapporto di madre-amica! Cara madre di Maddalena, preferisci ancora questo gran bel risultato, pur di confondere i ruoli come ti viene? O avverti la nostalgia di un minimo di criterio di scelta e rinuncia che avrebbe potuto darti la gioia di una figlia felice?

E vediamo un po’ “Io Sono”,il Solo che veramente potrebbe parlare su tutto il creato, come la vede in proposito:

Genesi 9: 20-29

”Noè, che era agricoltore, cominciò a piantare la vigna e bevve del vino; s’inebriò e si denudò in mezzo alla sua tenda. Cam, padre di Canaan, vide la nudità di suo padre e andò a dirlo, fuori, ai suoi fratelli.

Ma Sem e Iafet presero il suo mantello, se lo misero insieme sulle spalle e camminando all’indietro, coprirono la nudità del loro padre. Siccome avevano il viso rivolto dalla parte opposta, non videro la nudità del loro padre.

Quando Noè si svegliò dalla sua ebbrezza, seppe quello che gli aveva fatto il figlio minore e disse: “Maledetto Canaan! Sia servo dei servi dei suoi fratelli!”

Disse ancora: “Benedetto sia il Signore, Dio di Sem; e sia Canaan suo servo! Dio estenda Iafet e abiti nelle tende di Sem e sia Canaan suo servo!””

Bene! Noè, inconsapevolmente, si è esposto al rischio di rivelare ai figli il proprio intimo; qualcosa, cioè, che non è da esporre ai figli. Tra costoro Cam ebbe contatto con questa realtà, ovvero la violazione del confine di un ruolo. Incapace di gestire una simile situazione, in un atto di inevitabile scelleratezza, costui spifferò spudoratamente l’accaduto ai fratelli, i quali, non ancora corrotti da un simile squarcio, ebbero il buon senso di rimanere nel ruolo di figli: restituirono al padre la custodia delle proprie riservatezze, quelle riservatezze che un padre può condividere con qualcun altro ma non con i figli, e se ne tagliarono fuori.

Il risultato? I due ebbero la sorte di poter vivere la loro seconda tappa in modo equilibrato, produttivo, pieno. Cam, storto da questo squarcio di rapporto col padre, scaricò sul suo futuro, sul figlio Canaan, lo squilibrio ricevuto. Canaan, persona in cui può riconoscersi chiunque, ovvero uno nato in un contesto un po’ caotico come noi, dovrà affrontare una “maledizione”, ovvero un’identità sconquassata che suo padre Cam, uomo traumatizzato, gli ha trasmesso. Canaan troverà nel servire Dio il raddrizzamento della sua seconda tappa.

Ecco l’opinione di Chi ha diritto ad opinare nel Suo creato: i genitori non devono ASSOLUTAMENTE coinvolgere i figli in NESSUNA delle loro cose private, siano esse belle o brutte! E’ una gran menzogna avvalersi di un figlio come amico confidente: questo cocktail di ruoli lo insozzerà del tutto e, in ogni caso, il figlio, persona coinvolta, non imparziale e non lucido, sarà incapace di risolvere le cose dei genitori!

Figli tormentati dalle confidenze dei genitori; figli che prendono posizione a favore di uno e contro l’altro, svuotandosi della figura dell’altro e propensi a compensarne il vuoto con sciocchezze e genocidi… tu, genitore egoista, AMICO di tuo figlio, gli hai generato questo caos!

E, bada bene, non bisogna per forza essere separati o divorziati per scaricare un fardello simile ai tuoi figli: il rischio sottile di sconquassarne l’esistenza c’è dietro OGNI TUA CONFIDENZA che, in un momento di fragilità, quando non hai nessuno accanto, riveli a tuo figlio!

I tuoi problemi con il tuo coniuge, ogni frase che vorresti sparargli in faccia, i tuoi problemi di crisi personale, i tuoi dubbi, le tue debolezze e quant’altro SONO SOLO CAVOLI TUOI! Confidali agli amici, ai competenti, a chi vuoi tu, ma NON a tuo figlio! TORNA NEI CONFINI DEL TUO RUOLO e agisci bene all’interno del tuo ampio campo d’azione che comunque hai con lui!

E poi chiediti quanto tuo figlio-amico riconoscerebbe l’autorevolezza di un tuo ordine? Quanto saprebbe ammettere di doverti obbedire laddove capisci tu e non lui? Come potrebbe ottemperare a un ruolo che gli avrai confuso?

Quindi, primo invito di “Io Sono”: un genitore è genitore e come tale ha dei confini oltre i quali NON DEVE coinvolgere il figlio! E tu, figlio che vuoi tanto salvare il rapporto dei tuoi, noi ti apprezziamo tanto, ma non devi farlo tu: incarica un altro! E, se loro insistono nel volerti raccontare e confidare, SCAPPATENE! Via da questo rischio! Abbi i cosiddetti di sparare in faccia un bel “NO!”!

Ora, nel considerare la difficoltà di introdurre bruscamente una simile verità nel tuo contesto sconquassato, c’è da fare i conti con una amara verità: siamo tutti restii ad ammettere che genitori e figli, prima o poi, devono separarsi! Questa la legge della natura, questo il legittimo corso delle cose! Tuttavia non ci sono genitori e, ahimè, spesso non ci sono figli facilmente propensi ad abbracciare questa realtà! La si approva a chiacchiere, ma davanti alla realtà ogni genitore favorisce i propri atti subdoli, tesi a tenersi sana e salva la parziale dipendenza del figlio da sé!

Come la pensa “Io Sono” a riguardo?

Mc 10, 28-30

“In verità io vo dico: non c’è nessuno che abbia lasciato casa o fratelli o sorelle o madre o padre o figli o campi per causa mia e per causa del vangelo, che non riceva già ora, in questo tempo, cento volte tanto”.

Questo contenuto, troppo spesso frainteso come lasciare alla deriva la propria famiglia per seguire Dio o qualche santone impostore, in realtà conferma la nostra tesi che tagliare il cordone ombelicale con la prima tappa è UN AFFARE! Quell’affare che restituisce ai genitori il loro esatto ruolo di tutori, di cui Dio si serve per generare i Suoi figli, esortandoli ad abbracciare la verità che Dio è il loro vero Padre e in Lui trovano la perfezione che cercavamo e che i genitori, con pregi e difetti, hanno trasmesso solo in parte!

Ecco: il genitore si riconosca come tutore cui Dio abbia temporaneamente affidato il compito di crescere e preparare un Suo figlio, che dovrà seguirlo nella seconda e più importante tappa, la tappa che ricompensa cento volte sulla terra, adesso!

Preparalo bene, preparalo al meglio, con tutte i tuoi piccoli errori, ma al meglio e per lui, non per te, affinché tuo figlio abbracci al meglio la missione che in “Io Sono” gli darà cento volte tanto! Tuttavia, caro genitore, se non hai saputo fare questo, se sono più scempi che atti d’amore i tuoi atti educativi… poco male lo stesso: “Io Sono”, addirittura, si servirà degli stessi casini che hai combinato a tuo figlio, per concedergli la sua gloria, adoprandoli addirittura come strumenti base! Questa la Buona Novella, la cui tecnica scopriremo nei prossimi post! Questo l’invito che Dio, del resto, fa anche a te, se tuo figlio ha già lasciato il tuo tetto, dal momento che la tua vita non è finita!

E’ tuttavia un bel discorso in chiacchiere, complicato nei fatti, vero? Come abbandonare la forza imperante del proprio egoismo? Come trarre addirittura FELICITA’ (La promessa di questi post, non dimentichiamolo!) da rinunce come questa?

E’ l’argomento del post successivo, della Parola successiva, quella che comincerà davvero a darci un serio calcio nello stomaco.

Per ora non dimenticare tutte queste parole! Riflettici, caro amico, medita e riconoscile nei tuoi piccoli atti quotidiani storti, da figlio o da genitore, o da entrambi che tu sia!

14° tappa: CHIARIRE I RUOLI!ultima modifica: 2012-03-30T14:09:00+02:00da meneziade
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