15° tappa: CHE COS’E’ UCCIDERE?

jesus-christ_1.jpgOra le cose cambiano radicalmente, ora si apre una porta cruciale alla Sapienza che “Io Sono” sta per rivelare ai fatti della nostra vita.

Un aspetto molto contorto, delicato da sgrovigliare e sistemare con dovuto ordine e dovuta comprensione. Perciò sull’argomento “Non uccidere” verranno dedicati molti documenti, tutti importantissimi. Starai pensando ora, “Se finora mi avete massacrato nelle tappe più leggere, figuriamoci adesso quante me ne direte!”. In realtà ciò che c’è da scoprire adesso è davvero cruciale per comprendere qualcosa di noi stessi.

Cristo, che secondo la nostra religione è la voce più vicina all’Autore della Scrittura, commenta questo comandamento in modo interessante:

“Avete inteso che fu detto agli antichi: Non uccidere; chi avrà ucciso sarà sottoposto a giudizio. Ma io vi dico: chiunque si adira con il proprio fratello, sarà sottoposto a giudizio. Chi poi dice al fratello: stupido, sarà sottoposto al sinedrio; e chi gli dice: pazzo, sarà sottoposto al fuoco della Geenna”

Mt 5, 17.

Letto alla lettera, sembra un capovolgimento della giustizia: meno danni arrecherai a tuo fratello, più grave sarà la tua condanna. Ovviamente non è così, né Cristo si diverte a complicare la dottrina. E’ evidente che Lui vuol focalizzare l’attenzione su altri aspetti che, secondo Lui, equivalgono ad uccidere.

Molte comunità, da sole, senza bibbie, hanno compreso che uccidere è sbagliato. Ciò vorrebbe dire che questo sarebbe un comandamento stupido, ovvio per chi ha un po’ di sale in zucca e magari a te non riguarderebbe. No, caro amico: questa Parola ci riguarda tutti e in modo alquanto grave!

Siamo tutti stati uccisi da qualcuno! Ancora oggi veniamo uccisi dalla gente. Cosa più triste, uccidiamo continuamente e, spesso, ci avvaliamo dei moventi più plausibili per farlo.

Mamma mia! Perché mai rivolgersi contro qualcuno equivalrebbe addirittura a ucciderlo? Risponditi da solo: già se entri in un locale e ti senti osservato da tutti, la prima cosa che fai, fragilmente, è guardarti addosso per capire cos’hai di strano… figurati quella volta in cui qualcuno ti offese: ci sarai rimasto male magari qualche mese, se non di più. Il tuo tentativo di superare quella bassezza con superiore noncuranza ti è riuscito maluccio, perché ti ha ferito. Ha messo in discussione la tua valenza di uomo, ha inibito o alterato i tuoi atteggiamenti, ti ha spinto a cercare-spesso nel modo più impulsivo e dannoso-una risposta che smentisse una tale offesa. Per non parlare dell’atteggiamento di vendetta in cui ti ha proiettato: non credevi nella violenza, ma ora ci credi eccome, sin dal momento in cui non ce l’hai fatta più e hai ripagato quel torto con la stessa medaglia… medaglia che, tempo fa, neppure concepivi.

Ecco qua! Un semplice atto brutto, malsano, ha squilibrato il tuo vivere e le tue convinzioni più sane: ti ha distrutto, TI HA UCCISO! Quindi tu ora comincerai a uccidere e perpetuare la logica della guerra; tanto ormai, in un modo o nell’altro, ci sei entrato! Ecco! Una vergogna totale siamo tutti noi sotto questo aspetto e spesso sono sorriso e vanto ad accompagnare le nostre più aberranti intenzioni! Eggià! Ci hanno insegnato a fare così, a vantarci dei nostri piccoli eccidi col sorrisetto, senza pensarci più di tanto, se non sotto l’aspetto di “avergliela fatta pagare”, di “aver reso giustizia”!

Chiaramente noi siamo i soliti esagerati! In fondo non è reato giuridico illudere una ragazza, portarsela a letto e poi licenziarla col solito movente: “Non ti promisi nulla!”. Certo, non le hai promesso nulla, ma gliel’hai lasciato sperare! Del resto sono affari suoi, no? E’ lei a non esser stata attenta, a non aver capito tu chi sei; a te che riguarda, ora? Però prima ti riguardava, mentre ci marciavi! La legge, la giustizia umana, tanto adulata dagli integerrimi, mai ti punirà per questo, perché lei è stata “consenziente”… ma l’hai uccisa! Te dovrà ringraziare per la sua difficoltà futura a relazionarsi con qualcuno, per la sua incapacità di fidarsi del suo futuro marito, i litigi che ne deriveranno e i figli che ci andranno sotto! Bravissimo! Sei stato un assassino! Ma a te che importa? Hai le tue cose da pensare! Ma il giorno in cui agli altri non importerà una mazza di te e dei tuoi problemi, il giorno in cui applicheranno la tua stessa logica usa e getta, cavolo che non ti piacerà! Cavolo che andrai in depressione! E avrai ragione, perchè è così! Quindi è vero questo comandamento: nei tuoi momenti più bui, spesso, sai riconoscere ciò che davvero ti ci vorrebbe, ovvero che il tuo problema sia abbracciato dagli altri come “un loro problema”. Alcuni problemi si possono sanare solo così… tu lo sai bene, amico, ma ora che te ne frega! Sciupala quella poveretta, ingannala, insegnale a dubitare, a proiettarsi nella tua stessa solitudine, nel tuo stesso cinismo!

Questo esempio, banale quanto frequente, apre un altro contenuto grave, nelle sue conseguenze, in questo mondo: riconoscere come non tuoi i problemi altrui. Che cos’è questo se non massacrare, distruggere, rovinare, insegnare l’arte della solitudine… l’arte degli assassini!

Se solo ti fermi a pensarci, quanti esempi al giorno possono tranquillamente imputarti di questa colpa!

Ecco, man mano questa diagnosi delle dieci Parole, cominciata con te, proiettatasi verso Dio, ora comincia lentamente a spostarsi verso gli altri e i rapporti che hai con loro, rapporti più conflittuali che miti.

Tu conosci già tutte queste cose, sai benissimo che “adirarsi contro il proprio fratello dandogli dello stupido o pazzo” equivale a ucciderlo. Lo sai perché l’hanno fatto tante volte a te!

Magari sei stato deriso a scuola e le ferite di tutti quegli scappellotti con cui il bullo di turno ti faceva ridere in faccia da tutti, in te gridano rivalsa, ora che vivi per un solo scopo: interpretare quel ruolo di “tipo figo” con chi ti capita per le mani. Lo farai per tutta la vita, girando a vuoto, e sai perché? Perché questo tuo modo di strapparti la dignità tolta non ti sazierà mai, sarà solo un altro passamontagna, un vicolo cieco con cui perpetuerai questa tradizione che tanto sapevi, tempo addietro, quanto fosse sbagliata!

Magari, visto che sei intelligente, ora starai usando un’altra strategia per schiacciare quella sensazione di inferiore che qualcuno ti ha cucito addosso: emergere, diventare ingegnere, diventare qualcuno che potrà dire a loro: “Visto ora lo stupido chi è diventato? Uno meglio di voi!”. Magari raggiungerai quell’obiettivo e sarà divertente porti in modo vincente con gli altri, ma poi sarà sempre come prima: ti passerà l’effetto, non ti sazierà e allora ci proverai ancora di più, diverrai avido di conquiste insazianti. Per di più nel tuo cuore comincerà a gridare un nuovo dramma: la tua vera vocazione poteva non essere quella che hai scelto in modo così confuso e accecato, magari ti avrebbe realizzato fare il falegname… mestiere, tuttavia, di basso rango, da “dileggio”, rispetto a un ingegnere pieno di donne! Ecco qua! Una vita d’inferno, un massacro… tutto questo perché? Perché TI HANNO UCCISO! Lo capisci? La tua vita è un’enorme scia di sangue che le coscienze dei tuoi denigratori si porteranno addosso!

Tu credi in questa vita? Credi in questo criterio guerrafondaio di vivere? E’ una domanda che devi porti in modo serio, fratello, perché, nel caso tu non ritenga esatto un simile fare, IL PRIMO A TRONCARE CON QUESTA VITA DEVI ESSERE TU! PROPRIO TU!

TRONCA! Tronca con le tue stupide rivalse, divenute ormai solo vacua megalomania, grave occlusione del tuo essere, cieco e inconcludente egoismo che non sazia! Chi uccide soffre quanto la sua preda, lo sapevi questo? O no? O il tuo carnefice ora se la spassa invidiabilmente alle tue spalle?… MENZOGNA! Ennesima menzogna: chi ti uccide è scassato quanto te e neppure lo sa!

Proprio in virtù di quanto hai sofferto, proprio in virtù delle esperienze di inferiorità che ti hanno schiacciato, ora devi credere a questa Parola! Ecco perché, mentre urlavi giustizia al punto da non credere più in Dio, magari imbevuto di Nietzsche e Feuerbach, “Io Sono” non ti risparmiò quelle tragiche esperienze da martire: stava preparando la tua gloria, la tua sensibilità, ti stava presentando un dramma comune affinché tu potessi trovare risposte in Lui… TI STAVA ADDESTRANDO!

Invece di rifiutare quell’esperienza d’inferiorità, soppiantandola con una personalità di cartone, devi capire che proprio quell’esperienza può aprire le porte alla tua missione, può trasformarti in un gran combattente, in un uomo che ha conosciuto un male e sa bene come combatterlo! Non rinnegare la vera reputazione che hai di te: abbracciala! E’ da lì che Dio parte per trasformarti in uno che ha una risposta da dare, per la quale essere seguito da tanta gente, dotato di un potere di distruggere quel terribile male con soluzioni vincenti, non con le tue stupide fisse da rivalsa! DA QUI PARTE LA TUA MISSIONE!

Scegli: o perpetuare come un ennesimo cieco la rovina del pianeta Terra, o concorrere alla sua guarigione con la tua autentica grandezza! E, bada bene, NON SONO CHIACCHIERE! Solo la seconda, SOLO LA SECONDA CHANCE può dissetare la tua sete di vita vera, di pienezza, di eroismo, di gloria, di grandezza: costruire cose grandiose, VERE, non altri idoli!

E’ Dio ad aver infuso in noi un istinto alla gloria, alla conquista della Sua immensità… quell’istinto che tu, scioccamente, trasformi in manie di grandezza! E la prova che il tuo è solo un travisamento sta proprio nel fatto che TI FA SOFFRIRE!

La soluzione che ti proponiamo noi è VERA e la prova è che NON TI FARA’ SOFFRIRE, ma al contrario, DARA’ UN SENSO PIENO AL TUO ESSERE, TI FARA’ FELICE! Provato! Testimoniato! Garantito!

Questa è la tua vera via, questo il progetto preparato su di te da sempre, questo l’unico ruolo che ti darà un nome, il tuo; un posto, il tuo!

L’unico modo di non uccidere è abbracciare questa missione con l’intento di trasferire i tuoi contenuti al mondo, a chiunque ti circondi! Dio sarà con te, Dio ti dirà “Bravo, figlio mio! Eroe che non sei altro!”. E chi avrà sete di verità, chi grazie al tuo contributo potrà liberarsi dei propri scogli, ti riconoscerà per ciò che sarai: un grande!

Tu sei uno nato per questo genere di grandezze! Perché pensare che questo debba essere un sogno bambinesco? Le tue illusioni sono meno stupide?

Bene! Tornando a noi, illudere una ragazza per poi troncarla, trascinare un fidanzamento inefficace pur di ingannare la solitudine, tenersi una compagnia in attesa di meglio, ascoltare senza cura, liquidare qualcuno… tutto ciò equivale a uccidere. Sono modi di accontentarsi del salvabile, obiettivi che ti uccidono e che uccidono!

Il non fatto nel lavoro, nello studio, nell’amicizia è uccidere. Omettere è uccidere: uccidere doti che solo tu possiedi, tu e nessun altro, per sanare un caso che la vita ti presenta… omissione è uccidersi e uccidere! CHI NON AMA SI UCCIDE E UCCIDE!

Parole belle, ma che ora si scontrano con un tuo tarlo nella testa, una tua brutta tara: “NON E’ GIUSTO quel che questo cane sta combinando! Devo fargliela pagare! DEVO!”.

Questa tua tara, purtroppo, è molto astuta, perché ti inganna proprio mentre hai ragione, mentre qualcuno la sta combinando grossa! Noi sappiamo di non rivolgerci a degli stupidi, sappiamo che quando hai torto e qualcuno te lo dimostra … puff… va via la tua ripicca! Sappiamo anche che sai chiedere scusa. Ma quando hai ragione? Ecco, proprio in questo caso, nel tuo limitato concetto di giustizia, crei la più scellerata perpetuazione del male nel mondo, la più orrenda scia di sangue!

Convinto di aver vissuto un’ingiustizia grave, Caino uccise Abele e, in tutto ciò, Dio… lo perdonò?!? Come perdonare un fratricida? Il mondo va alla deriva proprio per la presenza di persone così, vero? Bisognerebbe chiuderle tutte in un campo di prigionia! Interessante questo tuo concetto, molto alla Hitler… ed ecco cosa ne derivò! Ma (cosa più interessante) “gli insegnanti” di Hitler, “i suoi amici”, chiunque notava le turbe di questo ragazzino strano e non fece nulla per aiutarlo (poiché “erano problemi suoi!”) quanta concolpa hanno, secondo te, negli scempi di questo politico? Nessuna? Ma certo! Becchiamo il capro espiatorio e impicchiamolo! Questa la tua tara, fratello! A questo porta la “tua” giustizia: ipocrisia, sviamento di sapienza, sfogo inutile e nutrimento dei mali che fanno male proprio a te. Ecco qua!

Cosa vuoi fare ora? Fermarti a leggere con simpatia queste righe malscritte e poi tornare ai tuoi casini? O prendere sul serio questa profonda verità, cominciando a rifletterci con serietà in ogni contesto della tua giornata, in ogni attimo della tua vita?

Riflettici! Riflettici a lavoro, a casa e mentre scarichi su qualcuno le tue frustrazioni, mentre ti prendi la più piccola rivincita che sia, mentre eviti il saluto a quel tipo un po’ abbonato che martella di chiacchiere, mentre sei in ritardo e suoni il clackson a un vecchietto che guida a venti all’ora, mentre scarichi le tue collere su tua moglie, che le scarica sui figli, che le scaricano sul cane, che le scarica sul gatto, che le scarica sul topo, che le scarica sulla lucertola! Basta!

E’ tempo di capire che tu uccidi soprattutto quando hai ragione, quando devi difendere la giustizia immedesimandoti nel fratello impeccabile del figliol prodigo, quando devi strappare le tue vittorie in una falsa apparenza di giustizia, ma in realtà vuoi solo vincere!

Per questa settimana, caro amico, ti invitiamo a un lavoro molto delicato; per favore, fallo: nel preciso istante in cui il tuo cuore grida giustizia contro qualcuno… stoppati! Calmati e rifletti: stai per perpetuare il tuo inferno di sempre e l’inferno altrui!

Nel prossimo documento chiariremo aspetti fondamentali di questo discorso.

Mi raccomando, tieni a mente!

15° tappa: CHE COS’E’ UCCIDERE?ultima modifica: 2012-03-31T14:11:00+02:00da meneziade
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